Sanremo 2019 – Le 24 canzoni
Il mio problema con le canzoni di Sanremo quest’anno – ho sempre un problema con le canzoni di Sanremo quest’anno – è che se io fossi il direttore artistico sceglierei al massimo 12 canzoni. Saremmo tutti non dico più felici ma di sicuro meglio predisposti al futuro, come lui.
1 Achille Lauro – Rolls Royce
Achille Lauro (disambigua: Lauro De Marinis) finora io lo conoscevo per un feat. con Cosmo, altre cose con altri scugnizzi e un fastidio lombo-sacrale al solo sentirlo nominare. Il pubblico generalista pre-sovranista lo conosceva invece per essere quel tizio ancora-biondo con la faccia tatuata che veniva perculato da Antonella Elia a Pechino Express. Questo per dire che uno nella vita i pregiudizi se li deve meritare e Lauro se li merita tutti. Ma non siamo qui per condannare la gente senza prove. Rolls Royce ha il merito di citare gente morta a muzzo che i 15-24 non conoscono (“Ma chi cazzo è ‘sta Amy?”), per poi proseguire con un inenarrabile sfrangimento di anafore e una preghiera peraltro condivisibile: Dio ti prego salvaci da questi giorni. Tatuato ma educato (“Grazie signore e signori, buonasera a tutti”), ha il profilo centrista perfetto per essere il prossimo giudice di X Factor. Voto: 5,5, peccato che gli stranieri li ributtiamo a mare e li facciamo morire senza pietà, sennò avremmo fatto sbarcare Cher nella serata di venerdì per un duetto a base di IO CE L’HO PIU’ AUTOTUNE DI TE che li avrebbe spinti sul podio del nostro cuor.
2 IL VOLO – Musica che resta
Avete presente il tipo un po’ stortino de il Volo che sta a destra guardando il televisore? No, non il caruccetto biflabile di sinistra e non il pagnottello al centro, ma quello che a un certo punto della canzone urla BACIAMI L’ANIMA. Avete capito? Ecco, lui, Piero, è fidanzato con Valentina Allegri, figlia di Max Allegri, il che fa di Ambra Angiolini sua SUOCERA. Ma si sa, tra suocera e nuora non può correre buon sangue, e infatti Valentina su Instagram ha condiviso una foto con Piero e nella didascalia ha messo una canzone di Francesco Renga, che è l’ex di Ambra. Apposto. Questo per dire che aveva ragione Tolstoj: se tutte le canzoni del Volo si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Voto: 2, con l’aggravante di rimpinguare il salvadanaio di Gianna Nannini e Piero Romitelli.
3 ARISA – Mi sento bene
Al DopoFestival Arisa si è lasciata scappare che la canzone non l’ha scelta lei, ma la sua casa discografica. “SENZA DIRMI NIENTE, POI UNO DICE LA DEMOCRAZIA” (proprio così, ha usato la parola “democrazia”) (e intanto il direttore di Raiuno Teresa De Santis mandava il DOSSIER PIPPA a Luca Morisi). Com’e come non è, il pezzo parte come promessa di LAGNA ma solo i non credenti potevano cascarci. Infatti esplode subito con un mixone orogel e un macello di roba dentro, buona per devastarci il sistema nervoso da qui ai corsi di acquagym sulle spiagge di Riccione. Ma il bello sta altrove, oltre i sogni nei cassetti, poveretti. Come si chiama quella figura retorica che uno dice una cosa ma in realtà dice l’opposto? Ecco, da oggi la chiameremo Figura Arisa. Perché solo chi sta dissimulando MALESSERI A PROFUSIONE ripete in continuazione Mi sento bene. Nessun vero depresso dirà mai Mi sento male, i veri depressi tacciono, al limite si capiscono al volo tra essi. Ragazzi, altro che Mi sento bene, questa è una canzone DRAMMATICA, è un messaggio in codice che fa più o meno così: “AIUTO Caterina Caselli mi ha rapita, vi prego fate qualcosa l’altro giorno nei corridoi della SUGAR ho visto SURI la figlia di Tom Cruise e Joey di Dawson Creek”. Voto: 7, uno in più per il momento DRAMA della seconda esibizione quando Arisa si dimentica le parole e l’abisso si spalanca sotto i nostri piedi di spettatori empatici e siamo tutti uniti in un solo abbraccio di amore per Arisa e per i nostri medicinali che ci stabilizzano l’umore.
