Dexter, Six feet under, Sports Night, Studio 60

/Intro/ Post detto anche: bravo Dex che hai lasciato quella morta di sonno di Rita e ti sei impalmato -spero anche qualcos’altro! bella pe’ Dextah!- quella scaricatrice di porto di Deb. Dexter.
E stiamo parlando di Micheal C. Hall e di Jennifah Carpenter. C’è un cazzo di fare.  I belli si mettono con i belli. E’ così che l’umanità si evolve. Rassegnatevi. /1/ Cioè questo qui prima fa il becchino frocio pallido pallido e ci commuove a tutti poi fa il serial killer più buono e sexy della storia e ci commuove a tutti un’altra volta. Insomma, com’è che il cinema ancora non ha capito che questo Micheal C. Hall merita di più? Noi, nel nostro piccolo, l’abbiamo già capito
e infatti stanotte tiferemo per lui -dextah! dextah!- alla cerimonia dei golden globes 2009. Sarà dura, visto che dovrà vedersela con lo zoppo e con gabriel byrne -in treatment!- ma per noi ha già vinto. Ah, e qui si tifa anche per: America Ferrera, Neil Patrick Harris, Rachel Griffiths. E se non sapete chi siano, cambiate canale, it’s bedah.  /2/ A proposito di Six Feet Under. Perché nessuno mi ha detto che a fine anni ’90 c’era un telefilm che si chiamava Sports Night e nel cast c’erano Peter Krause cioè il fratello di Dexter e Felicity Huffman cioè Lynette nonché William H. Macy cioè il dottor Morgestern che è anche marito di Felicity nella vita? L’ho dovuto scoprire da solo, precisamente guardando Rai 4. Sì, RAI 4. Per chi non lo sapesse, nuovo canale del digitale Rai -un giorno parleremo di Rai4, non ora non qui. Ah, solo una cosa: il direttore  di Rai4 è Carlo Freccero. Sapete che una volta ho intervistato Freccero nel suo studio a Viale Mazzini? Freccero è proprio un genio. Non mi stancherò mai di ripeterlo.

/2bis/ Insomma Sports Night narra le vicende di un notiziario sportivo americano. I dietro le quinte, le riunioni di redazione, gli amori, gli intrecci. Una specie di antesignano dello sfortunato Studio 60 con il nostro amato Chandler. E infatti l’ideatore dell’uno era ideatore anche dell’altro, Aaron Sorkin, che ho scoperto avere una biografia alquanto movimentata. Ma non è questo il punto. Insomma in questa puntata di Sports Night Peter Krause e Felicity -lei è il direttore, lui il conduttore- chiaramente si piacciono e si vogliono. Ma, prima ancora di uscire assieme, lei detta una regola: siccome esce da una storia importante e vuole che la sua storia con Peter sia altrettanto importante -due storie importanti, quante pretese!- allora chiede a Peter di sfogarsi un po’ con qualche pollastrella. In verità si capisce che lei vuole sfogarsi con qualche pollastrello e infatti c’è questa scena di lei che torna da una cena con uno durante la quale per noia si è sfilata le mutandine -Lynette, ma che fai! Cosa direbbe Bree!- e poi le ha messe inda borsetta. Così. In realtà non so dirvi molto di più, si stava attaccando il risotto e mi sono distratto. Poi la puntata è finita. Subito dopo partiva Beverly Hills 90210 stagione 2 o 3. Insomma c’è Brenda che torna dalla Francia che dice a Kelly posso dirti un segreto? A Francia ho conosciuto un bono da paura e Kelly dice Ma dai! e poi suonano alla porta ed è Dylan e Brenda e Kelly scendono dalle scale e Dylan guarda Kelly in quel modo lì ma dico io Brenda come facevi a non capire che quei due ti avevano stampato iccorna! Quanto eri ingenua, fija mia.

/3/ Beverly Hills 90210 appartiene a quella
CATEGORIA di cose che se le fai una seconda volta non puoi che sbatterti a più non posso la mano sulla fronte e urlare: che cazzata! Tipo
1- Andrea De Carlo,
2- la cioccolata calda ciobar,
3- lavare i maglioni di lana a mano,
4- credere alla commessa quando dice che le scarpe, a furia di portarle, si allargheranno (feat. Nhu Mai, ahah aggiungo io),
5- credere alla parrucchiera che dopo che ti ha fatto un taglio di emme poi ti dice: vabbè ma poi ricrescono (feat. Viola, ahah)

UPDATE: né Dextah né alcuno dei miei nominati hanno vinto. Grazie al cazzo, c’erano Byrne, Tina Fey, 30 Rock e Mad Men. Ma va bene. Kate Winsla ha vinto la doppia statuetta come miglior attrice protagonista per un film e come non protagonista per un altro. Sono cose!

