C’è poco da fare, i libri della Sellerio ti viene proprio voglia di leggerli -e non perchè la Sellerio è di Palermo-

Ieri capatina tardopomeridiana al Palazzo dei Congressi dell’Eur -complimenti all’illuminazione che circonda la fermata Eur Fermi della linea B. Centinaia di metri completamente al buio: o c’era un blackout o questa non è una città civilmente vivibile, mi sa la seconda-Obiettivo: Più libri più liberi, fiera della piccola e media editoria. Una scofanata di gente. Capirai: sabato pomeriggio e sabato di festa. Comunque, mi metto in fila per pagare -l’unica fiera, alla fine della fiera, in cui paghi per pagare- Biglietto: sei euro. Biglietto scontato per chi presenta ticket metrebus vidimato: 4 euro. Tiro fuori il metrebus vidimato -oh giustappunto!- ma, sorpresa: non è vidimato! Cioè: ho beccato l’unica obliteratrice in cui era finito l’inchiostro. Son fortune. Arriva il mio turno. Ci provo. Allungo il metrebus vidimato/ non vidimato con la faccia di chi ha ovviamente vidimato, la nonnina alla cassa lo guarda, si fida della mia faccetta d’angelo e sentenzia: 4 euro. Son fortune, lo so.

Insomma traso. La fiera è organizzata così. Ottomilioni di stand di case editrici piccole e piccolissime –tipo un cristianello solo con quattro libri scritti da se stesso che ti viene pietà solo a guardarlo, forse la vicinanza del natale agevole compassioni– disposti in modo concentrico et labirintico -con centro di gravità in quello della fandango, in cui mi ritrovavo a passare in continuazione, che poi qualcuno mi deve spiegare come faccia la fandango ancora a bullarsi di essere casa editrice piccola o media, vabbè- Insomma traso, e il primo stand in cui mi imbatto è questo:

Certo, manca la ti, ma che faccio, non immortalo? Certo che immortalo. Al che:
Donna alla mia destra -che poi scoprirò essere la tipoproprietaria della casa editrice “Effemme”, ottimo gusto signora mia!- insomma lei si rivolge ad una ragazza alla sua destra e dice: Il signore (sarei io, il signore, deve essere un vizio diffuso in questi giorni) è interessato al nostro stand… Io faccio click e dico: veramente no. Lei dice Ah. Io dico Mi interessava solo il vostro nome. E’ una storia lunga. Lei dice Ah. Poi dice Noi ci occupiamo di mare. Io dico Pensa. Lei dice Sì, di mare e di tutto quello che ha a che fare con il mare. Io dico Addirittura. Lei dice Sì, abbiamo appena inaugurato una collana che si chiama Abisso. Io dico Nooo. Lei dice Sììì sono dei thriller ambientati nel… Mare, dico io. Infatti, dice lei. Poi dice E poi abbiamo altre pubblicaz Io dico Interessantissimo, magari dopo torno. Non sono tornato. Anche perché:

1) Fabio Geda, allo stand della Instar. Jeans, scarpe da ginnastica. Sembra davvero una brava persona. Quando si parla di scrittori non è esattamente una cosa automatica. Anche timido.
2) Giordano Bruno Guerri si aggirava per gli stand ma nessuno se lo filava. Giusto io.
3) Un dibattito sull’amore romantico con Antonio Scurati e Filippo Timi. Sono arrivato a dibattito iniziato: stavano parlando di Hello Spank. Poi Filippo Timi ha nominato Pollyanna. E Scurati ha detto Ma vogliamo parlare della Morte? E lì me ne sono andato.
4) Dibattito con Sergio Valzania e Pietro Grossi, che è un giovane autore con una scrittura totalmente distante dai miei gusti e dalle mie corde. Ma il suo libro d’esordio mi è piaciuto molto. Ad un certo punto, mentre Valzania citava William Faulkner -io non ho mai letto nulla di Faulkner- accanto a me si è seduto Filippo Timi cara la mia jou, io te l’avevo detto, telo, di venire con me alla fiera, tu non sei venuta e ti sei persa l’occasione di vedere Filippo Timi con un cappello da cowboy che confabulava con un suo amico– Ah, per le appassionate del genere: Filippo Timi è completamente sfasciato. E non è mica un giudizio.
5) Son caduto nel trappolone. I libri della fiera erano venduti con il 20% di sconto -grazie al cazzo, senza scontrino e senza certificazione fiscale, così, tutto in nero, ci mancava altro!- E quindi, Tieffemme cade nel trappolone e spende 43 euro di libri.

