Evidentemente sulla mia faccia c’è scritto qualcosa che non sapevo, tipo: fidatevi di me.

Ho finito di lavare i piatti. Ho guardato fuori dalla finestra della cucina. Un bambino rotolava appresso ad un pallone, sotto lo sguardo del padre. Ho pensato Oggi c’è proprio una bella giornata. Ho pensato Che posso fare, oggi?Colosseo. Il sole caldo meritava altro che il mio maglione con cappuccio. I gatti, i fori, le rovine, i turisti, tutti uguali ed ex stupefatti. Basta poco, e ti abitui. A tutto. Sono andato al Vittoriano. C’era la mostra di un pittore famoso, Chagall. Ho pensato Una volta conoscevo un gatto che si chiamava così. Chagall. Era un gatto ciccione, che stava sempre a magnà. Ovviamente era anche ruffiano. Veniva a strusciartisi addosso, e all’inizio tu pensavi fosse solo una ricerca di affetto. Invece no. Lui si strusciava perchè voleva magnà. Mi innervosiva da morire anche solo sentirlo nominare. L’ultima volta che l’ho visto ho avuto la seria intenzione di dargli un calcio e farlo volare dritto dritto su un aereo della Ryan Air. Ma non l’ho menato. Chi sono io per menare i gatti di Stewie?
La mostra non era un granché. Con me c’erano anche il Secco, Antursa, e un’amica di Antursa, tale Marilù, appena arrivata a Roma dopo tre anni a Londra. Ho detto Che bello! E dove abitavi? Lei ha detto Sul fiume. Io ho guardato il filo di perle al suo collo, gli orecchini, il bracciale e i suoi occhi verdi e ho pensato Forse si è espressa male. Poi Antursa ha detto Torniamo indietro? Marilù ha detto Ok, ma voi lo sapete che quando accendi la webcam anche il tuo interlocutore se non ha la webcam può vederti? Ahahahah che ridere, e io che me ne stavo tutta nuda a mangiare e a mettermi le dita nel naso! Pensavo che mi vedevo solo io nello schermo piccolo! Io ho guardato Antursa che ha guardato il Secco che ha guardato me. Mi sa che ognuno di noi ha pensato una cosa diversa.

Poi io e Antursa siamo andati in un bar di Monti per un appuntamento con un regista. Ci siamo seduti all’aperto. Dovevamo parlare di una nostra sceneggiatura. Ad un certo punto, mentre il regista era chino sui fogli sussurrando di punti di vista e sguardi e inquadrature e luce e costumi e qualcos’altro, Antursa con un colpo di gomito mi ha detto Guarda quel tavolo lì. Io ho guardato quel tavolo lì. Due uomini stavano parlando fitto fitto. Ho detto Ma chi? Andrea Di Stefano, l’attore protagonista di Medicina Generale? Capirai, è la quarta volta che lo vediamo in una settimana! Lei ha detto No, no lui, quello accanto a lui. E’ troppo bono, è proprio il mio tipo. Mi sembra di conoscerlo già, ha un viso familiare. Io ho detto Lo credo bene, è Javier Bardem. Lei ha detto Chi? Il regista ha alzato lo sguardo, ha detto Quello che ha fatto I diari della motocicletta. Io ho guardato entrambi, ho pensato Annamo bene! Ho mentito Sì, sì, lui. Ho pensato Certo che questo regista ne sa a pacchi di attori sudamericani. Ma

non ho detto che Di Stefano e Bardem hanno girato un film assieme. E neppure che l’attore dei Diari è Gael Garcia Bernal e che, anche volendo, è impossibile confondere l’uno con l’altro. Ho tenuto tutto per me. Chi sono io per contraddire un regista che deve girare una mia sceneggiatura?

Poi due ragazzotti americani mi hanno fermato e mi hanno chiesto se conoscevo un ostello. Mi hanno dato un foglio stampato da Internet con l’indirizzo dell’ostello. Mi sono guardato attorno, ho fatto un passo avanti, ho trovato il numero civico indicato sul foglio. Invece dell’ostello c’era una saracinesca chiusa di un negozio per animali. Ho preso tempo, ho detto loro in inglese Venite con me, andiamo a chiedere a quel bar se ne sanno qualcosa. Loro mi hanno guardato, hanno detto Oh, thank you so much! E hanno preso la direzione opposta. Ho pensato Forse è il caso che migliori il mio inglese. Poi ho ripreso la metro. All’uscita un signore spagnolo mi ha fermato e mi ha chiesto se sapevo dov’era Santa Maria Maggiore. Io ho detto Vada sempre dritto, poi a sinistra e ancora a sinistra. Ho usato tre o quattro volte la parola izquierda. Lui mi ha ringraziato felice ed è andato verso la direzione giusta. Ho pensato Sono proprio orgoglioso del mio spagnolo. Mi sono diretto verso casa mia. Sulla Tiburtina ho incrociato un gruppo di tedeschi in gita. Un uomo mi si è avvicinato e mi ha chiesto in inglese Noi stiamo cercando la via Tiburtina. Io ho detto Questa è la via Tiburtina. Stavo per dire Ma dove di preciso, la Tiburtina è abbastanza lunga, ma lui mi ha voltato le spalle e ha raggiunto gli altri. Ho pensato I tedeschi sono proprio maleducati. Poi, mentre camminavo, ho pensato Perchè oggi tutti mi scambiano per un ufficio informazioni?
Poi ho preso la macchina, ho messo You do something to me di Paul Weller e sono andato all’aeroporto.

