Gennaio, ti credevi delle cose e invece no

C’è da dire che quest’anno non è partito esattamente con il piede giust-
ok, sono tornati i Baustelle e dopo approfondito e sostenuto ragionar et cantar ho statuito che Charlie fa surf mi piace tantissimo -cantare a squarciagola mentre guido e con il finestrino aperto mi sembra un indizio interessante, e questo pone una pietra ovviamente definitiva su tutte le polemiche e i blabla scatenatisi in rete- ok, è tornata anche la ex cantante dei Madreblu, tal Raffaella De Stefano -il nome meno artistico e sciccoso che si ricordi- e sentendo la sua voce mi son venuti in mente stralci di palermo, del ’97 e del ’98 e di roma e della mia prima casa di roma, e di persone che sono entrate, hanno abbondantemente sostato in my life e ne sono uscite, con più o meno livore, però a gennaio abbiamo già capito quale sarà la sfrantumanza del 2008, e cioè tal Leona Lewis con Bleeding Love e se avete già captato l’invasività di questa novellah Mariah -potevano chiamarla Leonah, già che c’erano- sapete che tipo di ombra inquietante si allunghi su questo 2008mese di galleggiamento. gennaio non mi è mai piaciuto no, no, non più di tanto. cioè mi pare che sia un mese che ti piglia per il culo e a me, di solito e sinceramente, non piace tantissimo, questa cosa. anche se poteva essere settembre come giugno come aprile. io ci ho il termometro per i periodi un po’ così che abbiamo noi che sopravviviamo un po’ così. il termometro sono i libri. i libri che inizio e che non finisco. quando inizio più di numero 4 libri contemporaneamente la campanella dell’allarme comincia a suonare. e io sono a numero 5. ad esempio aureliano buendia e arturo bandini. e non è solo una questione di omofonia e allitterazioni, no no

c’è stato un periodo in cui le invidie dei coinquilinati di tutto l’universo si abbattevano senza profitto né costrutto su questa casa e su questi amici e su queste vite. un’armonia e una grazia che ovviamente non avevano pari nella storia del mondo, il mondo che è paese, il mondo delle case in affitto, case di odio e di omicidio, di solito. una grazia che in casa si danzava, e si danzava anche fuori e si era amici sia dentro che fuori e ci si ubriacava di tutto, sempre e. se c’è una cosa che i libri mi hanno restituito è costringermi a contemplare il concetto di ‘fine’. fine. le cose finiscono. capita in tempo, nel giusto, come quando sei un grande scrittore o un fuoriclasse del calcio e ti ritiri a vita privata -magari muori- proprio nel momento più alto del successo. è raro, ma capita che uno esca di casa un attimo prima che arrivi il terremoto. oppure. oppure lo sfascio. si inizia con un granello di polvere. e si finisce a puntare il dito dall’alto in basso. si inizia che condividi il bagno, i corridoi e gli umori. e si finisce che sviluppi il super-udito. porta che si apre. porta che si chiude. chi sei? non esisti. e così accade che qualcuno resti e qualcuno se ne vada. accade che le cose, gli oggetti, i mestoli, lo scolapasta e i piatti che per un anno e mezzo hai dato per scontati, beh all’improvviso accade che scompaiano. erano miei? erano nostri? erano tuoi? è come un amore che finisce. un silente redde rationem, calmo e inflessibile, come un rubinetto che perde, e non te ne eri mai accorto, che perdeva, ma la goccia era lì, sempre lì, sotto gli occhi e sotto il naso, e poi, e poi è tardi, troppo tardi, e non hai voglia nemmeno di aprirla, la cassetta degli attrezzi. magari si aggiusta da solo. scompaiono, le cose. ma non tutte assieme. no, no, a poco a poco. a poco a poco, il ritmo di altre vite, le vite di altri, ormai. scompaiono, a poco a poco dunque, come in quel film in cui i ricordi vengono inghiottiti dal buio di una mente alla deriva. ed è questo dunque il sapore sdrucciolevole che avanza, quando si staccano pezzi di vita come pezzi di intonaco usurati dall’inettitudine e dal tempo -quello cattivo-. ed è questo dunque che accade. accade che una mattina tu ti alzi, ti muova per casa, e ti facciano male gli occhi. per quello che non c’è. e così, senza nemmeno pensarci, tocchi il muro. tocchi il pavimento. tocchi l’acqua. tocchi la prima volta che hai varcato la porta di casa. tocchi la gita al mare. tocchi il vento che scompiglia i capelli mentre un piede sporge dal finestrino che corre lungo viale trastevere. tocchi l’ospedale, le risate, i pianti e gli abbracci. tocchi i balli, le caviglie slogate e le parole che non c’era nemmeno bisogno di dire. e poi tocchi quello che c’è. il lampadario da sostituire e l’asse da stiro da comprare. tocchi il rubinetto che ha smesso di perdere e tocchi il resto, che continua a scorrere

23 Replies to “Gennaio, ti credevi delle cose e invece no”

  1. l’ho letto 3 ore fa, assonnata, appena sveglia, e ho pensato uh struggente. E mi è venuto da piangere di nostalgia ma sono andatata oltre a fare altre cose.