Libri, come se ne valesse la pena.

27 Replies to “C’è poco da fare, i libri della Sellerio ti viene proprio voglia di leggerli -e non perchè la Sellerio è di Palermo-”

  1. putroppo i cuddurieddi calabri mi hanno rapita. filippo capirà.

    joujou

  2. Ti sei perso Scurati che parlava della sfrenatezza dei nuovi costumi sessuali e Timi che esortava a sbarrare le porte della sala e far partire l’orgia, nell’adorazione più totale degli astanti. Il suo co-relatore lo avrebbe volentieri preso ad accettate in fronte. Ed io, che evidentemente ho un problema ormonale e Timi dopo due minuti di sproloquio mi fa scendere qualsiasi desio (altro nefasto effetto del liceo classico) gli avrei dato TUTTE LE ATTENUANTI DEL CASO in sede processuale (“Legittima difesa!”)

    Ps: da quando sei diventato così spocchioso con gli standisti indifesi? Ottavia

  3. evviva evviva! l’hai conosciuto! visto che bel personaggio? avrei voluto esserci anche io! mica gli hai detto della sottoscritta???

    mi fa ridere sta cosa che eri in uno dei miei habitat naturali, lo stand della instar, e che hai visto una parte del mio mondo, ma senza che io ci fossi! che svarione.

  4. Viola: una carrettata tra cui L’acchito di Grossi (Sellerio) e Il correttore di bozze (sempre Sellerio appunto)

    Jou: cuddurieddi also known as?

    Ottavia: ma quindi quando sono entrato e sono rimasto all’inpiedi in fondo alla sala tu in realtà eri dentro la sala e non ti ho vista e tu non mi hai visto? Noooooooooo. Comunque sei l’unica donna che non crolla di fronte al Timi. Onore attè. Ma perchè contro gli standisti? Che ho detto? ma ti riferisci alla cosa dei prezzi in nero? In quel caso mi scagliavo -…- contro le case editrici!

    Desdina: non gli ho parlato semplicemente perchè c’era molta gente e non mi andava di fare il groupie insistente e rompiscatole. E poi l’ho visto intimidito, come ti ho detto. Mi son detto mi faccio un giro e poi con calma magari si chiacchiera, però poi non c’era più, magari era scappato a gambe levate dall’orda di visitatori.

    Però a questo punto desdina cara, mi devi chiarire -guarda te come sono sottile…- qualcosa: lavori alla instar? questa cosa non me l’avevi detta, non me!

  5. farina acqua patate fatti lievitare e trasformati in anelloni di pasta fritta accompagnati da salumi formaggi vedure e vino, tanto vino. non di sola puglia vive l’uomo. meno male.

    joujou

  6. uh, leggeresti per primo il correttore di bozze?

    è un po’ che l’ho puntato, ma non ho capito se mi piacerà

    mi fa da tester? 🙂

  7. Jou: e allora viva i cuddurieddi

    Viola: sì sì è il primo in lista. ti farò sapere e ti faccio da tester volentieri 🙂

  8. no, magari! ma ho fatto per 4 anni la standista da loro alla fiera del libro di Torino, e la mamma di una delle mie più care amiche cura la collana di cucina della blu, che fa parte sempre della instar. quindi è tutto un intrallazzamento generale. miro a farmi assumere una volta laureata…. ma sarà dura. c’è grossa crisi!

    scherzi a parte, per me stare al loro stand quei 5 giorni significa tantissimo, e si imparano molte cose.

    però di fabio avevo sentito già parlare perchè abbiamo un caro amico comune. come ho detto prima, è un intrallazzamento generale.

  9. eh il mondo-torino è piccolo evidentemente… però tu fatti assumere lo stesso: una blogamica in una casa editrice fa sempre comodo -tutto fa bieco interesse personale ;)-!

  10. Filippo Timi.. Pat come sai sviene.. eppoi… sai che volevo scappare a Roma per la fiera, mappoi sono stata in altre faccende affaccendata…

    anche io voglio sapere del correttore di bozze.. tuttofatester

  11. sììì i mitici CUDDURIEDDRI anke detti CULLURIELLI, come fai a non conoscerli TFM? sono la bandiera della Calabria 🙂 boni bonissimi…la prelibatezza più grande del Natale di noi terroncelli 🙂

    Li ho fatti provare al mio zito romano e ne è rimasto estasiato: roba che a Roma se la sognano! 🙂 anke noi abbiamo qualcosa di cui andar fieri!

