2×03-Il bello del dividere casa con due napoletani: puoi eliminare dal tuo vocabolario il lemma ‘bisogno’. Pensano a tutto loro.

Previously on Ti-Ef-Em. Curtulill alla Vispa e a TFM: “Ragazzi, ho io il sostituto del Secco. E’ un mio amico di Napoli. Si chiama il Flemma. Vi dico subito che non è come tutti noi napoletani, però alla fine è simpatico”

Sono entrato in cucina con l’assillante sensazione di dover fare qualcosa. Ho aperto il frigorifero. Ho chiuso il frigorifero. Sul tavolo c’erano delle molliche tipo di pane. Per terra dei ciuffi di provolazzo. Ho aperto la credenza. Ho chiuso la credenza. Ho riaperto il frigorifero. Ah, ecco, il petto di pollo. Ho aperto lo sportello sotto il lavello. Ho cercato alla rinfusa tra spugnette gialle, detersivi per fornelli e bottiglie di aceto balsamico. Ho preso la scatola tubolare con la pellicola. Ho preso le fette di petto di pollo ad una ad una e ho cominciato a fare le porzioni. Ho aperto il congelatore quando:
una musica familiare dal corridoio. Mi sono avvicinato verso la camera del Flemma. La porta era chiusa a metà. Man mano che mi avvicinavo la musica si faceva sempre più forte. Ho spostato la porta piano piano, come se davvero qualcosa di quel che avrei visto potesse stupirmi. Il Flemma era seduto alla scrivania, con gli occhi chiusi. La testa si muoveva leggermente, seguendo il ritmo delle percussioni. Per terra c’erano delle candele accese. Ho guardato l’orologio sulla parete. Le 10:35 del mattino. In quell’attimo sospeso tra un E adesso che dico? e un Ma se me ne vado a passo di gambero tomo tomo se ne accorge?, il Flemma ha aperto gli occhi e ha detto Calexico. The Black Light. 1997. Sublimi, non trovi? L’ho guardato, ho pensato che forse forse era uno di quegli attimi in cui la persona che ti trovi di fronte non vuole essere contraddetta e ho detto Assolutamente. Sublimi. Poi lui ha richiuso gli occhi e ha ripreso a fare quella cosa con la testa. Io non sapevo che dire. Ho detto Hai visto il film Io non sono qui, quello su Bob Dylan? Mezza colonna sonora è dei Calex-

Lui si è ridestato all’improvviso, si è alzato, mi ha guardato, ha detto Ma tu, non avevi l’influenza? Ho detto Ah, sì. Mi è passata, sto benissimo. Lui ha detto Oh, comunque se hai bisogno di qualche medicina, quando vuoi, io ho tutto quello di cui hai bisogno, sottolineando con sospetto ammicco la parola ‘bisogno’. Poi ha aperto l’armadio e ha preso un sacchetto gigantesco, pieno di medicine. Ho pensato Ehi, ma ce l’ha enorme, almeno cinque volte più grosso del mio! Ho finto indifferenza. Lui ha cominciato a tirare fuori medicinali su medicinali. Tutti sconosciuti e dai nomi assurdi. Estasi. Ho pensato Oddio, soffro le pene! Devo chiedere alla Vispa se per caso a scuola di specializzazione le abbiano mai parlato di una patologia che si chiama Invidia del sacchetto dei medicinali. Poi abbiamo preso a scartare confezioni su confezioni. Mi è venuto in mente il film Maledetto il giorno che ti ho incontrato. Ho chiesto Scusa, non per farmi i fatti tuoi, ma come mai ce l’hai così grosso? Lui ha detto I miei sono entrambi dottori. Io ho provato a celare il secondo sommovimento di invidia della giornata. Ho detto Ah sì? Lui ha detto Sì, mia madre è un chirurgo neonatale. La pressione ha cominciato a farmi su e giù. Ho temuto che mi stesse per pigliare un infarto. Chirurgo neonatale? Come Addison! ho urlato. Lui mi ha guardato basito, mentre nell’aria suonava Missing dei Calexico. E tuo padre? ho chiesto. Mio padre invece è- ho pensato Ti prego ti prego fa’ che sia tipo un chirurgo estetico o un, quando –>

