Ci voleva la casalinga di Palermo per estrarre dal cilindro la verità di inizio millennio
Ho caricato la macchina di sedie e panini, ho guidato per un’ora. Non avrei mai detto che sabato mattina alle 8 ci fosse tanta gente in giro. Pensavo di trovarmi orde di cattoesagitati impazziti. Niente. Solo gente normale. E solo qualche deviazione. Sono arrivato sulla Circonvallazione –Roma è piena di circonvallazioni, e a me piace la parola circonvallazione- Gianicolense, poi ho girato a sinistra e poi a destra. E sono arrivato sul set. Aspettavano solo me. Anzi la sedia che avevo con me. Bisognava provare luci e posizioni e movimenti di scena. Ho conosciuto il direttore della fotografia. Ha detto Piacere, Ciccio. Ho detto Piacere. Allora, come va? Lui ha detto Dritto dritto da 24 ore di aereo, sono stato in Malawi. Ho pensato Ma il Malawi è dove Madon- Lui ha detto Il Malawi è dove Madonna ha adottato l’ultimo bambino. Ho detto Ah. Lui ha detto Comunque Nun poi capì che storia l’Africa. Ho detto Già. Poi ho spostato lo sguardo su una ragazza seduta su una poltrona. Stava leggendo un libro. Angeli e demoni. Mi sono presentato, lei ha detto Ciao io sono la proprietaria del loft che usate come location. Ho detto Stai leggendo Dan Brown? Lei ha detto Sì, è bravissimo, è il mio scrittore preferito. Io ho detto Io credo che questo sia uno dei libri più ridicoli che abbia mai letto. Vogliamo parlare del finale? Ne parliamo? Lei mi ha guardato con fare interrogativo, come a dire Non avrà mai il coragg –Ho detto Con l’assistente del papa che esplode per aria con il campione di antimateria in mano e il protagonista si paracaduta e non si fa manco un graffio e piazza San Pietro ridotta a un bordello total- Lei ha sgranato gli occhi, ha detto Non ci posso credere, mi hai svelato come va a finire il libro. Ho detto Scusa, ma dovevo avvertirti. Poi lei ha interrotto arbitrariamente la conversazione, e io mi sono messo in un angolo, ho pensato Chi legge Dan Brown non gode della mia stima, e se poi si lamenta se qualcuno gli svela come va a finire quella poltiglia ancor meno. E così mi sono messo a guardare come si fa cinema. Ho controllato che gli attori non stravolgessero la sceneggiatura. Ho portato caffé per tutti. E ringoboys per tutti. Ho pensato Certo è bello pensare che con le mie parole ho dato la stura a tutto questo delirio. Il regista –quello che non conosce gli attori spagnoli- ha parlottato con l’attrice protagonista, poi si è messo dietro il monitor e ha detto all’operatore Quando vuoi! L’operatore, che poi era Ciccio, il direttore della fotografia, ha detto Ma noi i ciak nun ce li avèmo?
Poi il sole è tramontato. Ho salutato tutti, ho messo in moto, ho preso il famoso passante della Trionfale e poi tutta la tangenziale tutta. Poi di nuovo nel traffico del sabato sera. Ad un semaforo rosso ho approfittato per scartare un panino avanzato dal set e addentarlo. Un lavavetri mi ha guardato, mi ha detto Buon appetito, amico! Ho detto Grazie, e sono tornato a casa. Ho aperto la porta e ho pensato Non ho voglia di partire, domani.
Sono arrivato alla stazione alle 16:05. Ho guardato il tabellone. Ho pensato Ehi ma il trenino per Fiumicino parte tra un minuto esatto! Mi sono scapicollato sul binario, il treno era fermo placido, come se aspettasse solo me. Sono salito, senza biglietto. Mi sono seduto. Nel sedile di fronte al mio una tipa, vestita da hostess. Leggeva il Corriere. Poi, dopo un po’ e all’improvviso, si è alzata in piedi, ha guardato due tipi alle mie spalle, ha urlato Volete abbassare quei piedi dai braccioli, mica siete a casa vostra! Cafoni! Poi si è riseduta, mi ha guardato, ha detto E voi come al solito zitti, mi raccomando! Io l’ho guardata, ho fatto spallucce e ho pensato Speriamo di dormire, sull’aereo.
