TFM Awards 2006 Musica # 1

E veniamo al bello. Musica 2006.

1) Miglior duetto del tipo che se vanno a Sanremo almeno un secondo posto lo raccattano sicuramente: 

a) Elisa e Ligabue con il secondo che entra sul palco a ¾ di canzone tipo Anna Oxa in Ti lascerò.

b) Marco Masini e Umberto Tozzi che duettano tutto il duettabile dei loro esimiii (una o due “i”? nel dubbio: tre!) repertoriii (idem con patate) raggiungendo vette di inarrivabile sublimità in “Ti vorrei”: Tozzi canta “Ti vorrei, ti vorrei non lo sai quanto ti vorrei”, Masini suona il tamburello, poi i due si lanciano dolci sguardi mentre Tozzi cinguetta:“Ti vorrei, ti vorrei anche se fossi un ghey” (è tutto accaduto, a “Cd: live”).

c) Gli U2 e i GreenDay con “The Saints are coming”. Bono e soci dopo aver rinnovato la storia della sfrantumologia mondiale con MaryGei, ci riprovano con i cattivi ragazzi (brr, che cattivoni) del punkpopsbritsmort. Cosa non si fa per promuovere il quarto (secondo o terzo? Nel dubbio: quarto!) best della loro esimia carriera.

d) Ronan Keating e Rita Comisi. Lui era nei Boyzone. Lei era un’amicaDiMaria. Lui è biondo. Lei è mezza brasiliana e mezza siciliana. Lui è cool. Lei un po’ meno. Lui ha una certa età. Lei ha appena smesso di litigare con EleonoraDiMaria. E nonostante tutto si stanno simpatici e si lanciano languide parole d’amore. Solo che qualcuno deve ancora tradurre a Rita la parte in inglese di Ronan e qualcun altro (magari lo stesso) deve ancora tradurre la parte in italiano di Rita. Si vede lontano un metro che l’uno non ha la più pallida idea di quel che dice l’altra. E viceversa. Mitici.

e) Nelly Furtado e gli Zero Assoluto. Lei canta al centro del palco. Loro due a fianco fanno smorfiette. Lei canta la sua canzone. Appena ci sono dei buchi vuoti, uno dei due, quello timido, si inserisce e sparacchia quattro parole in italiano. L’altro, quello sfacciato, si dimena -con classe!- a destra e manca, un po’ come Mauro Repetto ai tempi d’oro degli 883. Alla fine, Nelly esce dalla trance cantereccia, si toglie gli auricolari e guarda i due con la stessa espressione con cui si guardano due ladri sfigati che vengono a rubarti in casa tua e manco ci riescono, ma soprattutto chiedendosi: “E questi chi cazzo sono?”

Vincono questi ultimi per lo sguardo impagabile di Nelly.

 

2) Miglior canzone da pioggia invernale e tazza da thè bollente da prendere fino ad ustionarti la lingua mentre pensi alla tua ultima storia finita o alla tua ultima storia che sta per finire o alla tua ultima storia che purtroppo non ne vuole sapere di finire e progetti quei quattro-cinque veloci modi per suicidarti: 

a) Lady of certain age dei Divine Comedy se sei un certo tipo di persona

b) Chasing Cars degli Snow Patron se sei un altro tipo di persona

c) Because of you di una delle tante Jessiche (in realtà si chiama Kelly Clarkson ma io avrei giurato fosse Jessica Simpson) che popolano la discografia americana, se sei un altro tipo di persona ancora.

 Ognuno scelga per sè quel che più gli aggrada.


3) Miglior ripetizione di se stessi o, guardandola in altro modo, naturale prosecuzione del disco precedente che se facevano un disco doppio, ci risparmiavano di andare due volte al negozio di dischi –che si trova nei pressi di Totthenam Court Road, ed è quell’attimo fuori mano-:

a) Damien Rice, “9”: bello, bellissimo. Sì, però…

b) Keane “Under the Iron Sea”: noioso, noioserrimo. Appunto: vincono loro.

 

4) Miglior disco che voleva essere e invece nessuno se li è ‘nculati manco de pezza: 

a) Zucchero, che stavolta non ha nemmeno vinto il Festivalbar. Poraccio.

b) Baglioni, che ci ha provato con le cover, e il risultato è sempre lo stesso.

c) Renato Zero, che pensa basti aggiungere superlativi su superlativi per lasciare un segno. E il bello è che ha ragione. Indefesso.

 

5) Miglior disco ininterrotto, di quelli che tra il quarto singolo estratto dal vecchio disco e il primo estratto da quello nuovo passa così poco tempo che non fai neppure in tempo ad esclamare: “Oddio, che palle, ancora? Ma questoquì non la smette mai?”

a) Robbie Williams, che almeno ha provato a cambiare genere musicale, semplicemente facendosi strizzare le parti intime in modo fortissimo, così fortissimo che la voce gli si muta e tutto ha un tocco di originalità in più, ma si è dimenticato di cambiare sceneggiatore per i suoi video, che sono sempre uguali: lui al centro di una pedana che si dimena e attorno gente che mostra appetiti sessuali bramosi e indistinti.

b) Nek, che bisogna dargli atto di tante cose, ma di una sicuramente: scrive e canta sempre la stessa canzone, ma è così bravo a mescolare il tutto da farci sembrare tutto sempre nuovo e bello.

c) Cesare Cremonini, che da quando ha lasciato i Lunapop si è convinto di essere un grande artista che suona i dischi con le orchestre da cinquanta elementi, che al secondo disco da solista pubblica già un live, ma che si è dimenticato che va ancora in giro con Ballo. Non so se mi spiego.

 

3. continua…

4 Replies to “TFM Awards 2006 Musica # 1”

  1. W Ronan,abbasso Rita! Passa sul blog della piu’ grande fanatica dei Boyzone! Un saluto di buon anno e buona epifania 🙂

  2. Carissima fanatica:

    1) vorrei chiederti come hai fatto a capitare sul mio blog proprio il giorno che parlavo di Ronan Keating. Ma non te lo chiedo: ho paura della risposta!

    2) Spero tu non te la sia presa quando ho definito Ronan “di una certa età”.

  3. della serie. il favoloso mondo di joujou: ho scoperto con notevole stupore che quel frescolino di nek ha una figlia adolescente e una moglie che sembra mia zia quando fa le orecchiette (senale compreso): insomma…un po’ più di glamour…

    baci. J.

  4. Questa mi mancava pure ammè. qualcuno potrebbe dire che il mondo girava lo stesso anche senza. ma vabbè! 😉 ma il glamour in più lo richiedi al frescolino o alla compagna frescolina? ma soprattutto: come hai scoperto tutto ciò?

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