Mi alleno a diventare il nuovo Pablito

Fuori era ancora buio e deserto, ma quel buio e deserto che nemmeno te ne accorgi e in cinque minuti è luce e gente, e poi ancora più luce e ancora più gente. Ho messo in moto. Ho messo Title and registration dei Death Cab for Cutie. Ho beccato tutti i semafori verde. Ho preso il raccordo. Ho pensato A quest’ora dovrei metterci poco per arrivare all’aeroporto. Dopo dieci minuti ho pensato Lo sapevo. Un tappeto di macchine. Tutte ferme. Ho abbassato il finestrino. Aria fresca e tiepida. Ho guardato la macchina alla mia destra. Una donna al volante stava truccandosi. Con un mano teneva lo sterzo, con l’altra un pennelletto. Poi ho notato che la fila accanto si muoveva più velocemente. Così ho cambiato corsia, mi sono spostato al centro. Mai cambiare corsia. Mai. La dura legge del cambio di corsia. Poi ho guardato alla mia sinistra. Un uomo al volante stava tagliandosi le unghie con il tagliaunghie. Ho pensato Ehi, ma io quell’uomo lo conosco, anni fa era un assistente alla Sapienza! Poi ho pensato Ma com’è che il raccordo sembra un enorme, gigantesco bagno collettivo? Dopo due-ore-due e quattro-incidenti-quattro sono arrivato davanti all’uscita degli arrivi. Sono sceso dalla macchina. Ho fatto stretching. Non mi sentivo più le gambe. Poi li ho visti, avanzare incerti tra valigie e poliziotti. Ho abbracciato mia madre. Due baci sulle guance. Ho detto Come è andato il volo? Poi ho abbracciato mio padre. Due baci sulle guance. Ho detto Come è andato il volo? Loro mi hanno guardato. Mia madre ha detto Ma sei pallido, stai bene? Mio padre ha detto Sei sciupato, ma mangi? Io ho respirato forte forte, ho pensato Calmo, stai calmo. Ancora più calmo, per piacere. Ho detto No, è che non ho fatto colazione.

Poi siamo arrivati in città. All’altezza del ponte vicino l’Auditorium mio padre, dal sedile posteriore, ha detto Ehi, ma dove sono i lucchetti?!? Io ho sistemato lo specchietto retrovisore, e l’ho guardato attraverso e di traverso. Ho pensato Ma di che diavolo sta parlando? Poi mi si è accesa una lampadina: 3MSC. E ho capito. Ho alzato il volume della radio. Ho preso a fare zapping selvaggio. Ad un certo punto mia madre ha detto Lascia, lascia. Gigi D’Alessio. Assieme ad una cantante straniera. Mia madre ha detto Che bella, questa canzone. Ho cambiato frequenza. Lei ha detto ancora Lascia, lascia. Tzn Frr. La canzone del film dei lucchetti. Ho pensato No! Ho cambiato di nuovo. Mio padre ha detto Lascia, lascia, mi piace questa canzone, la ascolto sempre, in macchina. Grace Kelly, di Mika. Ho pensato Mio padre è un fan di Mika. Ed è pure fan di Step e Babi e Gin. Ho spento la radio. Mia madre ha detto Certo che con te non c’è gusto, comandi sempre tu!

Poi ho accompagnato i miei dal dentista. Mio padre doveva fare una visita. Io sono rimasto in macchina, mio padre ha detto Quaranta minuti al massimo e torniamo. Sono passate due ore. Mio padre ha detto Dove ci porti a mangiare? Ho rimesso in moto. Lui, tutto entusiasta, ha detto Non sai chi ho incontrato dal dentista! Mia madre ha detto Non sai! Io ho detto No, infatti non lo so. Mio padre ha detto Indovina! Mia madre ha detto Dai, indovina! Non ci arriverai mai! Io ho pensato Come faccio ad indovinare se sappiamo già che non ci arriverò mai? Uno stronzo mi ha sorpassato a destra e io ho urlato Sei proprio uno stronzo!, poi ho detto Mi arrendo. Mi madre ha detto Certo che con te non c’è gusto, non sai stare al gioco!

Al ristorante ho scoperto che dal dentista mio padre ha incontrato un attore famoso. Un attore comico che prima faceva la televisione e ora fa le fiction. Mio padre ha detto Pensa, ci siamo anche scambiati i numeri! E’ proprio simpatico. Mia madre ha detto Simpaticissimo! Io ho pensato Mi sta venendo un gran mal di testa. Ho addentato una fetta di mozzarella che avevo sotto il naso. Mi sono toccato la fronte. Mia madre ha detto Che hai, non ti senti bene? Proprio in quell’istante ha squillato il telefonino di mio padre. Mio padre ha guardato il display, ha esclamato E’ l’attore famoso! Io ho pensato Anch’io vorrei essere bravo come mio padre a fare amicizia con la gente famosa.

