Hereafter: senti Clint Eastwood, amico nostro, datti una calmata

hereClint, ho capito. Scusa, per un attimo, uscito in strada germanopratina, ho dubitato, ma poi ho avuto l’illuminazione. 

Tu! Tu Clint! Tutto quello che hai fatto nella tua carriera, lo hai fatto per unico scopo: poter dirigere in santa pace Hereafter e fregartene di tutti. Così, appena qualcuno viene, verrà, sarà venuto a tirarti per la giacchetta chiedendoti, sommessamente: Scusa Clint, tutto bene, sì?, tu poi puoi, potrai, avrai potuto tranquillamente guardarlo dall’alto verso il basso con quell’espressione che solo tu e umiliarlo col tuo tono di voce che non si capisce un cazzo: Ehi stronzetto, vuoi che ti stampi il mio curriculum in triplice copia?

Bella mossa, Clint. Certo, po’ tortuosa, eh, ma bella mossa. Che ti dobbiamo dire, per questo Hereafter? Niente Clint, tu te la comandi come ti pare. Suoni anche le musiche!

Pariscope, il giornaletto a 40 centesimi con le sinossi dei film, lo riassume così:

Le réalisateur de “Gran Torino” en quête de réponses aux questions existentielles.
Ecco appunto: le domande sono sempre le stesse, le risposte ognuno ha le sue.
Una vita dopo la morte: crederci o non crederci, questo è il problema.

E se la scena tra Matt Rosemary Altea Damon e la figlia di Ricky Cunningam, quella di lui che imbocca lei che intanto è bendata e giocano a Indovina che cosa ti metto in bocca e poi anche a parti invertite, insomma, se quella scena l’avesse girata, che ne so, Gabriele Muccino? Apriti cieloh!

Ok, facciamo finta che ci crediamo: esiste la vita dopo la morte, esiste gente capace di mettersi in contatto con la gente morta così, semplicemente toccando, prendendo la scossa. Ok, fatto, ci siamo concentrati: è vero! Ma, caro Clint, scusa eh, faccio una domanda così per fare mica per niente: ma se stiamo parlando di gente morta e di emozioni e di immedesimazioni (poverino! ma che farei io al suo posto?) ecco, insomma, perchè lanci il sasso e poi nascondi la mano? Perché questa voglia di raffreddare tutto? Avevi paura, Clint! Tu! Clint! che poi ti confondevamo con uno di quei film che facevano una volta al pomeriggio su Canale 5, quelli che iniziavano con parole come Scelta, Madre, Dolore? Clint, non vorrei dirtelo, ecco, insomma, scusaci, ma noi l’abbiam pensato lo stesso: oddio forse ho sbagliato sala! Forse ero confuso e sono finito al cineforum del centro ricreativo per gli anziani di Odéon!

(E poi il finale! Clint! Tu!)

Senti Clint, io e te dobbiamo parlare. Quanti anni hai, ottanta? Ecco, potresti essere il nonno che non ho mai avuto. Clint. Ho letto che stai per fare un musical, con Beyoncè, il reboot di A star is born. E poi, contemporaneamente, stai anche preparando un biopic con Leo Di Caprio nei panni di J. Edgar Hoover. Insomma, un furetto impazzito. Ecco, Clint, io volevo dirti che non ci devi credere a quello che ti dice George Lucas. Non è vero che l’anno prossimo finisce il mondo, quelle sono cose che dicono per farci andare al cinema e chiuderci in casa che gli immigrati stuprano. Quindi fidati, fidati di me che ti parlo come un nipotino: Clint, calmati! Vattene in pensione!

18 Replies to “Hereafter: senti Clint Eastwood, amico nostro, datti una calmata”

  1. Ecco, bravo… Ma vogliamo parlare dei fili visibili delle marionette, degli scatti più che evidenti di una trama che gira inutilmente su se stessa, dei personaggi che a caso si trovano sottoterra per un'esplosione, delle bambine che muoiono e chissenefrega tanto ci sono ancora i braccialetti in tasca, della clinica sfizzera (no, Novi), di un climax che parte da uno tsunami e finisce alla fiera del libro di Londra? E poi magari pure di tutti quelli che gridano al capolavoro incompreso…
    L.