    Ma mi sa che mentre facevo altro inconsciamente covavo il seme di questo post. E mo nn c’ho voglia di fare un cazzo, che gennaio pure a me mi ha preso proprio per culo, e forse anche bxl mi sta prendendo per culo. C’ho la spossatezza di millemila colloqui, di 400 giorni di pioggia su 365, di tot scopate con semisconosciuti, di 4 lavori in 15 mesi, di 3 case e almeno 20 coinquilini diversi e completamente estranei, di agenzie interinali che ti fissano un appuntamento ad aprile che prima nn c’è posto, e di molte altre cose.

    che palle.

  2. continuo ad ammassare libri mezzi iniziati sul comodino. questa cosa è gravissima. c’è grossa crisi.

    bellissima la parte in corsivo: adoro post come questi.

  3. Io a gennaio voglio bene, perchè ci sono nata, però è vero che è un mese infido, perchè è come un gidgantesco lunedì pieno di promesse che sai già che non riuscirai a mantenere.

    Per il resto forza e coraggio…

  4. volevo fare un commento al fulmicotone alla tua invettiva su Bertinotti prima di leggere la parte di post in corsivo che mi ha ammansito come un sedativo in supposta e ora non ricordo piú che invettiva volevo lanciarti. comunque a me non mi fai piangere come a tutte le tue girls. a me mi piace il maschio stronzo, non quello poeta. detto questo, chapeau.

    stiui1

    mi ha incuriosito la canzone dei Baustelle. Ha il titolo praticamente identico ad una dei Clash che sicuramente tu non conosci, avendo iniziato ad ascoltare musica appena decente un paio d’anni fa. Charlie don’t surf. e comunque – e a costo di ripetermi: ma chi cazzo so’ sti baustelle?

    stiui2

    Sull’autobus tornando a casa un paio di mesi fa ho fatto amicizia con la bambina seduta affianco a me – nel tentativo di diventare amico della mamma, che poteva benissimo passare per la sorella maggiore. la piccola mi ha confidato di essere la cugina di Leona Lewis – avrei voluto dirle: ma chi cazzo é Leona Lewis?, peró la piccola mi ha mostrato la copertina di una nota rivista musicale, puntando il ditino sul volto angelico della cantante … al che le ho detto: ma tu lo sai che mi chiamo Leona anche io? e lei ha iniziato a ridere e anche la mamma-sorella e anche io…

    stiui3

    PS

    condenso nello stesso commento, altrimenti in comitiva ti bulli di quanti – tanti – commenti ricevi.

  5. Nuria: ti dirò quando avrò letto abbastanza di Fante. Per ora, almeno numericamente, vince Marquez 🙂

    Mika: perfetto, mi sa che è giunto il momento di aprire un blog pure tu. Mi sembra che gli argomenti non ti manchino 🙂

    Desdina: thanks

    Pat: quindi febbraio dovrebbe essere un martedì. Mi sta bene.

    Stiui1: il post come una sup-post-a? Ringrazia London che sono un signorino aggraziato che non faccio le battute zozze. Comunque, detto da uno stronzo come te, un vero stronzo, la tua x ha ancora più valore!

    Stiui2: non solo, Charlie don’t surf è anche il titolo di un’opera d’arte di Maurizio Cattelan. Che tu non conosci perchè l’unica opera d’arte che tu possa contemplare inizia per L e finisce per O, ma comunque è l’ex fidanzato di Victoria Cabello. Se non conosci i Baustelle, non te li fare conoscere, scuta ammìa, che ora sono molto pop e vanno anche al festivalbar -ma mi riservo di sentire il disco presto-

    Stiui3: gliel’hai detto alla bambina che il nome che le hai spacciato contiene anche un avanzo, un qualcos’altro, che è praticamente la stessa cosa che pensa di te la gente quando ti conosce per bene: ah, ma c’era anche un altro pezzo di stiui! Lascio a te decidere quale pezzo lasci fuori di solito. Comunque se ti fidanzi con Leona Lewis posso venire a Londra pure io e mi mantenete nella vostra villa? -Tu non lo sai, Stiuino, ma Leona ne farà di soldi, ah se ne farà!-

    P.s. non ti preoccupare, non è da questi particolari che si giudica un commentatore like you.

  6. L’autra Banna

    [..] Era forse il 2005 Ho ritrovato anche il mio quaderno del 2005. Forse non sono completamente mie queste righe, quell’di sicuro no. Saranno variazioni sparse, forse i miei pensieri di allora mescolati con quelli di chisàchi, con chis&agrave [..]

