Leggo “Io e te” e finalmente capisco: c’è in giro un impostore che si spaccia per Niccolò Ammaniti
Ahh ho capito. Era una messinscena. Per un attimo mi ero preoccupato.
Fiuuu. Qualcuno ha rapito Niccolò Ammaniti, lo tiene prigioniero in una cantina dove lui può mangiare solo panini con la nutella e con la maionese.
E intanto fuori, là fuori, c’è un finto Niccolò che si spaccia per il vero Niccolò.
E va in giro a dire che è uno scrittore e porta a Einaudi i temini scritti al liceo e i raccontini scritti nei corsi di scrittura a pagamento e quelli di Einaudi, quando lo vedono, visto che pensano che è Ammaniti dicono Bravo! E così decidono di pubblicare quello che il finto Ammaniti, spacciandosi per il vero Ammaniti, gli porta, e cioè quei fogli unti e scritti larghi con font 18 e niente, la gente ci casca.
Ma io no! Ho capito! Era uno scherzo! Ahah! Divertente! Ma adesso basta, tirate fuori il vero Niccolò da quella cantina, che lo scherzo è bello quando dura poco.
Niccolò Ammaniti, Io e te, Einaudi, pp. 116 scritte larghe, euro 10, voto 0 con lo stoppino.
Leggetevi i commenti della gente su aNobii (voto prevalente: 4 stelle), quelli che si sforzano di trovare il trovabile nell’introvabile, tipo: “Ammaniti, in questo Io e te, sembra un pittore che cerca di fare su una tela piccolissima (un centinaio di pagine) un dipinto dettagliatissimo, coinvolgente, profondo”.
Sono esilarato.
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Altri post sul nostro ex scrittore preferito Ammaniti:
Io e te, perplessità preventive
Che la festa cominci, la conferma di un sospetto
Scusa, prima citi Freedom e poi leggi Ammaniti? Umpf…
Luca
Se da quella cantina tiriamo fuori pure la vera Inter…grazie.
Playmobil
ih ih ih
tutto assai vero
Pensa che a me hanno detto un gran bene di questo romanzo breve! Ma ora che ci penso, ultimamente sono sempre stata mal consigliata da questa persona…
non frequento più Ammaniti, l'ultima festa è stata sconfortante
(e invece, a distanza di 37 anni dalla prima volta, sto rileggendo con rinnovato interesse – e qualche fatica – Call it sleep di Henry Roth – che il buon Dio lo culli tra le sue braccia)
ciao
Erano i cannibali e si sono tutti mangiati tra di loro. Adesso Ammaniti sta nel corpo di Aldo Nove posseduto da Pinketts.
PS: Anch'io stavo leggendo Henry Roth! Ora però sono passato all'alcohol.
non dire così tfm!!!!!
Non togliermi l'illusione di poter riabbracciare il vero ammaniti.
Non posso sopportare il pensiero di un replicante che pubblica schifezze al posto suo.
Quindi anche questo fa schifo?
+ç@d#à°?ì^§*
Ma palahniuk? so che se ne è uscito con un nuovo libro a luglio, ma non lo trovo da nessuna parte… qualcuno ha rapito anche il corriere???
Qualcuno mi vuol dare una buona notizia per favore?
Stizzofrenica
*Luca: si sale, si scende, com'è che si dice? TuttoFaMedia 🙂
*Play: vorrei dire che mi dispiace ma no. Se non fai campagna acquisti poi mica te la puoi prendere col povero RAFA! Rafa Benitez is the new Pluto
*Pkiara: No, non è un romanzo breve. È un raccontino. Scitto bene per carità, nessuno nega le qualità di Ammaniti come scrittore. Ma insomma.
*Yet&Belg: questa è una bella coincidenza. Vi inviterei a cena per parlarmi del terzo Roth, se non fosse che abitiamo in tre stati diversi
*Stizzo: non è che fa schifo come l'ultimo. soltanto che è talmente impalbabile che PUF basta un battito di ciglia e già te lo dimentichi. Io e te chi?
Se ho calibrato bene l'algoritmo tra te/ammaniti e me/ammaniti allora potrebbe piacermi.
Se riesco lo sca… ehm leggo al più presto. Perché sono anche convinto che uno ci rimane meno male se lo legge al più presto invece che comprarlo.
Parlando seriamente, ci sono almeno una decina di autori che pubblicano ormai solo per il nome. Qualsiasi cosa presentino all'editore.
Esempio: errideluca.
E la gente compra e incensa pure, costringendomi a dare ragione all'editore. Sigh sob.
*Marco: quando lo leggi se lo leggi poi mi dici. Vediamo se l'algoritmo funziona 🙂
Tieffemme, tanto per farmi i cavolacci suoi, è possibile sapere il suo nickname su aNobii, che sarei curioso di arrampicarmi tra gli scaffali della sua libreria?
micioMannaro
che su aNobii è qui
Tieffemme, tanto per farmi i cavolacci suoi, è possibile sapere il suo nickname su aNobii, che sarei curioso di arrampicarmi tra gli scaffali della sua libreria?
micioMannaro
che su aNobii è qui
non avevo visto il "badge" del tuo profilo aNobiiano.
saluti miceschi
miciomannaro
*Signor Micio, in uno sforzo di fantasia di rara originalità, il mio nick anobiano è:
TuttoFaMedia
http://tv.repubblica.it/copertina/niccolo-ammaniti-legge-un-brano-del-suo-nuovo-romanzo-io-e-te/55379?video=&ref=HRESS-19 qui sembra che stia in una cantina, in effetti.
elena.
