La seconda puntata di Vieni via con me: Saviano porta fatti e prove e mette in discussione il mito del Nord Puro e Onesto
Dunque la seconda puntata di Vieni via con me fa ascolti fuori da ogni grazia di Dio. 9 milioni. Masi, un uomo che ne sa.
La cosa più interessante, dal punto di vista meramente testuale, sta nell’abbandono quasi definitivo del tono retorico, pedante, saccente, in favore di uno storytelling elementare.
Saviano, come solo in parte nella prima puntata, riesce ad azionare tutta la propria potenza evocativa e simbolica quando si mette a raccontare storie. E fatti.
La leggenda di come nacquero le mafie.
La storia di quel boss che viveva sottoterra.
La storia di quel summit.
La storia della ‘ndrangheta che arriva in Lombardia: come, dove, quando e perchè.
La storia d’amore di Piero e Mina Welby.
Commozione, rabbia, indignazione, bellezza, perplessità, risate: sentimenti basici per un pubblico che evidentemente ha voglia di sentirsi dire che l’Italia non è solo abitudine al brutto.
P.s. Maroni oggi reagisce con compostezza accusando Saviano di aver detto che la Lega è il referente della ‘ndrangheta in Lombardia. Il solito trucchetto di prendere le parole di qualcuno, modificarle, cambiarle, fino ad attribuirgli cose assurde. Meno male che ci sono nove milioni di testimoni. Se c’è qualcuno che ha usato le parole “Lega, referente, ‘ndrangheta” nella stessa frase quello non è certo Saviano. Non so, dalle mie parti si dice coda di paglia.
Comunque è la prima volta, se non sbaglio, che qualcuno osa attaccare in questo modo, portando fatti e prove a una platea così vasta, il mito del Nord tutto onestà e rettitudine. Brucia, eh?
Ministro Maroni, lei che è il miglior ministro degli Interni di sempre, secondo il modulo di autocertificazione compilato da Calderoli, invece di tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica, perché non risponde a due domande semplici semplici? Tipo: è vero o non è vero che la ‘ndrangheta ha vinto gli appalti in Lombardia, quegli appalti puntualmente citati da Saviano? E’ vero o non è vero che c’è stato un abboccamento tra un malavitoso e un consigliere regionale della Lega Nord?
Sì o no. Non serve altro. Grazie.
esattamente quello che ha scritto grasso oggi sul corriere!
ora mi guardo la puntata e vediamo chi ha ragione.
stefania
*Stefania: ah sì? non l'ho ancora letto. mannaggia m'ha battuto sul tempo 🙂
Il primo "monologo" è stata l'unica cosa che si salva di una puntata pessima. Anche peggio della prima.
Per quanto riguarda gli ascolti, mi fa piacere che abbiano fatto ancora di più il botto, giusto per quelli che "se non c'era benigni…"
'ntuculu a quelli.
P.S.
Albanese molto meglio di rossi. Almeno si era preparato le solite cose che faceva da fazio, rossi si era semplicemente "ubriacato col vino della messa" (cit.)
*Marco: dai, sei troppo severo 🙂 Anche perché bisogna capire rispetto a cosa è stata pessima. Anzi, bisognerebbe prima definire, se esistono, dei canoni minimi per un giudizio almeno oggettivo.
Vieni via con me non rientra nei miei gusti televisivi, come anche Report, ad esempio. Ma devo riconoscere a Fazio, Serra e gli altri molti meriti che non sto qui a ripetere che tanto hai capito come la penso.
Albanese batte Rossi? Sì, certo. Le cose vanno dette. Il monologo di Rossi, dal testo alla performance, non è stato minimamente all'altezza. Quello di Albanese, malgrado non spiccasse per originalità, molto più dirompente, in quella inquietudine indotta ma mascherata da frizzi e lazzi.
posso dirlo?
Io amo saviano. Come mi sa far commuovere lui non ci riesce nessuno.
Comunque, polemiche a parte, quelle le lascio a quel.. non ho aggettivi per definirlo, di grasso, a me la puntata è piaciuta moltissimo.
è vero, ci sarebbero molte cose da aggiustare, ma va bene così.
Per quel che c'è in giro adesso direi che va proprio bene così.
Quando ci saranno altre 20 trasmissioni all'anno di questo calibro inizierò a guardar i cavilli. Per ora me la godo un pò.
e comunque rossi è così da una vita. adesso è solo più vecchio e le droghe non son più quelle di una volta, ma non ho notato differenze (a parte a volte il non capire proprio quello che dice) dal lontano '91 a Su la testa.
ecco, se proprio proprio.. non m'è piaciuto ligabue, ma con lui ho un contenzioso aperto da qualche anno.
stizzofrenica.
