TFM contro Roma. Cinque mosse. Scacco matto. Ho perso.

-Attenzione. Post ad altissimo rischio di querimonia et qualunquismo-

Mettiamo il caso. Che qualcuno/a di voi non sia mai stato/a a Roma. O ci sia stato/a solo per il giro delle sette chiese -non vi invidio. Non sapete cosa vi siete persi-.

***

“Ahò, ve state affà la ricotta!?!? Ahahahahahaha”.
In coda da un’ora sulla Flaminia –per chi non: una delle strade infinite di Roma che si sa dove comincino ma non si sa dove finiscano, passando per campagne e saxe rubre varie-. Tolgo gli occhiali da sole -il bello è che ci sono 28 gradi in questa cazzo di macchina con gli interni in velluto ma fuori non c’è neanche il sole-. Mi volto verso sinistra -da dove viene quella voce ahò-flautata-, poi verso destra, poi indietro, poi di nuovo a sinistra.
Corsia accanto. Direzione opposta. Un uomo, il braccio penzolante fuori dal finestrino. Uomo sui quaranta. Stempiatura sui cinquanta. Denti sui sessanta. Sorriso malmesso e sardonico, di chi la sa lunga, di chi è ahò-romano.

“Prego? Ce l’ha con me?”: dico, quasi sperando che non riesca a sentirmi e anche quasi convinto che non sia io il destinatario -quale altro essere umano potrebbe darmi del “voi”, se non siamo a Napoli e/o nell’Ottocento?- Ma i codici linguistici, sia pure poco condivisi, non sono tutto, nella vita.
“Eccerto” dice lui. “Ahò, mettetevi comodi, da qui al raccordo è tutto così. Ahahahahaha”.
Da qui al raccordo= dai dieci km in poi. Tutto così= infila la prima, lascia mezza frizione, il piede destro molliccio, fai mezzo metro, frena. Stop. Cambi stazione radio. Nina Simone. Metti prima, piede destro e –e io un’ora fa avevo un appuntamento diciamo di lavoro-.

Eppure dovevo capirlo subito. Se l’affluente della Tiburtina che risponde al nome della via di casa tua solitamente ti sputa in pochi attimi dritto dritto all’altezza di Pastarito Pizzaritoper chi non: una delle catene di ristoranti più diffuse a Roma, come dei funghi che spuntano all’improvviso quando meno te l’aspetti, con l’indubbio merito di rilassare i tuoi nervi quando sbagli un attimo direzione e ti ritrovi per caso in una strada tutta dritta senza possibilità di svoltare a destra o sinistra e te la devi fare tutta, magari fino a Firenze, o Terni, o Napoli, o Melbourne: in ogni caso arriverà un Pastarito Pizzarito a farti credere di essere ancora a casa e salvare così il tuo esaurimento incipiente- insomma se di solito ci metti venti secondi a schizzare via dalla tua via gimcanando tra vecchi che -referendum! elezioni anticipate! prodi via!- valgono cento punti almeno e invece una mattina -la mattina in cui hai un appuntamento diciamo di lavoro con una persona che diciamo nemmeno conosci, cioè conosci almeno il nome, solo quello, il nome- impieghi ventitrè minuti per vedere la luce, la luce di Tiburtown -giorni fa ho scoperto che il mio condominio ha un nome, si chiama Tiburtinord, mi sa che ci scrivo una sitcom o qualcosa del genere, ho già il titolo: “Un nerd a Tiburtinord”, e il primo che indovina chi sia il nerd vince che metto il suo nome al protagonista della sitcom- significa che c’è qualcosa che non va.

