Bored to death: l’indolenza letteraria di Jonathan Ames che diventa telefilm
e a proposito di scrittori che si chiamano jonathan, genere letterario tra i miei preferiti.
parliamo di jonathan ames.
scrittore, pugile amatoriale, nevrotico, ebreo, fissato con i nasi e con le ascelle delle donne meglio se pelose, totalmente ego-riferito come i protagonisti dei suoi romanzi. da un anno circa è anche autore e sceneggiatore di bored to death, “noir-otic comedy” della hbo (stagione 1, 8 episodi, 2009).
il protagonista di bored to death si chiama jonathan ames -appunto-, vive a new york, è ebreo, parla parla e si fa un sacco di pippe mentali, ha il naso grosso, ama le donne con le ascelle pelose. ah, e poi fa lo scrittore. un giorno viene lasciato dalla fidanzata perché lei non sopporta i di lui vizi: farsi le canne e bere vino bianco. jonathan va in crisi, deve scrivere un romanzo ma non riesce nemmeno a iniziarlo. decide così, per trarre ispirazione e per trovare un diversivo nella propria vita, di mettere un annuncio su craiglist: ciao sono un detective privato senza licenza e risolvo casi, prezzi modici.
bored to death è uno di quei telefilm che non chiedono nulla alla vita e al mondo se non: intrattenere. anzi, fa di più: mette proprio di buonumore. le indagini di jonathan sono un puro pretesto per calarci nelle vite e nelle atmosfere indolenti di questo trentenne e dei suoi amici squadernati.
il grottesco e il noir si fondono dando vita a situazioni senza senso spesso esilaranti (se si accetta di partecipare al gioco, ça va sans dire). ames -lo scrittore- gioca continuamente con lo spettatore/lettore tramite citazioni da altri mondi – l’editoria, il giornalismo, la tv stessa – e da altri oggetti – i libri di ames, innanzitutto, le riviste – restituendo un mondo newyorchese semplicemente delizioso.
ecco, l’eccessiva letterarietà è probabilmente l’unico limite di bored to death. si sente che chi scrive non ha ancora la piena padronanza del mezzo televisivo – tra il primo e l’ultimo episodio ci sono enormi differenze – e ciò si traduce in qualche pesantezza di troppo: è un telefilm di testa. manca, specie all’inizio, il giusto spunto che leghi le vicende di jonathan a quelle di ray e di george, i suoi amici. nella seconda stagione, in partenza il 26 settembre, basterà aggiustare il tiro per librarsi definitivamente in volo. il trailer promette tutto di buono.
note:
– il protagonista, jason schwartzman, già visto in rushmore e in altri mille film, è, nell’ordine: nipote di francis ford coppola, cugino di nicholas cage e di sofia coppola. è stato anche batterista dei phantom planet, la cui hit più famosa è california, sigla di o.c. ah, jason ha anche accompagnato andrew bird nel suo tour europeo. e secondo me è pure sputato a luigi lo cascio!
– zach galifianakis, grande caratterista, me lo ricordo in tru calling e fa morire dal ridere.
– ted danson. beh che dire. bravo è bravo, ma c’è sempre qualcosa che non quadra in lui: il suo george di bored to death pare semplicemente un arthur frobischer simpatico che si fa le canne.
Sono una groupie di Jason Schwartzman e segnalo il suo progetto musicale Coconut Records. Adoro ascoltare diecimila volte Nighttiming.
(http://www.youtube.com/watch?v=sKSD-cpJXmg).
Mi procuro subito il pilot. Graaaazie.
(non riesco più a togliere il corsivo, sorry.)
*pensa, io non ne sapevo niente di questa sua doppia anima. valu, allora semplicemente adorerai bored to death. jason è ovunque.
'and i'm a male model'. ahaha, non vedo l'ora. quoto i tuoi ragionamenti sul miglioramento della serie col passare delle puntate tranne che per me danson quadra al punto giusto, soprattutto nelle gag con galiafianakis…
lo adoro!!
ti piace per caso anche 'curb your enthusiasm'? credo ti potrebbe piacere 🙂
Grazie per la segnalazione. Visti i primi tre, sembra molto simpatico. Io stravedo per il tipo di una notte da leoni!
*Cidindon: nelle gag con ray quadra sì, però boh, nel complesso non so 😉
*Nonsisamai: mai visto, mi spaventa l'enorme numero di puntate già trasmesse 🙂
*nigu: prego!
io ted lo trovo immenso.
continuerò a guardare bored to death per lui e per galifianakis;
nonostante schwartzman mi piaccia fin da quando l'ho scoperto in i heart huckabees e poi, a ritroso, mi abbia fatto morire dal ridere come delfino di francia in Marie Antoinette, niente. Qua non mi va giù.
enri kröger
vista puntata 1-la faccia di johnatan…ma com'è!
grazie tieffè
*Enri: allora se sei fan di Danson e ancora non l'hai visto, ti consiglio di recuperare Damages con la Belvona Glenn Close: lì Danson dà il suo meglio, imho
*Moglie: prego 😉
me lo cerco e me lo vedo.
thanks
enri kröger
Non vedo l'ora che parta la seconda stagione. Hai ragione però sul problema "intellettualoide", a volte il serial rimane intelligente ma un po' freddo. Credo però che a creare questa sensazione sia anche l'estrema brevità della stagione, che non riesce a creare un mood completo. Sicuramente si risolverà nella prossima stagione, dove spero daranno maggior spazio a quei geniacci di ted & zach (non mi va di scrivere l'impossibile cognome).
*Noodles: speriamo, anche perché deve fare assolutamente il salto di qualità
just to inform you…sono entrato anch'io nel loop! mi piace tantissimo!
(visto che luoie è finito me dovevo buttare necessariamente su qualcosa consigliato da te 😀 )
ciao caro,
adedip
*Adedip: ci avrei scommesso che ti sarebbe piaciuto. è troppo il tuo telefilm!