Al controllo elettronico dei bagagli il metal detector ha fatto Bip. Io ho detto al tipo Mi sa che è la cinta, la tolgo? Lui ha detto No no va bene. Io ho detto Ma ha fatto Bip! Lui ha detto Vada, signore, vada. Ancora incredulo per cotanto pressappochismo, stavo raccogliendo le mie cose, quando la tipa dietro il monitor ai raggi x mi ha chiesto Scusi, per caso ha un tubetto nel bagaglio? Io l’ho guardata, ho detto Può darsi. Lei ha detto Le dispiace tirarlo fuori e farmelo vedere, per piacere? Io ho pensato Ma tu guarda che spudorata. Ho detto Posso dire di no? Lei ha detto No. Ho preso dal beauty il tubetto di gel. Gliel’ho porto. Lei l’ha preso in mano, ha detto Mi dispiace, ma la quantità supera il limite consentito. 150 ml invece che 100. Ho detto Guardi che il tubetto è mezzo vuoto, quindi ci saranno 75 ml, anche meno. Lei ha detto Mi dispiace. Se vuole può rimetterlo nel bagaglio, rifare il check-in e spedire il bagaglio. Ho detto No. Preferisco buttarlo. Vuole anche il tubetto del lasonil mezzo spremuto? Lei mi ha fatto un gesto della mano come a dire vattenesubito, e io me ne sono andato. Poi ho cercato l’uscita del mio aereo. A2. Nessuna traccia del volo. Ho cercato. Non sul tabellone, perché a Fiumicino non ci sono tabelloni. Negozi di profumi e di cioccolato quanti ne vuoi, ma tabelloni no. Ho chiesto al banco informazioni, mi hanno detto Uscita B21. All’uscita B21 mi hanno detto che l’uscita giusta era A2. Tornato all’uscita A2 mi hanno detto che l’uscita giusta era l’uscita A14. All’uscita A14 –era quella giusta– abbiamo impiegato una ventina di minuti per l’imbarco, anche perché c’è stato un po’ di panico quando un tizio del nostro volo, con qualche consonante aspirata di troppo nel cognome, è stato chiamato all’altoparlante ed è scomparso per un po’. Mentre aspettavo, mi son guardato intorno. Ho riconosciuto uno dei maestri di ballo di millycarluccy, che tra l’altro avevo incontrato nel mio ultimo viaggio a Palermo. Ho pensato Pure escludendo che lui mi stia seguendo e/o che io sia vittima di un enorme Tfm-show ai miei danni, perché queste coincidenze così fortunate mi succedono solo per le cazzate? Vincere una lotteria pare male? Poi, accanto a me, una signora ha intavolato una conversazione al telefono, ha detto No, ancora non sono partita. No, si vota fino alle 22 e pure domani. No, nessuno dei due. No, non me la sento. No, penso di votare qualcun altro, forse quello dell’Italia di Mezzo…No, quell’altro no, ha già deciso di fare accordi sottobanco con Orlando…Fidati, io lo so. Ho pensato Lei lo sa. Poi mi sono alzato. Nell’aria ho captato una canzone dei Velvet Underground & Nico. Credo fosse Heroin. Mi sono messo in fila, con la carta d’identità in mano, canticchiando.
L’aeroporto di Palermo, ogni volta, è sempre meglio. Si vede che ci tengono, ai dettagli. Per esempio, adesso quando esci c’è un’enorme scritta arancione che promette bus per il centro della città. Proprio sotto la scritta dei bus c’è il ritrovo dei taxi. Quando la porta automatica mi ha sputato fuori, alcuni taxisti erano lì ad aspettare. Uno di loro stava canticchiando Pollooon Polloooon combinaguai. Mi sono guardato intorno, alla ricerca di un paio di facce famigliari. Sì, sto bene, ho detto. Ho guardato il mare. Ho pensato Sempre lo stesso, sempre.
