Sanremo 2022 – Le 25 canzoni

Il mio problema con le canzoni di Sanremo quest’anno — ho sempre un problema con le canzoni di Sanremo quest’anno — è che mai come stavolta parlano, ehm, di cose da fare a letto, tra lenzuola sporche di vino, lenzuola che ormai sanno come ti chiami e look con capezzoli che sbucano da ogni dove, brividi, brividi. Ma basta cincischiare: al grido di “abbiamo i voti da zero a dieci usiamoli”, ecco le pagelle e le versioni in prosa.

1 Achille Lauro — Domenica

Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più? Il nostro Lauro torna DI NUOVO al Festival non tanto per cantare ma proprio per farci sapere che da oggi il suo personaggio sarà interpretato da un qualsiasi attore scarso di un film di Derek Jarman e quindi basta con i commenti sulla panza e il pacco-non-pacco della tutina di due anni fa. D’altronde, chi di noi in palestra al secondo ciclo di bilanciere non va allo specchio e inizia a leccarsi le ascelle infilandosi le mani nel pacco davanti a tutti? Ma parliamo di musica. La canzone si chiama Domenica e chiaramente l’unico obiettivo di Lauro è che venga scelta da Zia Mara (papalina!) come la prossima sigla di Domenica Incosì con la Siae siamo a posto per un paio d’anni e possiamo continuare a scrivere canzoni non solo tutte uguali ma proprio tutte orrende uguali piene di noiose allusioni alla droga. Voto: 2, oppure se va male con zia Mara c’è sempre Onlyfans ma spicciati che sta uscendo di moda.

2 Yuman — Ora e qui

Per ragioni imperscrutabili TAL YUMAN ha vinto addirittura la categoria Sanremo Giovani. Per capire di cosa stiamo parlando, ricordiamo che negli ultimi anni al primo posto è arrivata gente del calibro di Mahmood e Leo Gassman. Tal Yuman porta un pezzo che è un inno al carpe diem: c’è una strada tutta curve tra il cuore e la testa / senza mappe, scorciatoie, o un’area di sosta. Ma soprattutto un inno alla botta di culo che ha avuto mentre, che ne so, gente come Luca Di Risio è a casa a svuotarsi una vaschetta da un kg di Carte d’or per il nervoso. Ora e qui, riesco a crederci, questo è l’inizio del viaggioVoto: 1, Tal Yuman non so come dirtelo, ma ecco, beh, insomma, mi sa che il viaggio è già finito.

3 Noemi — Ti amo non lo so dire

Fatata ed eterea come solo una che mangia radici e SEITAN da due anni trattenendo il respiro mentre fa TABATA, Noemi cambia tutto. Dopo un paio di nenie esiziali degli anni passati, stavolta decide di affidarsi al ticket Mahmood-Dardust con un pezzo che musicalmente non avrebbe sfigurato nella sfida tra Arisa e Malika come sigla delle prossime Olimpiadi invernali (o anche dello Zecchino d’oro, a scelta). Il ritornello Scusa se/ Non ho niente da perdere/Più ti guardo più credo che/ La parola sia l’unico proiettile ti entra in testa e te la trapana quanto basta per non arrivare vivi a Pasquetta. Adorabile quella cosa che fa con il microfono su Ti amo ti amo ti amo Voto: 6+, e il conto in banca di Mahmood continua a salire

4 Gianni Morandi — Apri tutte le porte

Dovete sapere che ci sta leggendo anche mia mamma (CIAO CIAO) quindi devo stare attento a non dire troppe parolacce che poi mi dice Ma chi ti ha cresciuto i lupi? Ma soprattutto devo stare attento a quello che dico su Gianni Morandi. Davvero, cosa possiamo dire di quest’uomo che sale sul palco con QUEHE MANO EROICHE ancora fasciate dall’incidente, con gli occhi lucidi dall’emozione, una giacca meravigliosa che vorrei per la festa danzante a rive gauche che continuo a rimandare da due anni? Per esempio che questa canzone è tremenda: la partenza fa bene al gioco di gambe io ballo il twist ma poi il ritornello Stai andando forte / apri tutte le porte fa venire solo voglia di trovare lo spigolo più appuntito della casa e prendere la rincorsa. D’altronde Jovanotti ce l’ha ‘sto vizio di tenersi le canzoni brutte per sé e di dare agli altri quelle orrende. Se non ti ricordi di BRIGITTA e BENEDETTA BOCCOLI e la canzone STELLA puoi tranquillamente andare fuori da questo blog e dalla mia vita. Voto: 3, scusa Gianni, scusa Mousse T, scusa mamma