30 Replies to “Dexter, Six feet under, Sports Night, Studio 60”

  1. credere alla commessa che ti dice che le scarpe, a forza di poratarle, si allargheranno

    Nhu mai

  2. c’è maglione e maglione

    america ferrera so chi è, è simpatica ma il telefilm è stucchevole

    anche il papà di stuart little, invero (come si fa a perdonarlo? gli sta bene ch’è diventato zoppo)

  3. ci manca solo che rinneghi de carlo e poi davvero e poi davvero ho visto tutto.

    no, te platinato non conta come apocalisse (o forse sì?)

    joujou

  4. *Nhu: eheheh, la metto nel post!

    *Inoke: purtroppo e mio malgrado si avvicina a pieni passi il momento del REDDE RATIONEM. Non ho ancora il coraggio di rileggere Due di due e Di noi tre, ma temo di sapere già la risposta.

    *Yet: sì c’è maglione e maglione, ma io dopo la prima volta ho giurato a myself che mai più. Per dire, ne ho buttati due sani sani che avevano assunto la forma di non so nemmeno io cosa.

    *Jou: questo 2009 si annuncia all’insegna del rinnego. tipo le attricette che rinnegano i film con tintobrass. tu cosa rinneghi? scommetto nulla, nemmeno ‘e sbronze! 😉

  5. duedidue ha sempre il suo perchè, così come bh.

    ovvio che a rigaurdarlo è terribile, con quei look anni ’90 e il bigottismo imperante (cosa fai? fumi sigaretteh? Oh mio dioh).

    Comunque la nostra è la bh generation, perchè a Doson Cric eravamo già più grandi.

    Se devo rinnegar qualcosa io rinnego il mio amore per stefano accorsi dai tempi di maxibon alle fate ignoranti.

  6. *Pattie: madonna accorsi è davvero, come dire, raggelante. basti vedere il confronto con l’altro attore che interpreta il commissario in romanzo criminale. un abisso. e l’altro attore è sconosciuto, e infatti non ricordo neanche il suo nome.

    p.s. la nostra è la bh generation. questo mi raggela ancor di più.

  7. infattio io accorsi l’ho rinnegato proprio dopo romanzo criminale. dove spariva rispetto a tutti gli altri.

    è raggelante, ma è la verità vera!

  8. Ieri ho fatto la 4 del punto 3. Perché la vita é cosi’, proprio cosi’?

    Non lo so, cmq ho le fiacche ai piedi e concordo con tutto quello che hai detto.

  9. rai4, i film in bianco&nero di Iris e la tvsvizzeraitaliana hanno un senso, effettivamente.

    (che percaso conosci qualcuno che effettivamente *vede* raisport+ !?

    mi sto perdendo tutte le gare di sci e lo streaming dal sito se lo guardasse De Luca!)

    dario

  10. *Manukag: l’espressione ‘avere le fiacche ai piedi’ è molto bella

    *Dario: ahahah lo streaming dal sito, che favoletta! No, nemmanco io vedo Raisport più -che nome del cazzo, poi- Tra un po’ parte anche RAI 5!

    *Violezza: eh mi mancava tutto il cotè di voi femminucce che ne avete tante da dire secondo me 🙂 Aggiungo!

  11. per non parlare dei ginz che a seconda di come te vanno addosso,a’ commessa te dice: ma quelli poi lavandoli se strigneno!

    (o se allargheno)

  12. Sai che ieri sera ho finito due di due ed ho proprio pensato a te, che ne parlavi in un post?

    Ed oggi apro il tuo blog e tò, l’abiura!

    E vabbé.

    Che rinnego io?

    Mmmh… vediamo… mmmh… d’aver votato i radicali?

    😉

  13. Ma la seconda serie di Dexter fa parte dei prossimi tfm awards o di quelli passati?

    Perchè io ho cominciato a vederla adesso, ma c’avrei già una canditatura come miglior frase, “Quel macellaio rovina la mia vita sociale online.” Masuka, Dexter 2×03

  14. *Virgh: sì ma non ci hai detto che ne pensi. L’abiura non è mai scattata, a dire il vero. Diciamo che è un’abiura preventiva. Temo fortemente. Ci sono i ventanni e ci sono i trentanni, ecco il titolo della parte dedicata a decarlo. Mammagari erro.

