Le locandine che (forse) imbarazzano Jean Dujardin
Riconoscete l’attore a sinistra? È Jean Dujardin, quello di The Artist, il forse-vincerà l’Oscar, quello passato dal nulla a tutto senza passare dal via. Bene, da qualche giorno Parigi e la Francia sono tappezzate di locandine come queste, che pubblicizzano l’uscita a fine mese del suo prossimo film, Les Infidèles. Immagini esaustive, o devo tradurre? Il punto è che c’è stata una certa polemica e a quanto pare da ieri le locandine sono state ritirate in quanto “lesive della dignità della donna”. Ok. Non solo. Sentivo ieri in radio che qui a esagono comincia a serpeggiare un filo di inquietudine: non è che questa faccenda rischia di penalizzare il nostro Gianni Del Giardino nella corsa alla statuetta togliendoci il gusto di poterci bullare per i prossimi due secoli? (Stanno male, tutti).
Com’è come non è, pacchi di pubblicità per un film a episodi (sono tornati! i film a episodi!) che probabilmente farà casser la baraque. Les infidèles è concepito come insieme di lunghi sketch firmati da registi vari, tra cui Michel Hazanavicius (sì, quello di The Artist, ancora lui), Fred Cavayé (Pour Elle), e gli stessi Dujardin e Gilles Lelouche (quello a destra) nel triplo ruolo dunque di registi, attori e sceneggiatori. Nel cast anche Guillaume Canet e un manipolo di discrete attrici-di-quelle-che-il-botto-però-non-lo-fanno-più. Ma il nocciolo della faccenda è che trailer e teaser vari non promettono nulla-ma-proprio-nulla di buono. Manca solo la saponetta di De Sica e Boldi. Bof. On verra.
Forse era meglio calare un silenzio dignitoso.
Con un bel film muto, insomma, si vince, quando inizia la parola, unia alla pochezza di idee, non so.
Comunque il mio film preferito e’ La Doublure, che in inglese hanno tradotto The Valet.
In Italiano l’han tradotto “una top model nel mio letto” ed io pensavo che fosse una cosa tipo American Pie e non lo andai a vedere.
Per dire che tra un film e come lo si vende ci puo’ essere differenza.
Purtroppo questi sono i film marchetta che anche i migliori fanno. Magari un po meno volgare di Boldi De Sica, però. Diciamocelo, comunque, anche il cinema francese non è più quello di una volta. C’est daumage.
Paola