è televisione. la migliore che abbiamo adesso. ha difetti? forse.
si poteva far meglio? sicuramente.
rimpiangiamo celentano? fiorello? il grande fratello c'è, è quello che ci ha dato questi quasi vent'anni di governi.
ho ascoltato con attenzione. non ho apprezzato la destra che mi parla di volontariato e di immigrati. falsi opportunisti chi volete incantare? non ho apprazzto bersani che non concludeva le finali. inconcludente alfine.
ma saviano. e le denunce. nuovi libri di testo da distribuire nei centri commerciali e da donare coi punti del super che sono il nuovo punti di riferimento del popolo.
I canoni sono difficili perché vengono mischiate tante cose: inchiesta, demagogia, comicità, sentimenti.
Ma in linea generale Vieni via con me è un programma stracomodo. Vengono snocciolate, con liste e non, "idee" che tirano applausi facili.
Hai detto bene che bisogna considerare la sfera emozionale. Sarà che mi dà molto fastidio questa sfera inserita in un programma. Soprattutto se in maniera subdola. Mi spiego.
Ho odiato davvero la prima lista sulla Englaro. C'è davvero qualche utilità nel dire quanto fosse una brava persona, se non quella di provocare applausi lacrimevoli in un pubblico di sconosciuti? Mi spiace, ma sono cose che non sopporto.
Invece ho ritenuto più accettabile la lista del padre, e ciò che ne è venuto dopo: mostrare una problematica. Un'emozione si può provocare anche mostrando fatti concreti che ci circondano. Allora non è più solo un'esca per gli applausi, ma qualcosa di genuino. Non so se riesco a farmi capire.
Per non parlare di quei due spaventapasseri che sono passati in secondo piano rispetto a tutto. Uno eterno cadavere, l'altro eterno ipocrita.
Ciò che rimane finora sono i quattro interventi di Saviano. Il primo era bene articolato, ma dopo la casa di Fini chiunque aveva già affrontato l'argomento. Il secondo mi sembrava più autoreferenziale che dedicato a Falcone. Il terzo il migliore finora, argomento spinoso e interessante. Forse troppo poco un monologo, ma troppo lungo recitato tutto di fila.
Il quarto l'ho rimosso già.
Peccato che in due puntate ciò che prevale siano le "comodità furbe".
con saviano ho dovuto tirar fuori i fazzoletti un paio di volte…
Rossi è stato scandaloso, ha usato anche una battuta che già conoscevo, e se un comico fa una cosa del genere c'è qualcosa che non va.
a Bersani invece alle elementari non hanno insegnato a leggere rispettando la punteggiatura, non ho capito una mazza e mi sono annoiata!
per il resto meraviglioso, peccato siano rimasti solo 2 lunedì.
un programma quasi inimmaginabile prima di averlo visto, e già per questo merita un plauso a mio avviso.
le riserve di marco sono rispettabili, ma mi sembrano elucubrazioni paragonabili a quelle di un ottuso insegnante universitario che si annoia di fronte ad una lezione di matematica tenuta davanti ad una classe delle elementari: invece di emozionarsi o quanto meno trovare piacevole osservare l'insegnamento della materia amata, ci si accanisce di fronte a limitazioni evidenti ma NECESSARIE nel senso filosofico del termine.
questa trasmissione ha "insegnato" coraggio e verità, e tutti sono stati funzionali affinchè potesse raggiungere il pubblico più ampio possibile, ivi inclusi i due cadaveri politici ospiti dell'ultima puntata (su questo sono d'accordo con marco, erano diverse spanne indietro).
non è un programma comodo, e lo hanno dimostrato la serie di difficoltà del pre/onda senza contare gli strascichi legali e illegali ai danni di chi lo sta portando avanti.
neo
non capisco l'ira di maroni. non e' tenuto a essere a conoscenza dei processi di cui ha parlato saviano? e se non ne era a conoscenza non aveva piu' senso chiedere chiarimenti prima di inveire su chi ha denunciato la situazione fornendo prove e fatti?
come sempre il gioco e' distrarre (e infangare) per non rispondere. invece di ragionare sui fatti la si butta su nord contro sud, mentre chi ci rimette e' tutto il paese.
Concordo con Marco su Rossi. Una vera delusione. Non ne ha azzeccata una, una prova al limite del ridicolo per un comico di quella stazza. Non m'ha strappato neanche un mezzo sorriso.
Cetto, invece! Avrà pure fatto l'antologia, la ripetizione, ma diamine, come la fa lui! Cetto La Qualunque per me è un must, un capolavoro di creatività comica che guarda nell'abisso e riporta ciò che vede attraverso un'ironia ferocissima. E, per dire, non sono neanche un albanesiano (come comico) tout court. Ma Cetto è Cetto, cazzocazzo!
