Clamoroso al Cibali, Tutto il Calcio Minuto per Minuto compie 50 anni. I ricordi del piccolo Tieffemmino
la domenica mattina era un giorno speciale perché durante la settimana era tutto di fretta.
la mia mamma e il mio papà lavoravano tutti e due e al mattino era sempre tutto che non ci capivo niente. infatti la cartella la preparavo la sera prima. però avevo sonno lo stesso.
la domenica mattina facevo il bagno nella vasca del bagno grande. la mia mamma preparava l’acqua calda e poi usciva: ormai ero diventato un ometto. io rimanevo da solo e mi facevo il bagno.poi ci preparavamo per andare a messa. per casa c’era l’odore di dopobarba di mio papà. la mia mamma e il mio papà si mettevano eleganti e anche io. avevo i vestiti della domenica. i pantaloni di velluto e il cardigan. poi la canottiera e la camicia con i bottoncini. anche mio papà aveva la camicia con i bottoncini però con le sue iniziali cucite addosso. da grande anche io voglio le iniziali sulla camicia, dicevo.
andavamo a messa. la chiesa era piena di gente elegante e profumata. a me piaceva il contatto dell’acqua santa sulle dita. poi tutti pregavamo a voce alta ed era bello. a volte quando il prete faceva la predica io mi distraevo. cioè io ci provavo a stare attento ma il prete della parrocchia aveva il tono di voce sempre uguale e così magari mi perdevo a pensare ad altre cose. tipo le figurine che mi mancavano.
poi uscivamo dalla chiesa e andavamo nella pasticceria di via de gasperi. di solito c’era il sole. a palermo la domenica c’era sempre il sole. alla pasticceria compravamo le paste. la mia mamma e il mio papà prendevano i cannoli con la ricotta, io il profitteròl che la ricotta non mi è mai piaciuta. poi la signorina della pasticceria di via de gasperi faceva un bel fiocco giallo al pacchetto di paste e noi andavamo a casa.
la mia mamma la domenica a pranzo cucinava bene. cucinava sempre bene. ma la domenica di più. il suo piatto tipico era il cous cous di pesce. ma anche i cannelloni. e così pranzavamo. poi mangiavamo le paste. alla fine sparecchiavamo. mio papà andava nel suo studio. io rimanevo ancora un po’ con la mia mamma. alla televisione c’era domenica in e pippo baudo. poi andavo nello studio di mio padre. prima di arrivare allo studio dovevo passare dal corridoio. e già dal corridoio sentivo le loro voci, le voci dei telecronisti di tutto il calcio minuto per minuto.
l’aneddoto preferito dal mio papà era quello della frase “clamoroso al cibali”! era il campionato 60-61. ultima partita di campionato. la juve è prima e l’inter seconda, staccata di due punti. l’inter va a giocare a catania. allo stadio cibali. il catania era salvo. all’andata era finita molti gol a zero per l’inter. dei molti gol ben quattro furono autoreti dei giocatori del catania. l’allenatore dell’inter herrera aveva usato toni di scherno verso i giocatori del catania, definendoli postelegrafonici.
il mio papà era un postelegrafonico.
il catania ce la mise tutta e battè l’inter facendole così perdere lo scudetto. clamoroso al cibali! urlò per la prima volta sandrociotti. clamoroso al cibali!
tutto il calcio minuto per minuto. la nostra storia, oggi lo sappiamo.
auguri.
falso storico! In onda non c’era pippo baudo ma la laurito che faceva il cruciverbone mentre le (future) ragazze (di non e’ la rai) nel pubblico fanciulleggiavano 😉
PS: ma che bel post signor tfm, qui ci strappera’ le lacrime uno di questi giorni!
palbi
ecco… tutto bello fino alle paste e alle imitazioni di sandrociotti & co.
il finale stona un po’… con la dichiarazione di amore calcistico
un saluto bello
che struggente! il piccolo tieffemmino era proprio tenero!
iob
*Palbi: le future ragazze che in quel momento erano bambine di sei anni tipo pamela petrarolo 🙂
*2: nemo finale in patria
*Tubbie: 🙂
amo le storie di domenica e di domeniche. il bagno in vasca. la messa e il vestito buono. parlavi di me?
non possiamo essere coetanei. neanche consanguinei, manco concittadini.
ma se volessi chiedere la cittadinanza sicula? e far cambio con un pranzo al cuscus? offro cappelletti in brodo.
*Moglie: ti portiamo volentieri il cous cous. ma la cittadinanza sicula, io che ne so, non la consiglio