Palermo

Sotto le feste, un continuo.
-Scendi?
-No.
-Come no, non scendi?
-No, non scendo.
-Dai, non ci credo che non scendi!
-Ma se ti dico che non scendo non scendo!E via scendendo, tutti a strabuzzare gli occhi. Ma come, non ti manca la tua Palermo? L’incapacità di andare oltre. Questi schemi mentali piccini e borghesi. No, non mi manca. Anzi.
Sì, a tratti, mi manca. Ma proprio quando già credo di esserc-

Oggi sono andato in un’edicola del centro. Cercavo il Giornale di Sicilia.
-Scusi, che per caso vi arriva il Giornale di Sicilia?
L’edicolante esita, mi guarda. Accenna un sorriso, mezzo sorriso.
-Sì, ci arriva.
Lo prende. Me lo porge. Gli porgo un euro. Mi fa:
-Un euro e dieci.
Faccio la faccia come a dire: cazzo, il corriere e repubblica costano un euro, mortacci suhi!
Lui, l’edicolante, furbo, capisce e:
-Quei dieci centesimi servono alla mafia. Ahaha.
Mi blocco, con le mani dentro al portamonete, cercando dieci maledetti centesimi. Servono alla mafia. Ahah. Che risate! Ma che risate! Faccio la faccia come a dire: cazzo, il Signore Iddio quando ha distribuito le skills ha dimenticato di toglierti l’uso della parola.
Lui, l’edicolante, sveglio, non capisce e d’improvviso, serio serio, schiaccia il pulsante in modalità On. Click, e:
-Guarda che io nni sacciu cchiu ri tia (*ne so più di te)
Attorno a noi gente che cammina cammina, corre e corre.
-Non credo proprio, faccio io, allargando quel tanto che basta le vocali.
Lui, l’edicolante, sorride appieno, come se avesse appena fatto scopa.
-Ah, ni capimu, nuautri! Sèmo ì stissi! (*ah ci capiamo, noi. Siamo uguali)
Faccio la faccia come a dire: no, non credo proprio. Io non sono come te. Le colpe delle mie vocali non ricadranno mai su di me.
Non trovo i dieci centesimi spicci. Gli porgo un euro. Lui lo prende, e nel frattempo:
-Lo sai che una volta, ahaha, a via Libertà, bum bum bum mi truvai in mezz’ ammazzatine? (*devo tradurre?).
Ahah.
Mi porge il resto. Alcune monete. Continuo a guardarlo in faccia. Non dico nulla. Lo provoco. Dico:
-Ah sì. Emozionante! Lui non dice:
-E lo sai di chi ero compagno io a scuola?
E cita i nomi di due mafiosi, due vere celebrities, mica cotiche.
Una signora intanto si avvicina e dice Scusi mi dà Sorrisi?
Io continuo a non dire nulla, lo guardo, non ci vuole molto e mi defilo, all’indietro, come una polaroid al contrario.
Lui, l’edicolante, continua a fissarmi, sorride con aria strafottente. Porge Sorrisi alla cliente, io sono già a qualche metro di distanza, lui alza un po’ la voce, dice:
-Che ci vuoi fare, sono scelte di vita!

Dico: No! Penso: Guarda Roma, guardala! Il suo scirocco, la sua umidità, i suoi 16 gradi il 20 gennaio. Dico: Ok! Controllo l’ora. C’è ancora tempo. Poi apro il palmo della mano. Mi accorgo di avere ancora le monete del resto. Le conto. L’edicolante mi ha fregato. 40 centesimi invece di 90.
Sono scelte di vita. 

7 Replies to “Palermo”

  1. fammi capire: prima ti ha fatto innervosire, poi si è approfittato?

    non per consolarti ma, per un commerciante-non necessariamente siciliano, è quasi normale

    sexy come Obama? ahahah

  2. Non capisco perchè posso leggere i tuoi post ma non posso lasciare commenti. Che, chi controlla l’ultilizzo di internet dall’ufficio, sia della stessa cricca dell’edicolante??

    Che mi permette di sapere ma mi obbliga a tenere la bocca chiusa.

    Sono con te e le tue battaglie quotidiane.

    Effenne

  3. Tieffeme’, che ti devo dire. Io, di Palermo, sono innamorato. E’ una delle poche città italiane dove mi trasferirei senza un attimo di esitazione, dovessi lasciare Napoli. E tu sai che l’edicolante è solo l’elemento di una fauna, non la parte per il tutto.

    La Polaroid al contrario è da applausi

    (ottanta/rabbia)

  4. *Yet: bah a dire il vero non ho ben capito se ci fosse un nesso preciso causa-effetto. se fosse una sceneggiata ad artem. non mi stupirei.

    *Effenne: in che senso non puoi lasciare commenti? Dillo, parla, nessuno ti farà del male, ti proteggo io!

    *Ott: già ne scrivemmo in punta di commento. fàmo accussì: quella volta che ci prenderemo na tazzulella di caffè con la “treccina in carta” -mi raccomando!- parleremo di musica, di cose che si scrivono e poi ti dirò che sì, lo so, la parte non è il tutto, ma dipende anche quale tutto quale parte e quale resta 🙂

  5. Scommetto che non potrà mai diventare l’edicolante di fiducia di nessuno, anche se gli arriva il Giornale di Sicilia!

    Il Piccolo Gandhi

  6. Mannaggia, io leggo di Roma e mi immedesimo. C’ero io in quei 16 gradi e quell’aria umida. C’ero io davanti a quell’edicolante. Solo che io chiedevo L’unione sarda e il tipo non conosceva nessun Anonimo Sardo.

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