4 NEK – Mi farò trovare pronto
Mi ero ripromesso di non cedere alla tentazione da scuola media dei doppi sensi nelle canzoni di Sanremo. Sono cresciuto, sono una persona migliore. Ma poi il DILFONE FILIPPO si presenta con Mi farò trovare pronto/ A certi strani mutamenti / Con la guardia sempre alta /Mi farò trovare pronto / All’impatto col tuo nome/ Con l’amore in mezzo ai denti / Bon. Certo che ne è passata di acqua sotto i ponti dalle TUE MANI CUCCIOLE, ma mica possiamo menargliela all’infinito con gli errori di gioventù. Cioè, chi di noi non ha cantato canzoni ANTI-ABORTISTE negli anni ’90? Il mio vero problema con questa canzone è che potrebbe tranquillamente cantarla Alessio Bernabei e questo non va bene. Però i versi Scene del più grande film d’autore/ Non c’è trama né copione sono scritti apposta per noi che da domenica fingeremo di non aver mai sentito nominare il teatro Ariston e torneremo a vedere film coreani sottotitolati in FARSI. Voto: 3, ma non preoccuparti NEK, ci faremo trovare tutti pronti/ A certi strani mutamenti/ Con la minchia sempre tanta, oh yeah.
5 DANIELE SILVESTRI – Argento vivo
Ho sempre avuto un’alta opinione di me stesso, specie nella skill “comprensione dei testi delle canzoni di Sanremo”. Ma questo pezzo del mio idolo di gioventù ammetto che mi ha messo in crisi, anzi proprio ha rovinato in 3 minuti 16 anni di psicanalisi a base di elettroshock. A una prima lettura pare che parli di una cosa, ma in effetti no, poi di un’altra ma manco per il cazzo. Al sedicesimo ascolto mi dico AHH forse ho capito, e poi la slavina di parole del rapper RANCORE mi confonde nuovamente la mente e ricomincio daccapo come in un episodio di Russian Doll. Al momento in cui scrivo queste righe credo di esserci finalmente arrivato. Certamente mi hanno aiutato gli echi di Magic di Joan as police woman (Rodrigo D’Erasmo, sei nei paraggi?) e il feat. di 50cent inda club, yo. Voto: 6,5, ricordiamoci che stiamo parlando di un esponente di spicco della SCUOLA ROMANA.
6 EX OTAGO – Solo una canzone
Tante cose ci sarebbero da dire su Maurizio Carucci (più o meno le stesse che ci dicemmo nei DM di twitter nel 2013 su Giovanni Gulino dei Marta sui Tubi). Ma ne scegliamo due: 1) “Sai che Carucci nella vita fa il contadino?” 2) Non è questa la canzone che mi aspettavo da voi, ragazzi. Cioè, davvero, seriamente, io a un certo punto ho avvertito il fantasma di FLAVIA FORTUNATO ma soprattutto di Daniele Groff e del video di Daisy (Tmc2, 2000 e spicci, il DIGEI MIXO). Cinghiali incazzati di qua e di là e poi venite qua a cantare l’amore È solo una canzone /Abbracciami per favore / A te posso dire tutto/ Tutto ciò che sento? Va bene, è solo una canzone. E una canzone serve anche a scoprire nuovi orizzonti, tipo quando costringe anime PIE E DEVOTE come le nostre a immedesimarsi in Non è semplice scoprire nuove tenebre / tra le tue cosce dietro le orecchie. TRA LE TUE COSCE? DIETRO LE ORECCHIE? Come direbbe l’artista Anna Oxa tra un processo a se stessa e un altro, TUTTI I BRIVIDI DEL MONDO. Voto: un pallido 5, non basta strizzare gli occhietti a quel modo per avere la sufficienza.