    Ehi jou jou: non sapevo ke si potessero abbinare anke al vino. Noi li mangiamo con miele di fichi e dentro all’impasto dei cullurielli ci mettiamo le alici.

    Dunque EVVIVA I CULLURIELLI, EVVIVA IL NATALE CALABRESE!

    PS. visto ke la firma non compare, sono Raganella3 e chi altri?:)

  12. Desdina: ok… preghierina laica for you!

    Pat: ehhh che ti sei persa allora! testo dunque sono 😉

    Lola: infatti ti avrei riconosciuta tra mille, con il tuo peana ai culluriellilì!

  13. solo per dire che ci è timi alla televisione dalla dandini. anvedi le coincidenze. tuttotimitorna 🙂

    ma perchè non siete tuttti come a filippotimi? tuttattaccato.

    cheppoi non sarebbe carino dirlo in un blog dove ci sono di certo bei giovanotti, però questo timi, se ero maschio mi piaceva lo stesso.

    e comunque: quei dolci o rustici cullurielli o come si chiamano…bè, ce li abbiamo pure in campania, li fa mia mamma a natale e pure se ne fa milioni non bastano mai. ecco. ci ho il patriottismo.

    no è che ieri ho pranzato con la falange calabra che sostiene che i cannoli siciliani che fanno in calabria sono più buoni di quelli sicilianie che le sfogliatelle non sono niente di chè. sono un pochettino contrariata ecco.

  14. sono stata alla presentazione del libro di Timi a Bologna. E’ talmente sfatto che ti allarga il cuore.

  15. Io AMO Filippo Timi! Sono stato alla presentazione del suo libro alla Fnac di Napoli e appena è arrivato il turno degli autografi, come un bambino piccolo che viene invitato dalla mamma a fare il regalino di Natale alla vecchia nonna, gli ho porto il libro con gli occhioni quasi luccicosi e gli ho detto “L’ho-letto-già-tutto-è-bellissimo-Mi-fai-una-dedica-per-favore?-Al-Piccolo-Gandhi-grazie!” E lui tenerissimo me l’ha fatta! E’ sfasciato ma magari tutti fossero sfasciati così..

    Il Piccolo Gandhi

  16. cara raganella3, devi sapere che a casa mia tutto é abbinabile al vino(chi c’è stato lo sa). io, per esempio, al vino sono molto abbinabile. quindi anche i cuddurieddi non hanno fatto eccezione. li ho mangiati pure io con le alici dentro. goduria goduriosa. dovevo cercare un pretesto per dimenticare filippo timi. l’ho trovato.

    joujou

  17. Io ho scoperto chi è Filippo Timi grazie a un post della Pat, ora me lo ritrovo qui da tieffemme, addirittura dalla Dandini..

    A ‘sto punto devo approfondire, mi sembra chiaro il concetto.

  18. Viola: me lo sono perso dalla dandini. diciamo che ultimamente il filippo è un po’ come il po quando straripa: ovunque 🙂

    ari: ah ecco mi pareva solo a me

    Gandhino e Pat: insomma l’italia unita dall’arno a mergellina in nome del groupismo filippitimesco.

    jou: detta a quel modo (per dimenticarlo) pare che tu ci abbia fatto qualcosa, con l’attorscrittor. non millantare, non!

    Max: non è fondamentalissimissimo 😉

  19. Sei stato CATTIVO con la povera Signora del Mare che voleva piazzarti un bel tomo sui merluzzi, caspita! ;-P

    A onor di cronaca nella sala Timi-Scurati io era quella prima nascosta dietro una pianta per evitare la conoscente-che-lavora-nella-casa-editrice-dei-miei-sogni-infranti e poi seduta a testa bassa per non farmi individuare dal nemico (altri possibili conoscenti di successo). Dura la vita quando assomiglia ad un film di spie, ma non hai la licenza di uccider(ti)! Ottavia

  20. Ahhhhh, ma no, non era cattiveria, solo che la signora voleva a tutti i costi vendermi qualche libro -sul mare- e l’ha presa alla lontana ma mi ha annoiato! Diciamo che non ha trovato le parole giuste per aggiungere la ti! 😉

    Comunque, approvo la strategia anti-nemici, anche senza licenze. E poi quella casa editrice là, cara la mia ot, a me ultimamente è molto scaduta, sinceramente.

  21. Beh se il Po straripa si, ok, arriva ovunque, ma prima di ovunque arriva a casa mia, il che non è poi così auspicabile… (t’immagini la Virgh abbarbicata sul tetto della dimora rurale dei propri antenati costretta controvoglia a rispondere alle domande di Studio Aperto dall’elicottero?)

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