Considerazioni a margine del Telefilm Festival 2008

Circa Firenze. Int. Treno. Carrozza 6, posti 76-74. 

Il giovane uomo di 29 anni scrive ininterrotto da un paio d’ore, ascoltando dell’indiscutibile ottima musica. Il viaggio scivola via che è una meraviglia, finché il suo dirimpettaio, uomo di mezza età, con il viso ebbro di efelidi, indiscutibilmente straniero, non decide di fare l’ice-breaker e gli fa:
Scusi, parli inglish o frencese?
Il giovane uomo di 29 anni si stacca gli auricolari, non celando una certa malmostosità d’animo:
Eh?
Tu parla inglish o frencese?
Frencese. Il giovane uomo pensa: allora avevo capito bene. Mette da parte l’astio interruptionis e:
Oh yeah, English is my bread!
L’uomo di mezza età fa uno sbuffo di relax e chiede, indicando il portatile:
Are you studying?
Il giovane uomo fa un sorriso come a dire sì, lo so, tutti mi scambiano per un simpatico minorenne, ma la barba dovrebbe pur dir qualcosa, tipo:
I’m twenty-nine. I’d like to be a student, but I’m twenty-nine.
Oh, really? Ah-ah.
(da adesso in poi il dialogo prosegue in italianglish, che se sapessi riportare esattamente le battute il mio inglese sarebbe davvero amazing. Amazing! E io non sarei qui. Il ‘qui’ è da intendersi in senso lato).

-E che fai nella vita? Domanda lo straniero.
-A lot of things. Risponde l’ital-sicul-maiachin-romano.
-?
-I’m fiction’s writer, for example.
-Ma dai? Fico!
-Bah. I don’t think so. Actually, I ‘was’ fiction’s writer.
-Ohnnoh!  E sei stato al North-Italy per motivi di lavoro?
-Diciamo. I come from Telefilm Festival of Milano.
-Ma dai? Fico!
-Bah. I don’t think so.
– Ohnnoh!
– Yep.
-Why?
-Becuz-

Insomma a questo punto il giovane uomo di 29 anni si mette a spiegare i dieci motivi per cui tutto sommato il Telefilm Festival gli è rimasto indigesto, come quando mangi il pesce e dopo qualche ora ti accorgi che quelcertoqual fastidio insopportabile altro non è che una spina intrappolata nel palato e così ti tocca mettere le dita in bocca e: scippartela con decisione.
Ecco un sunto dell’operazione orale.