Poi sono andato a votare, subito. Sono un cittadino diligente, io. Le votazioni, come al solito, in una scuola vicino casa. Votare è un’occasione per incontrare gente che non vedi da una vita. E girare la testa da un’altra parte. Prima di oltrepassare il cancello, abbiamo incontrato una nostra vicina di casa di vecchia data. Lei mi ha guardato, ha chiesto a mia madre Ma questo è tuo figlio? Io ho detto Sì, sono io. Lei, ancora parlando con mia madre ha detto Miiiiiiii come è fatto grande. Poi ha cambiato discorso, ha chiesto a mia madre Sai già per chi devi votare? Sottolineando la parola “devi”. Mia madre ha detto Sì. La mia vicina ha chiesto a mia madre E tuo figlio, lo sa già, per chi deve votare? Sottolineando la parola “deve”. Io ho detto No, non lo so ancora. Ha qualche idea in proposito? Lei si è messa a frugare nella borsa, ha tirato fuori un piccolo flyer, si è guardata attorno con fare circospetto e poi me lo ha passato. Così, come se fosse una cosa losca. Ho guardato mia madre, ho guardato mio padre. Ho guardato il flyer. C’era solo un cognome. E il simbolo dell’UDC. Ho sorriso, ho detto Mi dispiace, ma non credo propr- Ma questo qui è per le circoscrizioni, mica per il sindaco, ha detto lei, rivolgendomi finalmente la parola. E poi ha continuato Per le circoscrizioni si votano le persone, non il partito. Ho detto Mi dispiace, ma forse non mi sono spiegato bene. Ha sbagliato completamen –Sai, i giovani d’oggi hanno le loro idee, è intervenuto mio padre per interrompere la farsa. Io ho detto Papà, avrei 28 anni. La vicina ha ripetuto Per le circoscrizioni bisogna votare le persone, non il partito. Io ho detto E annààààmo. Io NON voterò mai qualcosa che anche lontanamente abbia a che fare con l’UDC. Piuttosto preferirei, non so, andare ogni anno al Family Day invocando la Madonna e andando a baciare anche i piedi del Pap– Bene, si è fatto tardi, è ora di andare a fare il nostro dovere, ha detto mia madre. La vicina ha salutato mia madre, poi mi ha guardato con disgusto e si è voltata dall’altra parte. Mentre entravamo nella cabina elettorale, mia madre ha sussurrato Certo potevi essere meno brusco, è la prima volta che si candida. Non ce la farà mai ad essere eletta, ma almeno potevamo illuderla. Ho detto Ahhh ma perché il cognome del flyer era il suo? Mia madre ha detto Sì, da nubile. Io ho pensato Ecco perché si era fissata con quella cosa delle persone e non del partito.
Poi ho fatto il mio dovere, ho messo un paio di x con il solito senso di angoscia della solita aula scolastica con i soliti disegni di bambini trogloditi con case a punta e soli gialli e cieli azzurri e sono uscito. Ho incontrato la mia vicina. Le ho detto Mi scusi, mi scusi proprio! Non l’avevo mica capito che era lei a portarsi! Comunque, stia tranquilla, ho messo la crocetta nel posto giusto! E ho sfoderato uno dei miei proverbiali sorrisi ammiccanti. Lei, tutta giuliva, ha detto Te l’avevo detto io…L’ho guardata, ho detto Le persone, non il partito! Lei ha ammiccato a sua volta, ha detto Esatto! Poi ci siamo salutati. Dopo qualche metro ho guardato mia madre, ho guardato mio padre. Siamo scoppiati a ridere tutti assieme. Ma di gusto, proprio.
Grande TFM!
scusa ma stavolta non sono riuscito a seguirti tutto. mi sono appena svegliato ed ho un gran mal di testa.
puoi riassumermi?
iSleepy
Ti riassumo io:sabato sul set ha incontrato un tipo che è stato in Malawi,il paese dove Madonna ha adottato il bambino e una tipa che leggeva Dan Brown alla quale lui ha svelato il finale di Angeli e demoni.
Domenica è partito per andare in Sicilia a votare.Ha incontrato un’hostess antipatica in treno e i tipi del controllo all’aeroporto l’han fatto passare nonostante il metal detector avesse fatto BIP xò poi gli hanno fatto storie per un tubetto di gel.
Al seggio ha incontrato una vicina di casa che si candidava per l’UDC ma lui nn l’aveva capito e le ha detto che nn avrebbe mai votato UDC,nonostante quella insistesse che alle circoscrizioni si vota per le persone e nn per il partito.
Poi la mamma gli ha spiegato che poteva essere più gentile con la signora così quando è uscito dal seggio le ha chiesto scusa e le ha fatto credere che aveva votato per lei.
adorabiel mrsBingTSSC 😉
iSleepy
Mrs Bing: dato che tu riassumi, io ti assumo (contratto a progetto, in nero, senza soldi, ti regalo i caffè) come collaboratrice numero uno di Tfm, addetta alla sinossi.
Comunque, ammetto effettivamente di aver ecceduto in logorrea.
