Chiedi alla polvere, Mater Natura, Il regista di matrimoni, Le particelle elementari, Sangue

Una scena alla volta, senza spingere, chè oggi mi va di fare il maestrino, senza sprecarmi.

1) Chiedi alla polvere, di R.Towne con Colin Farrell, Salma Hayek
Interno di un bar. Lo scrittore Arturo Bandini e la cameriera Camilla, di origini messicane, stanno litigando. Qualche giorno prima Arturo le ha regalato un suo racconto. Camilla dice di averlo apprezzato molto ma in realtà non l’ha mai letto. Arturo, per ripicca, versa un boccale di birra dentro un enorme vaso. Camilla, invece, strappa alcune pagine del racconto e le fa in mille pezzi.

Melodramma.
“Poiché non si può essere in due posti contemporaneamente, devi imparare a fare molto con poco. Che, in sintesi, è il mestiere dello scrittore.”

2) Mater Natura, di Massimo Andrei con Vladimir Luxuria (la sciura Luxuria, n.d.b.)

Interno casa di appuntamenti. Europa ha finalmente coronato il suo sogno. Vestita da donna (vera professionista “slo-vacca”) si dà alla prostituzione. Ma il suo primo cliente è una totale delusione: è troppo confuso -sessualmente, ovvio- per i suoi gusti. Così Europa si affaccia al balconcino kitsch, che con le sue luci rosa illumina il vicolo altrimenti buio e sordido, e da lì arringa, da vera “sindacalista”, le altre prostitute: “Ribellatevi, fatevi rispettare. Noi un’anima la teniamo, scassata, ma la teniamo!”
Nonostante zeppe di luoghi comuni.

3) Il regista di matrimoni, di Marco Bellocchio con Sergio Castellitto, Donatella Finocchiaro
Esterno di una chiesa. Il grande regista Franco Elica sta girando un film sul matrimonio della figlia di un nobile siciliano. Elica, già innamorato della promessa sposa, si trova circondato da tutti i parenti. Non ha alcuna idea di come strutturare il film, così improvvisa una specie di sceneggiatura, lì, su due piedi. La madre dello sposo, quando Elica smette di parlare, dice: “Va bene, ma si ricordi, è grazie a noi che lavoriamo dalla mattina alla sera che lei può permettersi di fare l’artista!”

Il mare del film, ovvero il mare di Cefalù, ovvero quattro anni e quattro estati (mie). Emozioooone.

4) Le particelle elementari, di Oskar Roehler con Moritz Bleibtreu, Franka Potente (che qui non corre)

 L’adolescente (e brufoloso) Bruno viene condotto dalla prosperosa&generosa madre in una comune tipo hippy. Il giovane Bruno è leggermente ossessionato dal sesso. E la madre sicuramente contribuisce ai suoi turbamenti. Una notte Bruno entra in camera da letto: la madre e il suo giovane amante dormono nudi. Lui è eccitato, si avvicina alle gambe della donna, fa per sfiorarle ma all’ultimo momento ci ripensa. Verrà svezzato in altro modo: ovvero da una prorompente ed esagerata decima (almeno) di reggiseno.

Incompiuto.

5) Sangue, di Libero De Rienzo con Elio Germano, Emanuela Barilozzi

I protagonisti, dopo un folle inseguimento con i poliziotti più truci del mondo (la parola G8 vi fa venire in mente qualcosa?) piombano in una chiesa. Qui, dopo la morte improvvisa del parroco, sequestrano i due aiutanti filippini e ordinano ad uno di loro di assecondare lo spacciatore/sognatore/nuovoprete Iuri nella celebrazione della Messa, che avverrà comunque. E a tutti i costi.

Sangue, ovvero due terzi di supponenza che si ribaltano improvvisamente in capolavoro. E poi le musiche, perdinci: Giardini di Mirò, tra gli altri.

Fine.

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