5 La rappresentante di lista — Ciao Ciao

Lo dico subito così ci leviamo il dente. Io amo Dario Mangiaracina e Veronica Lucchesi di un amore SESSUALE e mi farei fare un sacco di cose da loro, tipo tingermi i capelli di rosanero (Forza Palermo!) e farmi tatuare CIAO CIAO sulla fronte in qualche bettola della Kalsa. Dalla prima nota si capisce che qua siamo di fronte a un pezzo che quelli giusti definirebbero il GROOVE perfetto per l’apocalisse: Che paura intorno è la fine del mondo/ Sopra la rovina sono una regina/Ti saluto con amore/ Con le mani con le mani/ CIAO CIAO. Purtroppo quest’anno la regia del festival è affidata a gente con la labirintite che PIGIA bottoni a caso e dunque ci siamo persi la migliore coreografia pensata dalla CREW più figa a sud della Salerno-Reggio Calabria: la fine del mondo, che dolce disdetta. Quando Dario lascia la chitarrina e prende il sassofono e si guarda con Veronica in QUEL MODO io ve lo dico, inizio a SRAGIONARE. Voto: 8,5, le canzoni migliori sono quelle che sembrano sceme ma non lo sono, ci sarà tempo per tornare all’indie ma intanto a noi che cazzo ce ne frega buonanotte bonne nuit CIAO CIAO

6 Michele Bravi — Inverno dei fiori

Non ascolterei una canzone di Michele Bravi manco se mi pagassero e qui per giunta sto scrivendo questo post PRO BONO only for the fans di un tempo che non tornerà. Capirete dunque la serenità con cui mi approccio alla seconda parte del tragico DITTICO iniziato con Il Diario degli errori, ma, perché c’è un ma, c’è una coerenza narrativa nel progetto che porta Michele quest’anno e questo ci piace. Il look è a metà tra il Tim Burton pazzo dopo essere lasciato da Helena Bonham Carter e il personaggio di Sean Penn in This must be the place, il film più brutto della storia. E poi la canzone, chiaramente uno scarto di Noemi con un testo che in confronto Glicine era Kavafis, ma con un bell’incedere e una quantità di LACCA nei capelli che vanno premiati, così come le rime libere CANZONI STAGIONI SUONI FIORI ripetute fino all’asfissia. Voto: 6,5 ma basta con questo cazzo di Fantasanremo sennò scendo a 4.

7 Massimo Ranieri — Di là del mare

Potrei farvi risparmiare tempo copia-incollando quello che ho scritto su Gianni Morandi. No, davvero, chi siamo noi anche solo per aprire bocca davanti a uno come Massimo Ranieri? Io nell’88 c’ero davanti a quel bellissimo 36enne in smoking, introdotto da una GARRULA Gabriella Carlucci, per la migliore esibizione di ogni tempo di ogni festival di ogni metaverso. Ok, basta parlare di passato che ne abbiamo già vissuto abbastanza. Ma in un punto del viaggio la pioggia cadrà su ogni paura ed oltraggio: la voce imperfetta ed emozionata di Massimo cancella ogni rischio di paraculata e di RICATTO EMOTIVO alla Ermal Meta, e questo ci basta. Voto: boh, naturalmente dopo Sanremo non ascolterò mai più questa canzone, ma è stato bello esserci.

8 Mahmood e Blanco — Brividi

Ogni generazione ha diritto al proprio duetto SAMESEX. Noi abbiamo avuto Rossana Casale e Grazia Di Michele che si lanciavano sguardi VOLUTTUOSI in Gli amori diversi. I giovani di oggi hanno Mahmood e Blanco (devo ancora capire chi dei due è Grazia Di Michele). E siccome io sono un po’ giovane di oggi devo confessare che il 2021 l’ho svoltato grazie a questo ragazzino di nome Blanco che in ogni canzone ci infilava MANCHI TU BEIBI. E poi Mahmood, che ho già nominato seicento volte in questo post giusto per seminare qualche indizio. L’hype era altissimo, e siamo stati accontentati: pezzone malinconico e in pieno stile newsanremese (mi sono appena inventato questa parola, ma credo renda l’idea dell’ERA AMA), magnifico nelle parti di Blanco, e forse un po’ meno nelle parti di Mahmood (“Ale, ti ho sentito un po’ calante, ma sono io eh, non sei tu”). Tensione erotica a palla anche se uno dei due, ahinoi, sembra aver fatto altre SCELTE SESSUALI. Tu, che sporchi il letto di vino/Tu, che mordi la pelle con i tuoi occhi da vipera: testo notevole anche se nudo con i brividi non corrisponde al vero: su quel palco io vedo ancora troppa gente vestita. Voto 8,5 (forse Mahmood è Grazia Di Michele).