    *Jou: anche pochi! Io ho saputo la verità il giorno dopo.

    *Darth: ho deciso che tra sei mesi ai TFM Telefilm Awards metterò una sezione speciale per “le cose del passato che non passano mai di moda”. Quindi mi segno già la tua segnalazione 🙂 Grande grandissimo Masuka. Poi dimmi che ne pensi. Io penso che season 2 batta season 1.

  15. Non lo so tejefeeme, non lo so.

    Ieri sera pensavo che se quando avevo tredic’anni invece di trovare Di noi tre avessi trovato Due di due sullo scaffale… forse…

    Ora non riesce ad essere molto di più di una lettura.

    Il tuo titolo è corretto, credo.

    Però in Due di Due c’è una speranza che in Di noi tre sparisce, tratteggiata appena nel finale, quasi come un favore.

    E’ rincuorante sapere che tanti come te sono cresciuti riflettendo su quella speranza.

    Visto che tanti come me sono cresciuti considerandola un favore.

  16. *Virgh: no, per fortuna no. Se c’è una cosa che non rinnego della mia fase decarliana e che non rinnegherò mai è proprio il concetto che tu, con la tua proverbiale lucidità hai messo a fuoco: io non l’ho mai considerata un favore, ma un privilegio, quella speranza.

    Certo è che Due di due scende in profondità e va a toccare le viscere archetipiche: c’è la morte, l’addio ultimo e definitivo senza rimedio. Ed è vero, apparentemente in Di noi tre è un po’ più evidente l’inversione a mezza U del finale. Ma, mon dieu, non scorderò mai il me ventenne e l’esatto istante in cui gioì per quello sguardo tra Livio e Marco alla fine proprio alla fine.

    ah cara virgh ricominciamo a ‘parlare’ di libri, dai

  17. Non lo so.

    A me quello sguardo alla fine mi è sempre sembrato costretto, fatto dire dal regista a due attori che non ne avevano nessuna voglia…

    (si dai)

  18. Ah, e poi volevo aggiungere che cis to pensando da qualche giorno a quel libro, ed ancora non los o a cosa sto pensando.

    So però che lo posso mettere di fronte a Moon Palace girato, Moon Palace parte piccolo poi s’ingradisce, due di due, forse, il contrario.

  19. *No dai, adesso sei troppo severa.

    1-lo sguardo a me non parve costretto. gli attori la voglia la avevano, a mio parere. certo, due galli erano e due galli rimanevano, quello sì. ma un finale è sempre un finale.

    2-non ho letto moon palace. i have to?

  20. 2. Io pensavo di dovere, poi ho capito che non avrei dovuto.

    Dopo averlo letto, comunque.

    1. Si, due galli.

    Anche se lei è tutt’altro che una gallina, a mio parere.

    Troppo severa?

    Forse.

    Forse influisce l’età e l’idea del mondo. Ad avercene di meno, la lettura cambia. E le impressioni, e gli spunti per per sviluppare contatti e letture.

    La morte non dovrebbe essere un criterio per valutare. Quanti libri ci sono che parlano di morte senza essere per niente incisivi?

    Con immutato affetto

  21. Misia non è affatto una gallina. E’ una ‘signora’ personaggia. C’è chi la affianca a Guido.

    Appunto, la morte.

    Come fa a non essere incisiva quando investe uno che lo sai già al terzo rigo che farà una certa fine. Il bello di Due di due sta proprio in quello: sai che Guido non dura, è una fiamma destinata a spegnersi pur rimanendo acceso, è il compagno/amico/eroe che tutti abbiamo avuto a quell’età. Guido è Jim, è Jeff, è quelli che a un certo punto Amen.

    Anche io ho avuto il mio Guido, l’altra faccia della medaglia, quello che avrei voluto essere ma non sarei mai potuto essere. Io sono e sarò sempre Mario (o Livio). Il mio Guido era il mio compagno di classe maledetto che le ragazze je cadevano ai piedi e noi lo odiavamo ma ne eravamo tutti attratti, sempre nella sua orbita. Ora ho scoperto che sta in Belgio e fa questo e quello. Preferivo non saperlo.

    Se Guido non avesse fatto quella fine non sarebbe stato credibile, no. Aveva il destino scritto su di sè.

    Chissà se uguale destino fosse toccato in sorte a Misia.

