1×01: L’effimero nitore dell’iride riflessa sull’asfalto bagnato

1×01: Il bancomat, il dottore, l’uomo nero“Dlin dlon.

ATTENZIONE ATTENZIONE. ULTIMA CHIAMATA PER IL VOLO FR3728. RIPETO ULTIMA CHIAMATA. IL SIGNOR TIE’-EFFEMME E’ PREGATO DI RECARSI S-U-B-I-T-O ALL’USCITA A14 PER L’IMBARCO IMMEDIATO. Dlin dlon”. Ho smesso di prendere a calci e pugni la macchinetta del bancomat. Ho nettato la fronte con il dorso della mano. Sudore. Il messaggio all’altoparlante mi è arrivato in differita e alla moviola, come se realmente non fossi io il protagonista di quel plateale cazziatone. Che modi. Ho guardato l’orologio. Strano. Anticipo di qualche minuto. Ho maledetto gli annunci all’altoparlante che di solito non si capisce un cazzo e puoi far finta di niente ma stavolta no. No, era proprio il mio nome. Malgrado l’accento sbagliato. Ho maledetto la gente placidamente seduta ai tavolini del bar. Ho maledetto l’aeroporto di Orio al Serio i cui 3 bancomat rifiutano la tua fida postepay tutta sfibrata e usurata proprio il giorno della partenza. Ho pensato Senza soldi sì, ma qualche cosa farò, sì qualche cosa farò. E mi sono messo a correre. Non potevo perdere quell’aereo. Per nessun motivo al mondo.

La tipa con la divisa mi restituiva un’espressione misto schifo e misto compassione. Mi ha squadrato dalla testa ai piedi. Ha ticchettato il dito indice sull’orologio. Ha detto L’aereo è già al completo. L’imbarco è chiuso. Secondo te che dovrei fare? Io ho mollato lo zaino per terra, mi sono piegato su me stesso per prendere tempo e fiato, ho messo le mani sulle ginocchia. Ho ignorato il terribile tanfo propalato dal mio corpo ansante et ansimante. Ho sfoderato uno dei miei leggendari sorrisi, ho detto Per esempio aprire quella cazzo di porta e farmi salire sull’aereo considerando che l’imbarco era previsto tra ben dieci minuti e io potrei farvi causa data la vostra ben low-cost abitudine di partire in anticipo per risparmiare anche dieci centesimi di questo cazzo e avendo io speso 47 euro alla faccia del low-cost, adesso ubbidisci, stronza. E ringrazia che sono un signore ed evito di attribuirvi l’aggettivo che tra l’altro vi calzerebbe a pennello: pezzenti.

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– Allora, faccia A con la bocca.
– …
– Ha capito signor Tieffemme? Deve fare A nel senso che deve emettere un suono tipo A con la bocca aperta a forma di A.
– Ah.
– …
– Così? Aaaa?
– Bene. Ora faccia Oooo.
– Ohhh.
– No, non ha capito. Non ohhhh. Ma Oooo. La bocca a forma di O.
– Oooo.
– Apprende velocemente vedo. Ora mi faccia Eeee.
– Allora. E’ già difficile parlare con questo bastoncino di legno dentro la bocca. Sa che potrei denunciarla per molestie? Vuole che mettiamo in mezzo gli avvocati? E poi mi sento un idiota. Che stamo affà? L’alfabeto? Mi rifiuto di essere degradato come persona. Ho una dignità da difendere io!
– Mi stia a sentire. La pianti di usare questo linguaggio veteromaoista e faccia il suo dovere. Se non le sta bene, quella è la porta. Altrimenti stia qui e faccia come le dico. Su, completiamo questa visita che in fila ad aspettare ci stanno un infartuato, una tossica e due precari disoccupati. Dunque. Apra la bocca e articoli come le ho chiesto.
– ?
– !
– E va beeeneee. Eeee.
– Ok. Ora faccia Uuuu.
– Uuuu?
– !
– Uuuu. Lallallà.
– …
– Scusi.

