Un punto preciso, da qualche parte

Mi sono girato su un fianco, ho allungato la mano, quasi che il telefono potesse arrivare a me con la sola forza del pensiero -quale?-. Mi sono sporto, ho concentrato tutte le energie su un punto preciso all’inizio del braccio destro, ho preso la cornetta, completamente in bilico tra il letto e il vuoto, ho detto Pronto? Una voce femminile -che vuole, a quest’ora?- ha detto Ti va di fare il coniglio?Ho guardato in fondo alla tazzina, ho chiuso gli occhi, ho reclinato la testa all’indietro e ho bevuto il caffè alla goccia, facendo il risucchio, quel risucchio tipico di quando decidi di fare il risucchio del caffè. Sono uscito sul balcone, così, in mutande com’ero. Ho guardato il cielo, ho fissato un punto preciso lasciato libero dall’enorme pino verde che staziona davanti alla cucina. Ho guardato le nuvole che si muovevano velocissime. Mi è venuto in mente quel video di Madonna. E poi anche gli stock-shot di un qualsiasi telefilm americano di nuova generazione. Poi ho sentito un rumore tipo: stunc! Ho guardato in basso. Una signora anziana -e grassa- era sdraiata per terra. Si toccava un ginocchio. Ho osservato un’arancia rotolare fino ad uscire dall’inquadratura. Da lontano, fuori scena, ho sentito una voce che diceva Marì, Marì che è successo? La signora, di rimando, ha detto Essò caduta, che, ‘n se vede? Ahio, ahio, ce mancava pure questa. Ho guardato il cielo. Il sole. C’era e non c’era.

Il coniglio. Il coniglio Quicky. Devo solo mettermi una pelliccia finta da enorme coniglio -tanto le temperature si sono abbassate, siamo di nuovo in autunno- fare il simpaticone all’ingresso di Villa Ada, far ridere i bambini e convincerli a mangiare i cereali per il latte. Che fanno tanto bene. Insomma, devo fare una televendita. Si può fare. 40 euro al giorno, due giorni il prossimo weekend. E poi a me i cereali piacciono. Ho aperto il rubinetto del lavandino, l’acqua non era abbastanza fredda. Mi sono guardato allo specchio. Il coniglio. Chissà come sto, vestito da- coniglio. Ho ruotato la testa verso sinistra. Ho teso l’orecchio. Ho chiuso il rubinetto. Il cellulare. La voce femminile ha detto Come non detto. A quanto pare hanno già trovato il coniglio Quicky. Un certo Sebastiano. E’ un coinquilino di una delle ragazze pop-corn che stanno al multisala di Piazza della Repubblica. Sai come funziona, è tutto un giro che- Ho detto Il solito raccomandato. Ho pensato Dovrei conoscere anche io qualche ragazza pop-corn. Ho chiuso la telefonata. Ho pensato Peccato, ci tenevo, a fare il coniglio Quicky.

Poi sono andato a casa del montatore che sta montando il cortometraggio. Il montatore si chiama quasi come me. No, non TFM, l’altro. Ho bussato, la porta si è aperta e un enorme cagnone mi è quasi saltato addosso. Lui, il montatore, ha detto E’ buona, non ti preoccupare. Ho detto Ok. Poi lei, la cagna, ha preso a girare attorno a me vorticosamente -nel frattempo annusandomi- poi si è fermata, e si è seduta, proprio davanti a me. Stavo per accarezzarla, quando lei ha sbatacchiato con decisione il proprio muso contro il mio -beh, potete immaginare, vista la posizione- sì, contro il mio pacco. D’istinto ho portato le mani su, come quando stai in barriera e mihajlovic sta per tirare una sciabolata -non va!-. Ho sentito un leggero pizzicorio sulla punta del -beh, potete immaginare di cosa, specie la metà di voi all’ascolto-, ho pensato Meno male che non le è saltato in mente di dare un mozzico. Poi ho accarezzato la cagna sotto il mento e sopra la testa e sotto il mento, ho pensato Hai buon gusto, cara, ma non credo potremo mai essere compatibili. A un’altra vita, sista.