<–> Si può sapere chi cazzo ha lasciato il freezer aperto? Un urlo belluin-partenopeo dalla cucina. Mi sono fiondato. Curtulill aveva in mano due petti di pollo che penzolavano nel vuoto. Con il suo inconfondibile accento Ha detto Sono tùoi? Ho detto Sì, ma stai calmo! Lui ha detto Eh, ma a quest’ora i miei fagiolini surgelati saranno da buttare! Io l’ho guardato, ho detto ‘A Curtulì, non hai di meglio da fare che assurgerti a guardiano del congelatore e farti pigliare le crisi isteriche per dei fagiolini del cazzo? Lui mi ha sorriso e ha detto Sì scusami, in effetti sono un po’ agitato. Sta per venire una polacca. Mentre chiudevo il frigo l’ho guardato, ho detto Ah, adesso arrivano anche a domicilio? Lui mi ha sorriso, ha ammiccato e ha detto Perché, ne hai bisogno anche tu? Sottolineando con sospetto ammicco la parola ‘bisogno’. Se ti serve fammelo sapere che facciamo un prezzo forfettario, ha proseguito. Io ho detto No grazie, godo ancora a farmele da solo, le pulizie.

Dopo qualche minuto Curtullill ha aperto la porta. La polacca è entrata e ha detto Chiariamo subito. Io senza caffè non lavoro. Ho pensato Accidenti, sta tipa al paese suo doveva essere una sindacalista. O un’usuraia. Curtulill ha detto tutto mellifluo Te lo faccio subito…Sai, io sono di Napoli. Dopo aver inalato l’equivalente di una moka da quattro, e mentre si legava i capelli e si arrotolava le maniche della felpa battendosi anche le mani una sull’altra ha detto a Curtulill Ce l’hai l’acido muriatico? E gli stracci per lavare a terra? E le pezze per spolverare? E la candeggina, ce l’hai la candeggina? Scoppiando a ridere infine nel modo più fuori di testa che ci si potesse aspettare da una domestica bionda, di 21 anni, e polacca. Ho pensato Forse l’usuraia no, ma la killer prezzolata sì di sicuro.

Dopo due ore sono andato in cucina. Sull’uscio dell’ingresso la polacca e Curtulill stavano parlando a bassa voce. Ho origliato dalla porta a vetri. Allora…cucina bagno e camera…due ore…vediamo…venticinque euro vanno bene? ha detto lui porgendole tre biglietti da dieci. Sì sì benissimo, ha detto lei. Ma non ho il resto, mannaggia, ha cinguettato lei chinandosi leggermente in avanti come còlta da improvviso attacco di gravità. E vabbè, che problema ci sta! ha detto Curtulill tutto beato e su di giri. Ok, ha detto lei, ci vediamo allora…e ricorda…quando occhio si stanca, mano lavora! Curtulill mi ha raggiunto in cucina. Io ho continuato a lavare l’insalata, mal cercando di trattenere la curiosità per quella frase ambigua. Lui mi ha guardato, io l’ho guardato. Lui ha detto Sicuro sicuro che non vuoi i servigi della polacca? Io mi sono asciugato le mani sulla mappina, ho sorriso e ho detto Non sapevo avessi cambiato mestiere.

19 Replies to “2×03-Il bello del dividere casa con due napoletani: puoi eliminare dal tuo vocabolario il lemma ‘bisogno’. Pensano a tutto loro.”

  1. Ahahhahaha, la scena di maledetto il giorno… mi ha fatto ridere un sacco.

    A casa Pat non abbiamo ognuna il suo sacchetto dei medicinali, ma bensì un cassetto della cucina comune, in cui si trova di tutto, tranne quello che serve sul serio

  2. l’invidia del sacchetto non l’avevo mai sentita!

    ma quindi l’influenza sè finita, tuttapposto.

    mi sa che stasera tocca a me….

    e non ho il limone per il rimedio! me tapina.

    però quello, che nel 2007, nel nuovo millennio accidenti, si fa fare le pulizie…..mi cascano gli arti eppure tutti i capelli.

