Estate al parco – Il mondo oggi non pesa affatto

Un parco. Pieno di verde. Adulti. Bambini. Anziani. Un cancello che separa dal mondo. E poi. Un campetto di calcio. Un campetto di calcio e terra. Ci sono anche le gradinate. il vento fa il suo giro. In solitudine. Non c’è nessuno. O quasi.  

Un ragazzo. I tratti sudamericani. Tira il pallone di cuoio contro il muro. Una, due, cento volte. 

Che ci fanno questi tre spilungoni biondi? Perché mi guardano? Pensa il ragazzo mentre fa finta di non vederli. Si è stufato di giocare da solo. Ma non vuole essere lui a fare la prima mossa. Sembrano stranieri. Tsè, hanno pure gli occhiali da sole. Che cazzo vogliono, che cazzo guardano. Il ragazzo sudamericano tira il pallone più forte che può. Il muro fa rumore. Il pallone rimbalza. Si solleva un po’ da terra e di terra. Il ragazzo raccoglie il pallone. Lo prende tra le mani. E’ sudato. Alza gli occhi alle gradinate. Si scherma il viso con la mano destra. Li guarda. Li sfida.  

I tre spilungoni. E’ un attimo. Un cenno d’intesa. Si tolgono la maglietta. Posano i loro occhiali da sole e le loro guide turistiche. Due contro due. Inglese. Spagnolo. Tedesco. Passa la palla! Tira! E’ un altro attimo. Un uomo con un passeggino si ferma a guardare. Vorrebbe avere qualche anno e una moglie di meno. Un paio di ragazze ammirano il sudore che stilla e si mescola al terriccio. Ehi tu, vuoi giocare con noi? Un tipo con i pantaloncini rossi, sulle gradinate. Ma chi, io? Si sta allenando. Vuole fare la maratona l’anno prossimo. Ogni giorno, si allena. Si ferma. Si asciuga la fronte con un lembo della maglietta. Tutti lo guardano con il naso all’insù. Sono dispari. Li ha appena contati. Il tipo sorride, scende di fretta le gradinate. Si dirige verso il calcio d’angolo. Si piega in avanti. Sistema meglio il pallone. Quanto stiamo? Dice.

E laddove c’era niente ora esplode il tifo. Si ansima. Si corre appresso al pallone e alle pietre. Le pietre fanno male. Siamo al tramonto ma il sole picchia ancora. Il vento non riesce più ad alzarsi. Le gambe mulinano. Il mondo pesa parecchio ma oggi no. Il mondo fuori corre e scorre ancora. Ma non lo sa. Cosa ne deve saper- Rigore! Ma quale! Ahò! Dei bambini urlano. Uno degli spilungoni è in debito d’ossigeno. Si mette la mano sulle ginocchia. Tira fuori la lingua. Chi me lo doveva dire, che finiva così. Rigore, sì è rigore, gli ho fatto fallo. Il ragazzo sudamericano sistema il pallone sul dischetto. Il tipo con i pantaloncini rossi si sputa sulle mani. Ma non ha i guantoni. Il ragazzo sudamericano prende la rincorsa. Gli spettatori trattengono il respiro. Tre, due, un-Aspettate! Aspettate! Una vecchina con il braccio dritto verso il cielo. Proviene da dietro la porta. Accanto a lei un’altra vecchina. Forse ancor di più. Ci fate passare? Dobbiamo passare! Dobbiamo uscire! Urla imperiosa mentre si avvicinano lentamente al pallone. Il ragazzo sudamericano sorride, fa un gesto tipo inchino dice Prego. Le vecchine camminano, nel silenzio e nella terra. Tutti gli occhi sono per loro. Gli spilungoni si dirigono verso le gradinate. Guardano gli orologi. Bevono dell’acqua. Guardano gli orologi. Le vecchine sono ancora a centrocampo. E’ un attimo. Un cenno d’intesa. Si rimettono le magliette ormai asciutte. Un altro attimo. Io vado. Anche io. Il portiere improvvisato smette di molleggiare sulle gambe. Si dirige verso il ragazzo sudamericano. Fa un gesto tipo Scusa, devo finire l’allenamento. Il ragazzo sudamericano ruota attorno a se stesso. Laddove c’era tutto ora c’è il silenzio. Le vecchine, scomparse. Tutti, scomparsi. Nessuno, più. Si gratta la nuca. Sudore. Risistema il pallone sul dischetto. Prende la rincorsa. Tre, due, uno: gooool! Incrocio dei pali!

Prese il pallone tra le mani e fece il giro del campo ebbro d’entusiasmo. Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Lo stadio, impazzito, si abbandonava al visibilio. 

 

6 Replies to “Estate al parco – Il mondo oggi non pesa affatto”

  1. Io odio il calcio ma questo racconto/spaccato di vita/sogno di una notte di mezz’estate o qualunque cosa sia è bellissimo. Bisognerebbe girarne un corto!

    Il Piccolo Gandhi

  2. *Viola: onorato! Adesso però mi sa che mi tocca leggere qualcosa di Soriano 😉

    *Yet: indovina…

    *Gandhino: ‘qualunque cosa sia’ mi sembra perfetto 🙂

    *Raganellatrail2eil4: grazie

    *Virgh: ! (si vede che sei in vacanza: sei più assertiva!)

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