Erri De Luca – Haruki Murakami
Erri De Luca – Il contrario di uno.
“Lei aveva mani spellate da un malanno, il solo che ho amato. Veneravo quelle dita screpolate, rosse, indolenzite, non l’ha creduto mai. Fosse stata lebbra gliel’avrei leccata per appiccicarmela alla lingua, fosse stata morte l’avrei voluta io. Meno di questo, l’amore non è niente” (p.42). Erri De Luca. Il contrario di Baricco.
Haruki Murakami – Tokyo Blues Norwegian wood
Come sempre, in questi casi, il punto è superare lo scoglio iniziale, aggirare quella vocina che ti dice di passare e chiudere, direzioni lidi più rassicuranti. Ma non tutte le vocine di un certo tipo sono fatte per essere ascoltate, esistono anche le vocine opposte, quelle che ti ammaliano, che ti prendono per mano e ti accompagnano nel flusso. In questo caso lo scorrere lento di un fiume apparentemente estraneo. La pace e l’angoscia di un silenzio irreale. Ma è un silenzio allo stesso tempo ritmo. Ritmo di solitudine, di un sentire universale: Beatles, Bacharach, Miles Davis, Henry Mancini. Un mood naif, che allenta le difese, che esplode dopo, lasciando tracce simili alla sua provenienza: un luogo che non è da nessuna parte. Si chiama turbamento.