Che farò io quando c’avrò i soldi?
Stamattina. Pienone in casa Tfm.
Il giardiniere è già lì che fa il suo dovere, alle 8. Il suo dovere, se ancora non ve l’ho detto, consiste nel passare il tosaerba sotto la mia finestra. Nel metro quadro di fottutissimo giardino che c’è sotto la mia finestra.
Due signore della Meglio Gioventù nel frattempo se la chiacchierano -sempre sotto la mia finestra- sull’opportunità di andare in palestra. E infatti hanno la tuta e una sacca di una nota palestra del Tiburtino. Ma le sento indecise.
E poi.
Il giardiniere è già lì che fa il suo dovere, alle 8. Il suo dovere, se ancora non ve l’ho detto, consiste nel passare il tosaerba sotto la mia finestra. Nel metro quadro di fottutissimo giardino che c’è sotto la mia finestra.
Due signore della Meglio Gioventù nel frattempo se la chiacchierano -sempre sotto la mia finestra- sull’opportunità di andare in palestra. E infatti hanno la tuta e una sacca di una nota palestra del Tiburtino. Ma le sento indecise.
E poi.
Curtullill, pieno di fibrilla manco avesse una tarantola in cuerpo, agitatissimo si muove tra il bagno e il bagno. Che c’hai, gli dico? Oggi mi laureo, risponde. Ah, mi rianimo. Auguroni, gli dico. Ma non mi risponde, sbatte la porta e se ne va. Che esagerazione, penso io. E’ pur sempre una laurea specialistica.
E poi.
La Vispa, piena di fibrilla manco avesse una tarantola in cuerpo, agitatissima si muove tra l’ingresso e l’ingresso. Che c’hai? Le chiedo. Non mi parte la Vespa, mi risponde. Ah, e quindi? Le chiedo. E quindi lei se ne parte con un paio di bestemmioni, sbatte la porta e se ne va. Che esagerazione, penso io. Ci sono pur sempre i mezzi pubblici. I mezzi pubblici di Roma.
E poi.
Il Secco, pieno di fibrilla, manco avesse una tarantola in cuerpo, agitatissimo si muove tra la cucina e la cucina. Che c’hai? gli chiedo. Posso andare in giro con la camicia stirata da me? mi chiede e non chiede.
(Parentesi. Rientra la Vispa. Che c’è? Le chiedo. Ho dimenticato il pranzo, e giù un altro paio di brutte parole).
Ma che ti frega, dico al Secco. Con questa camicia sembri pure una persona seria. Cosa vuoi di più? Lui si riempie una bottiglietta d’acqua dal rubinetto e No, non posso andare così concio. Quando c’avrò i soldi porterò tutte le camicie al negozio che stira le camicie, conclude, poi sbatte la porta e se ne va. Che esagerazione, penso io. Ci sono pur sempre le colf.
E poi.
Squilla il telefono. Un messaggio in segreteria. “Salve sono Fiorenza dell’istituto xxxx, cerco la signora Cinzia”. Cinzia, questo nomenon mi è nuovo. “Cerco la signora Cinzia per un TFR urgente. Mi richiami al numero xxxxx”, dice Fiorenza. Poi bip.Vado in bagno, apro il rubinetto della doccia. Ma che cazzo è il Tfr? Anche io voglio un Tfr anche se non ho la più pallida idea di cosa sia -e a dirla tutta, sembra pure una brutta cosa-. Però lo voglio. Tfr. Tfm. Tfr. Tfm.
Poi. E io, quando c’avrò i soldi, che farò? Da dove comincio? Di sicuro corrompo il giardiniere per non farlo lavorare mai più, compro un bel regalo di laurea specialistica a Curtullill, una Vespa nuova alla Vispa e una decina -anche di più, trenta, toh- di camicie sempre stirate al Secco. Almeno si rilassano, al mattino. E mi lasciano dormire in santa pace.
E poi.
La Vispa, piena di fibrilla manco avesse una tarantola in cuerpo, agitatissima si muove tra l’ingresso e l’ingresso. Che c’hai? Le chiedo. Non mi parte la Vespa, mi risponde. Ah, e quindi? Le chiedo. E quindi lei se ne parte con un paio di bestemmioni, sbatte la porta e se ne va. Che esagerazione, penso io. Ci sono pur sempre i mezzi pubblici. I mezzi pubblici di Roma.
E poi.
Il Secco, pieno di fibrilla, manco avesse una tarantola in cuerpo, agitatissimo si muove tra la cucina e la cucina. Che c’hai? gli chiedo. Posso andare in giro con la camicia stirata da me? mi chiede e non chiede.