7 NINO D’ANGELO E LIVIO CORI – Un’altra luce
So cosa state pensando. Nino D’Angelo. Amici, amiche ma soprattutto snob, ricordatevi che Nino D’Angelo è autore di JAMMO JA, una delle migliori 20 canzoni della storia del Festival, e ci dovete stare. Il problema di quando fai un capolavoro e non se ne accorge nessuno è che quando porti una canzone come questa non se ne accorge VERAMENTE nessuno. Io che sono sempre curioso ho cercato però su Spotify Un’altra luce ed è comparsa la scritta EXPLICIT, come un qualsiasi XXX TENTACION pace all’anima sua. Allora ho preso la copia di Sorrisi che mi sono fatto spedire dall’Italia e ho cercato nel testo questo EXPLICIT ma ho trovato solo Na luna ngopp o mare ca t’accumpagna a sera / Te posso da cient’ uocchie che t’appicciano ‘a vita /Ma sarà sempe scuro si nun ce crire si nun ce crire /Si nun ce crire. Troppo poco, Nino, tu mi hai deluso. Voto: 2+, vuoi vedere che l’EXPLICIT era il limone non concretizzato Daddy&Son hashtag Mergellina hashtag Fuorigròtta?
8 GHEMON – Rose viola
Il sogno di una vita: salire su quel cazzo di palco di mummie imbalsamate con un cappotto color cammello e una camicia rossa. Ghemon (disambigua: Giovanni Luca Picariello) lo ha esaudito al mio posto, portando, per inciso, un pezzo elegante, raffinato, giusto. Tanta classe in mezzo a una INSIPIENZA TOTALE e non farsi contagiare. Qualsiasi cosa faccia Ghemon raggiunge l’obiettivo, ovvero TRAFIGGERMI IL CUORE e lasciarmi a terra sprovvisto di qualsiasi dose di cinismo. Ghemon va ospite di Manuel Agnelli al miglior programma tv dell’ultimo lustro; Ghemon duetta con Diodato; Ghemon apre il dopofestival. Abbiamo bisogno di gente così, in questo momento di devastazione. Ghemon fai quello che vuoi, fosse per me ti darei la direzione artistica di Sanremo 2020 con Anna Foglietta e anche il posto vacante di ambasciatore francese a Roma. Dieci fori di proiettile nell’anima /Ed il cuore ricolmo di sassi /La strada del ritorno / L’ho segnata sulla mappa dei miei passi falsi: il miglior incipit dai tempi di Gechi e vampiri di Gerardina. Voto: 8,5 e mi sto.
9 EINAR – Parole nuove
Ennesima figurina pescata dal mazzo di “Che abbiamo fatto noi per meritare questo?” (cfr. LELE, RIKI, STASH, BRIGA, “noi siamo infinito”), Einar arriva a giocarsi la chance della sua vita con un pezzo di TONY MAIELLO. D’altronde, quando hai il carisma di una sogliola bollita ma con gli occhi verdi, che vai cercando? Ma qui c’è ancora il tuo odore che ricorda ogni notte il tuo corpo. Una COLTRE DI OBLIO è l’unica cosa che mi sento di augurare a questo ragazzo peraltro incolpevole, che a vent’anni e spicci è già stanco di tutto e forse anche di me. Figurati noi. Voto: 1, per cortesia, circolare.