1) I telefilm sono di tutti, non sono di Steel, Joy, Mya o Fox. Il bello dei telefilm al cinema è vedere finalmente “i nostri eroi” sul grande schermo. Vedere il marchio di questo o quel canale in basso a destra come in una tv qualsiasi è stato come ricevere un colpo sotto la cintola in quegli sport che vietano i colpi sotto la cintola. Da cui:
2) Va bene gli sponsor e i soldi e tutto il resto, ma lo spettacolo offerto dai canali digitali Mediaset è stato i-n-d-e-c-e-n-t-e. Non si trattano così i telefilm –spot prima, spot dopo: l’anno prossimo che fanno, li mettono in mezzo?-
3) Senza gara non c’è Festival –sì, come a Sanremo-
4) Non bastano un telefilm spagnolo, uno australiano e uno di non so dove per dire: siamo internazionali.
5) Va bene fare le nozze con i fichi secchi, ma pompare fino all’assurdo il remake della Donna Bionica con Michelle Ryan ospite prestigiosissima, quando la suddetta Donna Bionica è stata soppressa dalla Nbc, non va bene, non è onesto con gli spettatori meno smaliziati.
6) Il sistema audio spesso era pessimo. Molti sono scappati da “Sin tetas no hay paraiso”, per esempio. Per non parlare dei Workshop.
7) Un buon festival –di qualunque arte e parte- deve a mio avviso raggiungere un efficace equilibrio tra ‘massa’ e ‘nicchia’. Comodo fare il dibattito con Silvia Toffanin, Lucilla Agosti, Valeria Bilello, Chicco Sfondrini, e i Cesaroni e poi dire: grande successo di pubblico! Grazie al cazzo, ho visto ottenni e novenni piangere e tentare il suicidio per Ludovico Fremont. Telefilm Festival. Di cosa stiamo parlando?
8) Ignorato –appunto e specie nei dibattiti tra dirigenti tromboni- il fenomeno del peer to peer e delle serie viste in originale con l’ausilio dei volontari traduttori. Ok, scaricarsi le puntate è qualcosa di para-legale ma è un fenomeno che esiste. Ancora di nicchia, ma esiste. Da cui:
9) Pompare come anteprime assolut-mondial-universali serie come Pushing Daisies e Chuck è ipocrita: tutti in sala avevamo già visto tutto, e ridevamo un attimo prima delle battute. Eravamo lì per poter con-dividere finalmente con altri pazzi una passione al di fuori dei nostri divani e delle nostre notti insonni. E per giudicare il doppiaggio –quello di Chuck, è fatto molto bene, comunque-. Viceversa. Ottima invece l’operazione legata a Boris 2: anteprima vera, reale, concreta, tutto il cast presente. Questo è festival, casomai.
10) “Telefilm Festival”. L’anno prossimo chiamatelo “Telefilm Vetrina”. O “Telefilm Markette di Mediaset che siccome deve lanciare i nuovi canali digitali e siccome ha sborsato dinari sonanti per avere in esclusiva anche serie fallimentari allora fa il comodo suo e siamo tutti felici e contenti”.

Ora vado. Devo scacciare un calabrone dalla mia stanza. O dalla mia testa.

UPDATE-ISSIMO: Roma, milioni di abitanti. Roma, Metro B, ora di punta. Milioni di viandanti. Ultima carrozza della Metro B di Roma, ora di punta: milioni di gente in piedi. Accanto a me. Un ragazzo e una ragazza. Si sbaciucchiano. Si sbaciucchiano con il risucchio. Lui si stacca e dice: Che poi, le prime due le hanno fatto in playback, vero? Lei risucchia e poi dice: E quel punk che sapeva tutte le parole di MIO DOLCE AMORE e di BABY I LOVE YOU?
Ora. Capisco che io vivo di coincidenze e di ‘tuttotorna’ e che praticamente tutta la mia vita si fonda su cose di questo tipo. Però quando è troppo è troppo: mi stanno prendendo per il culo? In piazza a Milano quanti eravamo? Duecento? Ebbene, due di quei duecento+ io ora siamo appiccicati ad altezza Castro Pretorio-Policlinico. E questi due adesso parlano anche di Gilmore Girls e di Grey’s Anatomy! Ovviamente qualcosa vorrà dire. Sì, ma cosa?

16 Replies to “Considerazioni a margine del Telefilm Festival 2008”

  1. insomma, visto chuck visti quasi tutti?

    bisognerà che lo dica a mio figlio, che sta sempre in adunanza

  2. chi l’avrebbe mai detto che quel ragazzo cresciuto a pani ca’ meuza un giorno sarebbe diventato uno dei massimi pontificatori su scala nazionale (se si puó parlare di Italia come nazione – ma questa forse é un altra storia) in materia telefilmica.

    a me mi facevano pane e marmellata – pane con buchi da lievitazione calibro 12 – avvolto nel tovagliolo di carta che diventava uno schifio rosso indicibile, sacchetto da congelatore e elastico.

    e guardami adesso…mah.

    stiui

  3. *Yet: dei telefilm di quest’anno sì. Dillo a tuo figlio, ma guardalo anche tu. Magari ti piace, anche se parla di un nerd cool 😉

    *Toso: ti è piaciuto Il favoloso mondo di Amelie? Se sì, allora va benissimo Pushing. Comunque mi pronuncio solo a fine stagione. C’è forte rischio di ripetitività.

