Il cupio dissolvi di Mediaset

Tempo fa, da qualche parte, ho letto questa teoria secondo cui l’obiettivo più profondo degli uomini politici non è la vittoria ma la sconfitta. Ci ho ripensato stamattina leggendo i dati auditel di ieri sera: Canale 5 e Centovetrine hanno fatto il 12,93%, Italia Uno e Chiambretti Sunday show il 5,16%. Ecco, se non la ritenessi un’assurdità, penserei sul serio che Mediaset si stia impegnando a fondo per rovinare tutto. Un’assurdità? Eppure le evidenze sono sotto gli occhi di tutti. Basta guardare la parabola dell’ultimo anno e mezzo, in cui è stato bruciato un tesoretto di affezione che durava da 30 anni. La muzika è davvero cambiata, la gente-da-casa sembra aver smesso di voler bene al marchio, e in alcuni casi lo rifiuta come fosse la peste (non a caso parlo di amore e di marchio). Se Raiuno, dopo un periodo opaco, è di nuovo in carreggiata (ridimensionata nel nuovo scenario televisivo post-tante-cose, ma sempre leader), l’immagine che restituisce Canale 5 è quella di un pugile suonato all’angolo del ring che guarda l’avversario e supplica: ti prego, dammi altre mazzate.

 

Togliendo i programmi nati nel secolo scorso o giù di lì, lo scenario è talmente disarmante che si fa fatica a crederci: nessuna innovazione, scelte di palinsesto illogiche, clamoroso ritorno alla differita-e-alla-registrata, magazzino talmente vuoto da far ricorso a repliche peraltro sospese dopo venti minuti, strategie di cortissimo respiro. Certo, la crisi, il budget, quello che volete. Ma i nanoshare non si spiegano solo così, lo sappiamo bene. Mediaset è un’azienda di professionisti uno meglio dell’altro. E allora? Da dove arriva questo improvviso cupio dissolvi? Qual è per esempio la ratio che sta dietro allo snaturamento di un prodotto come una daily-soap buttata in prime time come non ci fosse mai stata un’Agnese Nano? Che senso ha confermare un’offerta come quella di Chiambretti che tutti i segnali davano per perdente? Non sarà che mandare al massacro conviene (oggi) per giustificare (domani) decisioni impopolari? Ecco, se fossimo gente che vuole salvare il mondo cercheremmo delle risposte per capire e per aiutare, ma siccome siamo grandi fan del vivi-e-lascia-vivere, oh Mediaset, se ci tieni tanto a suicidarti fai pure, non saremo certo noi a fermarti.

10 Replies to “Il cupio dissolvi di Mediaset”

  1. Sarei felice di cacciare dall’armadio il mio miglior vestito da funerale, ma no, io non ci credo al suicidio, declini posticci per posticci individui e non ci si crede più (speriamo).

  2. Ci sono tanti aspetti da considerare. Gli ingenti investimenti in una pay per view che credo non sia mai decollata. Una forma di concorrenza giusto un pelo più efficace. Una programmazione tesa a spremere tutto lo spremibile dal passato, senza alcuna lungimiranza. Si potrebbe continuare per molto, ma il marchio non lo merita.

    P.

  3. Eh dai, pur di non vedere mai più il leader in via di sparizione, sarei disposta a veder risorgere la sua televisione. Ma a volte la fine di un capitolo nella vita, significa la fine di tutti i capitoli. Bisous

    Paolà ( accentato alla francese come Carlà)

  4. Chiambretti Sunday Show: terribile e disagevole accozzaglia di brutture semi-dilettantesche, mal montata e mal confezionata, a cui, pur essendosene essi stessi autori accorti a posteriori, non si è riusciti a dare una parvenza di dignitosa amalgama che la rendesse perlomeno trasmettibile. Immagino le ore e ore di registrazione e le ore e ore al montaggio (nadir del tutto: il “politicante” che incontra la ‘ggente) per arrivare ad un disastro del genere.
    Pierino, perchè? Noi ti vogliamo bene assai…

  5. Il problema e’ la classe dirigente di Mediaset. Dei servili e incompetenti yesman che in 10 anni hanno dilapidato un patrimonio di teste pensanti e di artisti per assecondare le volontà del suo narciso fondatore. Quindici anni fa a Mediaset ,Berlusconi era già in politica,convivevano Gori,Freccero e Franceschelli, lavoravano Santoro e la Dandini ma anche Sgarbi e Boncompagni e Costanzo. C’erano le possibilità per sviluppare idee nuove, talenti pensanti e artistici in grado di realizzarle. Una buona parte dei lavoratori di Mediaset,quelli che sono dietro le quinte,lo stanno facendo notare all’interno della struttura ormai da tempo. Ma i responsabili di quasi ogni settore sembrano sordi e ciechi. L’evidenza del pericoloso immobilismo preso dai vertici si e’ manifestato tutto insieme quest’autunno: ascolti disastrosi,zero idee e un ritorno al passato con programmi che da dirette sono diventati delle pietose registrate.Non so cosa succederà a Mediaset,sarebbe un peccato perdere completamente una realta’ lavorativa che con un valido cambio di gestione ai vertici potrebbe competere,anche senza aiuti, nell’attuale panorama televisivo. Un vero peccato.

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