9 Ana Mena — Duecentomilavolte

Nel 2019 la vita era bellissima e non lo sapevamo perché in realtà faceva schifo come sempre. A giugno presi un aereo da Parigi a Palermo e mi andati subito a BUTTARE A MARE. Arrivato sugli scogli c’era un tascio che ascoltava Una volta ancora: la voce di Ana Mena mi accompagnò per un anno meraviglioso, l’anno prima di quello che sappiamo tutti, l’anno in cui fui anche io TASCIO con il braccio di fuori dal finestrino cantando ANA MENA ANA MENA. Questo per dire che io sono suo fans da tempi non sospetti. E a questo astio contro di lei pieno di rigurgiti nazionalisti io dico: non ci sto. Certo, la canzone fa venire voglia di SDRADICARSI i timpani con i PETARDI ILLEGALI DI FUORIGROTTA, ma a tutto c’è un rimedio. Noi del gruppo di ascolto di rive gauche fatto di gente di cinema e gente con carriere affermatissime abbiamo risolto cantandoci di sopra AMANDOTI dei CCCP come la canterebbe Maria Nazionale. Voto: 6,5, il regno delle due Sicilie l’ha già eletto inno terrone, voi non siate da meno.

10 Rkomi — Insuperabile

Prima del Festival conoscevo Rkomi per un duetto con quel che resta di Tommaso Paradiso e uno con Elodie, ma non sapevo che avesse questo taglio di capelli, chiaro omaggio a Silvia Mezzanotte dei Matia Bazar prima di passare alla frangetta e a Olmo del cantante Olmo. Ma soprattutto non avevo realizzato che la voce era un incrocio tra GRIDO dei Gemelli Diversi (o era Strano?) e Sangiovanni dopo aver fumato crack vegano con Aka7seven. Uno ogni due sono come scalini che portano nell’Olimpo/ In un mantello di nuvole bianche / Il messaggio sulle tue labbra era come un semaforo, Taxi Driver. Il testo prometteva benissimo, ma poi l’inciso decide di riscrivere il senso della parola ACUFENE. Voto: 3,5 e levati quei guanti che se hai fatto la terza dose non serve a niente.

11 Dargen D’Amico — Dove si balla

PAPARAPARÀ PAPARAPARÀ: stavo giustamente chiedendomi E il premio paraculo di quest’anno a chi lo diamo? Sulla nobilissima scia di gente come Lo stato sociale, Gabbani, i Pinguini Tattici, il nostro Jacopo D’Amico (ma che c’aveva Jacopo che non andava?) decide di buttare tutto in CACIARA: fottitene e balla, tra i rottami balla per restare a galla. Ok, speravo in qualche rima più, come dire, raffinata di BALLA/GALLA ma questi anni ci hanno cambiato profondamente: eravamo gente che applaudiva sui balconi piangendo, e ora ci esaltiamo per l’ennesimo PAPARAPARÀ PAPARAPARÀ delle nostre fragili vite. Un punto in più per il verso: finalmente ho 40 anni ed ho ancora fame/io non parlo con il mio cane ma c’è un bel legame. Voto: 6+ (cit.) ma ovviamente a maggio sarà 2 quando una compagnia telefonica a caso sceglierà questa canzone per promuovere la SUMMER CARD 100 GIGA VERI.

12 Giusy Ferreri — Miele

E a proposito di Dario, Veronica, Claudio Gioè, Palermo, ecco Giusy Ferreri, detta anche il più grande mistero della musica italiana di sempre. Gran voce, grandi successi, decine di hit che c’è gente che per averne due venderebbe i figli al mercatino, milioni di dischi ai tempi in cui c’erano i dischi, e poi appena sale su quel palco si trasforma in una cornacchia sciancata con il carisma del vuoto quantico che arriva sempre agli ultimi posti della classifica. Ma quando tutto, per l’ennesima volta, sembra perduto, ecco che tira fuori QUEL CONO che si fa MEME in una fusione di meraviglia e di malessere che venire i brividi, brividi. Non so chi abbia avuto l’idea del CONO ma per una volta possiamo scomodare la parola genio. Ci aiuta a ignorare questa marcetta funesta che certifica il declino di Takagi e Ketra. VotoL’amore non se ne va / Vola via ma poi torna da te si merita un bel 4 ma forse con un remix del dj MOLELLA potremmo arrivare a 4,5

(Pausa ma che fine ha fatto Andrea Delogu? E Perla Di Poppa?)

