The struggenza al panificio

roma, int. panificio, giorno. in sottofondo gabry di vasco rossi.

fornaia 1: perché io nonsò brava a giocà coi sentimenti dell’artri
fornaia 2: ma che t’ha detto?
fornaia 1: gnente, che mi ama…
fornaia 2: …embè?
fornaia 1: dice che onsaha sente… dice che oho fà perregazzino
fornaia 2: ehh troppo comodo!
fornaia 1: no ma cià ragggione… che c’entra quello?
fornaia 2: eh che c’entra! ma a te! a te! a te chi ci pensa!
fornaia 1: che poi sù moglie…
fornaia 2: che fa?
fornaia 1: eh lei ohò sà che ce stò io, mica è scema quella
fornaia 2: che maceello

con le mie mani tra le gambe diventerai più grande gabriiiiiiii come sei splendidaaaa gabriiiiii

io: scusate, non per interrompere il momento struggenza, ma che fa, mi date quel pezzo di casereccio?

9 Replies to “The struggenza al panificio”

  1. Sì, ma ora che hai il tuo casareccio, domani per favore torni là e ci dici com'è andata a finire. Che noi c'abbiamo l'estetica hollywoodiana
    ottanta/cento

  2. Sottoscrivo la richiesta di ottanta/cento.
    Lei ohò sà che ce stà l'artra? La panettiera? Daveeero?
    E er regazzino, che età c'ha? E' importante!

  3. *Purtroppo fui costretto ad allontanarmi. All'inizio ho finto di interessarmi alle proprietà nutritive di un pacco di grissini alle olive, ma mi sentivo un po' come dire guardone. Però oggi torno. Poi vi conto.

  4. accomu si cuttigghiaro*

    (perdincibacco, come sei interessato ai pettegolezzi*)

    cmq sei un insensibile….rovinare tutto per un pò di pane…ahah

    Marco

  5. non so perché, ma 'sta cosa mi ricorda la scena di fantozzi con la moglie che si innamora del panettiere…

  6. *Niente, sono tornato, ma la tipa non c'era. C'era solo l'amica del cuore, ed era sola, al bancone. Volevo chiedere. Non ho chiesto.

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