(Parentesi. Rientra la Vispa. Che c’è? Le chiedo. Ho dimenticato il pranzo, e giù un altro paio di brutte parole).
Ma che ti frega, dico al Secco. Con questa camicia sembri pure una persona seria. Cosa vuoi di più? Lui si riempie una bottiglietta d’acqua dal rubinetto e No, non posso andare così concio. Quando c’avrò i soldi porterò tutte le camicie al negozio che stira le camicie, conclude, poi sbatte la porta e se ne va. Che esagerazione, penso io. Ci sono pur sempre le colf.
E poi.
Squilla il telefono. Un messaggio in segreteria. “Salve sono Fiorenza dell’istituto xxxx, cerco la signora Cinzia”. Cinzia, questo nomenon mi è nuovo. “Cerco la signora Cinzia per un TFR urgente. Mi richiami al numero xxxxx”, dice Fiorenza. Poi bip.Vado in bagno, apro il rubinetto della doccia. Ma che cazzo è il Tfr? Anche io voglio un Tfr anche se non ho la più pallida idea di cosa sia -e a dirla tutta, sembra pure una brutta cosa-. Però lo voglio. Tfr. Tfm. Tfr. Tfm.
Poi. E io, quando c’avrò i soldi, che farò? Da dove comincio? Di sicuro corrompo il giardiniere per non farlo lavorare mai più, compro un bel regalo di laurea specialistica a Curtullill, una Vespa nuova alla Vispa e una decina -anche di più, trenta, toh- di camicie sempre stirate al Secco. Almeno si rilassano, al mattino. E mi lasciano dormire in santa pace.
trattamento di fine rapporto. e non mi sembra proprio una grande idea che tu t’accolli pure altresì anzichenò quello di una sconosciuta cinzia…che dici?
un bacio,
joujou
Cioè, io mi accollerei pure il Tfr di qualcun altro, basta che mi diano anche il Tir, il trattamento di inizio rapporto. E parlo di qualsiasi tipo di rapporto, anche occasionale.
io ho un Tir marchiato IVECO, se ti interessa.
Il mio TFR lo lascio all’azienda, quest’anno, come ha suggerito il Grillo.
Per la Vispa: che Vespa hai? io sono un vespiere e mi piace avere una vespa in più nel mio alveare 😀
iSleepy
Come ti capisco TFM.
Ho lo stesso problema. Il giardiniere che tosa l’erba con una specie di macchinina per bambini, in cui lui si siede e guida, come se fosse all’autoscontro o nel circuito di MMMMonza (veramente, una volta l’ho visto girare intorno ad un albero velocissimo). Il problema è che quella macchinina è rumorosissima.
Le mie vicine invece parlano addirittura da un balcone all’altro, e a causa della distanza devono pure alzare un pò il tono della voce. Che carine.
Per quanto riguarda i coinquilini, per ora ne ho solo una (cercasi disperatamente un’altra persona con cui condividere un bell’appartamentino bolognese-approfitto sorry), che di solito la mattina dorme, o meglio, dorme fino all’ora di pranzo.
ehm, rettifico: girare velocissimo attorno ad un albero
🙂
se ti avanzano dei soldi,comprami un regalo di laurea triennale.Tanto prima che mi laureo,qui, fai a tempo a comprare la Telecom.
iSleepy: se mi fai imparare a guidare il Tir te ne sarei grato. Tutto fa media, nella vita. La Vispa dice di dirti che lei ha una Vespa “et” qualcosa (vespa nuova, sintetizzo io) che ancora non va e oggi ha messo a bagno il carburatore nella coca cola. Se non dovesse funzionare, hai qualche suggerimento?
Max: ahahaha. Beh anche l’albero, volendo, può girare intorno al giardiniere. Come il sole e la terra. Per la stanza: ma non è che chiedi troppo per l’affitto e non mi viene nessuno ad abitare con te?
Rainbow: ok, ho messo il post-it in bacheca. Il fatidico giorno, tu fammi un trillo. E io mi paleso.
Se compri la Telecom, come suggerito da Raibowsparks, poi mi assumi come intercettatore?
Sì ma a patto che tu sia interista. Sai no che intercettati e intercettanti devono esserlo, sennò non vale?
Uffa, non ho le credenziali!
OT (a proposito della stanza):
TFM, chiedo meno di quello che è la media “bolognese”, davvero. Ma forse ho trovato..spero.