Ah, i famosi interisti (tenetevi pure quello scudetto: ciò che conta è che Noi Sappiamo che Voi Sapete)

Previously on Lindo Moratti Immacolato

Quelli dei passaporti falsi
Quelli delle plusvalenze
Quelli che facevano pedinare boh seguire boh intercettare i propri giocatori
Quelli che nel 2006 urlavano ai quattro venti Noi Onesti In Questo Mondo Di Ladri
Quelli che, chissà com’è, le intercettazioni che li riguardavano, sono, Puf, sparite, e Puf, ricomparse in tempo per quella panacea chiamata prescrizione
Quelli che ricevettero, garruli, dalle mani di un loro ex dirigente, uno scudetto che loro non era, per tanti motivi
Quelli che, a precisa domanda Ma come la mettiamo con le intercettazioni?, non rispondono nel merito, ma anzi spostano l’attenzione su chi non c’è più (Giù le mani da Facchetti! Facchetti era una persona perbene!) (Infatti, Facchetti era una persona perbene, ma anche lui faceva le telefonate: ci sono le prove, non ci provate)

Insomma: loro si tengono sulle maglie, è ufficiale, lo scudetto del 2006, scudetto che, tra le altre cose, non è stato possibile revocare perché ufficialmente mai assegnato (?).

E mentre leggevo le notizie, facendomi anche molte risate, e mentre scorrevo il mio google reader mi sono venuti in mente quei due giornalisti italiani, ai primi posti dei miei feed, molto famosi, molto interisti, molto antiberlusconiani, molto prolifici, che in questi ultimi giorni hanno ben pensato di non dedicare manco mezza riga a questa vergogna tutta italiana (Non sono gli unici, sia chiaro, anche i principali siti di informazione e i svariati superblog che tanto si bullano di stare sul pezzo ignorano la faccenda, chissà perché). Ho riso ancora, pensando a questi due giornalisti, perché a mio avviso, io che berlusconiano e interista non sono, il potere dell’uno – Berlusconi – e dell’altro – Moratti – mi pare abbiano molto in comune: ramificazioni, incistamenti, collusioni, prescrizioni, conflitti di interessi. Addirittura stesse reazioni pavloviane (“È un complotto!” “Abbiamo la stampa contro!”), talmente grossolane da far pensare: come riuscire a conciliare le indignazioni urlate di un caso e i silenzi mediocri, dell’altro?

Già, il tifo. Come andavamo assicurando nel 2006, non tutti gli juventini sono disonesti e così, per le stesse, perlomeno, probabilità matematiche, non tutti gli interisti sono complici di questa palese ignominia. Ne conosco molti che si vergognano come dei ladri e che, per esempio, di quello scudetto non ne vogliono sapere nulla.
Sarebbe bello che non solo Agnelli Andrea, ma anche altre personalità del calcio e dello sport in genere, certamente non compromessi, andassero fino in fondo e chiedessero giustizia, non tanto per aggiungere un tricolore in più in bacheca, chi se ne frega, quanto per sancire  un diritto troppo spesso fatto a brandelli: quello di noi tutti a non essere presi in giro. Fate quello che volete, ma almeno non trattateci da imbecilli. (Noi, gli altri, da imbecilli non vi trattiamo, anzi: Sappiamo che Voi Sapete, e questo ci basta).

Ma alla fine, cosa rimane di tutta questa vicenda?