  2. Che poi mica bisogna andarsene per forza in coma per sentirsi sospesi e vedere la luce e la pace dei sensi etc… basta una ricca dose di morfina o più semplicemente una bella anestesia totale.
    estia

  3. il finale roseo passi pure, la vita è una cosa meravigliosa
    la benedizione medico-scientifica invece è imperdonabile
    ciao

  4. Ma TFM, a te ti ha rovinato il vaporoso vuoto della Coppola! Inizio trascinato, è vero, diciamo pure metà film, ma attori misurati, personaggi realistici, ironia sugli stereotipi (la nuova annunciatrice parigina o i londinesi tutti dickensiani), punte di eccellenza ("ma ci sei andato a letto?", "ma dai che dici"), qualche bruttezza (la dottoressa svizzera, mamma mia) e una ricerca umana ma non pretenziosa della profondità. Peccato per la colonna sonora. E comunque, anche fosse, Thierry Neuvic forevah lovvo tivvitibbì. Aaah.

  5. Clint, TFM è solo un po' incazzato. Lascia perdere la pensione, ma fa' che il prossimo sia di nuovo in capolavoro
    ottanta/cento

  6. Grande tieffemme, concordo. Delusione a palla, pessimismo e fastidio, personaggi senza senso (il cuoco italiano! La piccola cunningham che si iscrive al corso di cucina per incontrare un manzo single e, toh, manco in tempo a entrare che si ritrova a imboccare Matt damon!)(con tutto che matt damon è un cesso)(oh, avessi conosciuto mai un matt damon, e sì che ne ho fatti, di corsi) ma soprattutto, per usare un termine di pregnante attualità, dov'è il contraddittorio???? L'editore che deride l'odiosa tipa ma poi cambia idea dopo trenta secondi non si sa perché? Ma daiiiiii!
    LB polemica

  7. non sono d'accordo.
    Non è un capolavoro ma è anche vero che ci hanno rimesso le mani un sacco di volte e se clint ha voluto passare il tempo cercando di dare un senso a quella cosa anzichè andare alla bocciofila, ben venga.
    Ad avercene di anziani così, capisc'amme.

    Che poi la vita dopo la morte è solo un pretesto, in realtà è la vita al di qua della morte che interessa, di come la morte la influenzi, secondo me, il punto non è certo se esista l'aldilà.
    Paola.

  8. Ciao TFM.
    Io su (aperte virgolette) Vanity Fair (chiuse virgolette) avevo letto questo (penna della Bignardi):

    " Sono andata a leggere che cosa se ne è detto in America: salta fuori che quel che in Italia viene celebrato come un capolavoro a scatola chiusa in quanto firmato Clint Eastwood, è in realtà un film controverso, con una genesi piuttosto contorta: la DreamWorks avrebbe comprato uno script di Peter Morgan, ma di fronte alle perplessità del produttore esecutivo Steven Spielberg Morgan l’avrebbe più volte riscritto, salvo poi ripristinare il finale originario. E dopo la scissione dalla Paramount la DreamWorks avrebbe convinto Clint Eastwood a occuparsi della regia, cosa che ha accettato di fare supervisionandolo con la sua casa di produzione, la Malpaso.

    Insomma, non proprio un progetto che sgorghi puro e limpido dal cuore dell’ottantenne Clint in vena di riscatto spirituale, come ce lo stanno facendo passare in Italia."

    L'articolo completo qui:
    http://barbablog.vanityfair.it/2011/01/11/sicuri-che-il-grande-clint-sia-questo/#comments

    Ciao TFM Fair.
    🙂
    Elena

  9. *L: io penso questo. quando fai un film con tre storie che corrono pe' cazzi loro per tutto il film, allora poi il modo in cui le fai le fai convergere è fondamentale. se il "modo" è la fiera del libro, ecco.