    *Stiuissimo: meno male che sei tornato. Solo tu potevi scrivere impunemente e impudentemente la parola ‘schifio’, titillando la mia sicul.natura

  4. *DarthAnto: sai che con la tua domanda hai dato un senso alla mia giornata rendendomi feliz? Vado? Vado.

    Noir: Mad men

    Introspettivo: In treatment

    Introspettivo/Porno: Tell me you love me

    Minchione/Cialtrone: Californication

    Thriller: The Nine

    Sitcom/Nerd: Big Bang Theory

    Sitcom/Light: Samantha Who

    Spy/Nerd/Comedy: Chuck

    Fantasy/Giallo/Romantico: Pushing Daisies

    Tutti ne parlano un gran bene ma io non l’ho ancora visto ma lo farò presto: How I met your mother

    Mi arresto.

  5. l’update è meraviglioso, ma ormai dovresti sapere che tuttotorna sempre.

    Poi: magari anche loro sono rimasti male per freeway…

  6. In tema telefilmi: finalmente sto leggendo The Rotters Club, tradotto in italiano come La Banda dei Brocchi*. Sai che la BBC ha fatto una breve serie TV su questo romanzo? Sallo.

    *Sono indignato dalle traduzioni. Non so come hanno fatto in italiano, ma il nome The Rotters Club regge sul fatto che la famiglia si chiama Trotter e tutti a scuola li sperculano chamandoli Rotter (Bent Rotter e Lowest Rotter). mi dici Feltrinelli come ha fatto?

    L’indignazione ha raggiunto il climax quando ho scoperto che The Rotters Club é il nome di una band degli anni ’70 da cui il libro…

    insomma…se il libro si fosse chiamato The Dire Straits, l’avrebbero tradotto come “Le Gravi Difficoltá”???

    stiui

  7. Ho appena finito di vedere il secondo volume di Heroes; mica male! Invece ne avevo sentito parlare così così più o meno da tutti. Ma Brothers and Sisters com’è? No, perchè io amavo Ally Mc Beal e allora m’ero incuriosita.

    Ti avevo scritto da qualche parte un commento sulla puntata 4×05 di Lost (purtroppo ancora non ho visto le altre); io l’ho amata dall’inizio alla fine, ho trovato tutto geniale e la storia tra Desmond e Penny insuperabile, che se ci ripenso piango di nuovo.

  8. *Stiuissimo: da oggi ti nomino nostro ‘muso’. Sei il muso di questo blog. Sei contento? Cmq sì, le gravi difficoltà. Abbasso le traduzioni italiane, abbasso la lingua italiana, a volte.

    *DarthAnto: about Bros&Sis. Hai presente Settimo Cielo? Una versione adulta e a volte comica. La prima stagione si fa guardare, però è molto buonista, piena di abbracci, di “ti voglio bene” e “scusa per prima, non volevo”. In compenso c’è la Brenda di Six Feet Under e quindi va bene. Calista per metà stagione è ottima, poi diventa una copia sbiadita di Ally McBeal e quindi non lo so. Ad ogni modo vedrò anche la seconda stagione, prima o dopo, anche se mi dicono essere ancora più soapizzata.

    About 4×05: siamo tutti additti a quell’episodio. Quasi quasi apro un blog con un solo post: 4×05, the masterpiece.

  9. *DarthAnto: sì tutti su Chuck. Si porta molto Chuck 🙂

    *Tubbie: tu no? Eccerto, devi fare la scunsaioco/scunsaminestra 😉

    Su Penny: mi auguro che il tuo NON sia un seppur casual spoiler e che tu ti sia solo attenuta alle ‘velate’ minacce del tuo amico bengiamin. Domani mi faccio mini-maratonina 4×11-12.

    Sul telefilm scandalo: era in “anteprima” al festival. A occhio e naso mi sa di cagata pazzesca, ma sono prontissimo a ricredermi.

    I’m on the list.

  10. ma la smetti di prendermi per una lost spoileratrice! ma secondo te? ovvio che mi sono solo attenuta a quel meraviglioso “penelopi?”

    cazzo c’è la 12! vado a cercarla!

    iob

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