10 LOREDANA BERTE’ – Cosa ti aspetti da me
L’Ariston le concede la prima standing ovation della sua carriera, ma è facile farlo ora che Lory ha ritrovato equilibrio, saggezza, joie de vivre mantenendo al contempo DUE COSCE PAZZESCHE. Dov’eravate voi stronzi quando Lory non teneva manco una nota, urlava MIMI’ senza criterio e arrivava sempre ultima o doveva censurare Vaffanculo Luna con la frase senza senso OCCHIALI NERI LUNA, EH? Noi c’eravamo, e quindi abbiamo il diritto di dire quello che pensiamo di questa canzone: C’è qualcosa che non va/Per essere seduti qui ma soprattutto per il fatto che il ritornello arriva troppo presto ed è, come dire, petulante. Ok va bene, chi sono io per parlare di ritornelli, ma Io ci credevo, io ci credevo sì. Rimane che la voce è quella dei bei tempi andati e che la trovata del BORSELLO è qualcosa di sublime. Voto: 6, uno in più per il verso notevole Ci vuole una vita per essere un attimo e quella minigonna che si alza sempre quel tanto che basta per promettere mari e monti.
11 PAOLA TURCI – L’ultimo ostacolo
Paola Turci ha il raro dono di alterare gli orientamenti sessuali della gente che la vede arrivare sul palco con quel decoltè che sfida le leggi dell’astrofisica: le donne etero diventano lesbiche, i gay immaginano nuovi orizzonti e nuove avventure (“tra le tue cosce, dietro le orecchie”). Nel frattempo metà canzone se ne è già andata e la nostra attenzione viene ridestata da un ritornello periglioso che si arrampica su su su in un trionfo di vocali che quelle vaiasse delle nuove generazioni rovinerebbero in mezzo secondo ma Paola invece gestisce con quel roco che ci provoca certi strani mutamenti. Magari nò, non è l’ultimo ostàcolò / Piòve però siamo fuori perìcolò minaccia di rimanere in testa tipo per sempre, ma ho smesso di ascoltare Radio Italia nel ’67, quindi saluto questo pezzo ricordandovi che se vi sciocca il fatto che Raf ha 60 anni, ricordate che Paola ne ha 55. Voto: 6, ma cosa davano da mangiare a questa gente da piccoli?
12 NEGRITA – I ragazzi stanno bene
Al primo anno di università la mia amica Cristina era pazza dei Negrita ma soprattutto di PAU e io non capivo come si potesse essere fan di uno che si chiama PAU, però quelli erano anni strani e confusi e, IO CONFESSO, nella stanzetta di Palermo ci sono ancora dei cd originali dei Negrita e, se mia madre non avesse buttato tutto, trovereste anche i biglietti dei concerti dei Negrita e il testo di In un mare di noia scritto sul diario di Lupo Alberto. Ok, ero uno SQUILIBRATO, d’altronde lessi tutto Sciascia in quarta ginnasio senza capirci un cazzo. Ma basta parlare di me. Di questo brano conserveremo: 1) il lemma FORTITUDINE buttato là al secondo rigo come se la Crusca non avesse già abbastanza grattacapi in questo momento e 2) le gambe dinoccolate di PAU, credo che non stiamo esaltando abbastanza le cose che fa con quelle gambe PAU sul palco. Voto: 5, chissà che sta facendo Cristina la mia amica dell’università.
13 SHADE e FEDERICA CARTA – Senza farlo apposta
E senza farlo apposta anche quest’anno la casella DUETTO ROMANTICO se la sèmo riempita nei modi che questi anni maledetti ci impongono. Dal picco vertiginoso di Aleandro Baldi e Francesca Alotta al TRAGICO Caccamo-Iurato passando per il TURUTURU di Francesco e Giada. Dove li mettiamo Shade (disambigua: Vito Ventura) e Federica? Io un’idea ce l’avrei. Versi come E ti sei messa quei tacchi /Per ballare sopra al mio cuore o Dammi il mio panico quotidiano o Sei troppo bella per essere vera / Ma anche troppo bella per essere mia sono un’offesa non dico al buon senso quanto proprio a me stesso. Voto: 1 e se qualcuno si lamenta gli mando a casa la frangia fascista dei gilet gialli e quei quattro dementi italiani che gli vanno appresso.