“La Juve non ha ancora smesso di pagare. Ha perso due scudetti e ha perso una squadra da scudetto. Forse molto di più. E’ stata persa la concezione di una squadra vincente e non per forza disonesta. L’Inter ha vinto l’anno dopo con gli acquisti di Ibrahimovic e Vieira dalla stessa Juve. Questo pesa particolarmente adesso. La vera Juve non è più esistita. Io credo fortemente che la Juve andasse colpita e limitata nella larghezza con cui l’aveva concepita Moggi. Ma questa Juve ha pagato troppo. Sei stagioni dopo si sta ancora ricostruendo quello che fu distrutto allora. Questo non ha niente a che vedere con la colpevolezza di Moggi, ma con una serietà di giudizio che a me sembra mancata […] Gli effetti della condanna durano ancora e sono troppo lunghi, vanno oltre i termini del giudizio. La Juventus come grande squadra va reinventata. Non era questa la ratio della condanna. Si voleva punire una squadra, non tutte quelle che l’avrebbero seguita”.

Così lo scorso 13 luglio scrisse sul proprio blog Mario Sconcerti, che certamente non è malato di tifo, e a cui dobbiamo, su questa vicenda, svariate analisi lucide. Le uniche, probabilmente.

3 Replies to “Ah, i famosi interisti (tenetevi pure quello scudetto: ciò che conta è che Noi Sappiamo che Voi Sapete)”

  1. Forse l'analisi di Sconcerti è esagerata, perché soprattutto negli ultimi tempi la juve si è autopunita da sola – dirigenza ridicola, acquisti farlocchi, o privi di raziocinio a livello di ruoli – e mi pare continui – sono curioso di vedere il 424 di Conte con Pirlo a centrocampo…

    E sarò onesto, vedere Moggi invitato in programmi sportivi mi fa ribrezzo. Certo è pur vero che tra criminali in tv e in parlamento, dovrebbero disturbarmi di più i secondi.

    Tuttavia resta questo "orgoglio interista" da bava alla bocca, che invece di placarsi si sta trasformando in dogmatismo religioso. E sono serio, perché è preoccupante, e l'ottima analogia Berlusconi-Moratti che hai fatto pesa come un macigno sul Paese, nonostante nessuno abbia il coraggio di scriverlo su una grande – o conosciuta – testata. L'unico nome è Andrea Scanzi, poco tempo fa. Sommerso dagli insulti, ci mancherebbe!

    Io direi che dovresti farti avanti, proporre un articolo, provarci, perché è un'analisi lucida e oggettiva. Merita davvero visibilità, diffusione.

    Per tornare alla mia analogia religiosa, non potendo santificare laicamente Moratti – in quanto vivo – gli interisti sono stati pronti a sfoderare il cadavere, che per ora è più uno scheletro nell'armadio. Ma davanti all'integralismo la ragione cade.

    M.P.

  2. Già, una Juve incapace di pensare di vincere fa male a tutto il calcio italiano, non solo a lei.
    Ma un'Inter arrogante fa male a tutto il calcio, ma non solo a quello italiano.

  3. *Marco: sì, è vero, il fallimento degli ultimi mercati juventini è imputabile solo alle incapacità degli ultimi dirigenti. Ma rimane lo smantellamento di quella Juve stellare sull'onda dell'emotività del 2006 (diciamo che mi sono riservato per la fine del post qualche consolazione da tifoso).
    Su Moggi la penso come te, quelli che associano il ristabilimento della verità (e cioè che l'Inter non era Linda) alla riabilitazione di Moggi mi fanno ridere uguale: sono due cose che non possono stare assieme.
    Non conoscevo il pezzo di Scanzi, mi dimentico sempre di seguirlo con maggiore costanza (recentemente ho beccato un suo articolo sul tennis, forte).
    Analogia Moratti-Berlusconi: è talmente lì, sotto gli occhi di tutti, che i motivi di questa "tutela" morattiana vanno cercati altrove. Lui dice che non si aspettava di avere la stampa contro: ahem, certo, come no. Spero che prima o poi qualcuno con vera visibilità si e ci dia una svegliata. Possibilmente non alla solita "italiana" cioè dall'altare alla polvere in venti minuti. Sia mai che poi mi tocca difendere l'Onesto.

    *Virgh: la morale mi sa che è una sola: il calcio italiano non esiste più. Il resto, resiste.

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