But I don’t care where I’m going
Marzo 07: “E quindi, dicevi, sei qui a Roma per uno stage. Ah bene, un altro stagista! Comunque, caro Secco, questa è la tua stanza. E queste sono le chiavi di casa”. Chiudi sullo sguardo soddisfatto di TFM, Vispa e Curtulill: a morte il casting e a morte Porta Portese! Luglio 07: “Io prendo le chiavi della macchina, tu chiudi i cancelletti! Presto, dài andiamo! A proposito, come ci si arriva all’ospedale Sandro Pertini?”
2/2 Due di due.Dopo. Ieri notte.
Verso le due siamo arrivati davanti al cancello di casa. Incerti e traballanti. C’era tipo un’afa pazzesca. Abbiamo messo in mezzo la Vispa. Abbiamo riso a crepapelle, senza motivo e con tutti i motivi. Davanti al cancello c’era un camion parcheggiato. Il camion di “Cerbiatto, il cornetto appena fatto”. Il Secco ha preso la Vispa e l’ha fatta sedere sulle sue spalle. Tipo quando sei ai concerti e le ragazze vogliono salire sulle spalle dei ragazzi. Il Secco ha detto Tieffemme, mi dai una mano? Io ho aiutato la Vispa a salire e nel farlo ho sfiorato la tetta sinistra della Vispa. La Vispa ha detto No, la tetta no. Io ho riso, la Vispa ha riso, il Secco ha riso, Curtullill ha riso. Tutti abbiamo riso. Abbiamo aperto il cancello, mentre la Vispa urlava Fatemi scendere! Fatemi scendere! e io e Curtulill cercavamo di far cadere il Secco e quindi anche la Vispa. Ma non ci siamo riusciti. Siamo arrivati nel giardino accanto alla nostra scala, la scala M. La Vispa è scesa e abbiamo girato in tondo e riso in tondo e ruttato in tondo. Anche la Vispa. Poi abbiamo intravisto due figure nascoste nell’ombra. Una di loro ha detto Ragazzi, fate silenzio! Sono le due del mattino! Io ho guardato l’orologio e ho detto Veramente sono le due e dieci.
Prima.
Ho parcheggiato in divieto di sosta. Ci siamo precipitati dentro al Pronto Soccorso. Abbiamo chiesto a una tipa dell’accettazione Dov’è? Dov’è il Secco? Lei ha detto Sta facendo delle radiografie. Prego, aspettate lì in sala d’aspetto. La sala d’aspetto era vuota. Siamo usciti fuori. Fuori c’erano tre panchine. Neanche un posto libero. Io e la Vispa ci siamo seduti sul bordo di un’aiuola. Dopo due minuti la Vispa ha detto Ma quanto cazzo ci vuole a fare una radiografia al piede? Io ho detto Ma di preciso, che ti ha detto al telefono il Secco? La Vispa mi ha guardato come a dire Ancora? Ma se in macchina non abbiamo parlato d’altro! Ha aperto la sua borsa, ha preso un pacchetto di sigarette, ne ha tirata fuori una. L’ha accesa. Poi ha preso dalla borsa l’autan in spray. Mi ha guardato e ha detto Vuoi? Io ho detto No, grazie. Lei ha preso a spruzzarsi l’autan sulle gambe lisce e tornite. Ho osservato lo spruzzo dell’autan mischiarsi al fumo della sigaretta. Ho pensato Certo che quella borsa ne contiene di roba. Sembra la borsa dell’ispettore Gadget, ma l’ispettore Gadget non aveva le borse Louis Vitton.