    *Estia: o anche, volendo, qualcosa di più prosaico 😀

    *Pattie: almeno è bravo, diamogliene atto, mica come il suo ex sodale

    *Yet: ok, sarà meravigliosa ma tutto un filino meccanico, con un incolpevole bambino usato come manovratore di marionette

    *Belg: sei il solito complottardo comunista! ah! senti belgicco, visto che stai in fregola con thierry, ti dico a) che di recente ha fatto il compagno di santamaria in una fiction terribile che è "le cose che restano" (sicuramente l'avrai persa, tu che sei snob) e b) ce l'hai mica mafiosà da passarmi che non riesco a trovarlo da ninguna parte? (se non sai cos'è mafiosà ti meriti una fornitura a vita di film della coppola)

    *Ott: ehm, va bene, ma solo perché sei tu (secondo me Clint alterna minchiate a capolavori, e ovviamente l'età non c'entra nulla. Gran Torino è meraviglioso, per dire, e per ora lì s'è fermato)

    *LB: sì, ecco, diciamo che i "guarda caso" si sprecano ma soprattutto, cosa poco perdonabile, si "notano".

    *Paola: bah, io credo che la questione "aldilà" c'entri, visto che è il motore di tutti e tre i personaggi principali. certo, c'entra anche come la morte influenzi la vita, ma questa interpretazione, peraltro interessante, sono convinto che dipenda molto dal fatto che è un film di clint. la mia sensazione è che se l'avesse fatto un regista ritenuto mediocre o sconosciuto, l'avremmo tutti liquidato in due parole. ovviamente è un'impressione, e come tale, non dimostrabile 🙂

    *Elena: non avevo letto il pezzo di bignardi, ma quello di suo marito 🙂

  10. Io non vado a vederlo. Voglio ricordarlo con la million dollar beibi, che scriverla, una sceneggiatura così.

    P.

  11. Mafiosà boh, darò un'occhiata nei commerci belgicani, ma ci tengo a precisare che le precedenti coppolate mi son piaciute. Le fictions invece son come gli smileys e il sushi, banditi a prescindere. Siete cattivi col Clint, è un film che trasuda debolezze umane e bisogno d'amore (certo che la locandina non aiuta). Per colpa tua ci sarà gente che si priva del passaggio Thierry-Neuvic-tra-le-lenzuola / tsunami, sentiti un po' responsabile eh!

  12. eheheh bel post. condivido molto. ma attendo anche fiducioso J. Edgar, che secondo me smentirà le cadute. Invictus è stato un vero smacco, una schifezza carica di retorica che con Clint c'entra un tubo. Hereafter segna secondo me una lieve ripresa, anche se annaspiamo ancora abbastanza. Però, come dire, pare si inizi a vedere la luce, anche se non si capisce – io ancora non mi spiego – che cavolo c'entra il cinema di nonno Clint con quelle sequenze emozionalmente ricattatorie che poi non commuovono nessuno.

  13. Non credo sia necessaria una sospensione dell'incredulità per potersi godere una storia come questa. Non devi per forza "credere" è sufficiente "credere che i personaggi credano".

    P.S.
    Elena ho letto il commento della Bignardi…
    sarà possibile recensire un film e non rendersi conto che la mamma non era alcolizzata o almeno non solo, ma eroinomane? Bah.

    #3

  14. Il finale non è criticabile.
    Quel povero pezzo di legno di George/Damon per tutta la vita ha sognato una situazione come quella, mai avuta a causa della condanna che gli gravava addosso e che gli rendeva impossibile ogni rapporto.
    E persino una infallibile situazione "mucciniana" è andata a farsi fottere.
    Quindi che si becchi un finale non da solo, perché non solo nell'aldilà non si è soli :marzullo:

    P.S.
    E sto parlando di altro, non di lieto fine che noia, finale amaro bello e viceversa, a secondo della giornata.

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