Nove milioni di telespettatori lo mettono intculo a tutti, quindi è difficile criticare un programma così, si rischia di finire arruolati nel partito degli intellettuali marci alla Grasso, o peggio, dei quotidiani lux di destra. Vieni via con me è un medio programma di intrattenimento, confezionato per un pubblico da sabato sera. Il suo riferimento, autorale e coreografico, è il Sanremo di Fazio, non certo il satiricon di Luttazzi o qualsivoglia programma dei Guzzanti, o anche, per dire, annozero. Solo che qui il protagonista principale dello show per famiglie e anziani parla di mafia e giudici ammazzati, di politica e collusione, di morte civile di un paese e di falsi miti di padanie pure. E se nella prima puntata vola basso, concordo con TFM, stavolta aggiusta il tiro. E vivaddio fa incazzare veramente qualcuno. Da duomo connection a milano calibro 9 alle inchieste dell'espresso di questi anni ai morti di Buccinasco e Corsico, una realtà, la mafia al nord, raccontata da atti processuoali e poche cronache coraggiose, quindi negata dai vari Moratti e Maroni, così come fino a Buscetta si negava esistesse la mafia. La mafia al nord non esiste, lo dicono politica e la televisione, quindi Saviano che dimostra il contrario rischia di svegliare parecchie persone dal coma. Ovviamente è per questo che il programma diventa necessario e premiante. Fatto salvo che la confezione è di una noia mortale, il ritmo non esiste e i protagonisti, a qualunque titolo si presentino, appaiono ingessati e fagocitati da un programma che impone atteggiamenti da cerimoniale commemorativo. Bene quindi stavolta Saviano e Cetto. Palpebre che calano su tutto il resto.
P.
puntualizzo: celentano e fiorello e le loro trasmissioni da grandi ascolti a me piacevano. e non erano neanche su rai3.
*Stizzo: non sono un grande esperto di Paolo Rossi l'attore, ma io ricordo altri monologhi ben più incisivi. Questo è partito con delle battute che manco Linus e Savino a Radio Deegei
*Moglie: anche a me son sempre piaciuti i fiorelli e i celentani. in genere gradisco la tv evento, quelle cose che tornano una volta a lustro
*Marco: sono d'accordo sul richiamo emotivo a volte troppo osceno. La prima lista su Eluana forse ridondante, data la presenza (esaustiva) del padre. Però per esempio lo scambio Fazio-Don Gallo è stato potente. Ok, anche Don Gallo fa parte del presepe faziano. Ma molta gente magari non conosceva 'sto prete un po' matto amico di De Andrè che fa le pernacchie ai vescovi. Ecco perché non mi sento di condannare un programma peraltro pieno di difetti. Perché è televisione pensata per fare grandi numeri, pensata per rivolgersi a platee che molte cose non le sanno (io per primo, non ero a conoscenza di molte cose dette nel monologo sulla 'ndrangheta, se non per sentito dire)
*Grace: guarda, tutto sommato meglio così. almeno non sbrodolano 🙂
*Neo: l'elemento del pubblico è certamente imprescindibile
*Nonsisamai: anche io non capisco l'ira di Maroni. o forse sì.
*Noodles: vogliamo parlare di quando Cetto si è rivolto frontalmente a Saviano dicendogli Fatti i cazzi tuoi? Qualcuno ha riso. Io no.
*P: non sono d'accordo sul fatto che nove milioni rendono difficile la critica. Se parliamo di numeri e basta, allora ha ragione anche Minzolini con i suoi gattini che ogni sera vince con il tg5. Però sono d'accordo che quell'eccesso di sottrazione rischia di trasformarsi in funerale
Non trovo la puntata sul sito della rai, troppo presto?
Preferisco evitare gli spezzoni su youtube: generalmente non trovi l'intera puntata e la qualità è 2×4 pixel con l'audio registrato col mangiadischi.
