You walked with the foxes dancing ’round your feet
La prima volta che vado a correre quest’anno,
la luce non è ancora quella estiva, laggiù alla fine del celeste c’è ancora della brumetta, ma noi abbiamo già le braccia scoperte e i polpacci pure scoperti, anche se tu, poveracrista, corri con il cappello di lana, i guanti di lana, il chiuei nero e sudi sudi sudi, si vede che hai fretta, ma tutto sembra uguale a come l’ho lasciato a novembre, forse pure meglio, questi alberi tagliati con quel che avanza del cielo, e c’è anche lo stesso signore sessantino, quello che corre sempre controsenso a tutti, ostinato a risalire la corrente, e ci scambiamo un cenno, un cenno di E rieccoci di nuovo qua amico corridore!, e mentre corro mi guardo attorno,
la gente gioca a ping pong, intanto faccio il primo giro, scanso te che cammini leggendo Libé e te che invece stai seduta, mangi un panino di Pomme de pain e leggi un libro su cui c’è scritto Kinsella, gente col cappotto e gente coi piedi nudi, odore di crema nivea e bocce che volano, e intanto il secondo giro e un altro mezzo, per oggi può bastare, torno indietro, nell’aria il sapore di prime volte anche se non è vero, di Oberkampf gira a destra passato il giapponese, e i piquenique che verranno, qua lo scrivono diverso ma lo pronunciano uguale, e ci starebbe bene anche il primo gelato, adesso, ma dopo, prima voglio sentire un disco, le canzoni hanno che a volte non significano niente ma niente proprio, e l’unica cosa che puoi fare è cantare i ritornelli, o come si chiamano adesso, Into the wilderness away from the lonelyness, due tre cento mille volte, il sole rimbalza e luccica sul fiume, metto la mano a visiera, ma poi la tolgo subito, tu intanto immaginami così, un attimo, solo un attimo
Ho mangiato il primo gelato per pranzo.
Ho fatto un po’ di fila per un paio di palazzi nel centro – giornata Fai.
Comprato qualche piantina di fiori per desertico terrazzo in un minuscolo ma bel mercatino di fiori scoperto per caso.
Il mio vicino ascolta De Andrè.
Oggi anche Milano ha un suo perchè.
Chissà quanto dura.
oggi io correvo nel Volksgarten e, mano a mano che m’addentravo al passo di gazella mio solito, m’arrivava sempre più forte mbacc’ l’odore delle carni grigliate e le senapi e le maionesi e i rutti alla Gaffel Kölsch che sinceramente non se n’è potuto più e madonnasanta sono tornata a casa.
joujou
e ritorno dalla piscina che correre ancora eh! e leggo di te, nel parco che ho corso anch’io e leggo del Volksgarten che pure ci ho corso anch’io e mi viene una nostalgia pazzesca del correre altrove, che mi muove i piedi meglio, con i perchè da non cercare neanche.
Tfm ti sei innamorato.
par di capire che non è vietato calpestare la pelouse
ciao
Io pure sono andata a correre per la prima volta quest’anno, ma cacchio, me ne sono tornata con una tendinite e adesso chissà quando sarà la seconda.
*Yet: esatto, la pelouse à gauche était calpestabile. Non è sempre così.
voglio tanto piangere. E morire.
*aya: eh mamma mia, addirittura