Non tutti i giugni riescono col buco: Francesca Schiavone comunque ammirevole, onore a Na Li
L’anno scorso ero a Budapest, un sabato afoso, una bettola, una birra e Francesca Schiavone sul tetto del mondo.
Quest’anno. Non sono abbastanza italiano – e scaramantico, e ricco – da rifare le stesse cose, stessi luoghi, etc. Però ero qui, qui nel senso di Parigi, casa mia, una tazza di fragole. Ero al Roland Garros mercoledì, ci sarò domani. Si respira una bella aria, al Roland Garros.
E non sono abbastanza italiano nemmeno per prendermela con l’arbitro, completamente inadeguato, che sul 6-5 ha negato un punto decisivo a Schiavone – malgrado l’occhio elettronico, ma che ce l’hanno a fare poi, se non lo usano, desse ragione all’italiana – e nemmeno per coprire di contumelie la cinese Na Li: questa massiccia donnina bisillaba è stata, semplicemente, perfetta. Ha condotto tutti gli scambi dall’inizio alla fine, ha dominato la partita relegando Schiavone all’angolo. Come aveva già fatto in semifinale con la rediviva Maria Sharapova.
Il punteggio finale (6-4, 7-6) non è stato così severo solo grazie all’incredibile carattere della Schiavone, reduce da 13 vittorie su 13 nel più importante torneo del mondo. C’è stato un momento, solo un momento (dal 2-4 sotto al 6-5 sopra), in cui il destino del match poteva cambiare ma no, niente recriminazioni. Na Li, già finalista agli Australian Open, non una carneade, malgrado l’età, è stata solida, profonda, sicura, bella a vedersi.
Non so se Francesca Schiavone riuscirà a mantenersi a questi livelli. So però che in questi 12 mesi ha scritto una delle pagine più intense del tennis italiano. Potervi assistere, tra visioni smozzicate, rincorse in giro per l’Europa, streaming, commenti in lingue sconosciute, urla, sofferenze e vari post su questo blog, beh, è stata una meraviglia. Una di quelle meraviglie che solo il tennis poteva regalarmi.
peccato, un po' c'ho creduto. Brava Francesca comunque.
si però era FUORI, e si vedeva ma proprio da lontanissimo, fra l'altro era pure in un momento in cui col sole in controluce si leggeva l'impronta tonda sulla terra. Però come dice Francesca, il tennis è così uno vince l'altro perde, chapeau.
Michele
ps sarei curioso di sapere cosa fa adesso Michael Chang, ricordi il leggendario incontro con Lendl?
era fuori, sì
comunque la bisillaba è stata più forte
amen
Alla giudice son girate da subito, quando la Schiavone l'ha fatta aspettare in mezzo al campo per due minuti.
P.