***

Che poi, se abiti a sud-est e devi raggiungere un punto qualsiasi del nord-ovest -avete un’idea di come funziona lo spazio-tempo urbanistico della capitale? Una cosa tonda attraversata da una cosa blu– la tangenziale è la risorsa diciamo più gettonata da chi come me amava i cinquantini e le vespe ma possiede una macchina -catorcio quanto volete, ma sempre macchina- ma non il teletrasporto. E così. Che poi, il primo pezzo è scorrevole, liscio, una prateria –e qui scatta la lusinga, la troiaggine di questa città: “meno male, si vede che era successo qualcosa, ma da adesso in poi, vedrai” e poi, puntualmente, ti fotte e te lo butta inda ass- e invece. Nella corsia opposta vedi i vigili del fuoco all’altezza dello svincolo del Quartiere Africano, poi un cordone di  municipali e poi un serpentone di auto che ad occhio e croce arriva fino al Gemelli  –per chi non: vi assicuro che da dove siamo adesso sta proprio in culonia, il Gemelli-, camionisti e signore ingioiellate, portiere aperte, gente che sgranchisce braccia gambe e insulti. A quel punto -la strada dinnanzi a me è ancora deserta- accendo la radio, RDS Roma la radio dààà Capitale, notiziario: “Viabilità impazzita a Roma. Nella notte scoppiato un incendio all’altezza del Quartiere Africano. Interruzioni di corrente nelle abitazioni. Campi nomadi sfollati. Tangenziale chiusa in entrambe le direzioni. Solo alle 9:30 riaperta.” Guardo l’orologio, sono le 10:05. Meno male, ho fatto appena in tempper chi non: mai dire meno male, mai dire appena in tempo, a Roma-, in lontananza vedo un nugolo di stop e marmitte, la voce della radio dice “Le conseguenze più serie sulla viabilità all’altezza della Salaria e della Flaminia”. Ecco. Fine, game over, la musica è finita, gli amici se ne vanno, la luce si spegne, e io mi trovo qui, all’inizio della Flaminia -appunto- con questo bifolco di romano che mi preannuncia la tragedia. Però lui è di buonumore –per chi non: i romani saranno cafoni e bifolchi, ma almeno sono sempre di buonumore. E te ne accorgi proprio quando vorresti solo scendere dalla macchina e fare come Micheal Douglas in quel film-.

***

Vado a concludere. L’appuntamento diciamo di lavoro è saltato. Rinviato. Quaranta minuti dopo l’ahòpensiero ho preso il raccordo e sono tornato indietro. Quattro ore di macchina, sudato come un cammello -e sì che i cammelli sono abituati-. E poi a casa. Leggo questo. Non traggo consolazione. Il frigo è vuoto, ho solo uno yogurt kiwi e mela verde nel mio ripiano. Questi sì, son problemi. E adesso sono in fila da mezzora al supermercato. Oggi è venerdì. Ma non un venerdì qualsiasi. Un pre-festivo al quadrato. Il banco verdura è stato totalmente razziato da orde di casalinghe indemoniate. Al banco salumi prima c’è stata una mezza rissa per un losco affaire di precedenza sui numerini. Ora sono in fila, da 35 minuti, alla cassa che dovrebbe essere quella veloce. Ho comprato poche cose: mozzarella. L’insalata iceberg. I bastoncini surgelati. Doppio pacco. 1,79 euro a pacco. Offertona.
Sono in fila da tre quarti d’ora. Una signora incinta -molto incinta- con annessomarito e con molta nonchalance prova ad infilarsi -sguaiata!- nella fila, davanti a me. “Che succede?” chiedo io. “Ah, scusi, non avevo capito” dice lei. Passano due minuti. “Stai male?” le chiede il marito. “No, no, ce la faccio” dice lei. Interviene una signora marmocchioduenne-munita che empaticamente -vigliacca!- solidarizza con quella incinta: “Signora, in questi casi bisogna alzare il braccio, chiamare la cassiera e passare avanti a tutti. E’ l’unica. Loro –e nel dire “loro” guarda me, e mi guarda con odio– non lo faranno mai da soli”.
 Poso il cestino per terra. Mi giro -tangenziale, coda, sudore, incendio, ROMA- guardo la signora incinta, guardo il marito-cagnolino, guardo di nuovo lei -nemica!- e il suo pancione -credo i miei occhi dicano abbastanza, almeno ci sto provando- e dico:
“Ahò, che sei, malata?”

23 Replies to “TFM contro Roma. Cinque mosse. Scacco matto. Ho perso.”

  1. tfm in de scaiiiiii……

    al post precedente mi citi DiGiacomo, oggi questa…(che insieme a draiv mai car è la mia preferita)

    sono colpita.

    eppoi, mi sa che ti è successo di tutto perchè non portavi il tuo asciugamano….

    niente panico comunque!

