Io uccido – GiorgioFaletti

Let’s talk about bestseller. TFM ne ha scalato un altro da 690 pagine. Stavolta il prescelto è il pluri-osannato “Io uccido” di GiorgioFaletti. Urge una riflessione ben distinta tra lo stile e la storia in sè.
Dal punto di vista stilistico Faletti dimostra di essere un ottimo scrittore. Io uccido non è solo un giallo. C’è il serial killer, c’è il detective americano, c’è la love story (banalotta, a dire il vero). Insomma, tutti i topoi del genere. Ma accanto al giallo sono presenti anche altri ‘colori’ narrativi: lampi di ironia, descrizioni minuziose, flussi di autocoscienza, punti di vista che cambiano drasticamente pur mantenendo la terza persona. Insomma, una dimostrazione di talento, a mio parere. Stupiscono, in alcuni tratti, le  analisi introspettive di situazioni e personaggi che sfuggono (parzialmente) alla classica “accetta” del buono/cattivo, bene/male. Le due figure antagoniste, “la guardia e il ladro”, sono figure antitetiche i cui destini e stati d’animo si intrecciano giocoforza in quel chiaroscuro che è il passato con tutti i suoi nodi irrisolvibili. E Faletti riesce, sia pure con qualche intoppo, a cambiare registro narrativo senza smarrire il filo del discorso. Ci riesce. Fino a due terzi di libro. L’ultima parte, infatti, presenta elementi tali da inficiare il giudizio finale. Sono delle obiezioni legate quasi esclusivamente all’intreccio, ai troppi nodi che l’autore porta avanti fino all’acme, cioè al disvelamento del colpevole, che probabilmente arriva troppo presto. Da questo punto in poi, il lettore infatti, come svuotato dalla soluzione del giallo, è chiamato ad assistere all’inevitabile risoluzione degli innumerevoli percorsi che avevano al contempo contribuito ad appassionare. Si resta costantemente in attesa di un colpo di scena credibile, che dia un senso a quelle ulteriori duecento pagine. Colpo di scena che non arriva e che, anzi, delude ancor di più, proprio in funzione delle aspettative che l’autore stesso aveva provveduto a stimolaree solleticare. Per non parlare del finale, telefonato (sebbene inevitabile come elemento bilanciatore di un’angoscia senza fine), che lascia in bocca un senso di deja-vu, fastidioso in misura proporzionale alla maestria&originalità iniziali. Ad ogni modo, complimenti all’enorme lavoro di ricognizione e precisione. Sembra più un libro americano che italiano.  Un bene? Chissà.


Note:
1) L’enorme angoscia e solitudine che attraversano le pagine del tomo vengono alleggerite, di tanto in tanto, da battute&motti di spirito pronunciati da personaggi diversi, che però sembrano avere sempre la stessa voce. Quella di VitoCatozzo, storico personaggio di FalettiAttore ai tempi di DriveIn.
2) In vari momenti vengono citate le marche di telefonini, automobili e quant’altro. Non si tratta di pubblicità ingannevole, quanto di molestie aggravate nei confronti del lettore. Si può essere autentici anche senza nominare questo o quel prodotto.
3) Dal libro verrà tratto un film, già in lavorazione, con un cast, dicono, internazionale. Speriamo bene.
4)) Le parti più belle del libro sono le pagine al “presente” in cui viene descritto l’assassino. E’ dolore puro, dolore universale, dolore descritto mirabilmente da chi, evidentemente, ne ha avuto a che fare.
“La vita ha un odore così complesso, eppure è così facile da riconoscere. L’odore della vita è sui tram d’estate, pieni di gente con troppe ascelle e troppe mani. E’ nell’odore di cibo e di piscio di gatto, che in certi vicoli prende alla gola. E’ nell’odore acuto della ruggine e del salmastro che divorano il metallo, nell’odore di disinfettante e nel sentore ruvido della polvere da sparo”.

“Io uccido”, nonostante i tanti difetti Voto: 7–

7 Replies to “Io uccido – GiorgioFaletti”

  1. Io l’ho letto, ma in tutta sincerità mi ha deluso. E’ un bel libro, si, ma non il capolavoro che sembrava. Certamente una lettura interessante, evitabile la storia d’amore. L’autore recupera terreno con la verosimiglianza dell’opera, in un patto narrativo che non stupisce, è vero, ma almeno diverte il lettore.

  2. Non l’ho letto, però non è che me ne hanno oparlatomolto bene. E’ una notizia invece che in futuro ne faranno un film di budget internazionale.

    Ciao matteo.

  3. Magrat: è vero, il patto narrativo con il lettore è legato a doppio filo con il giudizio su questo libro (come a dire il vero accade spesso nei gialli)

    Matteo: l’ho voluto leggere proprio perchè avevo sentito giudizi molto contrastanti. In ogni caso lo consiglio, anche se 700 pagine…

  4. come sei criptica et assertiva, mia cara virgh. Se fossimo in un racconto di Carver avrei paura di te. Se fossimo in un libro di Faletti no.

    😉

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