Perchè gli scrittori stranieri maschi spesso vengono tradotti da traduttrici femmine?

ultimamente sto leggendo molto. sì lo so. questi grandissimi cazzi.
in particolare ho letto due libri stranieri e uno italiano -…-
quelli stranieri sono: “tutto per una ragazza” (slam) e “sogni all’alba del ciclista urbano” (maos de cavalo)
 libri i quali hanno in comune tre cose, anzi quattro.
uno) le copertine danno sul giallo; due) sono romanzi di formazione, un po’ atipici: parlano di adolescenti che diventano adulti, in un modo o nell’altro; tre) gli autori sono maschi: nick hornby e daniel galera; quattro) i traduttori sono femmine: silvia piraccini e patrizia di malta.
sforzando un po’ la mente mi è venuto in mente che:
a) ho un’amica che fa la traduttrice per mondadori, micacazzi, che di recente ha tradotto un saggio di un autore maschio. l’altra sera ho conosciuto un’altra traduttrice: ma non le ho chiesto se traduca libri di maschi o di femmine. ancora non avevo in mente questo post;
b) questa cosa delle traduttrici femmine che traducono autori maschi è molto comune, ma di traduttori maschi che traducono scrittrici femmine non mi pare si possa dire altrettanto.
c) non c’è
da cui:
domanda:perché ciò accade?
risposta plausibile numero 1)le femmine sono più numeroserisposta plausibile numero 2) le femmine sono più sensibili
risposta plausibile numero 3) le femmine sono più disperate e accettano anche compensi da fame
risposta plausibile numero 4) le femmine oltre alle gambe c’è di più
risposta plausibile numero 5)non lo so, ditemelo voi
che poi. il giudizio sull’ultimo libro di nick hornby –bleah! yeah!– sarebbe lo stesso se il traduttore fosse maschio invece che femmina? quanto è differente lo sguardo dell’una o dell’altro se di mestiere  l’uno e l’altra fanno i traduttori? sembrano domande oziose e infatti lo sono. siamo quasi a metà luglio -comunque stanotte ho dormito con il lenzuolo: che bello dormire con il lenzuolo d’estate. ma soprattutto: che bello dormire, d’estate-

poi ho letto un libro italiano. la solitudine dei numeri primi. e della meglio gioventù.

solitudinelamegliodomanda: che ci fa jasmine trinca sulla copertina del libro mondadori?
riflessione: ”

la solitudine dei numeri primi” di paolo giordano e “la meglio gioventù” di marco tulllio giordana
da cui, il teorema di tieffemme pitagorico:  se ti chiami giordano o giordana (assioma uno e due), allora in copertina o locandina ci va ‘volto di giovane ragazza che rappresenta personaggio dalla personalità complicata e/o disturbata che fissa emblematicamente lettore e spettatore all’uopo di generare compartecipazione e compassione, nel senso latino di ‘patire insieme con’, però-la solitudine dei numeri primi. una

fittadalla prima all’ultima parola. non so voi, ma io mi ha fatto un effetto simile a into the wild.e ora, dopo una sfilza di 5 romanzi che mi hanno condotto sull’orlo del suicidio, si volta pagina:

foster wallace, sedaris o agota kristof?

27 Replies to “Perchè gli scrittori stranieri maschi spesso vengono tradotti da traduttrici femmine?”

  1. tfm finiscila, che tanto lo sappiamo che di nascosto ti leggi a fabiovolo.

    mò, recensiscicelo.

    fai auting.

    o amingaut.

    o come si dice.

  2. io ho tradotto non-fiction (un maschio francese e una femmina australiana) e fiction (maschio americano).

    Mi sa che la risposta è che siamo più numerose.

  3. scoglierapensieri:

    sono molti di più gli scrittori msachi degli scrittori femmine

    sono molte di più le traduttrici italiane femmine che i traduttori italiani maschi

  4. scoglierapensieri:

    sono molti di più gli scrittori msachi degli scrittori femmine

    sono molte di più le traduttrici italiane femmine che i traduttori italiani maschi

  5. *Viola: mi vuoi davvero suicidato, insomma. io un libro di fabioflight l’ho letto. tfm, only the brave. il primo. esco a fare due passi -che era meglio che se ne rimaneva a casa-. detto ciò, il bresciano (che l’altro giorno ho visto abbastanza sul gonfio a piazza navona) è meglio che faccia la tivvù. nella tivvù è bravo. nel resto, no grazie.

    *Anto: ah ecco. però mi pare un’eccezione, o sbaglio? o solo io ho la libreria piena di libri tradotti da donne?

    *Jun: ah ecco. fai la modesta e/o la ‘corretta’. ho capito 🙂

    *Nur: ehm… sicura che la vacanza appena iniziata ti stia facendo bene? troppi ex otago? 😀 -sì, lo so che non è lei, diciamo che, ehm forse non si era capito, ma a tfm piace fare il burlone-

    *Scoglieraapiccosullasottilepolemica: il che aprirebbe un altro scenario, cioè:

    perchè gli scrittori maschi sono più delle scrittrici femmine?

    *Dario: mi è rimasto solo il diario del fumatore. volevo tenermelo per le emergenze. mi sa che è questo. speriamo ben.