Poi siamo andati nella camera del montatore. C’era un letto, una libreria piena di libri e dvd, un piano lavoro nemmeno troppo incasinato. Ho visto pezzi di pre-montato, brandelli di parole ripetute alla nausea. Parole anche un po’ senza senso -la noia a volte sottrae senso-. Ho piegato la testa tutta a destra. Poi tutta a sinistra. Ho letto titoli di film a casaccio. Donne sull’orlo di una- Amarcord, Lo chiamavano Trinità. Poi ho visto un vocabolario etimologico, e il Mariotti di Latino –no, il Rocci no, avrà fatto lo scientifico- e un libro di geografia astronomica. Ho pensato a quanto possa dire una stanza, con i suoi libri, a proposito di una persona che fino a cinque minuti prima non esisteva. Ho guardato gli altri nella stanza. Tutti in silenzio, ma a fare qualcosa. Non so cosa, ma qualcosa. Ho pensato se ci fosse una musica in sottofondo, adesso, sarebbe una musica di solo pianoforte. Poi è venuta la cagna, ha cominciato a muovere la coda, le ho solleticato un punto preciso sotto il mento, lei ha reclinato la testa all’indietro, mi ha guardato con quegli occhioni mezzo spauriti e mezzo non saprei dire, ho pensato Ma quanto ne vuoi, eh?

Poi sono tornato a casa, ho guardato il pilot e il secondo episodio di Heroes. Ho deciso che ho un nuovo mito. Il giapponesino che scorrazza per New York urlando Go Yankees. È un tal nerd, ma mi sta simpatico. Mi ricorda Nanà supergirl, anche se è un uomo. Sarà per la vocina stridula, per il teletrasporto e quelle robe là. Poi ho spento il lettore dvd, ho pensato a Seven&Eleven e a Leonetto. Sono andato in cucina, ho trovato la Vispa e il Secco. Stavano cucinando. Il Secco ha detto Sto preparando le cosce di pollo. E tu ne mangerai almeno tre. Ho detto Se proprio ci tieni. Mentre le cosce di pollo -e le patate, e i peperoni- cuocevano nel forno, abbiamo giocato a Sarabanda. L’i-pod della Vispa, una cuffia al Secco, una cuffia a me. Cinque secondi, niente pulsante. Chi prima indovina. Abbiamo sentito dieci canzoni. Io ne ho indovinata solo una, Kiss me dei Sixpence none the richer. Le altre erano tutte canzoni mezzo brasiliane e mezzo dance (Update: la Vispa ha letto questo post. Dice che la musica dance l’ascolta qualcun altro. Lei ascolta musica elettronica. Electro-qualcosa. Io, da bravo blogger che sta prendendo il patentino dei blogger, ricevo la rettifica e correggo. Sì, ma perché non l’hai scritto come commento? Non commenti mai! ho detto. Lei mi ha guardato e ha detto Perché mi hanno sgamata con le mani nella marmellata. Io ho detto Ah, allora). Di gran classe, ha detto la Vispa. Ecco perché non le conoscevo, ho pensato io. Non mi sono divertito molto, io se non riconosco le canzoni non mi diverto. E non c’entra la competizione. Almeno non troppo.

Poi ho letto una mail. Finalmente. Ora tocca a me. Se va, bene. Se non va, invece, è deciso. Prendo la macchina, comincio a guidare, raggiungo la prima spiaggia che c’è. Scendo dalla macchina, e comincio a camminare -magari tolgo le scarpe, e i calzini, e magari risuona nell’aria Brian Eno, come in quel film- e continuo a camminare, camminare, camminare e camminare. E me ne vado.

29 Replies to “Un punto preciso, da qualche parte”

  1. a riuscirci…

    dico

    ad andarsene

    con una spiaggia è più facile

    che con una montagna (forse)

    io sulla spiaggia ci voglio restare.

    si, ok, fa niente, no sense.

    Buona settimana, invece 🙂

  2. In effetti la fuga al mare è una soluzione ottima… lasci andare via tutti i cattivi pensieri…

    Miodio Nanà, quando la smetterai di ritirare fuori questi scheletri degli anni’80? Tra l’altro tra poco pare che ricomincino a dare BH90210….

  3. che su BH90210 ho un conto in sospeso, mai visto l’ultima serie e la tv continua a riproporre sempre dalla prima e all’ultima non ci arriva mai… destinata a non sapere mai che ne fu di loro… 🙂

    (sono sopravvissuta comunque !!!)

  4. Aga: nell’ultima puntata qualcuno si sposa con qualcun altro. Credo. Tanto in tutte le ultime puntate dei TeleFilM succede una cosa del genere.