13 Sangiovanni — Farfalle

Ero molto mal disposto verso SANGIO ma appena sale sul palco inizia a bofonchiare cose su Monica Vitti e a me viene subito voglia di dargli zero con lo stoppino senza manco passare dal via. Poi parte la canzone e capisco quanto male facciano i pregiudizi negativi: parti così basso che finisce che non ti viene da prendere l’ANTINAUSEA dei dopo sbronza. E non l’ho detto a nessuno che ho perso la testa e sono pazzo di te: ok, siamo nei pressi del grado zero delle SMEMORANDA, ma tutti abbiamo avuto 18 anni (no, Blanco non conta, è fuori classifica) e quindi dai, carezzina dolce. Vai Sangio, vivi la tua vita da giovane adulto ma per favore lontano da qui. Voto: 4, due in più per la domanda esistenziale Ho perso le emozioni me le ritrovi tu?

14 Giovanni Truppi — Tuo padre, mia madre, Lucia

Non farò quello che dice Io a Truppi lo conoscevo prima di voi perché non è vero. Io Truppi l’ho incontrato una sera di febbraio, quella volta che mi commossi mentre guardavo Sanremo. Commosso davvero: occhi lucidi e tutto. Sarà perché sono CIS? Sarà perché sono ormai BOOMER? Sarà perché se parli di padre e madre ormai mi imbarchi in tre secondi? Vai a sapere. D’istinto ho pensato: io questa canzone non la voglio ascoltare mai più, è talmente perfetta che non voglio scendere da qui. Invece l’ho riascoltata. È un pezzo alieno, venuto da un mondo in cui una bella canzone la riconosce chiunque chiunque chiunque, in cui gente come Truppi, Pacifico e Niccolò Contessa si mettono assieme ad altra gente per tirare fuori cose come: Brillano le teste e scintillano le stelle/ un per cento è amore e tutto il resto è stringere i denti. Giovanni, fammi una domanda qualsiasi e io risponderò come rispondo anche a me. Voto: 9 (quando gli scappa la u borbonica su vùole e cùore forse è anche un 10).

15 Le Vibrazioni — Tantissimo

Ma per fortuna ci pensano Sarcina e gli altri scappati di casa delle Vibrazioni a rovinare tutta questa bellezza. Ragazzi, davvero, no, la canzone sulla post rottura con la nuora di ELEONORA GIORGI no, no e no. L’amore sotto pelle è/Un’arma nella mano/E può far male tantissimo: FRANCESCO ma stai parlando di quello che PENSO? Quando le labbra vogliono poggiarsi altrove: ok, stai parlando di quello che penso. Ragazzi, non so come dirvelo: apprezzo lo sforzo alle percussioni, ma quel OOOOOOOO che le povere coriste tra cui Monica Hill devono urlare mi mette parecchia cupa cupezza addosso. Voto: 4, mi sono arrivate parecchie vibrazioni, ma non posso dire dove.

16 Emma — Ogni volta è così

E a proposito di gente su cui si può davvero contare quando c’è da GETTARE VOCI, ecco Emmona accompagnata dalla neo romanziera Francesca Michielin in un trionfo di girl power che mancava solo Carlotta Vagnoli a fare con Emma quel gesto della FIGA e sbancavamo il fantasanremo cancellettista. Lo vedi come sei/Arrenditi stanotte. Partenza secca, giusto per dimostrare che io sugnu du Salentu e pigghiu le note basse ma sono anche rock, mentre la romanziera si dimentica di dirigere l’orchestra e si mette a ballare la canzone di D’Amico. Ma di cosa stavamo parlando? Ah sì, di Sanremo. Ecco, a Sanremo si viene a cantare le canzoni, a squarciagola, con i ritornelloni che ti fanno buttare l’epiglottide oltre l’ostacolo. Lo sa Diodato (❤) e lo sa Emma, che ha già vinto con questa ricetta. E quindi, tutti in coro SENZA MAI RESPIRARE: E mi guardavi con quegli occhi grandi e mi dicevi sempre Come sei bella nessuna mainessunamainessunamaaaaaaai. Se siete sopravvissuti al waterboarding il voto, commisurato al Perché Sanremo è Sanremoè 7

