Squadra Antimafia, la fiction totale

Intro: La vita ai tempi dello spoiler

 

Non tutti hanno problemi con il concetto di spoiler. Conosco gente che comprava Sorrisi &Canzoni solo per leggere in anteprima la trama di Febbre d’amore. Mia nonna. Una volta una mia amica mi ha detto che lei decide di prendere un libro solo dopo aver letto le ultime pagine (“Ma perché sei così pazza?” “Ho bisogno di sicurezze”). Poi c’è gente che ormai ha fatto dello spoiler una vera e propria malattia. Tipo che si rifiuta di mettere piede nell’Internet finché non ha visto l’ultima scena del final season della sua serie preferita (“La colpa è di quei farabutti esibizionisti che ti mettono gli screenshot a tradimento nella tua bacheca di Facebook o di Tumblr. Mi hanno rovinato la vita”). O gente che spezza le catene di decennali amicizie sol perché a cena, dal nulla, ti dice “Ah, come quella volta che Dexter trova morta Rita nella vasca da bagno lol” “Ma mi hai appena spoilerato come va a finire!” “A parte che Dexter non finisce così e se vuoi te lo dico adesso, ma GEEZ SONO PASSATI QUATTRO ANNI”.

 

 

1. Squadra Antimafia si fa l’autospoiler al primo minuto ma poi per fortuna vince facile

 

E poi ci sono le serie tv, o telefilm, o fiction, che si fanno gli autospoiler (come un autogol, certamente non grave, ma comunque tafazziano) annacquando così la potenza del proprio final season. Sto parlando di Squadra Antimafia, e di un titolo di testa, uno solo, questo:

 

 

 

Spoiler

 

 

E d’accordo che lo spettatore della generalista è tendenzialmente rintronato o non sta guardando la tv perché la sta commentando su twitter, ma se mi scrivi “Con Paolo Pierobon nel ruolo di Filippo De Silva” e a pochi minuti dalla fine di tutto De Silva ancora non è arrivato, tu, spettatore svezzato da JJ Abrams e diventato maggiorenne con Vince Gilligan due conti (di delusione) te li fai. Ma per fortuna il particolare non è sempre l’universale, specie in quel megamondo pieno di pazzi della miglior action fiction italiana di tutti i tempi. Una action fiction che di anno in anno riesce a farsi perdonare promesse mantenute un po’ così (tipo la famosa botola), grazie al collaudato mix di ammazzatine, ficcatine e africanietz.

 

 

2. Il bilancio della quinta stagione

 

Squadra Antimafia si è mantenuta intorno al 17-20% nella giornata più importante dei palinsesti, grazie anche a un’ulteriore accelerata sui temi trattati. Riempire 900 minuti di fiction tenendo sempre desta l’attenzione non è facile, e il micidiale trio di story editors Dazieri-Lupo-Nerone crea ogni volta in volta le condizioni per un’esplosione lavica di plot degna delle migliori serie americane di massa. Dalle sanguinolente cugine Abate quest’anno si passa alle sorelle-nemiche Colombo. Lara, capo dell’Antimafia di Catania e Veronica, candidata alle elezioni regionali in Sicilia. Anzi: candidata alle elezioni regionali in Sicilia e collusa con la mafia. Anzi: collusa con la mafia e correa nell’omicidio di bambini.

 

 

Sorelle

 

 

Il personaggio cruciale della serie è dunque una donna senza scrupoli, dalla doppia e tripla morale, pronta a tutto pur di ottenere il potere, anche seppellire personalmente un bimbo sulle falde dell’Etna. Considerando l’efficacia con cui è stato presentato al pubblico di Canale 5 un passaggio così forte come la morte del piccolo Leonardino Abate, e considerando l’eccellenza de-fi-ni-ti-va delle scene di azione di Squadra Antimafia (e che ne fanno una cosa unica nel panorama italiano), mi chiedo: e se dessero a Dazieri-Lupo-Nerone la possibilità di costruire altri racconti un po’ meno, come dire, manichei?

 

Il cast, spesso obbligato a confrontarsi con un dialetto non proprio, si conferma più o meno all’altezza della situazione, con ulteriori innesti da Romanzo Criminale (Francesco Montanari il Libanese e Edoardo Pesce, già uno dei mitologici fratelli Buffoni). Fondamentale era la riuscita del binomio Colombo. Valentina Carnelutti (La meglio gioventù) tiene il proprio personaggio, Veronica, in bilico tra la farsa e la tragedia, resistendo alle tentazioni del ridicolo, sempre dietro l’angolo (“Gioia, gioiuzza”). Peccato che l’altra metà della mela, Ana Caterina Morariu, malgrado la buona volontà, non sia riuscita a dare una vera profondità alla Buona Lara, personaggio forse più interessante su script che dal vivo.