14 MAHMOOD – Soldi
Adesso come va come va come va. Come va? Caro Alessandro Mahmood, vorrei dirti Tutto ok tutto ok ma poi finisce come con Arisa e nessuno mi crede. Io questo mondo non ci capisco più un cazzo, l’anno scorso il nostro guru RED CANZIAN diceva Strana persona la gente ma qua la verità è che sono tutti pazzi, dove mi volto mi volto c’è solo da sbattersi la testa contro il muro. Ma poi per fortuna arriva È difficile stare al mondo-OH/ quando perdi l’orgoglio-OH/ lasci casa in un giorno-OH e si riaccende la luce. Mahmood portaci fuori dalle tenebre, noi ti seguiremo fino in capo al mondo. Io da par mio, se mi avvertivi in tempo venivo su quel palco a farti da corista assieme a Daniela Santanché, con la telecamera che ci inquadrava su SOLDI SOLDI SOLDI e allora altro che scimmia e vecchia che balla, sbancavamo Sanremo ed eravamo tutti felici e da lì si ripartiva per un ultimo colpo di coda dell’Occidente. Voto: 8,5, dritta nella top ten delle lettere al padre.
15 ENRICO NIGIOTTI – Nonno Hollywood
Io davvero non lo so cosa hanno fatto a questi giovani che hanno già il filtro Valencia incistato nella testa e scrivono canzoni moraliste e revansciste che protestano contro il mondo a pile e centri commerciali al posto del cortile in cui si parla più l’inglese che i dialetti nostri. Nigiotti, ma davvero pensi ancora di épater questa borghesia slabbrata e sfinita con parole come pisciare e cazzi nostri? Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino fallo dire a noi che ci hanno rubato il futuro, che credevamo alla terza via e al potere salvifico dei BLOG e che un giorno ci siamo svegliati e dovevamo pagare le bollette. Ma cosa ti parlo a fare, sei uno che si presenta con il TUPPO in testa come se fossimo ancora in un’esterna del 2012 e pretende pure di darci lezioni, Voto: 1, non me lo nominate più per favore.
16 ANNA TATANGELO – Le nostre anime di notte
Quanto potenziale sprecato, quante altre vite che non sono la mia, cara Anna. Avresti tutto, ma proprio tutto, per fare qualsiasi cosa, e invece te ne stai con questo microfono FUORI ASSE, sette litri di SPUMA BILBA di CADEY, e un look globale da ragazza MATURA di Non è la Rai che peraltro si è presentata ai provini al Palatino quando ormai Peppi Nocera era diventato culturista. Anna, è tutto sbagliato, te lo diciamo con l’affetto e la bonomia di chi ti ha vista crescere. Ma lo capisco da come mi guardi che in fondo lo sai/Che queste frasi in sospeso nascondono la verità. Te lo prometto, tra 40 anni farò l’impresario e metterò su il TOUR DIVA DISAGIO con te, Arisa e Giusy Ferreri. Ma per il momento il voto non può che essere un, ahimè, 2.
17 ULTIMO – I tuoi particolari
Vorrei dire tantissime nefandezze di Niccolò Moriconi in arte Ultimo, ma le uniche cose che mi vengono in mente sono: 1) è nato nel 1996 e 2) che è amico del cuore di Fabrizio Moro cosa in effetti di una gravità inaudita ma la vita è troppo breve per passarla a parlare di Fabrizio Moro e magari anche di Ermal Meta. Oh, fa male dirtelo adesso/Ma non so più cosa sento/ Siamo soltanto bagagli/ Viaggiamo in ordini sparsi: la canzone è quella che è, ma lui ci crede tantissimo, e se proprio deve vincere una canzone orrenda, tanto vale sia questo ragazzetto senza barba e senza inganni piuttosto che i polli prodotti in batteria. Voto: 4, ma niente di personale, tu non mi hai fatto niente.
