Autobiografia non autorizzata: volevo essere una rockstar

Una sera mia madre è tornata dal lavoro e mi ha detto: “Ho una sorpresa per te”.
Controvoglia ho posato il Guerin Sportivo e l’ho seguita in salotto.
Accanto al divano c’era una custodia per chitarra. Ho aperto la cerniera.  C’erano anche le corde. Ho guardato una pila di fascicoli e di musicassette di colore blu.
“E’ un corso per principianti. In poco tempo diventerai bravissimo” ha detto lei.
“Che bello”, ho risposto. “Grazie. Ora vado a finire l’analisi logica e la versione in prosa”.

Poco tempo dopo. Pranzo domenicale con parentado. E mia nonna. Dopo i cannoli mia madre ha detto: “Dai, Tieffemmino, vai a prendere quella cosa e facci sentire come sei bravo”. Sono andato.

Dopo tipo un quarto d’ora mia madre mi ha raggiunto in camera: “Oh ma si può sapere che stai facendo?”. Ho nascosto sotto il letto il giornalino che mi aveva passato il mio compagno Giamporcaro e son tornato in salotto.

 Mi sono messo al centro. Con la chitarra in mano. Ho pensato Non lasciatemi cantare.
Ho guardato mio zio Gerardo.
“Dopo questo pranzo ci vorrebbe proprio un bel sonnellino”, ha detto lui.
Poi ha ruttato e si è sbottonato i pantaloni.

Ho iniziato: “When I find myself in times of trouble…”.
Alla fine mia madre, con le lacrime agli occhi, ha fatto partire l’applauso generale.
Mia nonna si è alzata, è venuta accanto a me e mi ha allungato diecimilalire: “Così ti compri il gelato, nipotino mio. Adesso mi canti un’altra volta Jingle Bells?”. A ruota anche mia zia Santuzza: “Sì sì, Jingle Bells!”. Ho guardato lo zio Gerardo. Stava dormendo della grossa, con la bocca aperta.

Avevo undici anni, e lì ho capito due cose:
1) Scegliere di debuttare con “Let it be” e vedere l’uditorio, seppur vetusto, confonderla con una canzone di Natale era molto più che un chiaro segno del destino. Il mio futuro sarebbe stato lontano dalla musica
2) E il mio futuro sarebbe stato lontano
anche da quella famiglia. Era solo questione di tempo.

 

16 Replies to “Autobiografia non autorizzata: volevo essere una rockstar”

  1. pure per me la mia prima chitarra è stata una sorpresa (anche perché avevo chiesto il motorino..), però quante soddisfazioni!
    un giorno voglio scrivere autobiografico pure io
    ciao
    luca

  2. *Pattie: mitica 😉 devo rifare la concordanza anagrafica che m'è venuta male

    *Yet: ah il futuro

    *Andrea: poi divento capo del mondo

    *Belg: odio bennato

    *Luca: ah ma tu hai continuato mi sa, io mi sono fermato

  3. ma io sono praticamente sicura di aver già letto questo -quasi stesso- post in altri anni. sbaglio? mi manca tutto tranne una memoria da elefante che non mi serve a nulla perché certe cose le lascio in un cassetto.
    tipo che mi ricordo dell'allungo delle diecimilalire e dello zio che ronfa e della mamma che chiama e non me ne frega niente. bah!

    io voglio leggere la biografia di tfm scritta dalla pat, me la immagino una roba da racconto epico con taglio da grupie anni '80. ma mo' basta con i greci, recuperiamo quelle belle saghe nordiche (farebbe più figo parlando di sicilia come porto)!

    neru

  4. *Neru: certo che non t'arrendi eh? comunque sì, anni fa questo pezzo apparve sul blog nella colonna a fianco, mai sotto forma di post.

    *Lord&Liga: thanks!

  5. Come ho detto sul tumblr, per la biografia che diceva paturniosa, io mi prenoto per gli anni parigini!

  6. ma lo sai che me le ricordo quelle cassette? son girate pure per casa mia, e anche io ho abbandonato la chitarra dopo 4 lezioni, secondo me è anche colpa loro a questo punto…

  7. ma dai, per arrendersi si deve giocare o fare alla guerra e io né l'una né l'altra. non gioco ai giochi di cui non si conoscono le regole, non vale.

    è piacevole leggere chi è bravo a scrivere; è piacevole leggere chi ha da dire qualcosa; poi è partecipazione, o meglio libertà è partecipazione come diceva il buon giorgio gaber.

    c'è una bella frase di tiziano scarpa nel suo ultimo libro "le cose fondamentali": "come stai, dentro queste mie parole? hai agio a sufficienza?"

    neru

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