Poi mi sono alzato in piedi, ho staccato la mia polo dalla schiena fradicia. Sono entrato nella sala d’aspetto. La porta a vetri opachi che dava sulle sale urgenze era aperta. Mi sono avvicinato. Stavo per entrare. Sulla soglia ho incrociato lo sguardo della caposala. La caposala mi ha guardato come a dire Se entri ti faccio del male e non credere che siccome siamo in un ospedale ti salverai, ti lascerò morire dissanguato, io ho il potere per farlo. Così mi sono fermato. L’ho guardata come a dire Almeno posso guardare? Mi pare che non sia ancora reato. Poi da lontano ho visto il Secco. Ma lui non vedeva me. Era seduto mollemente su una sedia. Aveva il piede sinistro gonfio come una zampogna. Gonfio e rosso. Ho volto lo sguardo verso un corridoio laterale. Ho visto una barella. E le gambe nude di una donna. Sembrava morta. A quel punto la caposala è arrivata e mi ha chiuso la porta in faccia. Sono uscito fuori. Una signora sulle panchine stava parlando ad alta voce. Stava dicendo Eh pure mi fija ‘na vorta è stata ricoverata qui. Ho raggiunto la Vispa. Lei ha detto Non sai le cazzate che sta raccontando su su’ fija. Io ho detto Ma chi? Lei ha detto Ci sono novità? Ho detto Ho visto il Secco, ma non ci ho parlato. E poi ho visto una che pareva morta. La vecchia sulla panchina ha urlato Mì socera l’anno scorso j’hanno detto che c’aveva un tumore e mì marito quanno l’ha saputo…In quel momento sulla porta si è affacciato il Secco. Aveva il piede completamente fasciato. Si è avvicinato verso di noi saltellando. Sembrava il cangurotto. Abbiamo detto in coro Allora? Lui ha detto Ma vi pare giusto che mentre aspettavo di fare la radiografia accanto avevo il cadavere di una morta? Io ho detto Ma infatti! La vecchia sulla panchina ha urlato Capirai, e che mai sarà! Quanno abbbitavo al Collatino m’hanno ricoverata a quell’ospedale…come se chiamava? ‘Nsomma c’era sto rigazzino malato de leucemia…Il Secco ha messo le braccia attorno alle nostre spalle e siamo andati verso la macchina. Tutti e tre, laocoonticamente assieme. Io ho detto Ma insomma, hai rischiato l’amputazione? No? E la trombosi? Nemmeno la trombosi? Che sòla di un pezzente che sei. Tutta sta fatica pe’ gnente. Il Secco ha detto L’ stramurt de’ soreta.
Ancora ieri notte. Infine.
Poi siamo passati da Piazzale delle Province e da via Catania, con i finestrini aperti e spalancati, abbiamo cantato a squarciagola le canzoni dei cartoni, come se in quel preciso istante non potessimo fare altro, siamo passati da Porta Pia e per il Muro Torto, mentre il Secco teneva il piede sano fuori dal finestrino e Curtulill faceva lo stesso, dal sedile posteriore però. Dallo specchietto retrovisore ho guardato la Vispa con i capelli tutti scombinati dal vento, abbiamo incrociato i nostri sguardi illuminati dalla luce intermittente dei lampioni che costeggiavano Villa Borghese. Ho pensato Peccato non abbia il fondotinta microperlato, altrimenti in questo momento, con tutto questo vento, la Vispa sarebbe uguale a Beyoncè in uno qualsiasi dei suoi video. Poi abbiamo parcheggiato la macchina e siamo scesi sull’isola Tiberina, abbiamo incrociato Massimo Lopez e abbiamo preso due birre e due mojito, abbiamo scherzato e mangiato le noccioline e le patatine e poi siamo risaliti e abbiamo camminato tanto e abbiamo fatto un bel pezzo fino a Trastevere e a San Callisto e lì abbiamo preso un’altra birra a testa e poi abbiamo notato che sul muro della piazza c’era un’immagine di Arnold, sì Arnold, e poi il Secco ha detto Curtullill Sei proprio un napoletano di merda e Curtulill ha detto Uè Fratomo, sì nu Zompaperete, e la Vispa ha cercato di spegnere una cicca con la punta dell’alluce, ma non ci è riuscita, anche perché la cicca si era incastrata tra un sanpietrino e un altro sanpietrino, e mi ha guardato e si è appoggiata al mio braccio e abbiamo riso e io l’ho abbracciata e poi