    Ma coi se e coi ma non si fa la storia.

  22. Misia per me è IL personaggio, ma questo già lo sai.

    Esatto, centro.

    De Carlo narra sempre dalla parte di quello che si sa già dal principio che è fuori dai giochi, di quello che diventa bravo ad autogiustificarsi di essere com’è. Anche in Arcodamore, che sembra essere un figo l’io narrante alla fine non ne viene fuori bene.

    Non parlavo di “questa” morte in particolare, ma di come ne parlavi. Avevo inteso che quella morte basava da sola a ribaltare il libro, ed invece no, hai fatto centro.

    Ma mentre Marco e Guido hanno bisogno di un Mario e di un Livio per essere se stessi, di un Giovanni che non sia degno di stringergli i lacci dei sandali ma che resti fedele a fare l’ammiratore e la spalla, Misia no.

    Misia non ha bisogno di una percentuale di esterno per accrescere il suo interno, o almeno non ne ha bisogno da “quegli” esterni in particolare.

    Misia è uno dei personaggi che più adoro, ma questo già lo sai.

    Eppure, in Due di due, Mario alla fine riesce ad essere figo. A suo modo, mai quanto Guido, ma si che ci riesce.

    Livio, mai.

  23. E’ vero, Mario riesce ad essere figo. Attenzione, però. Non dimentichiamo la variabile “Martina”. Ovvero la pietra che lo teneva con i piedi per terra. Chissà che ne sarebbe stato di Mario prima e dopo Guido, senza Martina. Credo sia decisiva. Anzi, mi spingerei a definire Martina una proto-misia, l’altra faccia della medaglia ancora. Mario sta a Guido come Martina sta a Misia?

    Non lo so, dico solo che Livio una come Martina non l’ha mai avuta, che Misia poteva essere Misia proprio perché ne aveva due, al suo fianco, pronti a tutto per lei. Guido no, non ha mai avuto nessuno.

    Il destino di chi non ha nessuno è segnato, ecco perché Misia ce l’ha fatta e, in finale, quando Marco e Livio vanno da lei, secondo me non la trovano. lei è già altrove, sempre stata altrove, sola ma mai sola.

    😉

  24. Altrove, che bella parola altrove.

    In fondo si, però ha sempre cercato di starci da sola, e di scappare, da tutto ma soprattutto da quelle due entità pesanti che erano Livio e Marco.

    Marco è limpido: ti distrugge perché la sua pesantezza si nota. Ed è quello che attrae di lui, un Guido un po’ meno decadente, un po’ più brillante, ma per questo meno protagonista.

    Livio invece è di una pesantezza subdola, l’amico che non vuol far l’amico, è una pesantezza sporca, che rinfaccia sempre nascondendo la mano.

    Misia è la più forte di tutti, e non ha bisogno che quei due vadano a cercarla, ed è per quello che non la troveranno, mentre loro si, che hanno bisogno di lei per definirsi.

    Martina è la colonna di Mario, hai ragione.

    Però Mario riesce ad esserne anche indipendente, riesce a fare scelte ed ad essere anche libero.

    Livio no.

    Io non me lo vedo Livio a prendere una macchina e fermarsi e mettere su i muri, Livio al massimo sta in spiaggia nudo a farsi sedurre da un produttore.

  25. *Ahah che severità contro Livio. Però forse hai ragione. Su Mario non so, non so se sia così autonomo. E’ questione di sensazioni.

    Per me si tratta di 14 anni fa, ormai.

    Mi fa piacere invece che la pensiamo uguale su Misia: non la trovano.

    E mi piace la tua frase: hanno bisogno di lei per definirsi. Vero. Come quasi mai le donne descritte in romanzi et similia sono e come mai fanno. In questo, un grande grazie a De Carlo. Per una scrittura -bisogna dirlo- quasi mai immediatamente riconoscibile come ‘genere’ e ‘di genere’, se mai a volte ‘degenere’ 🙂

    Che poi, pensavo. Quando mi dicono: la tua scrittrice preferita? Io ci devo pensare su, e non è una buona cosa, no.

  26. Forse perché la grande conquista della parità sta nel fatto che tu non debba più pensare a dividere in base ai sessi, ma al fatto che chi sta in cima alla lista ci sta perché è bravo non perché sia un uomo.

    La grande conquista sta nel non dover dividere.

    E’ chi ti chiede le cose in -ice che dovrebbe pensare un pochino…

    Non credi?

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