17 Matteo Romano — Virale

Cosa dobbiamo pensare di uno che si presenta al suo primo festival, in piena pandemia, con una canzone che si chiama Virale? Ma perché ci devi far andare di traverso la gioia che peraltro Zalone si era già ASCIUGATO? Io davvero non so, non rispondo. Però il vero problema è che c’è un bambino sul palco di Sanremo che porta una canzone più vecchia di mio nonno in carriola e nessuno trova strana questa cosa. Anche tra i grattacieli volerò / E lasciati andaaaare / Che il cuore ti cade giù/ E l’amore riappaaaaare/ Va in tendenza e risaaaale. No seriamente, ma cos’è questa roba? Quel trionfo tremolante vocalico mi fa venire voglia di prendere una gastroenterite dietro l’altra. Voto: mi sa che lo zero con lo stoppino di quest’anno non glielo leva nessuno.

18 Iva Zanicchi — Voglio amarti

Ah no, c’era anche questa persona che pensa di farla franca, che pensa che siamo scemi e ci dimentichiamo di quando faceva politica e siccome fa la simpatica e parla sempre di FICCARE a 82 anni noi ci caschiamo. Voglio amarti e non solo per “amore” /voglio amarti perché ho fame anch’io di te. Ma chi pensi di scioccare Iva? Achille Lauro? Persino la buonanima di mia nonna (ciao nonna, CIAO CIAO) che amava la tua voce avrebbe detto: MA A CU CCIÀ CUNTI? Voto: ci avanzava un altro zero e quindi perché non usarlo?

(Pausa cambio frequenza e riprogrammazione dei canali)

19 Rettore e Ditonellapiaga — Chimica

E non so bene come dirlo ma secondo me Rettore non viene citata abbastanza come persona da cui non compreresti neanche un frullatore usato su Vinted ma che avrebbe parecchio da insegnare quanto a look, carisma e personalità a queste nuove generazioni che non sanno nemmeno scegliersi un nome d’arte decente. Sì sto parlando di Ditonellapiaga, che però è una figa fotonica e in Francia sarebbe già al Panthéon, e qui in Italia ci prova come può: intanto tiene il palco benissimo, soprattutto nello stare alla larga da Rettore per paura che le parta la brocca e inizi a menarla. Testo molto ben scritto nonostante le ANAFORE un tantino ripetitive. E non c’è iodio oppure zinco/È solo marmo bianco e muscoli bollenti: dicevamo su quella cosa del FICCARE? Voto: 6, senza infamia e senza lode ma con tanta chi-chi-chi-chimica.

20 Elisa — O forse sei tu

Elisa, Elisa. Quel pianoforte sonnolento piazzato in ouverture è un colpo veramente basso ai nostri sogni e ai nostri domani. E chiedimi tu come stai/Se ancora io non l’ho capito: Ely, sì, non l’hai capito che qua c’è gente che l’anno scorso stava talmente DEVASTATA che non aveva neanche la forza di accendere la televisione e ora non si sa bene come ha ritrovato qualche stilla di slancio vitale. O forse sei tu a volerci dare la mazzata finale? Ma poi Elisa si ricorda di essere a Sanremo e il pezzo si apre con la forza del doppio indicativo FUTURO: Sarò/ Tra le luci di mille città/ Tra la solita pubblicità/E io sarò/Quell’istante che ti porterà. Lo spiraglio si chiude e poi riapre un paio di volte mentre la telecamera inizia a girare vorticosamente come in un film di Muccino degli anni ’90 e noi stramazziamo a terra con le cervicali in fiamme. Voto: 7 ma solo per la classe e la voce e l’intensità. In un mondo di scappati di casa ne abbiamo bisogno, ma la canzone, ecco, beh, boh.

21 Fabrizio Moro — Sei tu

Se le colpe dei padri non ricadono sui figli di sicuro le colpe di Ermal Meta ricadranno sempre su Fabrizio Moro. E viceversa. Però noi che male abbiamo fatto per meritarci la TASSA META MORO un anno in coppia, e un anno a targhe alterne? Chiedo per me stesso. Non pago dei danni psicomotori che ci ha causato negli ultimi anni, questa volta Moro porta una canzone che è una CRASI tra tutta la sua discografia e Che sia benedetta di Fiorella Mannoia. La scuola romana, quella sbagliata. Sei tu che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi, sei tu che mi inietti nel sangue il destino: oh ragazzi, c’è gente che per molto meno ha dichiarato guerra alla Russia. Sei tu che dai origine a quello che penso. Voto: ecco Fabry, se proprio ci tieni a saperlo quello che penso è 1.

