Chi quando cosa come e perché
2 thousand and 5.Bassa Tiburtina. Squilla il telefono. “Salve, volevamo informarla che sulla sua utenza telefonica da oggi è attiva la”- Oddio ma non ci posso crède, ci ho l’adsl! Hurrah! Ok, ci ho la linea veloce flat. E mo’ che faccio? Ovvio: mi apro un blog. Sì, ma come lo chiamo?Parere numero1: “Ma chiamalo come il tuo nome!” “…”
Parere numero2: “Un blog? E cos’è un blog?” “…”
Parere numero3: “Sai, pensavo di aprire un blog, e metterci dentro un po’ di roba” “Sì, ma non fare come quei blog che parlano dei cazzi loro!” “Ma scherzi? Il mio blog non parlerà MAI dei cazzi miei. Scriverò solo di tutto ciò che può aver a che fare con, che ne so, il cinema, la tv, la musica. Recensioni, critiche semiotic-struttural-funzional-barthesian-de saussurian- Robe così, insomma” “Che due palle”
Parere numero 3bis: “E se lo chiamassi Tutto fa media?” “Ma a sto punto chiamalo Tutto fa brodo!” “Ma che schifo! Il mio blog non sarà mai come un dado Knorr! –Ma poi vi immaginate, oggi mi chiamerei Tieffebì!-
Parere numero 3tris: “Ho deciso. Che Tutto Fa Media sia!” “Sì, come si pronuncia? Tutto Fa Midia?” “Figo! Sai che non ci avevo pensato? No, meglio di no, altrimenti si perde il gioco di parole legato alla parola ‘media'” “Quale gioco di parole?”Ed in mezzo tutti i piani e tutti i vuoti che io possa ricordare, i viaggi in Francia e ancora Francia, e ancora Francia, a postare dagli internet cafè più loschi del mondo, io ben mimetizzato in mezzo a mediterranei per modo di dire, e poi gli aerei, e i su e giù, e Roma che adesso comincia a svegliarsi, un uomo con la pettorina arancione fa la guardia all’Ara Pacis, una puttana si ricompone e sbadiglia, una ragazza bionda gira in bicicletta godendosi il fresco e il silenzio delle cinque del mattino, e tutte le persone che adesso mi mancano, che sono altrove e io non ci sono, non sono dove vorrei -ma dove, poi?- e le case, le quattro case cambiate, e le persone amate e le persone odiate, e i traslochi, e la flat che si perde per strada, e quel giorno che dissi basta! ora chiudo tfm! ed ero serio serissimo come non mai, e ci pensavo oggi, chissà quanto durerà questa cosa magari un giorno un mese un anno magari a ottantanni starò ancora qui a scrivere di cazzate, a commentare i telefilm, che sicuramente ci sarà un 87xqualcosa, e il modem affare di stato, e la fuga sì la fuga da un luogo di passaggio e di violenza, e abbiamo vinto i mondiali, e sto facendo un master e che senso ha, sto facendo uno stage e che senso ha, sto facendo un altro stage e vaffanculo, e il muro torto a tutta velocità e non mi rompete i coglioni e le case di Roma e del mattino cominciano ad illuminarsi, e il 40N si dà il cambio con il 211, e il pullman della Cotral che viene da Tivoli è già pieno di teste ciondolanti, e tutte le persone ad una ad una che sono entrate ed uscite dalla mia vita, tutte le persone che sono entrate ed uscite da questo blog, e io lo so che tanto ci manca poco, e il redde rationem, perché arriva un attimo che la linea la devi tirare, una summa, che così non va -non va!- e il sapore di questa casa, adesso e adesso, un sapore di casa, di qualcosa che c’è, e che mi ricorda il sapore di casa di mia zia e ci penso tutte le volte che apro questa porta non blindata, specie di notte, senza rumori e odori che distraggono, e il latte caldo e il cornetto al cioccolato di adesso, e io non lo so quanto durerà, ancora, qui tra queste mura, ché un anno mi pare eterno e io mi sento sempre troppo provvisorio e non concluso e non soddisfatto e in effetti è meglio così, e quello che penso di meritarmi perché me lo merito, e quel che farò domani, e quel che sto facendo adesso, che sono le sei del mattino e tutto va bene, esattamente come non vorrei che andasse, e that i would be good, here et nunc.
Sono le 6:18. Buongiorno, mondo.