siamo entrati in cucina, ho guardato l’orologio a muro, erano le due e venti, abbiamo continuato a ridere, a ripetere e a storpiare Ragazzi, fate silenzio! Sono le due del mattino! e ridere e ridere e ci siamo spostati in camera del Secco che ha detto Ma io devo ancora stendere i panni! Io gli ho detto Sei proprio un trimonazzo. E così lui ha preso lo stendino e si è messo a fare la massaia lì, proprio lì, alle due e mezza, mentre Curtulill morto di sonno si è sdraiato sul futon del Secco e la Vispa si è sdraiata a pancia sotto sulla poltrona, e lì, mentre stendeva le sue mutande, il Secco ha detto Stronzi, avete presente lo stage che sto facendo? Non mi rinnovano il contratto. La Vispa è rimasta immobile, ha girato la testa in direzione del Secco, ha aperto un occhio e ha detto E quindi? Il Secco ha detto E quindi lascio casa. E lascio Roma. Ho guardato il piede del Secco, quasi non c’erano più segni della fasciatura. Ho detto Quando? Lui ha detto Dopodomani vengono i miei per aiutarmi a portar via la roba. Ho già avvertito la padrona di casa. Curtulill ha detto Io domani parto per Milano e torno a fine luglio. Quindi non ci vediamo più? Il Secco ha detto Non credo. Poi ha finito di stendere i panni e ha posato la bacinella per terra. Mi è venuta in mente quella canzone che inizia con quei fiori che si sono rovinati e ho pensato Ecco. La Vispa e Curtulill si sono alzati in piedi. Il Secco ha detto Ragà, mi è avanzato un po’ di sugo. Io ho detto Basta che sia pasta corta.
ma tu mi fai piagniere!
essì, la pasta corta è meglio.
io ora vivo sola soletta, questi episodi da coinquilinaggio non li vivo più.
bei tempi.
noi facevamo sempre quella pasta con la mollica di pane….
mannaggia, ora mi fai rpensare alla casa in via cartolari…..
E la Vispa… la vispa…
Qui gatta vispa ci cova. O ci coverà.
Tanti saluti al Secco che, dopotutto, meglio che sia “partito” in questo modo anziché “dipartito” (come si iniziava a pensare dopo la puntata precedente).
anche a me piace la pasta corta, l’adoro anzi.
potrebbe essere, chessò, un nuovo inizio?
…é vero che sono psicologicamente labile ma questa é proprio lacrimografia!
J.
già la pasta corta è meglio come meglio è non pensarci a sto commiato che ci si commuove di brutto! beh, tfm, cmq il cielo è sempre più blu ed è stato meglio lasciarvi che non esservi mai incontrati (de andrè docet!). dunque al bando la ‘tristessa’, qui ci vuole un diversivo, perchè non seguite curtulill e venite tutti a milano che in questi giorni è stranamente bella. un giro turistico non so ma un giro alcoolico (si scrive così?) ve lo offro di sicuro!
neru
mi offro anch’io per un giro alcolico spagnolo.
vedo che hai capito chi è quimby ma continui a non capire e/o voler capire chi sono… salutami il Secco
Post un po’ malinconico… che solo un fuori sede un po’ emigrante può capire (perchè il coinquilinato da emigrante è diverso da quello da autoctono)….
e comunque la pasta corta spacca- soprattutto penne e mezze penne rigate- mentre lo spaghetto ha la sua ragione d’essere solo con pesto e carbonara- ma che a me non fa impazzire-
non ho avuto il coraggio di guardarlo il video di letta…
meno male che ci sei tu a renderci edotti 🙂
tutta fa servizio pubblico!