22 Tananai — Sesso occasionale

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Questo pezzo è firmato, tra gli altri, da Alessandro Raina, ex Giardini di Mirò ed ex Amor Fou, insomma l’unico responsabile del CIS BOOMER PIAGNONE che sono diventato. Capirete dunque cosa me ne possa fregare delle critiche ad Alberto Cotta Ramusino in arte Tananai, delle sue stecche, delle sue stonature, dei suoi capelli con il gel BILBA DI CADEY EFFETTO BAGNATO o della sua giacca con la cintura. In effetti, ora che ci penso, chi se ne frega proprio della canzone. Però devo ammettere che Baby ritorna da me e metti via quella pistola mi pare degna di stare tra le prime 5 frasi degli anni ’20. Peccato per quel 38 di febbre che ci ricorda cose brutte che vogliamo metterci alle spalle. Voto: 6,5 (e se qualcuno insinua che questo voto è tipo quando parlo di Bonucci e faccio finta che parlo di calcio, beh, è VERO)

(Pausa Elisabetta Canalis che nella versione distopica di se stessa in realtà è nata a Sampierdarena e ora fa la pubblicità alla Mia SARDEGNA)

23 Irama — Ovunque sarai

Beh c’è da dire che questo ragazzo l’ha presa bene la cosa dell’anno scorso di non potersi esibire con un pezzo che poteva tranquillamente vincere per quanto fosse tamarro. È passato un anno e di quel tutto sommato bel ragazzo è rimasto un fantasma PALLIDO con la pettinatura di AMBRA quando non aveva tempo per la permanente perché doveva rispondere alle interrogazioni parlamentari. E poi un CENTRINO DI PIZZO BUCATO da cui sbuca un CAPEZZOLO TURGIDO che dovrebbe eccitare le fanz ma che, caro Filippo Maria, temo siano già passate da un pezzo nel team Blanco. Tutto quello che penso di questa canzone è racchiuso nei versi Se sarai vento canterai/Se sarai acqua brillerai. Voto: 2, se fosse tardi ciao

24 Aka 7even — Perfetta così

Allora, qua partiamo malissimo perché, tra tutti i fuoriusciti di quel talent io avrei voluto il mio IDOLO Tancredi. Però Luca Marzano viene da Vico Equense e io amo tutto quello che viene da quella terra come se FOSSI IO (ok, appropriazione culturale, e allora?). Perfetta così parte con un riff (è il nome giusto?) che ti mette subito addosso un’ansia insopportabile, chiaro spoiler di quel che accadrà con il resto del pezzo: PERCUSSIONI A CAZZO, VOCI A CAZZO, OHOHOHOHOHOHOH A CAZZO. Ho detto prima che sono uno che ama la coerenza? Beh, MENTIVO. Questa canzone farà furore nei centri commerciali tra Lagonegro e Mercato San Severino, ma NON ORA NON QUI. Voto3, basta dire BEIBI a ogni tre per due, non sei mica Blanco.

25 Highsnob e Hu — Abbi cura di te

Ricordate i fratelli Luca e Diego Fainello in arte SONOHRA? Beh, ecco, ora sono cresciuti, sono stati rapiti da una gang di Berlino Est e hanno fatto, come si suol dire, LA VITA. Ora sono tornati su questo palco pacificati: Ho trovato la calma però non è niente di che. Se lo dite voi chi siamo noi per non crederci? Su carta il testo è di rara struggenza: queste lenzuola ora sanno come ti chiami/ Vorrei essere acqua per lavarti via il dolore. Peccato che non siamo a un contest di POESIA e che c’è anche una cosa chiamata MUSICA. Però dai, quando Michele e Federica si abbracciano mi fanno venire voglia di essere una persona migliore di quella che mai sarò. Molti extra bonus alla rima OLOFERNE/VERME e al verso migliore di tutto il festival: In questo gioco quando hai vinto hai persoVoto: 6,5, direi che non ci poteva essere sintesi migliore per chiudere.

E anche per quest’anno è tutto, speriamo di mandare all’Eurovision gente nuda con i brividi brividi, o al limite gente che in diretta planetaria saluta agitando mani, piedi, cuore e culo. Grazie per averci seguito con amore, ci vediamo l’anno prossimo, magari ancora con Ama che è bravissimo a scegliere le canzoni, sapete, i deejay sono così.

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