L’Orco che ti costrinse a non guardare in faccia ai libri

Poi una domenica stai camminando per il sesto (o era il quattordicesimo?) e arrivi in uno slarghetto su cui affacciano un albergo, un bistrot, un altro bistrot e una stazione del vélib’, e trovi una serie di persone accovacciate sul marciapiede che rovistano tra scatoloni di cartone e libri impolverati. Così.

 

 

 

E allora ti avvicini, incuriosito, e chiedi a una signora: Che passa? Lei, senza distogliere gli occhi dai libri, risponde che l’albergo ha buttato centinaia di volumi sul marciapiede, non sapeva che farsene. Ah bon, fai tu. E ti tuffi, in mezzo a queste signore impomatate, questi damerini appena usciti da qualche teatro, questi bimbini con madri e padri. Tutti sfogliate libri, spostate libri, alzate libri, abbassate libri. E siete educati, aspettate i vostri turni, vi sorridete, vi spostate a semicerchio, e intanto tenete dei libri sotto il braccio, o in tasca, e intanto dal bistrot i parisotti vi guardano incuriositi, alcuni vorrebbero raggiungervi ma non lo faranno, in compenso altri si fermano, vi fanno le foto, finite in qualche instagram. Basta poco per diventare delle celebrità.

 

Poi però arriva l’Orco, tutto niuro, vestito di niuro, con un sacco della spazzatura pure quello niuro, e lui è sgarbato, e prende gli scatoloni sani sani senza nemmeno guardare che c’è dentro, e sposta i bimbini di malagrazia, e non aspetta che tu abbia finito di sfogliare che ti toglie i volumi da sotto il naso. Un arraffone. E l’incantesimo si spezza. E vi passa il prio. Sì, perché l’Orco vi costringe a difendervi, lui arraffa e voi bisogna tenere le posizioni, e per farlo non guardate in faccia ai libri, e pigliate a muzzo pure voi, e quel sorriso di bellezza che avevate in faccia scompare e lascia il posto a una gocciolina di sudore sulla tempia, ma tu vedi che ti tocca fare, e te ne vai, ritirata!, che non vuoi vedere come va a finire la guerra, no.

 

Torni a casa, ti siedi alla scrivania e guardi finalmente i libri sconosciuti che ti sei portato dietro, e alla fine pensi: Che me ne faccio ora di questo libro sul cricket?

 

7 Replies to “L’Orco che ti costrinse a non guardare in faccia ai libri”

  1. Meraviglioso. Cos’altro c’era di bello?
    Una volta a Milano per strada invece ho trovato un mucchio di vestiti/roba/documenti gettati in strada da qualcuno che evidentemente aveva litigato con la signora proprietaria delle cose. E c’erano borse di marca vintage, vestiti abbastanza belli, tessere, fogli vari, ritagli di giornale…mi pareva brutto mettermi lì a frugare, e però son ripassato mezz’oretta dopo e tutte le borse erano sparite, opera delle milanesi hipster, credo.

  2. so che non lo abbandonerai su un marciapiede, come l’ultimo dei prostituti e questo mi basta. (l’attimo prima dell’uomo nero come ti sentivi?)

  3. Anch’io una volta a Madrid ho trovato una scena simile a quella descritta da Davide, sul marciapiede, in pieno centro c’erano tantissimi cd, vestiti… e sembrava proprio che una coppia avesse litigato e quelli fossero volati dalla finestra. Il mio amigo Manu, spagnolo, mi aveva detto qualcosa come “fico, vediamo se troviamo qualcosa di interessante!” ed io avevo risposto che non volevo frugare tra i ricordi delle persone. Ed è quello che penso anche ora. Ma nel tuo caso è diverso, era l’hotel che aveva litigato con la cultura…
    Io fossi in te farei bookcrossing con quel libro, lascialo sulla panchina quando vai a prendere la metro, magari qualcuno a cui interessa lo prenderà 🙂

  4. dice che è un grande classico della letteratura cricket-centrica. e poi ‘covers topics such as playing skills and public school, university and county cricket’. mmmh, hermoso.

  5. “Che me ne faccio ora di questo libro sul cricket?”
    Vai a vedere The Best Exotic Marigold Hotel e controlli se sono accurati nelle scene in cui giocano a cricket. Se non lo sono, esci dalla sala sbattendo la porta.

  6. che ficata però
    orco a parte, mi piacerebbe capitasse anche a me (però nella parte tua, non in quella dell’hotel)

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