18 MOTTA – Dov’è l’Italia
Siccome sono uno che non cede ai pregiudizi né positivi né negativi e siccome Motta è un ragazzo pieno di garbo che ho sempre ascoltato ricavandone non dico piacere ma nemmeno dispiacere, ho cercato di non badare alla prima impressione su questo brano e dunque l’ho riascoltato una decina di volte per togliermi di dosso una strana sensazione di fastidio tipo quando ti viene un prurito sul cuoio capelluto e ti devi grattare fortissimo. Ecco, il punto è che Motta io l’avevo sempre ascoltato e mai visto bene e il prurito è che nessuno mi aveva avvertito di questa somiglianza inquietante con ANGELA BARALDI. Tutto questo per dire che sulla canzone non ho niente da dire nel senso che non ho veramente niente da dire. Voto: boh, però Motta si veste benissimo.
19 FRANCESCO RENGA – Aspetto che torni
Nemmeno il tempo di iniziare a cantare che una GRUPI gli butta in faccia un “Sei bellissimo” che io, fossi Renga, mi fermerei e direi “Scusate sarò pure bono ma vorrei essere giudicato per le mie canzoni, per la mia ARTE”. E noi questo faremo, caro Francy. Basta, davvero, basta, ti preghiamo in ginocchio, basta con questo sorriso GIGIONE che ha come unico obiettivo di allagare l’Ariston femminile cercando di mascherare l’autoplagio come unico orizzonte di vita quando ti svegli al mattino. Vorrei dare una chance al verso C’è un mare dentro negli esseri umani e metterlo nella categoria PAU e il CORAGGIO di andare contro i fascisti ma non credo sia il tuo caso. O forse è solo che non ti ho mai perdonato come ti sei comportato con la suocera di Piero del Volo. Voto: 1,5, ho già detto Basta?
20 IRAMA – La ragazza con il cuore di latta
E anche la casella RICATTO MORALE la possiamo spuntare in allegria. Storie vere di drammi veri, ragazze con problemi di cuore ma, attenzione al colpo di scena, adesso dentro la sua pancia batte un cuore in più, coro gospel con le MANTELLE DORATE, un ritornello ANGOSCIANTE: E non lo senti che / Questo cuore già batte per tutti e due è come una lama che ti trapassa il cervello da orecchio a orecchio ma, siamo sinceri, funziona a meraviglia per le schiere di psicolabili là fuori. Ragazzi, c’è un momento in cui dobbiamo stringerci a coorte e fermare l’invasore, e questo momento si chiama impedire al RAGAZZO CON GLI ORECCHINI DI PIUMA di trasformare questo febbraio nell’ennesimo inverno del nostro scontento. Voto: Irama E NON LO SENTI CHE questa canzone è oscena? 0 con lo stoppino.
21 PATTY PRAVO e BRIGA – Un po’ come la vita
Io se mi chiamo Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo e da giovane ero così, se mi propongono di duettare con Mattia Bellegrandi in arte BRIGA il cantante con la frangetta piuttosto apro la finestra del mio appartamento al quinto piano e mi butto di sotto sperando di non trovare ostacoli e di farmi più male possibile nel più breve tempo possibile. Il punto è che non sono Patty Pravo ma non lo è nemmeno quest’adorabile ANDROIDE che da un universo distopico è venuto qui a TROLLARCI coi rasta e la panza di fuori e pensare di farci dimenticare l’altra Patty, quella chiusa nello scantinato che sta cantando Il Paradiso tutta fumata. Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire. A PUTTANE, ecco dove a finire. Voto: 3, un punto in più quando nella seconda serata si sono messi a cantare ognuno pe’ cazzi sua.
