Roma non può essere vero

piazzapopolo
Me lo deve dire il tg di France 2, mentre mangio, appena tornato, senza forze, le mani spaccate dal freddo, me lo devono dire gli altri che Le Caiman sauve sa peau e che quella che vedo è la mia città, la città in cui ho vissuto dieci anni e dove molto brucia. Brucia, Roma. E io vorrei essere là, vorrei esserci dentro. Perché c’è questa foto, e questa traversa, ci arrivi da Piazza del Popolo, o da Piazza di Spagna, e ci sono arrivato, da un lato e dall’altro, tante, troppe volte, un paio di vite fa, ci lavoravo, in quella via, e ora vedo questa foto e vedo quella via e il fuoco e il fumo nel cielo, ho mangiato in quei bar, preso caffè al volo prima di iniziare a lavorare, in pausa dal lavorare, ricordi di estate, di sorrisi nervosi, di maniche corte e pranzi al buffet e luce, tanta luce, vedo questa foto e penso ad altra gente, gente che sta nelle case e negli uffici e penso che dunque è così, io dietro un vetro a guardare la mia città mentre brucia, e mi vengono in mente mio padre e mia madre quella volta nel 2003, quella volta not in my name, e quanti eravamo? migliaia, decine di migliaia, e mio padre e mia madre al telefono a dirmi stai attento, e mi vengono in mente perché ora sono io quello lontano e mi viene da dire a quei ragazzi, a quelli che stanno lì, in mezzo, a giornalisti, fotografi, uno a uno, stai attento, state attenti, non è così che deve andare, Roma non può essere vero, mentre io me ne sto qua, qua che non è tutto bello come sembra, che la vita a volte fa schifo ovunque e dappertutto, e io me ne sono andato, sono venuto qua, a dare i pugni contro il muro, giorni che alla fine ti trovi alle dieci di sera a dare pugni contro il muro per sentire qualcosa, e poi, perché non basta, vedo questa foto, io dietro un vetro, vedo questa foto e non posso credere che tutto sia così semplice e lineare, che i manganelli da una parte e i sassi dall’altra, che nessuno poteva immaginare l’ovvio, e cioè che se si comincia con le zone rosse poi si finisce così, per forza, non posso credere che poteva scapparci il morto!, non posso credere il ministro degli interni non abbia nulla da dire, non posso credere che il sindaco di Roma non abbia nulla da dire, non posso credere che si discuta di uomini con la pala in mano e pistole vaganti, no, non posso credere che sia tutto così semplice, la mia città sfigurata, cose che bruciano, il misero destino degli uni che diventa il tragico destino di tutti, intrecci di vite irrimediabilmente senza orizzonte, non posso crederci eppure è così: fa male, malissimo, l’Italia vista da lontano. 

11 Replies to “Roma non può essere vero”

  1. e io non ci credo. e non ho guardato tv ieri nauseata da tutto. e dal virus che forse non è un virus. è una malattia strisciante che tutto prende.e non so a chi credere e credo in quello che scrivi. che se non ci credi tu. lo faccio io.

  2. Naah.
    Fa male un po', ma appena decidi di fottertene e lasciarla andare in vacca stai subito meglio. Come quando finisce una storia.
    Clem

  3. Terribile.
    E mi viene subito in mente: come lo spiego, tutto questo, in classe?
    Hanno dodici anni, sto insegnando loro di guerre e paci e leggi e giustizia e costituzione ed educazione civica.
    Come spiego quello che sta succedendo?

  4. Mi sembra di essere a un punto di non ritorno. Tra il governo che vince (anche solo per 3 voti, ma sempre voti sono) e quelli che in teoria tentano di far capire che in questo paese non va, e voglio cambiarlo, passano dalla parte del torto non risolvendo nulla, avvantaggiando solo il dislivello tra noi e Loro. I telegiornali parlano solo di danni, non dei motivi della protesta iniziale, quella pacifica; per paura di rivelare ai cechi ,che cechi non sono, la verità, i fotogrammi della protesta civile non vengono neanche mandati in onda, e l'informazione non arriva.
    Sono una studentessa di liceo, e la protesta è come non ci fosse mai stata.

  5. Da Genova i n poi le manifestazioni sono diventate un palcoscenico nel quale gli attori inconsapevoli sono manovrati dalla politica attraverso le guardie infiltrate, così che la protesta svanisca tra i fumogeni. Le persone, quelle stesse che si sono fatte ingannare dalla tv del biscione, così possono parlare di black block senza guardare le scarpe, le manette e le pistole. Non è Roma che brucia che fa paura, almeno non a me, non è Roma che brucia da fuori e da dentro, ma l'azione di tapparsi il naso per non sentirne l'odore che mi fa paura. 
    estia

  6. Per n°9: visto che non è passata come informazione me lo spieghi tu perchè gli studenti protestano?

    Sono andato a leggiucchiarmi il testo del decreto legge, ma non mi è sembrato nulla di così sconvolgente. Sicuramente ha delle pecche, ma non mi sembrano tali da fare tutte ste manifestazioni.
     

    Poi magari non ho capito io….

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