Ma che ci posso fare io, le giornate si stanno allungando.
è un piacere leggerti, invece, tranquillo ;P
Circa i controlli bagagli: se il metal detector fa bip perché hai la fibia della cintura in metallo, ti dicono “vada, vada”… se invece hai un pc portatile, scoppia la psicosi… non hai idea delle scene a cui ho assisitito per il semplice fatto di avere un computer nel bagaglio…
Circa la vicina e il suo “Miiiiiiii come è fatto grande”: la prossima volta rispondile E DEVI VEDERE QUANTO SONO GRANDE “SOTTO”…
farà un’espressione che non ti scorderai per il resto della tua vita… garantito! 🙂
Velenero (sloggato)
nel mio ultimo viaggio la tizia del controllo bagagli mi ha svuotato la borsa senza nessun garbo e senza neanche guardarmi in faccia, ha rovistato tra le mie cose con occhio guardingo, i miei compagni di viaggio hanno iniziato ad agitarsi quando si è avvicinata un’altra tizia del controllo.
io ho iniziato a immaginare scenari apocalittici, tipo che un terrorista mi aveva messo in borsa un microcip o una bomba…
e invece quelle mentecatte che non avevano niente di meglio da fare mi hanno aperto la borsa per chiedermi di che marca fosse quel flaconcino di crema tanto carino che avevano visto nel monitor.
sono cose….
Agapimou: grazie! Ehi ma tu sei fresco fresco di bloggg. Benvenuto nel delirio.
Paco: credo che se qualcuno si mettesse davvero in testa di fare un attentato negli aeroporti italiani, ci metterebbe veramente poco, considerando la professionalità dei controlli…About “big”: ah, se avessi avuto un fratello maggiore à la velenoir, quante dritte avrei avuto e quanta fatica mi sarei risparmiato! 😉
ViaDViola: potrei liquidare il tutto con un volgare “si vede che erano donne”, ma a questo punto domanda sorge spontanea: te l’hanno lasciato o con la scusa della sicurezza se lo son tenuto? Il mio gel è finito nel cestino vicino il monitor, ma io sono convinto esista uno spaccio di queste cose nel retrobottega di ogni aeroporto.
“si vede che erano donne”??????
ora vado a scrivere Tieffemme è un maskilista sui muri del bagno delle ragazze…
hai letto bene sì: colla kappa!
elezioni…pfui…
Grazie,ho pure guadagnato un lavoro.
In nero,non retribuito e precario ma va bene cmq.Solo che però io il caffè nn lo bevo da solo,mi serve sempre un pò di latte,se possibile.O quello me lo devo pagare da sola?
Poi nel mio curriculum posso scrivere “esperta di sinossi” vero?;)))
in realtà volevo dire ADORABILE.
ma poi ADORABIEL fa piu moto da corsa.
boh
iSleepy
VdV: mi sa che mi sono giocato il cuore con l’arco della settimana scorsa.
VdS: elezioni in sicilia..pfui…
MrsBing: vedrò di stipulare una convenzione con qualche supermercato. Comunque se vuoi ti faccio anche una spilletta con suscritto “esperta di sinossi di tfm”. mi sa che diventerai irresistibile!
iSleepy: moto da corsa? a me sa di detersivo francese…
ma come ti arrendi subito….
Ahahahah, era solo una tattica per stanarti. Allora, giochiamo per la palla. Sei pronta?
che significa “giochiamo per la palla”?
comunque dico si sulla fiducia. (e mi sono già pentita:(
Quando giochi a pingpong, a tennis, a pallavolo, insomma quando c’è una rete di mezzo per stabilire i turni di battuta si fa uno scambio, un palleggio di prova. Chi vince batte per primo. Una specie di testa o croce più sportivo, insomma. Via!
evvabbè…te l’ho detto che non sono competitiva….
mica le so ste regole!
io so solo che si stanca prima offre il gelato, o la pizza, o il caffè, a seconda.
evvabbè, mica bisogna essere competitivi. non mi dire che viadellaviola non ha mai giocato a pallavolo in vita sua? mai visto mila e le seven fighters? non ci credo. comunque io sono per il gelato, di netto.
si che ha giocato a pallavolo viadellaviola (ma ora abbandono la terza persona che mi sembra tanto berlusconiana…) giocavamo a mila contro mimì, ma poi ho smesso ‘chè per il fatto della competitività nessuno mi voleva in squadra 🙁