Clem
mi concentro su un dettaglio: leggere su di un foglio ciò che si dovrebbe raccontare evocando episodi di un passato umano e interessante è come un kamikaze sparato in mezzo a un mercato alle nove di mattina…oppure, sentire don gallo che nel raccontare i suoi ricordi viene continuamente imbeccato da Fazio è quantomeno deludente, idem per la moglie di Welby…
Tolto questo, tutti gli pseudo intellettuali della comunicazione che negli ultimi vent'anni hanno recensito merda pressata si dovrebbero oggi quantomeno astenere dall'offrire un qualsiasi tipo di giudizio critico su una trasmissione che ospita persone di fronte alle quali noi/loro vigliacchi dal cuore tenero dovremmo solo inginocchiarci…
A me il programma piace. Non è perfetto, ma alla fine lo si guarda comunque tutto, e … non so voi, ma io sono anni che non riesco a guardare un programma per intero (mi alzo alle 6:15 di mattina, alla sera sono in catalessi già alle nove e mezza, e il prime time – slittato sempre più in là negli anni, spiegatemi perchè? – deve ancora cominciare…) e questo invece mi tiene sveglia. E' un racconto, elementare ma non per questo banale. La seconda puntata, fazianamente parlando, mi è sembrata più "buonista" che "buona". Ma Saviano… non toccatemelo, Saviano. Un uomo di trent'anni, che non ha più una vita normale semplicemente perchè ha osato raccontare, merita comunque rispetto. Anche perchè continua a raccontare, bene o male che lo faccia. Il momento che mi ha colpita di più? Proprio quando Albanese / Cetto si è rivolto direttamente a lui: "Bobbo… ma penz'a o' pilu!"… ecco, non ho riso. Perchè è vero: uno della sua età, giornalista, scrittore, carino, begli occhi, bel sorriso, sarebbe più giusto, più umano, più normale, che passasse il suo tempo a rimorchiare, a pensare ai fatti suoi. Potrebbe farlo, sarebbe più facile, non solo per Maroni. E invece… continua a raccontare, rinuncia ad una vita normale, e gira con una condanna a morte in tasca, solo perchè non riesce a smettere di raccontare. Quindi lo ascolto e lo rispetto, che condivida o meno quello che dice.
(E poi, quel modo di raccontare la mafia, quasi compatendo la vita da infelici nel bunker a gestire un potere "che non esiste"… non vi sembra che sia un po' come calare le mutande al diavolo davanti ad un vasto pubblico, per accorgersi che ha un pisellino piccolo piccolo?).
Scusate la lunghezza del commento!
Michela
Ah, per inciso… perchè ci si stupisce che al Nord ci sia la mafia? Sarà che sono veneta, e sono cresciuta sentendo parlare di Felicetto Maniero e della mala del Brenta (zona dove la leggenda vuole che si piantassero i fagioli col fucile), ma non mi sembra né una novità né uno scandalo recente. La mala è ovunque ci siano denaro e potere da gestire.
Michela
Saviano magistrale, ho apprezzato la sua enorme delicatezza di rispondere alle accuse di essere stato troppo stretto di manica nella prima puntata, aprendo una finestra sulla malavita lombarda et milanese. Infantilmente mi sono ripresa una rivincita morale su tutti quei bastardi del lago di como che quando ero bimba mi escludevano dalle loro faccende perchè io ero di "ROMA LADRONA LA LEGA NON PERDONA".
Ah che goduria la seconda puntata di "Vieni via con me".
MOLestia
vieniviaconme va bene com'è
ciao
@neo: l'ottusità la metterei da parte, impedisce di capire che è un gusto mio personale il non sopportare la messa in piazza dei sentimenti ; >
La comodità c'è e la si nota confrontando Vieni via con me con Parla con me (entrambi i titoli invitano lo spettatore all'unirsi a un qualcosa). Don Gallo potrebbe tranquillamente stare seduto sul divano della Dandini e dire le stesse identiche cose di lunedì. Per questo e altre cose Vieni via con me a tratti è un Parla con me da prima serata.
Magari fa emozionare di più, benissimo. Ben venga, soprattutto se questi sentimenti poi si trasformano in qualcosa di concreto a livello sociale. E forse in questo potrà essere riconosciuto il merito del format, che lo differenzierà da tutto il resto. Perché c'è una netta differenza tra le lacrime versate a guardare un'enorme busta da lettera aprirsi e le lacrime versate ad ascoltare la storia di un uomo che ha fatto di tutto per poter morire in Italia. Di questo sono convinto (o almeno ci spero).
E' vero che Benigni è andato gratis, che la presenza delle due mummie è stata osteggiata fino alla fine, ma sono cose che abbiamo già visto per altri programmi, e c'è stato anche di peggio per chi davvero rompe le palle: ricordo il "blitz" negli uffici di Report.
L'unica scomodità vera finora detta è stata proprio il legame ndrangheta-lega citato nel miglior monologo di Saviano.
Non faccio l'elenco di ovvietà (meglio del gf, meglio di ascensore-ascensore…) è pleonastico ed è già appurato. Ma lanciarsi senza avere la visione del tutto non è da me.
Come vedi è una questione di inclinazioni personali, i professori li lascio alle loro cattedre.
@TFM: Non condanno il programma. Ci vado solo cauto su un'esaltazione smisurata.
Dai miei commenti avrai capito che la cosa che trovo più interessante sono gli interventi di Saviano, nonostante non sia proprio nel suo DNA lo stare in tv, come il parlare a un pubblico (fece di peggio in una manifestazione). Non mi diverto a cercare solo gli errori, ma come vedi chiudo volentieri un occhio (o due ;P) quando ci vuole.
Sarebbe peggio delegare a qualcuno la lettura (già si legge troppo durante la puntata) del suo lavoro, allora teniamocelo così. Un po' impacciato, ma si spera efficace.
tut tut !
non c'è gnente da fare…