La Sicilia nel destino: Canale 5 si affida alla Mares e alla Ares

C’era una volta una stella che illuminava tutto quello che la circondava. Un giorno quella stella capì che presto si sarebbe spenta, e smise di lottare. Però ogni tanto si ricordava dei fasti del passato. Quella stella si chiamava Canale 5 e sapeva che poteva sempre contare sulla Sicilia e sui siciliani, una storia un destino.

 

 

 

 

 

 

E’ proprio curioso come la Sicilia, così presente, in passato remoto come in passato prossimo, diventi ora bastone per una vecchiaia mal camuffata, specie in questa campagna d’autunno partita con i fuochi migliori dell’arsenale sparati uno via l’altro. Canale 5 ha scelto la Doppia Via: la programmazione normale, con obiettivi rinculati passo passo verso il misero contentino della doppia cifra minima (il mattino, il pomeriggio, la seconda serata), tra disimpegni clamorosi e bandiere bianche sventolate persino negli anni elettorali; e la prima serata, dove ancora molto, se non tutto, sembra ancora in ballo. La tv surgelata di Maria De Filippi, marchi a fasi alterne ma sempre di buona tenuta (Lo Show dei record), e le fiction. Fiction, storie, mafia.

 

Ma è ancora più curioso come Squadra Antimafia, gioiellino finora tenuto nascosto tra le pieghe invisibili delle primavere-già-estati, venga adesso promossa a settembre. Di lunedì. Non è più tempo, evidentemente, delle storie mafiose che ci fanno fare brutta figura all’estero, e di scelte televisive di cui rendere conto altrove. E meno male. Squadra Antimafia è più che un buon prodotto, che non cerca la verosimiglianza all’esterno, nella fantomatica realtà, in universi valoriali impossibili da riprodurre. Piuttosto ne costruisce uno proprio, un Mondo a parte, all’interno del quale far muovere personaggi e far succedere eventi. Quello che deve fare la migliore finzione, specie televisiva. Ricetta che permette a Squadra Antimafia di tenere, anche nel corso delle stagioni, malgrado forzature e ripetizioni modulari, malgrado la fuoriuscita di uno dei personaggi più riusciti della lunga serialità (Ivan Di Meo, interpretato da Claudio Gioè). E la prima puntata di questa quarta serie conferma le aspettative, con iniezioni da altri romanzi criminali, storie che seguono la migliore tradizione valsecchiana, e persino gravidanze vere (Simona Cavallari) che entrano in sceneggiatura (Claudia Mares è incinta) senza particolari scossoni.

 

Lunedì mafia. Martedì e mercoledì pure. L’onore e il Rispetto è un marchio talmente affidabile da esigere l’occupazione del palinsesto settembrino. E pazienza per l’indigestione tematica. D’altronde, c’è mafia e mafia. C’è la mafia di Valsecchi e Dazieri, e c’è la mafia di Tarallo e Losito. Una mafia che fa rewind nel tempo, alle utilitarie degli anni che furono, alle cabine telefoniche a gettoni. Sforzo di ricostruzione minima che soddisfa un bisogno primario di imitazione, di ricombinazione di elementi già noti al pubblico, che non disturbino e non distraggano. L’onore e il rispetto, i suoi corpi tirati e mascherati, le sue labbra enormi, i primi piani strettisimi, è racconto che si prende gioco di se stesso, esagerazione consapevole e autoparodia tout court. Un racconto in cui i nomi degli attori (Cosima Coppola, Rosa Pianeta) non sfigurano accanto a quelli dei personaggi (Tonio, Tripolina, Patroclo), in cui la camera indugia fino al sostenibile e e anche un pelo oltre, in cui il lessico pesca da un serbatoio da avanspettacolo (‘Sti fitusi!), in cui vecchie e nuove glorie  mostrano senza pudore la propria imperizia in un dialetto imparato dalla Piovra o da Tony Sperandeo (nel migliore dei casi). Insomma, un’iperfiction, che non merita nemmeno le rimasticazioni degli intestini crassi e degli intestini-twitter perché va presa per quello che è, anzi, che vuole essere presa per quello che è. Un’iperfiction che non cerca nemmeno giustificazioni perché, semplicemente, non ce ne sono.

 

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Squadra Antimafia 4 (Pietro Valsecchi, Sandrone Dazieri), con Simona Cavallari, Giulia Michelini, Marco Bocci, Greta Scarano, Andrea Sartoretti
L’Onore e il Rispetto 3 (Alberto Tarallo, Teodosio Losito), con Gabriel Garko, Alessandra Martines, Giuliana De Sio, Laura Torrisi, Gabriele Rossi, Cosima Coppola, Martina Pinto, Francesco Testi.

6 Replies to “La Sicilia nel destino: Canale 5 si affida alla Mares e alla Ares”

  1. Come sempre, tanta saggezza.
    E tante spanne sopra la “normale” critica televisiva.

    eph.

  2. Non so squadra antimafia, ma l’onore e il rispetto è GLI OCCHI DEL CUORE

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