 

28 Replies to “Evidentemente sulla mia faccia c’è scritto qualcosa che non sapevo, tipo: fidatevi di me.”

  1. ci sono quelle giornate… io ultimamente vengo scambiata per una promoter del comune di Firenze… L’informazione più richiesta è: dove posso trovare un supermercato? (chiesto nel pieno centro storico dove l’unico supermercato o sedicente tale è una Standa iperfrequentata e che non ha nulla, ma tanto sono stranieri..)

  2. ecco perchè bisogna vivere a roma.

    io qui ho vistosolo: sgarbi, ciccio franco e augias.

    altro che bardem.

    però una volta ho visto elio delle storie tese.

    vale?

  3. eh anche io ho i miei begli avvistamenti vip:i fichi d’india e morandi davanti a meopinelli e mammuccari che sprovoloneggiava con due fighette a testaccio… che culo!

  4. Però in tutti i casi ti sei dimostrato disponibilissimo a dare le informazioni stradali ai turisti, hai un futuro.

    Io faccio lo stesso, provo una certa soddisfazione a dare informazioni, perchè dimostro a me stesso che cavoli questa città ora, dopo cinque anni, la conosco bene.

    Vip avvistati tanti, il più bello e più degno di essere citato quello con Dario Fo, con cui ho scambiato anche due chiacchiere sul meteo (che originalità) e l’ho aiutato a digitare il numero di cellulare della moglie, visto che lui senza occhiali non vede un piffero.

    Quel regista che hai incontrato davvero un esperto conoscitore di attori..(comunque Bardem è spagnolo)

  5. Paturniosa: io l’ho sempre detto che Firenze è una città avanti. Davvero da voi si chiama ancora Standa? Io adoravo la Standa, mica quella cosa sciapa dell’Oviesse!

    Quadrilatero: izquierda vuol dire sinistra ed è una delle mie quattro parole spagnole preferite. Le altre sono demasiado (troppo), azucena (giglio) e sangria (sangria)

    Viadellaviola: quando dici “ciccio franco” intendi pippo franco vero? (spero). Comunque certo che vale Elio, e mi sa che vale molto di più di Bardem, inutilmente e vanagloriosamente lampadato…

    Desdina: le opere sono meravigliose, ma l’allestimento non mi è affatto piaciuto. Provinciale. Sembrava di stare ad una mostra del Dopolavoro. Comunque se non sei troppo lontana fattelo un giro, entro luglio. Almeno ti fai una gitarella a Roma.

    ColLa: che cavolo è meopinelli??? Mi son perso qualcosa mi sa. Sai che ti invidio per aver visto Mammucari e io no? Ma tanto tanto. Demasiado.

    Max: beh Dario Fo mi manca. Non fatico ad immaginare la scena di lui che non sa usare il cellulare senza occhiali…;) (Lo so che Bardem è spagnolo; è saltata la parola “Spagnoli” accanto a “sudamericani”. E a dirla tutta Gael Garcia è messicano quindi forse bisognerebbe dire centramericano. Tu che dici? 😉 Comunque grazie per la segnalazione!)

  6. So che non c’entra nulla, ma tra le peggiori “traduzioni” di titoli di film metterei anche questo (non l’ho visto né ci tengo, ma è notevole la fantasia del titolista): Fatti, strafatti e strafighe (titolo originale: Dude, Where’s My Car?).

  7. io ieri stavo per investire in motorino un giocatore della roma, per dire..

    comunque molto divertente la prima immagine che regali con questo post, il ragazzino ciccione che rotola appresso al pallone e il padre che lo guarda tenero e un po’ desolato

    (perché ciccione, poi? bah..)

    ciao caro

    luca

  8. @ Felson: F,SF&SF è uno dei film più deficienti che io abbia mai visto. E per questo mi piace. 😛

    Vero, traduzione pessima.