Per strada c’era un sacco di gente. Ad un certo punto, per schivare una vecchia babbiona spagnola, ho messo male il piede sinistro, ho barcollato un po’ tra il marciapiede e l’asfalto ma sono rimasto in piedi. Ho pensato Ammazza che riflessi! Poi abbiamo fatto un giro per il centro. Ci siamo avvicinati ad un capannello di persone. Due artisti di strada vestiti con delle tutine attillate stavano facendo capriole a più non posso. Mi sono venuti in mente i Bulgari di Aldo, Giovanni e Giacomo. Tutti applaudivano. Mia madre mi ha guardato, ha sorriso. Io le ho sorriso. Lei ha detto Che bella, Roma. L’ho guardata, lì, in mezzo alla folla. Avrei voluto dirle tante cose. Ho detto Già, che bella, Roma. Poi, mentre le tutine rimbalzavano di turista in turista, mio padre mi ha preso in disparte e ha detto Sai chi mi ricordi tu? Paolo Rossi ai mondiali del 1982, ricordi? Ho pensato Nel 1982 avevo quattro anni. Lui ha detto Un grandissimo attaccante sempre abituato a fare gol che per metà mondiale non riesce a metterla dentro. Poi arriva la partita decisiva con il Brasile e segna il primo gol e poi ne segna altri due e non si ferma più fino a diventare il leggendario Pablito. Ecco, a te manca proprio questo, di sbloccarti sotto rete e segnare il primo gol. L’ho guardato, lì in mezzo alla folla. Ho pensato Papà, come fai i paragoni tu non li fa nessuno! Avrei voluto dirgli tante cose. Ho guardato due punkabbestia e un cane che erano al nostro fianco. Ho detto Sai che, e in quel momento è arrivata mia madre, ha detto Venite, venite, ho appena visto la conduttrice di Linea Blu, quella bionda, quella sposata con quello di Sereno Variabile. Com’è che si chiama?

Poi sono tornato a casa. Ho tolto le scarpe, ho tolto i calzini. Mi sono spogliato. Sono andato in bagno, mi sono guardato allo specchio. Ho pensato al discorso di mio padre sul centravanti. Ho guardato la mia caviglia sinistra. Era rossa, era gonfia. Ho pensato Ehi, ma questa caviglia è rossa e gonfia! Sono andato in cucina, ho aperto il congelatore. Ho cercato tra i tranci di merluzzo that’s amore e le bistecche surgelate. Ho preso del ghiaccio. Mi sono seduto e ho steso la gamba. Ho messo il ghiaccio sulla caviglia e ho aspettato che sgonfiasse. Almeno un po’.

10 Replies to “Mi alleno a diventare il nuovo Pablito”

  1. se ti può consolare, i miei genitori mi dicevano le stesse cose.

    poi quando sono tornato a vivere con loro, hanno smesso.

    e a me dispiace molto.

    iSleepy

  2. Sottotitolo là sopra: la stessa identica cosa che ho pensato io oggi, vedendo con i miei occhi e sentendolo con le mie orecchie. Stentavo a crederci. Però poi mi sono pure ricordato che lui quel giorno praticamente in campo non c’era. No, perchè, qualcuno l’ha visto? Spocchioso. d.

  3. iSleepy: ti riferisci alle preoccupazioni perenni sulla salute? Nel caso, dispiace anche a me. Sono quelle cose che, nonostante tutto, ti fanno credere che qualcuno, almeno, è interessato a te!

    ColLa: infatti! Non posso capire! Non posso capire come possa uno dire quelle cose alla vigilia del ritorno dei quarti di finale. Se per caso la Roma dovesse arrivare in finale (magari con il Liverpool), er pupone cosa direbbe? Sono più emozionato ora che la prima volta che ho visto nuda Illary? 😉

    Dario: Nessuno l’ha visto, tranne i devoti romanisti che non accettano né “se” né “ma”. Vogliamo parlare della sua assenza prolungata dalla Nazionale, ora che quel povero cristo di Donadoni arranca alla disperata sul baratro della fine della sua carriera? Quanto talento sprecato.

  4. esattamente, mi riferivo proprio a quelle premure tipiche da genitore ansioso.

    Ora col fatto che sono sempre con loro, non si interessano piu. o meglio, non chiedono perchè vedono coi loro occhi.

    che bello [a volte] vivere da soli

    iSleepy

  5. I gusti musicale dei genitori: mia mamma è una fan degli Abba (e ognuno ha le sue croci), inoltre trova divertenti gli spot con Cristian De Sica (e sì che è ritenuta universalmente una donna intelligente)…

    Comunque, come farai a vincere i mondiali dell’82 con quella caviglia? Misteri…

  6. Paturniosa: ma scusa, vuoi mettere gli Abba con GiggiD’Alè e TznFrr? Comunque, se continuo così (pomate inoffensive) i mondiali non li vinco 🙂

    Spappari: hai visto? 😉

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