  6. Gli scrittori maschi sono più della traduttrici femmine perché lo scrittore maschio tende ad accoppiarsi con traduttrice femmina, che tradurrà e porterà a casa il pane mentre lui potrà stare a letto a gingillarsi ed a pensare al prossimo libro

    virgh versione pari opportunità (dici che mi fanno valletta di magalli??)

    e poi credo che a lingue si iscrivano molte più donne che uomini, e per tradurre ci vogliono i titoli, cosa che per scrivere non sempre

    e poi anch’io lessi fabioflight, the first one, perchè ero in una casa sconosciuta e non c’era un solo libro comprensibile in una lingua che non mi affaticasse, e tra tutti gli autori che finivano in os, kos e us, ho trovato fabioflight. L’ho letto quella sera e -nonostante quello che mi ricordo sia che si tagliava le unghie dei piedi dopo aver camminato scalzo- da quella volta affabio ci voglio bene

    (soprattutto dopo che l’ho sentito dire: come fai a sposarti e dire la MIA DONNA? Una donna è il mare, e tu così la riduci a bidet)

  7. *Virgh: ti è piaciuto il primo libro di volo? Ma dici sul serio? Io lo ritengo una delle schifezze più mastodontiche partorite da qualcuno. In confronto Moccia è da Nobel perenne. Bah. Rimango perplessissimo. Forse abbiamo due edizioni diverse 😀

    *Violissima: io volevo dire che ho letto il primo e mi bastò. se leggessi l’ultimo nuovo appena stampato credo che davvero la farei finita.

  8. No, non dissi che mi piacque.

    Dissi che per la situazione in cui lo trovai e lo lessi, c’è dell’affetto per quel libro e per colui che l’ha scritto. Poi, per riportare una recensione di sorellondra, lo considero 1% libro, 99% porcheria.

  9. beato te che riesci a leggere. io sto studiando troppo e non ce la faccio. tra poco finisco e finalmente mi concentro su quei 25 libri che ho di nuovo accumulato sul comodino!

    ps. alla fiera avevano organizzato un bell’incontro tra scrittori esordienti: c’erano Geda e Giordano.

  10. Ogni volta che entro in libreria comprerei l’impossibile e devo trattenermi, perchè è inutile comprare libri che per sei mesi non potrò leggere.

  11. E comunque Alice nel paese delle meraviglie l’ha tradotto Aldo Busi… ehm non proprio un buon esempio, ma meglio di niente.

    Virgh, non è detto che per tradurre ci vogliono i titoli. A volte sì, a volte no.

    E sì, a lingue ci sono più donne che uomini e a volte gli uomini sono quel tipo d’uomini di altri tempi… if you know what I mean

  12. inoltre gli scrittori maschi sono di più delle scrittrici femmina perché hanno secoli e secoli di vantaggio.

    Visto che le pari opportunità (e perversioni correlate) sono una cosa del ventesimo secolo (e secoli successivi) o poco prima.

  13. Ma tu hai intuizioni geniali

    No la Kristof no… Da quel che scrivi non mi pare il momento… Vai sugli americani che sono in forma strepitosa, anche se Wallace non è il numero uno… Il Fondamentalista riluttante?

    (80/100)

  14. *Virgh: ah ok, di fronte all’affetto alzo le braccia. Ma allora sorellondra ogni tanto ne azzecca 😉

    *Als: ecco. l’hanno prossimo se sono disocuppato abbandono i telefilm e vengo alla fiera. comunque so che giordano non lo reggi, ma secondo me potresti regg-leggerlo.

    *Ari: dipende dai libri. questi best seller mondadori scritti larghi larghi si leggono in poco. mi sembra tipo quando alle medie scrivevamo i temi a caratteri cubitali: “oh, c’ho scritto 4 facciate! nohhh!”

    *Scoglieraapiccosull’incognita: no, io non know what tu mean.

    *Nur: ma tfm ti concede tutto quello che vuoi, dopo i regali che mi fai! 😉

    *80/100: non ne avevo mai sentito parlare. me lo segno.

  15. sedaris, sempre e comunque….ma ha scritto un nuovo romanzo.???Io avevo letto “me talk pretty one day”, e il secondo l’ho comprato ma ancora sullo scaffale, merita?ma è quello che ha come tema centrale il fumo?

  16. e allora speriamo che tu non venga mai alla fiera!

    bah, magari me lo faccio prestare, che mi costa troppo sennò!

  17. *Inoke: me parlare bello un giorno è uno dei testi più esilaranti che io abbia mai letto. Risa quasi convulsive. Poi ne ho letti altri due suoi, anche se non all’altezza. E ora mi manca il fumatore.

    Slam sì, mi è piaciuto. Ma per lo stile di NH, per la sua abilità narrativa. La trama di fondo l’ho trovata ‘facile facile’. Ma si sa, da NH ci si aspetta sempre molto, come lo studente che a scuola è il più bravo di tutti ma senza essere secchione.

    *Als: io l’ho comprato solo scontato del 30%, all’Unieuro, pensa te

    *Scoglieraapiccosunonloso: …

  18. sai cosa non mi piace dei libri di sedaris? la carta e la dimensione dei libri. che poi non c’entra nulla lui, chiaro. è la casa editrice. che poi non so spiegarti la differenza, tocca la carta con cui hanno stampato il libro del nick e quella di me parlare bello un giorno, prima edizione con la copertina rosa, toccala la senti la differenza? e poi scrive tutto appiccicato, piccolo, io non ce la faccio mica…

  19. *Quello sul fumatore è gigante e scritto larghissimo. A me più che la carta non piace la rilegatura. Si vede che è fatta di fretta e con quattro soldi 🙂

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