Parere numero2: “Un blog? E cos’è un blog?” “…”
Parere numero3: “Sai, pensavo di aprire un blog, e metterci dentro un po’ di roba” “Sì, ma non fare come quei blog che parlano dei cazzi loro!” “Ma scherzi? Il mio blog non parlerà MAI dei cazzi miei. Scriverò solo di tutto ciò che può aver a che fare con, che ne so, il cinema, la tv, la musica. Recensioni, critiche semiotic-struttural-funzional-barthesian-de saussurian- Robe così, insomma” “Che due palle”
Parere numero 3bis: “E se lo chiamassi Tutto fa media?” “Ma a sto punto chiamalo Tutto fa brodo!” “Ma che schifo! Il mio blog non sarà mai come un dado Knorr! –Ma poi vi immaginate, oggi mi chiamerei Tieffebì!-
Parere numero 3tris: “Ho deciso. Che Tutto Fa Media sia!” “Sì, come si pronuncia? Tutto Fa Midia?” “Figo! Sai che non ci avevo pensato? No, meglio di no, altrimenti si perde il gioco di parole legato alla parola ‘media'” “Quale gioco di parole?”Ed in mezzo tutti i piani e tutti i vuoti che io possa ricordare, i viaggi in Francia e ancora Francia, e ancora Francia, a postare dagli internet cafè più loschi del mondo, io ben mimetizzato in mezzo a mediterranei per modo di dire, e poi gli aerei, e i su e giù, e Roma che adesso comincia a svegliarsi, un uomo con la pettorina arancione fa la guardia all’Ara Pacis, una puttana si ricompone e sbadiglia, una ragazza bionda gira in bicicletta godendosi il fresco e il silenzio delle cinque del mattino, e tutte le persone che adesso mi mancano, che sono altrove e io non ci sono, non sono dove vorrei -ma dove, poi?- e le case, le quattro case cambiate, e le persone amate e le persone odiate, e i traslochi, e la flat che si perde per strada, e quel giorno che dissi basta! ora chiudo tfm! ed ero serio serissimo come non mai, e ci pensavo oggi, chissà quanto durerà questa cosa magari un giorno un mese un anno magari a ottantanni starò ancora qui a scrivere di cazzate, a commentare i telefilm, che sicuramente ci sarà un 87xqualcosa, e il modem affare di stato, e la fuga sì la fuga da un luogo di passaggio e di violenza, e abbiamo vinto i mondiali, e sto facendo un master e che senso ha, sto facendo uno stage e che senso ha, sto facendo un altro stage e vaffanculo, e il muro torto a tutta velocità e non mi rompete i coglioni e le case di Roma e del mattino cominciano ad illuminarsi, e il 40N si dà il cambio con il 211, e il pullman della Cotral che viene da Tivoli è già pieno di teste ciondolanti, e tutte le persone ad una ad una che sono entrate ed uscite dalla mia vita, tutte le persone che sono entrate ed uscite da questo blog, e io lo so che tanto ci manca poco, e il redde rationem, perché arriva un attimo che la linea la devi tirare, una summa, che così non va -non va!- e il sapore di questa casa, adesso e adesso, un sapore di casa, di qualcosa che c’è, e che mi ricorda il sapore di casa di mia zia e ci penso tutte le volte che apro questa porta non blindata, specie di notte, senza rumori e odori che distraggono, e il latte caldo e il cornetto al cioccolato di adesso, e io non lo so quanto durerà, ancora, qui tra queste mura, ché un anno mi pare eterno e io mi sento sempre troppo provvisorio e non concluso e non soddisfatto e in effetti è meglio così, e quello che penso di meritarmi perché me lo merito, e quel che farò domani, e quel che sto facendo adesso, che sono le sei del mattino e tutto va bene, esattamente come non vorrei che andasse, e that i would be good, here et nunc.
Sono le 6:18. Buongiorno, mondo.
Io sono con te. Assolutamente precario nella provvisorietà dell’esistenza. Buongiorno anche a te.
Anche io sono con te, nella provvisorietà della cotral di tivoli e di carlaCì, del muro torto e dei rumori che distraggono, o non distraggono. Delle sei del mattino per tornare e delle sei del mattino per andare, ma noi no.
nietzsche: “solo chi ha il caos dentro di sè può generare una stella danzante”
buongiorno nico
neru
buongiorno a te
anche io condivido il tuo flusso di coscienza, soprattutto per quanto riguarda l’instabilità esistenziale
ciao caro
luca
che tutto continui ada andare bene come desideri che vada.
Noi nati alla fine degli anni ’70 siamo tutti un po’ scentrati e traballanti, ma in fondo forse ci piace così…
Buongiorno a te
pare che anche noi nati a metà degli anni ottanta siamo sempre più provvisori con tutte le riforme dell’università e tutto il resto ecc. ecc.
bello comunque questo post.
una carezza per te. buongiorno
p.s.: spedisti le cose? chiacchiere e frutt’! (che in pugliese significa….vediamo di quagliare!)
joujou
un tutto fluisce bello come non mai
mandarina m’ha cazziato (e madò…): corrige. la gaia espressione “chiacchiere e frutt” é ginosino, non pugliese. ma Ginosa non é la Puglia? no? uff.
joujou
Buongiorno!
(ma ancora non ci sono…)
Quale gioco di parole?
Aaaah! QUEL gioco di parole!
Contento che tu non abbia chiuso.
Buongiorno.
Impagabile…. un mito