  3. ah ah ah! fenomenale!

    ma l’invidia non era nostra?

    e poi, chissà che occhiaie che hai…dopo l’influenza, s’intende! ;D

    ma guarda…gli amici si riconoscono proprio nel momento del bisogno. e com’è sta cosa che le croate spopolano di questi tempi? le sento sempre nominare…si trovano ovunque…in casa, in palestra, in sauna…cose così…mi sono persa qualchecossa? 😀

    neru

  4. Anch’io quando ho letto chirurgo neonatale mi sono emozionata e ho urlato: come Addison! aaaa..questi telefilm…

    Ps: per virginiamanda, la mappina in siciliano è lo strofinaccio da cucina.

    Rox

  5. Max: 🙂

    Pat: in effetti ora che ci penso dovrei chiedere al Flemma di mettere tutto in comune. Buona idea.

    Viola: Sì sì tuttapposto, ma tu non ti far venire loffie o cavalloni!

    Aga: si tratta benissimo…se uno c’ha i soldi…:)

    Neru: no no, come diceva il sommo Elio -da me citato nel post con grande deferenza- tutti i maschietti prima o poi soffrono le pene per colpa del…-se conosci quella canzone ti tagli dalle risate- Comunque io parlavo di polacche 🙂

    Virgh: ti ha risposto la Roxsicula. Io pensavo che mappina fosse comunque di comprensione universale 🙂

    Rox: grazie per il sostegno traduttorio. Sei come Olga Fernando 🙂

  6. ops! posso fare di tutta un’erba un fascio e riferirmi alle slave? ^^

    sì sì conosco…dai tempi di borgomanero…ma hai tergiversato! 😉

    neru

  7. No tesoro, occhiaie sparite 🙂 Siccomechè sono un tfmavanti, io, mi son preso l’influenza prima di tutti gli altri che adesso cascano come birilli attorno a me, mentre io sono in formissima e metto la freccia a sinistra e ciao. Adesso ce le avete voi -un voi retorico- le occhiaie!

  8. Io mi sto ancora salvando dalla loffia e dal febbrone, anche se mi piacerebbe molto farmi una settimana di brodini e tvtrash…

    Ma è preoccupante che io abbia capito a cosa ti riferisci nel sottotitolo?

  9. Pat: dipende. Se ti riferisci alla prima parte, allora vuol dire che no, non cè preoccupante, anzi vuol dire che ci stai dentro, alle cose e non è male -l’importante è sempre aver chiaro da che parte stare!- Se ti riferisci alla seconda parte allora sì, è preoccupante 🙂

  10. mi riferivo alla prima parte. La seconda mi è oscura. Chi ha osato insultare Tieffeemme? Vendetta.

    Pat sempre sul pezzo… 😉 ah, istintivamente mi viene da dare ragione all’ironia…

  11. Io invece non sto sul pezzo perché mi perdo queste chicche. Istintivamente ragione all’ironia. Però c’è da dire che nella lite finita troppo presto -perchè? Non ho avuto nemmeno il tempo di prendere i popcorn- nella sostanza entrambi avevano ragione. Nella forma, ti dirò, il satirico mi è parso un po’ troppo precisino: forse voleva togliersi qualche sassolino…

    Comunque, più risse tra i colossi della blogosfera, ché ci divertiamo tutti!

  12. Come Addison!! L’ho detto anch’io.. saremo normali? Cmq proprio non ti invidio, conoscendo il genere, a convivere con ben 2 e dico 2 napoletani! Hai tutto il mio sostegno!!

    Il Piccolo Gandhi

  13. uffa, solo io non so a chi e cosa ti riferisci nel sottotitolo di oggi?? odio sentirmi esclusa! (cit.) 😉

  14. ecco, lo sapevo, sodoma e gomorra, a casa tua. cose turche. cos’e pazz. vengo stasera verso le 20, ok?

    joujou

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