Una lacrimuccia scende dalle guance paffute del Gandhino. Non lo conosco ma sento già che il Secco mi mancherà tanto. Come ti capisco caro TFM in questo periodo sto salutando tante di quelle persone in partenza che ho addosso una malinconia che non hai idea che molto presto si tramuterà in nostalgia. Mi sa che per farmi rimanere ancora un briciolo di allegria mi vado a fare un bel piattone di penne rigate..
Il Piccolo Gandhi
Viola: via cartolari nella città di…? La pasta con la mollica di pane? mmmhhh bòòònaa
Quadrilatero: la Vispa ha anche un Vispo 😉 Comunque il Secco è partito di tante cose, anche di testa.
Cape: una buona mangiata di pasta salverà il mondo.
J: no dai preferisco quando mi dici che ti faccio ridere. Quando ridi sei più bella. Anche quando piangi sei bella, ma quando ridi ti si vedono meglio i capelli biondi e le lentiggini 🙂
Neru: ehh quando decido di passare per Milano ti chiamo di sicuro. Anche perchè Curtulill -che rimane nel cast- a Milano ci va spesso.
Virgh: ti ho già risposto in privato: tu mi farai impazzire. Ti saluto il Secco ma tu stai giocando con il fuoco.
Pat: no io lo spaghetto, se posso, proprio mai. Con pesto e carbonara e amatriciana tutta la vita il bucatino.
P.s. pat, tu che conosci quella manda di virginiamanda, sai dirmi a cosa si riferisce da un mese a questa parte con la storia di quimby? E soprattutto, chi è virginiamanda? Ti pregoooo solo tu puoi aiutarmi!
Viola: io mi sono scolato una bottiglia di vodka prima di guardare quella robaccia melliflua e democratica. Ma per i lettori di TFM-Tg24 questo ed altro!
Gandhino: me ne offri un po’? Mi scoccia andare a fare la spesa e non ho un caspita di niente in frigo. Così torno a Napulè che ci voglio bene a quella città.
ma come? nollo sai dove abBito?
tu nommi leggi, si vede….
pensavo che il Tgfm sapesse tutto dei suoi lettori….
sob.
No no piano con le accuse false e tendenziose. So benissimo dove abiti -Rovereto, no?- ma pensavo che parlassi di un altro passato della tua vita. Sai, io penso che Viadellaviola abbia vissuto una vita mooooolto … -a questo punto l’aggettivo non conta-, anche se lei a volte legge certi libri e pensa il contrario.
😉
ma dove l’hai pescato rovereto? non l’ho mai citato, ti confonderai con qualche altra….ora ci sono rimasta male, ecco.
chisà con chi mi sconfondi 🙁
se mi chiamo così c’è una precisa ragione….ci ho abitato in via della viola…
però non ti dico in quale città…ripara il danno!
ma quali libri? quale contrario? ecco qui mi sono persa, vienimi a prendere…
Noooooooo TFM e Viola non si intendono piùùù: è il caldo!
Rovereto: scherzavo! So benissimo in che città abiti adesso.
ViadellaViola: riparerò.
Libri: volevo dimostrarti che ti leggo eccome e mi riferivo ad uno dei tuoi recenti post in cui parli di uno scrittore tuo conterraneo -almeno credo lo sia, a questo punto-
si che è mio conterraneo. è una delle poche volte in cui sono fiere di provenire da quelle parti…
upfh menomale tfm!
tutto sistemato.
mi era venuto il freddo che non ci si capiva più! mamma mia.
tutto fa lieto fine 😉
bhè…prima di tutto, devo dire che mi stavo cominciando a preoccupare per il Secco…sta cosa dei flash back e degli ospedali fa tanto caro-estinto-viviamo drammaticamente-il-momento-della-tua-dipartita…eccheccavolo tieffe-e’!
Comunque tutto è bene ciò che finisce bene, anche se la lacrimuccia era lì-lì…
Noivoiloro.
