Cose di Roma, cose di metro
C’è un’altra cosa. Le coincidenze. Le strane coincidenze che vanno a rimpolpare il tizzone mai esaurito di quel grande interrogativo paranoic-complottistico che accompagna la vita del mite tieffemme: ma non è che vivo in un immenso truman show e non lo sapevo?
L’altro giorno. Solita attesa snervante sulla banchina. Tipo in calzonicini rossi, maglietta nera con il faccione di Bruce Springsteen, bandana blu, barba nera foltissima, borsello –l’uomo col borsello!– di pelle verde. E un tic: l’autopizzicamento del sopracciglio destro.
Poi salgo in carrozza. Una ragazza, ricciolosissima, è seduta. Sulle sue gambe un libro enorme, di quelli fotocopiati quindi doppi, tenuti assieme con una spilla tremolante. Ci sono delle formule, su quel libro. Sopra il libro, di sguincio, c’è un quaderno su cui lei spennazza selvaggiamente. Sta facendo degli schemi di riassunto del libro. Ah, alle orecchie ha l’iPod a volume altissimo. Mi par di riconoscere distintamente la voce di Laura.
Poi mi tengo alla barra. Anche io ascolto la musica. Mi par di distinguere la voce di Alex. Insomma a un certo punto si aprono le porte. Uscita lato destro. Uscita lato destro. Una turista, evidentemente si era distratta, si fionda verso l’uscita. Ma. Inciampa sul filo del mio iPod. Inciampa e si incastra. Ci incastriamo. Lei non si accorge e mi tira con una violenza disumana. Mi si staccan- Ehi! Esclamo, puntuto. Lei si volta. Si accorge del filo. E urla. OMMAIGOSCCCCC! Io la guardo, dico: Ma che è stu gosch? Non era God? Intanto che ci strecciamo le porte si chiudono. E lei. Beh, signora mia cretina, lei scenderà alla prossima.
Poi, la sera. Solita banchina. Io indosso una maglietta a righe. Sto leggendo un libro, Olive comprese. Si chiama, il libro. Ad un certo punto alzo gli occhi. Un uomo, sui cinquanta, tracagnotto è dir poco, bolso pure, insomma lui alto un pezzo e tot, con ‘sti baffoni neri e la pelle olivastra, insomma un mostro, mi fissa. Ignoro. Mi rifissa. Mi continua a fissare! Oddio, ha le mire espansionistiche! Penso per un attimo. Invece no. Il tracagno indossa la mia stessa proprio own maglietta a righe. Di due taglie più grandi. Oddio ma è così brutta questa maglietta? Penso. A volte abbiam proprio bisogno di uno specchio.
Per finire. Ore 19:57. Sono lì che ondeggio sognando di mari caldi e impanature sulla spiaggia. Quando ad un certo punto a Policlinico sale un uomo in calzoncini rossi, maglietta nera con il faccione di Bruc- Ehi, ma io questo losco figuro lo conosco! L’uomo col borsello che si titilla il sopracciglio! Dopo dieci ore lo ritrovo sullo stesso vagone della stessa metro dello stesso inferno!
A questo punto qualcuno dovrebbe uscire e indicarmi le telecamere. Ma no. Il tizio del supermercato in questo momento sta abbassando le saracinesche. E il frigo è vuoto, lo so.
Il motorino. Ci vuole il motorino. Urgentemente… Lo dico per te… 😀
un pacco di pasta e una bottiglia d’olio ce li avrai avuti, per cenare
il virile prolasso è una gran retorica
e quando dico retorica intendo rettorica
ciao
ti invito formalmente e pubblicamente, quando ci hai il frigo vuoto, a venire a magnare da me che qualcosa la si trova sempre e al massimo prendiamo il kebab.
Sembra Crash. O Babel. O Ventuno grammi. O Memento. O tutt’e quattro insieme. Solo che non ho ancora capito se in sceneggiature così, FLASHBACK e RITORNO DAL FLASHBACK si scrive o no.
(80/100)
secondo mia dovresti smettere di comprare magliette da H&M
stiui
io continuo a dire no motorino no.
E mi è capitata, la cosa della maglietta, solo che era una polo di zara ed eravamo solo noi due due a las cinco de la tarde in una piazza assolata di un agosto genovese, con una fontana spenta e due polo uguali
marroni e arancioni
è bello eh olive?
io lo stavo leggendo in libreria. poi mi sono licenziata e non l’ho finito…
poi melo conti eh?!
*Asperger: anche se, anche se… Poi mi perdo il serbatoio di vite e storie
*Yet: poi mi sono fatto i filetti di platessa. ciò che il friza mi ha restituito 🙂
*Jun: ok, affare fatto. la prossima volta ti citofono. ma davvero, eh! io porto birra e/o derivati
*Ott: e amores perros, no? ah guarda non me lo dire, è un dubbio che assilla anche me. E Flashforward? Si utilizza? O vale solo per Lost? 😉
*Stiui: e pensa che non era Acca&Emme, e nemmeno della Standa. Anche perché la Standa non esiste più. Era una maglietta che io credevo unica. Credevo male. Quante cose, io credo male.
*Sui: e poi? avete fatto il western? 😉
*Viola: certo che te lo conto. pensa che il libro l’ho trovato al supermercato in edizione ultrascontata, sepolto tra i moccia e altre minchiate. l’incipit mi è piaciuto assai. le farò sapere, signorina.
in via del sopracciglio destro con rispetto parlando…
se ti consola,non credere che facendo il pendolare spezia-genova si trovino personaggi migliori.
i turisti sono i peggiori…e sebbene i turisti facciano girare l’economia dei miei posti,fanno girare anche le mie balle…pertanto ogni tanto mi diverto a rendere migliore il loro soggiorno…
per esempio ad una turista che a genova principe mi chiedeva conferma sul fatto che il treno fermo al binario fosse quello per sestri levante,io ho risposto “si certo”…in effetti il treno andava a sestri,ma ponente…
un’altra volta viaggiavo in una carrozza pullman di un ic,luglio inoltrato,niente aria condizionata.un bambino tedesco continuava a correre…mi volto verso i suoi genitori,il bimbo continua a correre…mi volto verso i suoi genitori con un’occhiataccia,il bimbo continua a correre…mi volto verso i suoi genitori e gli dico “ueh allora?”,il bimbo continua a correre…cosi,casualmente,allungo la gamba nel corridoio e il bimbo,sempre casualmente,inciampa stampandosi su un seggiolino.casualmente smise di correre.
una volta però ho anche aiutato 5 turisti australiani a non prendere 25 euro di multa a testa perchè non avevano obliterato un biglietto da meno di 3 euro nella tratta delle 5 terre.ho insultato il controllore che infatti voleva chiamare la polfer,ma alla fine io e i 5 australiani l’abbiamo avuta vinta! 🙂
Andrea
*Scogliera: hai lo mismo tic?
*Andrea: bravo che fai gli sgambetti! e belle, le storie liguri. io impazzirei, tra ponente e levante
(Gosh è la pronuncia irlandese di God, dovrebbe essere dovuto alla palatalizzazione nel gaelico, ma Scogliera ti può spiegare meglio)
😉
io l’altro giorno salgo sul tram e metto appalla i radiohead, tipo una canzone allucinatissima, tipo up on the ladder, acida come mi fa bene di pirimo mattino, e sale un tipo che si piazza accanto a me e tira fuori dallo zaino il cubo di rubik. E lo risolve tutto velocissimo in due minuti. Strabiliata, io.