Il dottore si è alzato di scatto dallo sgabello con un’aria vagamente offesa -offesa di che?-, ha poggiato il pezzo di legno –ma lo sterilizzano dopo? O l’infartuato saprà esattamente cosa ho mangiato a pranzo?- e la lampadina tascabile, ha preso altri oggetti di metallo. Poi mi si è avvicinato. Ha messo un oggetto conico dentro il mio padiglione auricolare. Ci ha guardato dentro. Ha ripetuto la stessa operazione a destra. Poi ha guardato dentro al mio naso con una strana lampadina. Ha detto Provi a tossire. Ho tossito. Ha detto Quanti sono questi? Mostrandomi la mano con il numero: 4. Ho detto Sta parlando delle dita? Si è girato verso il tavolo. Il suo camice ex bianco era vagamente stropicciato. Ho pensato Chissà ogni quanto se lo lavano, il camice, questi dottorucoli del cazzo. Cristo, siamo in un ambiente che dovrebbe essere asettico! E invece guarda qua dove cazzo sono capitato, ditate sui muri, annunci per cuori infranti appiccicati con lo scotch marrone da imballagg-
– Senta, signor Tieffemme.
– Allora dottore, posso rimettermi i pantaloni?
– No.
– E va bene, non dica che non l’avevo avvertita. Domani riceverà una lettera dal mio avvocato.
– Non vedo l’ora, signor Tieffemme, ma nel frattempo la dobbiamo ricoverare qui in ospedale. Il problema è più serio del previsto.

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Ho. Informiamo. Staccato. I gentili passeggeri. La. Che il comandante. Faccia. Ha appena iniziato. Dal. Le manovre. Finestrino. Di atterraggio.
I posti accanto al mio erano vuoti. Ho pensato Meno male, oggi non ero in vena di affettuosità. Ho girato lo sguardo verso sinistra. Uno steward –d o t? o ddt?- con la camicia ex bianca vagamente stropicciata mi stava fissando. Ho controllato la cinta, lo schienale. Tutto ok. Ho fatto la faccia del tipo Ma che cazzo vuoi allora? Lui mi ha fissato ancora, ha sorriso, ha detto Cè cazz ci fai qui? Non ci posso credere! Ho stropicciato gli occhi. Nooo. Il Secco! Quant’è piccolo il low-mondo! Ho detto E tu che ci fai qui? Lui ha detto Beh ci lavoro su questi trabiccoli, sai com’è! Ho detto Lavori con questi straccioni? Povero attè. Lui si è accertato che nessuno lo sentisse, mi si è avvicinato e ha detto Pensa, ci pagano solo per le ore effettive di volo, ma tutto il tempo tra un volo e l’altro no. Siamo degli schiavi! Io ho detto Ma un sindacato no? Lui ha detto Ehh beato, così ci licenziano a tutti. Senti, ora devo andare a pulire il vomito di una ragazzina, scusami. Ho detto Vai, buon lavoro.

Poi l’aereo si è abbassato, ha rollato un po’, ha sputato il carrello. E siamo atterrati. Finalmente. Ci siamo impilati in modo confuso in attesa dell’apertura. Ho guardato davanti a me. Il Secco stava discutendo in un’altra lingua con un ciccione rubizzo che a quanto pare non aveva pagato un caffè. Poi il Secco si è avvicinato, ha detto Sai che cazzo mi frega a mmè se questi rubano. Ci siamo sorrisi e quel sorriso è valso più di mille ricordi. Lui ha detto ma come stanno la Vispa e Curtullill? Ho detto Curtullill sta bene. Poi lui mi ha detto Ah, sai, c’era un tipo prima che mi ha fatto strane domande su di te. Lo conosci? Una gocciolina di sudore mi è scesa lungo la schiena. Ho detto Quale tipo? Il Secco ha indicato la coda dell’aereo. Ho aspettato un istante a voltarmi. Un uomo con un cappello in testa stava leggendo un giornale. Non ho visto la sua faccia. Ho guardato il Secco negli occhi. Ho detto In nome di tutte le paste crudaiole mangiate assieme, in nome di tutte le ubriacature in giro pààà capitale, in nome della nostra amicizia, ti prego, coprimi le spalle, blocca quell’uomo mentre io scendo dall’aereo. Lui mi ha guardato stranito, ha detto Ma è tutto ok? Ho detto Secco, ti prego, non farmi domande, è meglio che tu ne rimanga fuori. Però davvero, per piacere, cerca almeno di prendere tempo, ok? Hanno aperto il portellone anteriore. Ho abbracciato il Secco e di gran carriera mi sono diretto verso l’uscita. Davanti agli scalini mi sono voltato indietro. Il Secco era ginocchioni sulla moquette. Fingeva di aver perso le lentine per terra bloccando mezzo aereo. Ho sorriso di commozione. E’ stato un attimo, in quell’attimo. Ho incrociato gli occhi dell’Uomo che mi stava seguendo. Un brivido. Avevo qualche minuto di vantaggio. Ho attraversato la no man’s land tra l’aereo e la scaletta. Il cielo era di uno strano colorito. Una specie di ex bianco vagamente stropicciato. Ho chiuso gli occhi, ho preso un gran respiro. Poi ho fatto i gradini a due a due. Non c’era il pulmino. Solo una gran distesa di asfalto immersa nella tundra. Un addetto aeroportuale con la pettorina arancione e i capelli chiarissimi mi ha fatto segno Per di qua. Ho pensato Sì, ma per di qua dove? Poi ho cominciato a correre. Più forte che potevo.

