“La prima linea” di De Maria con Scamarcio e Mezzogiorno
Ieri sono andato alla prima del film “La prima linea” di Renato De Maria. Cioè non è che mi hanno invitato proprio just a me. Sono andato al Quattro Fontane, ho pagato il biglietto, sono entrato in sala e ho scoperto che quella era la “prima” per il pubblico.
C’era Occhipinti, produttore assieme ai fratelli Dardenne. C’era De Maria, il regista (quello di Paz e della prima storica serie di Distretto di Polizia). C’era Scamarcio che ha detto che lo ha emozionato fare questo film e interpretare un personaggio che è ancora vivo. C’era Fidel Signorile, uno degli sceneggiatori assieme a Ivan Cotroneo e Sandro Petraglia. C’era il montatore, un’altra attrice che non so il nome. C’era Isabella Ferrari che è la moglie del regista. C’era Valeria Golino che è la donna di Scamarcio. (Vince Isabella). C’era Beppe Fiorello. C’era Valentina Cervi. C’era altra vippaglia.
E poi c’era il film. Qualche settimana fa, mentre ero a Francia, lessi di feroci polemiche sul film. Non ho ben capito. Quello che ho capito: siccome il film parla di Prima Linea e di un gruppo di terroristi, allora non si fa, perché non si esaltano i terroristi. A me sembra una polemica stupida.
Comunque. Il film ha una solida sceneggiatura e un’ottima regia. Trattando di avvenimenti reali, il rischio era di risultare didascalici e di cavalcare in modo “osceno” l’esplosività della materia trattata. Pericolo scampato. Tramite la costruzione drammaturgica, che prevede la compresenza di più piani temporali e che dà una struttura “energica” e non prevedibile. E tramite il raffreddamento sistematico ogni volta che la temperatura, inevitabilmente, saliva. La regia e la scrittura hanno saputo fare un passo indietro quando serviva. Questo io chiedo ad un film, questo mi ha dato La prima linea. L’unica perplessità è che probabilmente non aggiunge nulla a quello che sappiamo già su terrorismo e dintorni. Ma probabilmente non era questo, lo scopo. (Apprezzabile poi che ogni tanto la sceneggiatura sia firmata da sceneggiatori e non dal regista. Ognuno fa il suo mestiere e lo fa bene. In Italia lo hanno capito ancora in pochi).
Poi si sono gli attori.
Scamarcio ha una sua dignità, ma è da sei stentato. Fa il suo, ma purtroppo sembra che stia continuando ciò che aveva iniziato nell’ultima scena di Mio fratello è figlio unico (cioè il terrorista). Con un altro attore –non so chi- forse il personaggio di Sergio avrebbe avuto ben altro spessore. La Mezzogiorno fa la Mezzogiorno: c’è chi la odia, chi la ama, chi sta in mezzo, come me. Di solito urla. Qui non urla, se non in una scena (evidentemente ce l’ha scritto sui contratti), ed è un bene. Non essendo la protagonista, e agendo di sponda, non ha potuto spiccare, né in un senso né in un altro. Fabrizio Rongione. Chi? Direte voi. L’attore feticcio – si dice così, no?- dei Dardenne. Qui è uno dei co-protagonisti, ma non ha un ruolo che spicca rispetto ad altri. Eppure, il suo nome compare nei titoli di testa, dopo Scamarcio e Mezzogiorno ma prima di tutti gli altri, da cui è separato dalla canonica “e”. Ora, siccome i Dardenne sono i produttori e a pensar male bla bla, a me queste cose non piacciono, mi fanno tanto, come dire, tristezza.
Ah, poi il film alterna i momenti di cinema puro a momenti in cui la realtà irrompe nella storia, con i reperti storici dei telegiornali, ad esempio con Frajese cronista sul luogo dell’attentato ad Aldo Moro. E’ un filone che il cinema italiano degli anni zero continua a seguire, questo della commistione. Però magari la finiamo, prima o poi. Sta cominciando a stufare.
dal titolo del post pensai che non ti piacque e invece ti piaceste…che me volevi creare la suspances?
palbi
quasi quasi vado a vederlo
chissà
Letto sui giornali che è un’assoluzione per i terroristi.
Tu dici che invece non fa sconti. Né di qui né di là.
Bene. Io al cinema non ci vado spesso, ma magari quando uscirà in DVD 🙂
(grazie, una bella recensione)
Se ho capito bene la polemica sta a monte, sul finanziamento.
Siccome "sembrava" un film che elogiasse il terrorismo (cosa che secondo te non fa, e magari non fa sul serio) la polemica si era aperta sul fatto che: può lo Stato Italiano che ha dovuto pagare con tante vite e blablabla il terrorismo, pagare con tanti soldi un film che il terrorismo lo esalta?
Al che il produttore ha detto qualcosa come: caro Stato Italiano, a me non sembrava di esaltare il terrorismo, però faccio a meno dei vostri soldi, così risparmiamo tutti, voi i dindini ed io la polemica.
Credo sia andata così.
*Palbi: eheh non ci avevo pensato, sai? alla doppia lettura, dico. il titolo era per le polemiche. è solo un film, cribbio! 🙂
*Yet: nel caso, poi dimmi
*Prof: se mostrare anche il lato "umano" dei terroristi è assolvere… no, non assolve nessuno
*Virgh: ah ecco mi ero perso il pezzo sul produttore che manda a quel paese lo Stato Italiano