L’Italia di Trenitalia
Ieri, ad un certo punto, mi prende un insopprimibile bisogno di mettermi in contatto con il call center di Trenitalia*, per un’informazione che il sito non contiene. Ordunque chiamo il numero a pagamento 89 20 21. La vocina registrata chiarisce le cifre: 30 centesimi di scatto alla risposta e 54 centesimi (54) al minuto. Ok. La vocina illustra il menu: digitare 1 per questo, digitare due per quello, etc. Digito due. La vocina mi dice che al momento gli operatori sono occupati e mi dice di riprovare più tardi. Clic. La vocina mi chiude il telefono in faccia. Più di due minuti di conversazione (…). Totale: quasi un euro e cinquanta. Smarrito&impaziente, rifaccio il numero. Stavolta digito 1, altra possibilità. La vocina mi dice che gli operatori sono occupati, ma stavolta mi dice di aspettare. Passa un minuto, tre minuti, cinque, dieci. Ad un certo punto, mi sveglio dal torpore in cui la musica di Vivaldi mi aveva gettato, e realizzo che sto spendendo un capitale. Chiudo. Faccio un rapido calcolo. In due telefonate ho speso quasi otto euro euro per non avere nessuna informazione che sia una. Ok, fesso io, ma quell’informazione era veramente importante. Per me, al mio paese (quello che mi sogno la notte), si chiama TRUFFA. Chiudo il telefono e penso di rivolgermi all’altra compagnia nazionale di treni. Che però non esiste.
Questa è l’Italia. Questa è Trenitalia.
Questa è l’Italia. Questa è Trenitalia.
* La stessa azienda che ha sporto querela milionaria (euro) contro “Report” per un’inchiesta di qualche tempo fa. La stessa azienda che ha licenziato in tronco alcuni impiegati che avevano violato il regolamento interno facendo, nientepopodimenochè, entrare la troupe in cabina guida.
ho provato anche io, stessi risultati (ma ho speso meno perchè dopo un minuto ho cacciato giù incazzato come una iena).
Allora sono andato in stazione a chiedere. Tutto vago, tutto possibile, nessuna previsione attendibile. Nessuno sa nulla di certo.
Non sapendo quando parrtirà e se arriverà, decido di non prendere il treno…
Male molto diffuso, questo dei call center succhiasangue.
Tempo fa leggevo una cosa allucinante riferita al servizio informazioni di la7 per l’acquisto delle partite di calcio sul digitale terrestre…
Questa faccenda dei call center, andrebbe davvero regolamentata.
Basta con i numeri a pagamento elevato,le tariffe a tempo astronomiche, ma semplicissime chiamate interurbane e servizi che funzionano!
In modo tale che a mangiarci non siano piu’ in tanti (gestori telefonici, intestatari del servizio e via discorrendo) e a rimetterci in modo pesante sempre e solo i consumatori.
toso: tutto vago, tranne il furto con vittima suo malgrado consenziente (penso per esempio a chi non ha internet o ha la stazione lontano da casa, etc)
Loreanne: le chiamate interurbane sarebbero la soluzione più logica, ma poi come li pagano quei nababbi degli affatto precari addetti al call-center (centralinisti). Le nostre chiamate servono a mantenere i loro stipendi da favola, stipendi da contratto a tempo INdeterminato, ovviamente!!! 🙂