  9. Meo Pinelli è un bellissimo ristorante ambivalente che sta all’inizio di via tuscolana, fa angolo.

    E fuori è molto cinema style. Dentro un pò meno.

    Ci sono andato domenica coi miei, oltretutto.

    EVENTO!

    iSleepy

    iSleepy

  10. bhe, si… la Standa c’è, ma è solo alimentari… oltretutto quella dove mando gli stranieri (e dove ogni tanto sono costretta ad andare anche io) è sempre imballata di traffico e costa il triplo degli altri supermercati… 🙁

  11. Felson: diciamo che nella classifica ho messo film di un “certo” livello. Anche se in effetti anche quello che hai citato te lo è, di livello. E che livello!

    Luca: ciccione o non ciccione io dal balcone di casa mia non riuscivo quasi a distinguere quale fosse il bimbo e quale la palla. Comunque l’hai scampata bella. Non solo, come dice Quadrilatero, per i debiti, ma anche perché i tifosi t’avrebbero inseguito fino al Gianicolo!

    Max: questa non l’ho capita. O forse mi sono perso qualche cosa. Chi è la Paris Hilton de noantri? Quella specie di sosia della Pupa e il Secchione? Ti prego risolvi l’inghippo!

    Qaudrilatero: camarrones è fantastico 🙂

    Sleepy: potrei esserci già stato, ma non ne sono sicuro. Dipende a che altezza della Tuscolana: verso San Giovanni (per intenderci) o dall’altra parte? E poi: che vuol dire ambivalente??? “Un ristorante ambivalente” è pane per la mia curiosità. Cos’è: ristorante di pesce ma anche di carne? Ristorante ma anche ristopub ma anche ristodisco? Ristorante ma anche locale per scambisti? A naso direi l’ultima proprio no, se ci sei andato con i tuoi.

    Paturniosa: d’altronde, di chi è la Standa?

    Dario: stai scherzando, vero? Parliamo del finale? Parliamo di quello che sono riusciti a fare (e ri-fare) pur di svoltare un’altra puntata coi fiocchi? (Che fatica non spoilerare!)

  12. Toso lo-so che è una canzone invernale, invernalissima. Ma tu sai, vero?, che escursioni c’erano tre giorni fa a Roma? Giorno: maglietta. Sera: Piumino, maglione e sciarpa! Non per giustificarmi, ma a me, mentre guidavo sulla provinciale di notte con un freddo cane, di mettere le Pipettes non mi riusciva proprio! 😉

  13. Ambivalente nel senso che è self service ma anche ristorante, pub ma anche wine bar, bar ma anche cornetteria notturna.

    Anzi, se non ci sei mai stato e ci vuoi andare, organizziamoci che ci “meetiamo” là per un cornetto notturno, o un pranzo, o un bicchiere di vino o un caffè.

    iSleepy

  14. Si, TFM, è quella che dici te (oh, stai sempre sul pezzo eh!): una volta lehanno fatto vedere la foto del Dalai Lama e lei se n’è uscita con la storia che lo stava per investire con la macchina, a Milano.

    Beh, è una scena trash da manuale.

    Mica cotica!

  15. Sleepy: ma in questo posto regalano anche soldi? Sembra che qualunque cosa tu voglia, lì ci sia!

    Quadrilatero: hai svelato troppo!!! 😉 Dài, pensa a chi non ha ancora finito di vedere la seconda serie…pensa come ci rimarranno! (Come mi diverto…uau se ci sei batti un colpo)

    Max: LoL!

  16. …confermo che è impossibile scambiare Javier Bardem per Gael Garcia Bernal ( un regista cieco?!). E sottoscrivo che “Dude, where’s my car?” è il film più idiota nella storia dei film americo-idioti ( not another teen movie docet)…e infatti è geniale! Ashton Cutcher permettendo…un masterpiece del genere. ( ogni genere ha il suo).

    NoiVoiLoro

  17. Carissimo, sto volontariamente cercando di ignorare gli ultimi commenti “lostiani”. Perché altrimenti altro che un colpo, dovrei battere, sulle vostre teste. 🙂

    (Ah, finalmente mi sono loggato. O almeno credo).

  18. Nvl: che poi per me Dude è solo e sempre “Coso” alla Hurley!

    Uau: bell’avatar e bel profilo. mistero+mistero. A quando l’apertura di un bel blog? 😉

  19. Grazie! Ma in realtà non c’è alcun mistero (soprattutto nell’avatar, come ben sai). Il blog no, spiacente. Mi parlerei addosso. Sarebbe una noia mortale. E poi non mi piace leggermi. Meglio leggere te 🙂

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