  7. no no madò, mi si è fraintesa!! cioè io volevo dire che mentre facevo altro covavo dei sentimenti generati da “questo” tuo post! Non mi permetterei mai di definire i miei commenti un post, sul blog di un altro poi! Giammai e poi giammai!

    Cmq ho colto il velato invito che diceva “se vuoi dire i cazzi tuoi apriti il tuo cazzo di blog e nn usare a scrocco quelli altrui solo perchè sei estremamente pigra o estremamente incapace” 🙂

    Non ti racconto più niente, ecco.

    iob.

  8. Ci sono parole (tue) che riportano a galla ricordi tristi (miei), di quei ricordi duri da ricordare, di quelli che da quanto sono importanti non ne parli con nessuno e te li tieni per te.

    Questo per quanto riguarda la parte in corsivo.

    Per il resto, i Baustelle a me non dispiacciono, e quando Cristicchi ha vinto Sanremo con la canzone dei pazzi io pensavo che “Sergio” era arrivato parecchio prima e parecchio meglio.

  9. in realtà è come una storia d’amore, l’amore da fare tra le stanze con la lattina di birra in mano a raccontarsi le lezioni dell’università, ad averci mille persone non-invitate a casa e fare caffè per tutti, a svegliarsi con la vodka che si appiccica sotto le suole perché l’amico del cugino di cucù ha portato gente a casa che ha portato la vodka in casa, a tornare alle cinque da portoghese e trovarsi il bicchierino di limoncello che t’aspetta servito dall’andalusa, a fare paella per sconosciuti amici, e poi si tocca tutto questo, come dici tu.

    Le storie d’amore finiscono. Non è detto finiscano sempre male…

  10. E’ da ieri che cerco un modo più o meno carino per commentare questo post… poi però non ci riesco, chiudo il blog e faccio altro. Oggi ci riprovo, ma solo per dirti che quando parli di intonaco che si sbriciola ti capisco. Davvero. Ma non faccio la parte della ragazzetta commossa, no no!

  11. Mikab: nooooo ti prego racconta ti pregoooo. Dicevo solo che secondo me ormai sei pronta per spiccare il volo inda blogosfera!

    Max: infatti! parecchio meglio soprattutto

    Virgh: no infatti possono finire anche bene. In questo caso finiscono con la nausea, la mia. Quella nausea di quando sei a stomaco vuoto.

    Morgania: beh ma lo sai che puoi anche farla la parte, qui nessuno si impressiona, anzi. Detto questo, thanks.

  12. keep breathing keeeeeeeep breathing e bleeding love sono la stessa cosa? Eppoi, cosa pensiamo di paolo nutini?

    mikaio

  13. essì giustamente dice keep bleeding, ovvio. keep breathing era la puntata di grey’s anatomy, ovvio.

    sempreio

  14. Nell’ultimo anno e mezzo il martedì è il mio giorno migliore. Quello in cui ho più energia, quello in cui mi sento felice… etc… Mi sono chiesta diverse volte perché.

    Cosi tanto x dire…

    Scogliera

  15. amica, nel mio blog dove si indicano le cose che non mi piacciono, quando dico “quei cantanti inglesi che cantano con la vocina tenera tenera” mi riferivo proprio a Nutini.

  16. I know mika, infatti ti penso sempre perchè il mio amico dai capelli rossi nel suo aipod ce li ha tutti, ma proprio tutti, quelli che cantano con quella vocina che dici tu e me li fa ascoltare dalla mattina alla sera! Però ti dirò, alla fine a me nn mi dispiacciono.

  17. Mikab: di paolo nutini, come ha saggiamente espresso esseppina, non se ne pensa un granchè. Ma non aprioristicamente parlando: solo che mi aspettavo cose migliori da quel disco lì, che mi ha deluso alquanto, proprio nei contenuti, ed è grave. No? 🙂

    Scogliera: e quindi que viva fevrero!

    Esseppina: bbrava

    Mikab2: ma chi è il tuo amico dai capelli rossi?

  18. oi ciao tfm, qua stai? nn ti avevo visto!

    eeehhh sapessi…

    PS: quella cazzo di keep bleeding resta in testa peggio di donna felicità!

    PS2: tu sai i contenuti di paolo nutini? madò, bravo.

  19. Cioè Tieffè, magari non te lo sei mai chiesto, ma se un giorno ti dovessi chiedere PERCHE’ non c’è nessuno al mondo che possa battere mika bxl in suscitanza di sentimenti di passione… ecco qua ce n’era un esempio.

  20. Esseppina, talmente me lo sono chiesto che non vedo l’ora di conoscerla. La conoscerò, prima o dopo, la terza del trio?

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