  2. Viola: colpito di scegliere musica che iulaic. Asciugamano? In che senso? (Simil-Verdone)

    Cape: AhòLoL! Ottima scelta. La prossima volta al posto di Nina Simone, sulla Flaminia ascolto questo remix.

  3. viadellaviola: credo si stesse riferendo a “Un giorno di ordinaria follia”

  4. uh che figura….

    ho sbagliato film…

    ma anche in quell’altro c’era una macchina, un’autostrada…

    vabbè, vado a chiedere al mulo 😉

  5. A questo punto, Viola, dicci a che film ti stavi riferendo. O mi/ci lasci così?

    p.s. Uau, well done!

  6. oggi è sabato e sono distratta.

    la mia memoria ha ritenuto solo Daglas.

    Nella mia testa Daglas è solo Adams, Daglas Adams, quello della Guida Galattica per Autostoppisti.

    Solo ora leggo che si trattava di un altro.

    (cheppoi Adams ha scritto il libro, il film è pure di un altro)

    che confusione in mai maind.

  7. Viola: Mi sa che stai entrando in contatto telepatico con TFM (aiuto mi sento nudo…). Allora devi sapere che da una ventina di giorni a questa parte almeno una volta al giorno colgo nell’aria un riferimento alla Guida galattica. Una volta è un articolo, una volta è un post di quadrilatero, una volta è qualcuno che dal vivo me ne parla entusiasmaticamente, un’altra volta sei tu.

    Deciso: domani -un domani metaforico- esco e lo vado a comprare. Se non mi piace so con chi prendermela!

  8. sulla guida sono piuttosto ferrata, è un tunnel da cui non si esce.

    io ho visto prima il film

    film che ha l’inizio di film più meraviglioso del mondo.

    e non ti racconto altro.

    vedilo se puoi.

    ma non è bello quanto quello che leggerai.

    poi, ovviamente il libro, anzi, I libri.

    io ho letto quelli veri, Gli Urania, non quella schifezza riassunta da mondadori.

    Se ti devi lanciare in quest’impresa vai in biblioteca, gli urania non si trovano più in commercio, non comprare mondadori, è il male assoluto.

  9. Viola: meno male che ci sono le amiche come te che mi mettono in guardia dal Male. SuperViola (ce l’hai il mantello? Ah no, tu hai l’asciugamano, che tra l’altro mi manderà in trip a breve, già lo so).

    Max: usare il proprio nascituro come arma di distruzione di gente in fila avrebbe meritato reazione ancora più cattiva.

  10. TFM, perché combatti roma?!

    roma non esiste…

    ciononostante nel pentolone, romani ciociari, romani cicolani, romani abruzzesi, umbri e marchiciani sono più romani di te e strascicheranno ancora più le Gli per fartelo notare.

    parti svantaggiato. magari se proprio devi, inizia gradualmente, scegliti romani del molise. o romani lucani. loro soccomberanno volentieri alle tue panelle all’amatriciana.

    ma, se -Cyrano de noantri- vuoi affrontare un tivolese brandendo un maritozzo colla panna – ricorda, avrai di fronte un vero TiBurino, bisogna allora che tu faccia un piccolo sforzo sulle vócàli.

    repeat after me: ahó, A-Ó…

    stewie

  11. ne vogliamo proprio parlare di chi fa sentire meno solo chi?

    buonanotte, s.

  12. Tiburtown. Ahahaha. Tfm, fattelo dire, sei un genio. Sei tu la vera anima cretiva di Tiburtown. Devi solo rendertene conto. Fidati.

  13. Antursa: sono l’anima “cretiva” della Tiburtina. Grazie. Sono soddisfazioni, queste.

    NvL e Quadrilatero: Meno male -e purtroppo!- che c’è WikiPedia. Cercherò di frapporre abbastanza tempo tra me e la guida galattica in modo da scordarmi di questo dettaglio, se non sbaglio configurabile come mega spoilerone!

  14. Magolamagamagia

    [..] Si consumano drammi, in quel di Tiburtown. Finalmente si svelano le verità e le realtà tenute all’oscuro, per quell’eccesso di premura legato all’incommensurabile affetto verso persone importanti. E così è [..]

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