 

 

 

3. Slapstick, fumettazzo, inseguimenti, What the fuck: è fiction TOTALE

 

– Tu mi devi spiegare a che minchia serve ‘stu Twitter
– Oggigiorno, i piccioli si fanno caa tecnologia!

 

Con questa epic quote pescata dal mazzo (5×06), ecco un florilegio dei migliori momenti del quinto season finale di Squadra Antimafia.

 

 

INTERNO PISCINA INTERNO STICCHIO

 

 

Interno piscina

 

 

Calcaterra sta scappando da un cattivissimo criminale russo. Entra in una sauna dell’hotel e trova una quindicina di pollastrelle a mollo in una piscina. Una di loro GLIELA GETTA IN FACCIA ma Calcaterra ha altro a cui pensare, cioè nascondersi. E lo fa, con prontezza di spirito, immergendosi nel cosiddetto MARE DI STICCHIO. Trattenere il respiro è molto più facile quando hai innumerevoli fimmine pronte a tutto per te, pure a farsi sparare. Scena LEGGENDARIA che si chiude con brevettata slinguazzata calcaterriana.

 

 

ANCORA CON QUESTA DESTRA E QUESTA SINISTRA

 

Il laido giornalista Schiavone è a casa di Veronica (che cinque minuti prima ha sfoggiato un ottimo francese: seria, preparata e di madrelingua). L’uomo osserva le locandine appese al muro (Togliatti, l’Avanti!) e provoca Veronica: Vogliamo cantare l’Internazionale? Veronica lo guarda con lo stesso raccapriccio con cui si guarda un topo morto: Destra e sinistra sono la stessa cosa. Schiavone: effettivamente. Veronica: appunto.

 

 

 IL QUARTO D’ORA CHE SCONVOLSE LA FICTION ITALIANA

 

Nel bel mezzo della best sequenza “tutti contro tutti” ever (Russi vs Mafiosi, Poliziotti non autorizzati vs Russi e Mafiosi, il pulmino dei liceali) (e prima dell’omaggio riservato a uno dei più grandi caratteristi del cinema italiano, Tony Sperandeo), ecco uno dei rarissimi momenti che ogni spettatore seriale si meriterebbe, ricompensa di tanta fedeltà: Dante Mezzanotte e Calcaterra uno accanto all’altro, costretti ad un’improvvisata alleanza per uscire vivi da-questo-inferno. Il pensiero corre subito a Rosi Abate, alle vendette incrociate e trasversali, a tutto questo Male, ma anche al Bufalo, al Commissario Scialoja: bravi, bene, continuate così.

 

 

Duello

 

 

 

Segue finale apocalittico in cui Rosi Abate e l’Etna diventano una cosa sola e infine il succitato rilancio con De Silva. Che dire: lunga, lunghissima vita a Squadra Antimafia.

 

 

****

 

 

*Squadra Antimafia 5×01: Venne il giorno che le dissi “Tu Palermo non mi basti”
*Rosi Abate dentro sei tutta marcia ma fuori sei proprio un pezzisticchio

*Scandal: colata lavica di plot che si autoalimenta

 

 

2 Replies to “Squadra Antimafia, la fiction totale”

  1. Sugli odiati spoiler: sono di quelle che riescono a leggere le recensioni saltando tutto ciò che puzza di spoiler lontano un miglio, ma non sempre mi riesce: ho smesso di leggere le recensioni di Natalia Aspesi perché ti raccontavano con dovizia di particolari ogni colpo di scena
    Ho un’amica che ti consiglia un film dicendoti per filo e per segno che cosa succede, e continua a parlare mentre io le dico: non voglio saperlo, non voglio sapere niente, non voglio saperlo, non lo guardo più, sta’ zitta.
    Un’altra, che ormai tengo alla larga, fa lo stesso coi libri (sto leggendo il tal libro, dico; ah, sì, quello che lui alla fine si spara, dice).
    D’altra parte, se su un quotidiano il titolone è “Che bel lieto fine: c’è un funerale, con la morte della madre del protagonista si conclude eccetera”, che speranza abbiamo?

    (è quasi OT, mi scuso, ma la Tv non la guardo quasi mai, perciò su Squadra antimafia non so che dire)

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