Felici così

Tim Burton e Helena Bonham Carter si separano. A me piace ricordarci così, felici tutti e tre: Tim che mi tiene la porta della Cinémathèque, Helena che fa una foto a Tim e io che faccio una foto a Helena che fa una foto a Tim. Rewind.

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Fare l’abbonamento alla Cinémathèque. Questo a dicembre, alla voce Buoni Propositi 2012. Poi: una cosa un procrastino, e non se ne fece niente. Qualche giorno fa, subito dopo aver ascoltato alla tv François Hollande urlare Je suis prêt, vive la France, vive la République!, ho deciso che il momento era abbastanza solenne per prendere la 6, scendere a Bercy, farmi quei trecento metri a piedi, spingere la porta a vetri, entrare nella sala quasi vuota con solo alcuni anziani a caccia di caldi pisolini, rivolgermi al tipo all’accoglienza e dirgli: Salute, io amerei bene fare l’abbonamento, se a voi vi piace.

Eccomi qua. Il tipo dell’accoglienza mi guarda come si guarda chi ti sta rompendo enormemente le palle. Specchio riflesso. Mi porge distrattamente il questionario da riempire e si rivolge con lo sguardo a qualcuno che sta alle mie spalle, trattenendo lo shignazzo. Io, che sono secchione, ho già riempito il questionario, e ora glielo porgo, un po’ offeso per questo atteggiamento poco professionale e bòn. Il tipo dell’accoglienza inizia a scrivere i miei dati al computer ma continua a guardare alle mie spalle, emettendo strani suoni gutturali.

Insomma mi volto pur’io, vediamo che cazzo c’avrai da ridere coglione, e vedo un gruppo sparuto di persone composto da: una signora grassa anziana, un altro uomo anziano, un uomo dai capelli scombinati che pare appena alzato dal letto e una donna che pare uscita dalla facoltà di Sociologia a Roma nel 2002 (gonna lunga, stivali neri, calze a righe colorate calzedonia, occhialoni neri, capelli ricci tinti male e un cellulare fucsia). Tutti stanno guardando il soffitto. La donna col cellulare fucsia scatta foto a n’importe quoi: scritte, poster, il vuoto. I soliti turisti scemi che scattano foto a cazzo per dare un senso al proprio status di turisti. Mi rivolto verso il tipo dell’accoglienza e l’occhio mi cade su un volantino che parla della prossima esposizione che partirà a marzo. Il sangue mi sale al cervello, mi volto di nuovo verso il gruppo di turisti, poi ancora verso il tipo dell’accoglienza e, mentre il flipper fa BIN BIN BIN che tutte le palline sono andate al loro posto, urlo: EHI MA QUELL- Il tipo dell’accoglienza mi interrompe bruscamente: SHHHHH! Io, ok, faccio silenzio, e

sì, proprio così: Tim Burton e Helena Bonham Carter. Mi agito moltissimo in silenzio, qualsiasi cosa voglia dire l’espressione agitarsi moltissimo in silenzio e comincio a farmi un sacco di pippe mentali sui Significati Reconditi che il Destino ha voluto buttare in questa vicenda di me che non metto piede alla cinémathèque da un sacco di tempo e ci torno giusto oggi che i miei nuovi amici Tim e Helena sono qui a fare il sopralluogo in vista della beatificazione primaverile. Intanto il tipo dell’accoglienza mi ha già scattato una foto con la webcam, mi ha già stampato la carta annuale e ora mi saluta così: A Riverderci, signore. È un attimo, metto la carta nel portafogli, Tim e Helena si dirigono verso l’uscita, io appresso a loro appiccicato, così che Helena esce per prima, Tim per secondo e io per terzo e Tim è costretto a tenermi la porta (Tim! Burton! Mi! Tiene! La Porta!) e poi usciamo nello spiazzo antistante e ho quella smania di noi persone perbene quando incontriamo i Registi Culto e non sai che fare e insomma niente, faccio la cosa più ovvia: scatto una foto a Helena Bonham Carter che scatta una foto a Tim Burton.

(Poi)

(Al ritorno Helena e Tim faranno la Serata Foto e Filmini Delle Vacanze e al momento di quella foto qualcuno chiederà: Ma chi è quello strano tipo tutto agitato sullo sfondo che-vi-sta-facendo-una-foto?, e Tim dirà: niente, un pazzo).

Ciao Tim, ciao Helena, fu bello.

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(post trasmesso il 24 gennaio 2012)

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