Sole, pioggia, Martina N., Martina H., la danza dei raccattapalle di verde vestiti: cosa rimane di questo Roland Garros 2011

Roland_Garros_2011Arrivare ai campi del Roland Garros è facile: basta prendere, da qualche parte, magari in un punto del sesto, la linea numero 10 della metro di Paris, scendere alla fermata Porte d’Auteuil e poi niente, non fare più niente. Soltanto seguire delle deliziose racchettine stampate per terra, sui gradini della metro e su su fino in superficie, sull’asfalto, le quali racchettine servono solo a indicare la retta via. Un po’ come le frecce sul pavimento quando vai all’Ikea. Uguale. Unica avvertenza: dribblare i Bagarini Etnici dediti al raggiro e alla truffa, cose così.

Ed è così che si finisce in un mondo incantato, pieno di gente che sorride, che Ti sorride, scelta magari in qualche casting in cui il quoziente intellettivo non è certo requisito preso in considerazione ma che comunque sa arrotare bene le cose arrotabili, e ancora quell’Atmosfera fatta di OpOP, perfetti colpi di perfette palline di perfette racchette che risuonano in lontananza. E poi altre cose, tra cui:
Cose che mi rimangono di questo Roland Garros vissuto da transalpino a me stesso, inviato speciale di quell’undicenne intrappolato nei suoi sogni di gloria:

1) Ho visto giocare Martina Navratilova. Meglio tardi che mai. Una delle domande che non mi facevano dormire la notte era: Ma non si sarà rotta i coglioni la Navratilova di giocare ancora a tennis? La risposta, per questa donna classe 1956 (l’anno dei carrarmati sovietici su Ungheria) è, semplicemente: NO. Torneo di doppio delle Leggende. A pochi metri da Martina N., in coppia con la tremebonda Jana Novotna (come dimenticare le lacrime sulla spalla della duchessa di Kent per quel Wimbledon strappatole dalla Caimana Steffi-Ti-Amiamo-Sempre-Graf?). Loro due, le ceche, contro Nathalie Tauziat e Magadalena Maleeva, la bulgara sorella di altre Maleeve e testimone di uno dei più grossi Attentati del Secolo Scorso, quando un pazzo fan di Steffi Graf accoltellò l’incolpevole Monica Seles. E poi, altro match, altro doppio, Martina N. e Jana contro Linsday Davemport -sempre accidiosa- e Martina Hingis, la circa-trentenne che porta quel nome proprio come Omaggio Vivente a quella che oggi è una graziosa sciuretta sempre Bionda e sempre talentuosa. Ovviamente vincono le nipotine sulle nonne, ma vedere Martina N. incazzarsi per un punto sbagliato, beh, applausi.

2) A proposito di doppi. Regole di cui non ero a conoscenza, valevoli per doppi misti e doppi degli Anziani. Sul 40-40 non inizia la solita Estenuanza dell’Oltranza, ma vale il golden point: il primo che fa punto vince il game. Non solo. Se la situazione è di un set a testa, il terzo set, il decisivo, consta semplicemente di un tie-break. Cose.

3) A margine dei match principali si svolge uno spettacolo parallelo. Raccattapalle ragazzini istruiti a seguire dei cerimoniali di ferrea osservanza. Tra questi, il lancio delle palline ai giocatori, la Reggenza dell’ombrellone per il campione tal dei tali ma, soprattutto, ai cambi di campo, una speciale coreografia tanto inutile quanto spettacolare: il primo raccattapalle, di solito il più piccolino, comincia a correre, facendo un giro di campo, seguito da un secondo, un terzo e un quarto raccattapalle. Dopo mezzo giro di campo il quarto si stacca, si ferma e si posiziona davanti a un altro raccattapalle messo in un angolo, così anche il terzo, mentre i primi due raggiungono la postazione dell’arbitro. Il terzo e quarto si scambiano le palline con altri due omologhi che a loro volta si uniscono nuovamente ai primi due, che nel frattempo hanno ripreso a correre. Complicato a dirsi, splendido a vedersi. Chissà quanto sudore e quante mazzate per raggiungere cotanta perfezione.

4) Nadal-Federer. Ovviamente il Centrale era irraggiungibile, per cui ho visto il match sul campo numero 1, davanti a un maxischermo gigante e sotto un sole cocente e un improvviso temporalino di fine estate. Se nel campo principale il tifo deve per forza rimanere contenuto, sul numero 1 invece, bolgia infernale. Fans di Federer in leggera maggioranza sui fans di Nadal. Anzi, dovrei dire, LE Fans di Nadal. Che il signorino maiorchino, le cui pudenda tappezzano i cartelloni pubblicitari di mezzo mondo, deve stimolare tante cose nel pubblico femminile: a ogni grugnito animalesco, smottamenti di varia natura tra simpatiche ottuagenarie come graziose adolescenti tutto poivre. Gli altri, Quelli Che Ne Sapevamo, abbiamo vissuto la Nostra Passione con il Sommo Roger in vantaggio 5-2 e poi Black Out, sotto due set a zero e poi in risalita, fino al suicidio del quarto set. Poteva essere un Nada Nadal, grazie ai regali iniziali di Babbo Nadal, e invece tutto è andato come pronostico. Su Nadal c’è da dire questo: fortissimo, tecnico e fisico, colpi in canna tra cui le specialità della casa cioè la ribattuta e i passanti. Ma Nadal è noioso, prevedibile, sempre uguale a se stesso, capace di andare avanti per ore scavando fosse a bordo campo. Nadal non va mai a rete, Nadal non cambia gli schemi, Nadal suda, Nadal sputa, Nadal grugnisce. L’altro, Roger Federer, l’uomo pieno di E, sempre impassibile anche quando si butta dal quinto piano, Roger, la Grazia Fatta Tennis, il Senso dato a uno Sport Magnifico.

5) Qualsiasi altro punto cinque, dopo aver nominato Roger Federer sfigurerebbe, quindi niente, cancello i miei appunti e le mie foto da questo post e me li tengo per me. All’anno prossimo.

6 Replies to “Sole, pioggia, Martina N., Martina H., la danza dei raccattapalle di verde vestiti: cosa rimane di questo Roland Garros 2011”

  1. Noooo vogliamo le foto. Fallo almeno per re Roger!
    armante

  2. Roger per sempre. Ma l'altro attizza l'universo femminile e i cultori dell'uomo forte. Quindi non c'è partita.

    P.

     

  3. mi son persa il match per andare al museo ebraico (tra l'altro grande fregatura) però avrei tifato Federer perchè sono grande amante della tecnica, in tutti gli sport.
    E comunque mi è venuta voglia di giocare a tennis, organizziamo una partita Tfm? Però solo se mi prometti di giocare come quell'undicenne che eri, perchè ora me lo sento che sei ad alti livelli 😀

  4. *Armante: ahah, no dai, non sono bravo a fare foto 🙂

    *P: game, set, match

    *Grace: non gioco da settordicimilioni di anni, altro che alti livelli. Organizziamo un doppio misto: chiamo Steffi e Andrè?

    *Yet: per Martina N o in toto, proprio? 😀

  5. in toto, proprio
    che con tutto il tempo che son stata a Parì almeno una volta avrei potuto andare al RG
    ciao

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