Viola: fiuuu
NvL: no, ma dai caro estinto no. Comunque il Secco è felice che tutti voi abbiate dimostrato tutto questo affetto. Se qualcuno lo conoscesse davvero cambierebbe idea 🙂
ma che ci viene a fare curtu (nome troppo complicato, ma andò viene? il nome intendo che se non ricordo male, il ragazzo è napoletano) qui? non dirmi che ha la fidanzata milanese che magari gli compra anche il johnson’s baby shampoo!
bene ti/vi aspetto! (magari in un giorno grigio e uggioso dei soliti!!! e cantiamo tutti rino gaetano!). mi casa es tu casa (sì, insomma…si fa per dire)
neru
Nessuna fidanzata. Solo un lavoro fisso. Maledetto.
Rino Gaetano foreva. E cantava le canzoniii che ascoltava sempre a lu mareeee
evviva, la mia canzone preferita di Rino…. e il motivo è pure abbastanza egoriferito… vogliamo anche te a condurre un talshow su MTV (magari TRL, visto che ti piace molto… TFM a TRL… uauauauauhhh)
Ma l’ispettore Gadget aveva una borsa??!
Forse ti confondi con Mary Poppins.
e per continuare con la polemica che porto avanti dalle mie pagine….della serie: “inventatevi qualcosa di originale”…era necessario usare “I pugni in tasca”?
ecco. magari sarà pure appropriato, però io resto indignata!
Pat: sai che avevo pensato ad una nuova tag dal titolo: “TFM on tour”? Sì, ok sono esaurito.
MondoGiorgio: sì lo so, è che TFM non va sempre preso alla lettera, sai è un tipo un po’ così. Diciamo meglio: “una borsa à la ispettore gadget” una borsa tipo quella che avrebbe avuto l’ispettore Gadget 😉
Viola: MA INFATTI! -hai presente la scena di Caro Diario in cui si parla di Spinaceto? Ecco, immaginati il mio tono di voce-. Nel sottotitolo non avevo abbastanza spazio -non ho mai abbastanza spazio, porca miseria- per attaccare il pippone, ma quel titolollì è veramente terìbile! Ammetto di essere prevenuto contro quel bloggerllì -lo seguo da un po’ e lo detesto da sempre- però insomma a memì pare proprio uno in cerca di fama. Fama! Fama!
giornata intensa…
oh,ma è meglio la pasta lunga non dire baggianate…
sapevo che avrei trovato in te un fido alleato!
poi un giorno mi dirai in che modo le parole TFM et Cinema stanno nella stessa frase.
Vistodalsud: ehm…lo so…sono un siciliano atipico!
Viola: un giorno, volentieri.
mi pareva di aver capito che tu ci hai cuaccheccòsa accheffàre.
tipo che vorresti scrivere per.
mi pareva.
E ci avevi capito bene, moooolto bene infatti. Ah quindi volevi solo la dichiarazione lampo dall’ufficio stampa di TFM. Sì si ci ho accheffare.
Per la dichiarazione più corposa e sostanziosa…
quella la si rimanda alla seduta di spritz! 😉
Come volevasi dimostrare: Tutto Fa Sòla -e anche Inchiesta, con tanto di colpevole messo nel sacco: TFMaigret-
[..] Dove ero rimasto? Ah, sì. Spinto dal plebiscito bulgaro espresso dai tieffemme’s friends, vado all’appuntamento per quel fantomatico corso di inglese gratuito – Insomma, tutto fracico di pioggia arrivo davanti a questo prestigiosissimo palazzo [..]
Questo meme assomiglia tanto ad una seduta di psicanalisi. Però è gratis.
[..] Qualche giorno fa il mio amico Paco mi ha passato un meme -lui li chiama catene di sant’antonio, e fa bene- che fa: Già, come? 1) Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog? La seguente domanda: " -Mastella e Flavia Vento erano ancora da ven [..]
Me l’ero persa che quà si parlava di corda senza l’impiccato, ovvero che si parlava di spritz senza la virgh
muy maaal, muy mal
(si allontana scuotendo la testa)