26 Replies to “1×01: L’effimero nitore dell’iride riflessa sull’asfalto bagnato”

  1. madò avvincente!

    ancora ancora!

    e quello lì che ti inseguiva chi è?

    e checcaspita ci faceva il secco lì sopra?

    ma che vuole quel dottore lì?

    madò tfm, non nommelimmagino come andrà a finire, pare una puntata di lost, anzi, mejo!

  2. evviva evviva evviva. Che con l’amica essepì volevamo fare mille pressioni per il tuo ritorno… ora però vogliamo il seguito!

  3. yuppiiiiiii !!!!!!!!!!

    sottoscrivo quello che ha detto viola, dalla prima all’ultima.

  4. madò mica avevo capito che eri tornato! ma sei tu che eri ubriaco mentre hai scritto o io mentre leggo?

    cmq, di lost io mi sa che aspetto che finisce la 4 serie e me la vedo tutta in una notte che sta attesa di una settimana mi fa spoilerare e poi passa la voglia e mi sto dedicando ad altre cose pure io, tipo ho visto private practice, bello!

    e poi, tu DEVI guardare californication!

    iobviously

  5. PS: ma stui e il secco sono la stessa persona?

    ah, cmq sono contenta che sei tornato come quando rivedi gli amici dopo le vacanze di natale.

    ioagain

  6. Essepì: allora chi è? Un gemello cattivo? Il secco? Stiui? Roberto Ferri?

    La trama si infittisce…

  7. io sono ancora convinta che vuole essere detto.

    qua siamo disperate, il palinsesto della nostra vita è vuoto senza di te!

    ti abbasta?

    eppoi: amica, stiui sta a londra, il secco è quello che viveva collui arroma. cioè non credo che volessi giocare a sono la stessa persona. o si? sessì sorry, sennò ciao amica.

  8. maledetta a me che dimentico sempre di firmare. sono chiara!

  9. vuole essere detto:

    TFM noi siamo disperate veramente senza di te.

    We are Lost without you…

    Va bene così?

  10. no,stiui e il secco non sono la stessa persona..

    allora visto il ritorno ora aspettp il post sulla caduta di gianni sperti di cui avevamo parlato :)))

    mandarina

  11. voglio (e dico voglio) ALMENO 8 STAGIONI di tutto ciò. Con all’inizio di ogni puntata un adeguato “previously”.

  12. …io più che Bentornato avrei meglio detto “wellcome back”! 😉

  13. ueeeeeeeeeee bentornato!

    Non ho ancora letto nulla (tornerò domani) ma mi fa piacere leggere la parola SECCO.

    Minghia e io che pensavo saresti tornato per le olimpiadi di Pechino o i mondiali in Sudafrica!

  14. non ci puoi lasciare col fiato sospeso… VOGLIO il seguitoooooo! (vorrei)

    che bello rileggerti!

  15. ti prego non fare piu scherzi del genere e non abbandonarci piu!!!

    Giorgio

  16. Ci sono almeno tre dipartimenti e almeno venti persone che lavorano in fretta per far partire il TUO volo. Il tuo unico dovere è arrivare al gate all’ora indicata e andare a sederti al tuo posto.

    Vieni ad imbarcare da me e dopo che ho fatto il mio lavoro e ti ho chiamato per nome dall’altoparlante e sei arrivato quando ho già imbarcato gli altri passeggeri dicendomi:”Per esempio aprire quella cazzo di porta e farmi salire sull’aereo considerando che l’imbarco era previsto tra ben dieci minuti e io potrei farvi causa data la vostra ben low-cost abitudine di partire in anticipo per risparmiare anche dieci centesimi di questo cazzo e avendo io speso 47 euro alla faccia del low-cost, adesso ubbidisci, stronza”

    non solo non la apro la porta ma ti faccio pure fare un giro al posto della guardia civil mettendoti una bella etichetta “pasajero conflictivo”

    con immutato affetto

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