*Elena: l'unica spiegazione che mi do è che sia una forma di ritorsione di Ammaniti contro l'editoria brutta e cattiva. Forse un po' contorta, ma almeno lo salverebbe
Non ho ancora letto, ma per ora c'è un'inquietante prova a favore della tua tesi sull'impostore.
Adesso è a parla con me e per look e abiti è uguale a MIB/Farlocc.
*Ho letto che D'Orrico ha definito quel libro un capolavoro. Da D'Orrico non comprerò mai una macchina usata
A me è piaciuto, ho pure riso e pianto.
Secondo me, Ammaniti si è sbloccato dall'ansia da prestazione, a tratti palpabile in 'Che la festa cominci'. Forse, quello era un libro necessario per la sua maturazione. Perché l'evoluzione può essere anche un bene, noi non pretendiamo che un autore che amiamo rimanga sempre uguale a se stesso, vero?
*Ma infatti il valore aggiunto di Ammaniti era che fino a un certo punto non è mai rimasto uguale a se stesso, ha saputo evolversi, cambiare, rinnovarsi. Cosa difficilissima. Ecco, da tre libri a questa parte sembra che abbia ripreso il giro daccapo.
Poi, ovviamente ognuno ha i suoi gusti, ci manca pure. Però, ecco, a prescindere dai gusti, io ho trovato questo Io e te furbo in modo poco concio: vogliamo parlare dell'ultima pagina? SPOILER per chi legge.
Artifizio da due lire, se ti chiami Ammaniti.
Tu chiamale, se vuoi, impressioni, non parole nella pietra.
Artifizio nel senso di messo lì ad arte per commuovere? Io comunque avevo pianto la pagina prima 😀
La storia di ricominciare il giro è molto interessante, ma del tipo
– Come Dio comanda corrisponde a Ti prendo e ti porto via
– Che la festa cominci corrisponde a Branchie
– Io e te corrisponde a Io non ho paura
?
Se sì, molto interessante. Certo, Io e te ha fatto pensare anche a me a Io non ho paura – però ho anche pensato che è anche bello che un autore abbia delle tematiche che ritornano (del resto il buco, il buio, il nascosto dagli altri erano già presenti in Fango e nello stesso Branchie, che associo a Che la festa più che altro per la debolezza narrativa).
Come Dio comanda a me è piaciuto moltissimo, lo posso associare a Ti prendo e ti porto via (capolavoro direi indiscusso) per la lunghezza, e la gestione degli intrecci a lungo termine è uno dei punti di forza di Ammaniti.
(non era una domanda retorica, m'interessava il tuo pensiero)
isla
*Isla: eccomi.
Che la festa cominci/Branchie
Io e te/Io non ho paura
Esattamente quello che pensavo.
Come Dio comanda/Ti prendo e ti porto via: non so.
In Come Dio comanda direi che c'è una generale aria ammanitiana, più che un riferimento diretto a un libro, mentre gli altri due esempi potrebbero essere visti come dei calchi, delle b-side venute così e così, o addirittura delle *copie*.
Dipende sempre da come ci poniamo. Come dici tu, è interessante che in un autore tornino i temi, i topoi, che ci sia un'estetica comune che riesca a tenere tutto assieme. In Ammaniti però mi pare che ultimamente ci sia un po' di confusione. Mi spiego, forse l'ho già detto su, non ricordo: fino a un certo punto la sua specialità è stata quella di cambiare scenari e contesti pur rimanendo sempre se stesso. Ti prendo e ti porto via e Io non ho paura sono dei piccoli capolavori in tal senso. Le ultime produzioni (che a me sembrano appunto dei salti all'indietro) hanno mostrato l'assoluta bravura di Ammaniti nel dipingere i personaggi e nel creare storie nel senso più basico. Gli manca, gli sta mancando, quello scarto stilistico che gli permetta di rimanere all'altezza del passato. Per scarto stilistico intendo una *lingua* che intervenga in quella del lettore. Un lavoro anche di forma che gli permetta di rimanere ben oltre la lettura. Come aveva fatto negli anni '90.
Riguardo alla capacità di intreccio. Dici che in questo è maestro. Ecco, lo è stato. In Che la festa cominci, mi pare manchi proprio questa capacità di intrecciare in modo credibile le linee narrative. Tutto molto pretestuoso, capzioso, innaturale. Un intreccio che ti aspetti già alla seconda pagina e che finisce esattamente come ce lo immaginavamo (intendo l'Apocalisse). In Io e te invece rinuncia all'intreccio e preferisce una piccola favola con una freccia enorme sull'ultima pagina: bene, ora commovetevi! O, come nel tuo caso, continuate a commuovervi! 🙂
Comunque bello discutere di queste cose nei commenti. Ciao.
Talmente bello che non vedevo l'ora di finire il libro (fortuna che era corto!) per venire qua a dire la mia. Vero, eh!! 🙂
*Isla: 😀