A Napoli fa più caldo che a Roma.
1) Mi sono alzato alle 10, ho stirato un paio di jeans, ho fatto colazione, ho preparato la valigia e sono uscito di casa. Sono andato alla Stazione e mi sono diretto alla biglietteria automatica. Mentre facevo il biglietto –per caso ha una tessera di qualche tipo? preferisce posto finestrino o posto corridoio?- una zingara marmocchiomunita mi si è avvicinata e mi ha farfugliato qualcosa del tipo “xjhejhjhufhjrhjhrmf, ti porterà tanta fortuna”. Io ho detto di no, che stavo facendo una cosa importante –vuoi pagare in contanti o carta di credito?-, ma lei ha insistito e ha insistito un’altra volta. Al che mi sono girato e ho detto: “Di grazia, te ne vai?”. Se ne è andata. Al Forum di Termini, nella vetrina Benetton, ho visto un manichino con i capelli rasta. Era la prima volta che vedevo un manichino con i capelli rasta. Sulla banchina un uomo mi ha chiesto se bisognasse aspettare lì il treno per Calabria. Proprio così, per Calabria. Io ho detto sì. Lui ha detto ho il posto 74 sulla carrozza 6, sai dov’è la carrozza 6? Io ho detto quando arriva il treno te lo dico. Se ne è andato.
I due fidanzatini erano molto innamorati. L’ho capito perchè si sbaciucchiavano spesso. Ogni 15 secondi in media, direi. Li ho cronometrati. Dopo dieci minuti dalla partenza il signore seduto accanto a me ha cominciato a russare. I fidanzatini hanno cominciato a ridere. Io ho cominciato a ridere. Tutti abbiamo cominciato a ridere. Ma il signore non si è svegliato. A metà viaggio mi sono accorto che sull’altro lato del treno c’era un’altra coppia di fidanzatini. Non si sbaciucchiavano. Lei assomigliava molto alla fidanzatina che mi ha preso il posto. Anche lui assomigliava al fidanzatino. A 2/3 di viaggio ho capito che le due ragazze erano gemelle e anche i ragazzi. Erano due coppie di gemelli. Mi ha fatto impressione. A un certo punto il capotreno ha cominciato a parlare al microfono e ha detto Buongiorno sono il capotreno. Ha annunciato le fermate intermedie e ha nominato anche ViboValentiaPizzo, così tutto attaccato, senza distinzione. Ho pensato che prima o poi voglio mangiare il gelato di Pizzo. Io ho molte amiche di Vibo Valentia. Tre. Anche se una effettivamente è di Zambrone che è sempre della stessa provincia. Questa ragazza di Zambrone assomiglia ad Anastacia. Quando gliel’ho detto non l’ha presa benissimo. Ho scoperto poi che il t9 del mio telefonino ha in memoria la parola zambrone. Mi ha fatto impressione.
3) Poi sono arrivato a Campi Flegrei. La prima cosa che ho pensato è stata: io qui ci sono già stato. Ma non ricordo quando. La seconda è stata: ho visto Napoli. E ora?
Poi sono arrivato al Bed&Breakfast che ho preso per i primi due giorni. La tipa che gestisce il B&B mi ha chiesto cosa io sia venuto a fare a Napoli. Voleva farsi un po’ di cazzi miei. Io non avevo molta voglia di dirglielo, ma alla fine l’ho fatto. E ho detto anche altre cose, tipo che sono qui perchè devo fare uno stage in una casa di produzione. Lei non si è arresa. Ha chiesto: ah che bello, come cameramen? E io: no, come sceneggiatore. E lei: ah che bello, bisogna rinnovare gli interni o gli esterni? E io: eh? E lei: in effetti qualche ritocco alla scenografiaci vorrebbe. Le ho chiesto a che ora servono la colazione. Mi sono chiuso in camera e non l’ho più voluta vedere.
4) Poi ho preso la metro e sono sceso alla fermata Montesanto e mi sono incamminato per le stradine di Napoli. Avevo la cartina in tasca, ma non l’ho aperta perchè avevo paura che qualcuno avrebbe potuto capire che ero un turista sprovveduto. Così mi sono perso e dopo tre quarti d’ora sono finito a Via Toledo. E poi mi sono riperso. E quando ho chiesto dov’è via Toledo nessuno mi ha saputo aiutare. Qui si chiama Via Toledo, ma tutti la conoscono come Via Roma. Forse nella loro lingua Roma si dice Toledo. Mi sono chiesto: Chissà se un napoletano va a Toledo in Spagna che succede.
Poi sono arrivato a Piazza del Plebiscito. In tv al Festivalbar sembrava più grande. E poi a via Chiaiae poi sono tornato indietro alla metro. Avevo fame. Ho cercato una pizzeria. A Napoli. Non l’ho trovata. Sono andato a finire in un pub: panino con il wurstel. A Napoli.
5) Poi sono tornato al Bed e ho acceso la televisione. Ho scoperto la lista dei cantanti che vanno a Sanremo. Sono solo 20. I big. C’è Milva. C’è Daniele Silvestri con una canzone chiamata Paranza. Ho pensato a Saviano che parla di paranza. Ho pensato a Napoli. Io sono a Napoli ora. Poi ho sentito che in gara c’è anche Paolo Rossi. L’attore. Credo. E poi i Pooh padre e figlio. E poi Piero Mazzocchetti. Ho pensato: chi cazzo è Piero Mazzocchetti.
benvenuto a napoli, tesoro mio!! in bocca al lupo e non ti preoccupare…la pizza te la faccio mangiare io una di queste, okkè??
bon courage…e statt’accuort!
J.
guarda che oltre a tua mamma le devi dire anche a me le novità in anteprima!!
N.
nda: ok ok ci conto!
J: ok!
N: ok! Non sai che novità!!!! E non sai quanti ne ho visti oggi passare sotto i miei occhi! 😉
Ricordo ogni istante di quel nostro esordio partenopeo. Anche lo schifo di tempo che c’ha accolti. E un’insolitamente buia Piazza del Plebiscito. E quel panino letale che ancora non ho digerito (era buono, però). Comunque mi spieghi una cosa: ma quanto cacchio hai scritto durante questo mese??? Mi sono ritrovato con diecimila post inediti da leggere!
UAU
P.S.: in confidenza: non ti manca un po’ l’altronico, con la sua gioiosa verbosità e i suoi colpi di gomito? 😉
No, non mi manca per niente!!!! 😉 anche se alla fine mi stava simpatico…