    Paturniosa: se mai vedrai Heroes e il soggetto giapponesino in questione, capirai…;)

  5. il coniglio ???!!!?

    e poi: ma usavi il rocci tu? mio dio era illeggibile. io avevo il mitico GI, non scherziamo.

  6. Ho fatto il classico, Campanini Carboni.

    E tra l’altro,sto per cominciare la visione di Heroes,avendo terminato quella di Scrubs (ma si può finire una serie così?!)e essendo un po’ pigra con Studio 60.

    Dove vuoi andare,che poi magari cadi come la signora. Chi va piano,va sano e va lontano.

  7. consiglio come soluzione all’assenza di lost: 6 degrees…lo stanno dando ora su foxlife,non l’ho ancora visto ma sono fiduciosa…

    ma l’avevi notato che il dottor stranamore di grey’s anatomy e jack ( ovviamente di lost) hanno lo stesso cognome? o forse cambia solo una lettera..non ho distinto il suono…

    eh che commento impegnato…

    mandarina

  8. Desdina: ai miei tempi c’era solo il Rocci, illeggibile appunto. Ma era una specie di mafia, e ci sono affezionato…

    Rainbow: dici che sono meglio i sani detti di una volta? Stavolta non lo so eh..almeno per me…

    Mandarina: non solo me ne ero già accorto ma l’avevo messo qualche mese fa nella colonna di destra nella “rubrica” Tutto torna…si vede che non leggi spesso TFM 🙁

    (scherzo eh…)

    Su six degrees è già scaricato per le prime dieci puntate tipo ma so che l’hanno cancellato in America per bassi ascolti e forse nemmeno l’hanno concluso degnamente…ma devo verificare sta cosa

    p.s. un tuo commento è sempre graditissimo lo sai!

  9. tfm sei così bravo e popolare che tra un po’ potrai permetterti di non rispondere più ai post

    stewie

  10. Stewie ma sei pazzo, non lo farò mai! TFM senza TFM è come Stiui senza…

    P.s. grazie ma lo sapevo già che sono bello 😉

  11. I flussi di coscienza di TFM.

    TFM’s flow coscience.

    Anche io gioco a Sarabanda, ma senza IPOD.

  12. è finita -per sempre- una mamma per amica. mi hanno cancellato veronica mars -senza darle un finale degno di tal nome-. mi son visto la puntata uno di Heroes. domanda: com’è che nessuno mi aveva detto che c’è Milo Ventimiglia?!? ma io ho in testa solo una parola: notpennibot. tutto attaccato. d.

  13. matteo: una mamma per amica non è mica finita!

    c’è un’altra serie in arrivo, su iutub c’è già, ma in inglese.

    e lo sapevi che milo e rori nella vita vera sono fidanzati?

  14. viadellarosa: il 15maggio è andata in onda -in america- l’ultima puntata di sempre, l’ultima della settima stagione. non sapevo facessero coppia nella vita, un po’ come Franco e Angela di un posto al sole dei tempi che furono, interessante… d.

  15. Matteo e Dario: franco e angelaaaaaaaaa?????????

    che notiziona!!!!

    Mi giocherò questo colpo di scena in società e sarò famosissima 🙂

  16. Viola, qui intervengo io -che ho conosciuto anche franco boschi-: ma ti mancano proprio le basi, figlia!

  17. ma tu mica lo sapevi di rori e milo?

    nò, e allora stiamo pari.

    Eppoi io una volta ero a Napoli e non sapevo la strada e ho chieso un’informazione e quello che me l’ha data era Raffaele che mi ha detto pure: uè bella signorina.

    emmò superami se ci riesci!

    (ma com’è francoboschi?…così tanto per sapere….)

  18. Francoboschi è simpatico: ha riconosciuto il mio accento siciliano (impercettibile!) e mi ha chiesto che ci facessi lì. Mi spiace dirtelo -ho già distrutto un mito di mia madre-, ma francoboschi ha la panzetta.

  19. Viola indulgente. Beh mia madre quando gliel’ho detto è svenuta: per lei peppezarbo rimarrà sempre lo sbarbato giovincello che un giorno venne a sostituire il vecchio francoboschi e, contestualmente, a rubare il cuore di una giovane donna di mezza età come lei.

  20. Oddio il vecchio Francoboschi.. tunnel della memoria, ma non è che hai conosciuto anche Andrea Pergolesi?

  21. Sì, ma solo “ciao”. Sei una fan scatenata allora 🙂

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