22 SIMONE CRISTICCHI – Abbi cura di me
“Questo brano vuole essere una preghiera per l’amore universale, una dichiarazione di fragilità e una richiesta di aiuto”. Basterebbero queste parole per mettersi a organizzare CROWDFUNDING per GIORGIA MELONI ma fascisti ci si nasce non ci si diventa quindi ci concentreremo sul testo senza buttarla sempre in politica che cazzo: Più che perle di saggezza sono sassi di miniera/ Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera/ Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo/ Il fiore tra l’asfalto/ L’orchestra delle foglie. Proprio un attimo prima di tentare il suicidio per AUTOIMPICCAGIONE ecco lo splitscreen in pseudodissolvenza (DA FUCK) con primo piano di Cristicchi e un violoncello (si chiama così?) che fa vibrare le corde del nostro CUPO ULULARE con le mani sulle orecchie. DIO DOVE SEI? Perché ci hai abbandonato? Voto: 0 e se pensate che non ci sia niente di peggio del duetto con Ermal Meta provate a immaginare Cristicchi che vince per la seconda volta il festival con QUESTA canzone.
23 BOOMDABASH – Per un milione
di F. Abbate – R. Pagliarulo – Cheope – A. Cisternino – Takagi – Ketra – F. Abbate – Cheope – R. Pagliarulo. Se questi nomi non vi dicono niente allora BEATI VOI, eravate su Marte a leggere tutto il catalogo della NAVE DI TESEO e non potete immaginare quale tsunami si sta abbattendo su noi che eravamo sul pianeta Terra a mandare avanti la baracca. Non c’è niente al mondo che farei io senza te / Perché io non ti cambierei nemmeno per…nemmeno per un milione. Quei puntini di sospensione sono i piccioli che cascano in testa a ‘sta gente senza manco passare seimila volte al giorno su Rtl 102,5, sono tutto quello che voleva il padre di Mahmood, sono il sogno di tutti noi, diciamolo. Voto: 5, almeno non vogliono far finta di essere quello che non sono.
24 THE ZEN CIRCUS – L’amore è una dittatura
In un Paese non dico normale ma quantomeno non in mano ai cialtroni e ai dementi Andrea Appino sarebbe Primo Ministro A Tempo Indeterminato con delega all’Importanza delle Parole e Alle Loro Conseguenze. Il testo di L’amore è una dittatura andrebbe stampato col ciclostile e appiccicato sulle porte della GENTE e cantato finché ce n’è. Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio / E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti / Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti / Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro/ Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo/ Sei l’unica, sei il solo. Voto: 8 e voglio venire a sentirvi in concerto e fare OH OH OOOHOH muovendo la testa di qua e di là come solo noi VECCHI INDIE sappiamo fare.
Riassumendo.
La mia top 3: Mahmood, Ghemon e Zen Circus sono gli unici di cui me ne frega minimamente qualcosa. Al limite posso aggiungere dell’affetto per Arisa, Berté, Silvestri e Turci.
Il Paese reale: Ultimo, Irama, Cristicchi, Il Volo, Nek, Bertè, Arisa.
E per quest’anno è tutto, addio.
Direttamente dai tempi degli anatomini e di quando c’avevi il blog nonmiricordobenedove, ti lovvo oggi come allora, e mi pare giusto dire che utilizzo “spoiler: no.” da almeno 10 anni e fa sempre ridere tutti per cui ti devo doverosamente ringraziare di gran parte dei miei successi dialettici aka quelle poche volte che mi viene bene una battuta 😀
Ciao Annalisa, grazie a te che passi ancora da queste parti dopo tutto questo tempo.
Non è accettabile che tu scriva un articolo ogni 8 mesi…
Tieffemme!!!
*Paola: ogni 12 mesi per giunta
*Ciao Anonimo!
L’anonimo ero io!
Grazie per questo post! Per fortuna che ogni anno vieni a deliziarci.
Io commento non solo per la gratitudine (e la fortitudine) ma anche perché non potevo lasciarti senza sapere che l’uomo che mi sono sposata da ragazzino faceva il graffittaro con Ghemon.