TFM ovvero Tutto fa Media – Alle origini del male.

L’altro giorno camminavo per strada, giocherellando con il mio portachiavi. Non solo. Canticchiavo anche Summertime di Janis Joplin. Poi un tonfo. Don’t u cry! Ho guardato per terra. Ho detto Ehi, ma il mio portachiavi rosso che ho da cinque anni si è rotto! Proprio così. Sono entrato nel primo negozio che ho trovato e ho comprato il primo portachiavi che ho trovato. Una bussola. 1 euro e 50. Ho detto Figo, una bussola! Così magari trovo la mia strada.
Poi, mentre cercavo la mia strada, ho preso la bussola in mano. Ho detto Ehi, ma questa bussola è strana! Dalla N di Nord parte una freccia che va verso la S di Sud. Dove sta dunque il Nord? Dove c’è la N o dove c’è la S? Mi sono perso. Così ho preso la metro.
Sulla metro mi sono seduto. Ho ripreso a leggere il Lamento di Portnoy di Roth. Ma ho dovuto smettere. Di fronte a me quattro adolescenti brufolosi -Avete presenti quei brufoli gialli pieni di pus che quando li spremi si spiaccicano contro il vetro lasciando una scia liquida? Ecco quelli- chiacchieravano di problemi esistenziali. Compiti in classe.
“Cioè, quella stronza mi ha messo 4. Adesso c’ho una media di merda”

Salto all’indietro. Jump cut to 1996.

1) In terza liceo liceo ero molto bravo. Uno dei primi della classe.
2) In terza liceo non ero molto ben voluto.
Per molto tempo ho sperato che tra queste due affermazioni non ci fosse un nesso causale, ma solo casuale. Poi ho dovuto arrendermi all’evidenza. I miei compagni mi odiavano. Ma non so perchè. In fin dei conti le versioni di greco io le passavo, che ci potevo fare se poi loro non sapevano neanche copiare? E poi non ero uno di quelli che stavano in prima fila con l’indice alzato. Io me ne stavo sempre ben bellino al penultimo banco della fila di destra a sonnecchiare e a guardare fuori dalla finestra -il mondo a quel tempo era rettangolare, e anche un po’ sfuocato-. Ma loro mi odiavano lo stesso. Nessuno quasi mi rivolgeva la parola, nessuno mi chiamava a casa. Forse perché pensavano che io stessi tutto il giorno sui libri e fossi un secchione spaventoso. Ma non era così. Avevo un trucco. E quando se ne accorsero, tutto cambiò. Improvvisamente.
Sì, avevo un trucco per farmi trovare sempre pronto alle interrogazioni. Un trucco infallibile. Un registro parallelo. L’avevo comprato in cartoleria. E ogni giorno segnavo, per ogni materia, nome, data e voto. Così sapevo esattamente quando quei noiosoni dei miei professori mi avrebbero interrogato. Smettevo di studiare un attimo dopo l’agonia in piedi vicino alla lavagna e riprendevo quando il giro faceva di nuovo il giro. Ma un giorno, l’imprevisto. 

La professoressa di italiano, quella stronza, decise di fare le interrogazioni di fine quadrimestre un giorno che mancavano dieci miei compagni per una morìa influenzale. Disse: Oggi ci divertiamo!
Cominciai a sudare. Tutte i miei schemi erano saltati. Fingendo noncuranza presi il registro parallelo dalla cartella –Nessuno l’aveva mai visto, dovevo fare attenzione!- e lo sfogliai piano piano per cercare di capire quanto potessi ritenermi al sicuro. Dei sette maledetti che c’erano prima di me cinque erano assenti e gli altri due erano già a tremare vicino alla cattedra. Così accadde. La stronza mi chiamò. Ma io non ero preparato. Il registro diceva che io avevo già due voti! Mi chiamò ancora. E io mi rifiutai. Dissi che non me ne fregava niente. Non avevo nessuna intenzione di prendermi il terzo voto quando c’era chi ne aveva uno solo. Era una questione di principio. Dissi che ovviamente ero preparato e avevo studiato ma rifiutavo quell’odioso abuso di potere con tutte le mie forze. Lo facevo per rispetto verso i miei compagni:

 IL TERZO VOTO NO! PER NESSUNO!!!

La professoressa, che si fidava di me e dei miei buoni voti e della mia faccia da nerd, lasciò perdere, non so come. I miei compagni, invece. Da allora, e per un paio di mesi, divenni il loro mito. Dissi dell’esistenza del registro parallelo, delle date e dei voti. Sapevo perfettamente le medie di tutti. E tutti, infoiatissimi per gli esami e per i voti della maturità, presero a telefonarmi a casa: insomma ero il centro delle loro discussioni. Tutti parlavano di voti, di medie, di decimali. All’improvviso divenni imprescindibile. Ma poi uscirono le materie. E a nessuno gliene fotteva più niente dei voti e delle interrogazioni. Riposi il mio registro in un cassetto e non lo tirai mai più fuori. Ero triste, però almeno i miei compagni avevano smesso di odiarmi. E poi avevo capito che, nella vita, Tutto Fa Media.

Poi sono sceso dalla metro, ho camminato cinque minuti e ho aperto la porta di casa con il mio nuovo portachiavi a forma di bussola atipica.

15 Replies to “TFM ovvero Tutto fa Media – Alle origini del male.”

  1. Qualcuno lo faceva anche da me, utilizzando un più modesto quadernino, ma non sempre con esiti felici. Alcuni prof del liceo godevano nel sovvertire i pronostici.

  2. Da natale ho finito adesso di leggere tutto il tuo blog…fai venire voglia di scrivere perchè tu ci riesci davvero molto bene!

    Nata

    P.s. faccio parte di quelli che hanno come problemi esistenziali i compiti in classe e la maturità…

  3. Come ti capisco, Tfm… Non rifarei i cinque anni di liceo nemmeno se mi propinassero il compenso sanremese della Hunziker.

    UAU

  4. FT: i professori del liceo godevano a fare qualsiasi cosa. O almeno così credevamo. Non trovi? 🙂

    Nata: mi hai fatto davvero un bel complimento, grazie. E comunque: non sai quanto vorrei avere quel tipo di problemi esistenziali. Anche se adesso non sembra, ti giuro che la maturità è una delle esperienze più “divertenti” della vita. Pensa quello che ti aspetta dopo! 😉

    Uau: No, io invece li rifarei per due motivi. 1) Il compenso della Hunziker 2) Vendicarmi, con perfidia logicamente sadica, di molte persone, dal professore di latino e greco a un paio di compagni. Ecco, gli farei fare la fine di Sawyer nei primi episodi della terza serie, che tu non hai visto, ma ti assicur o che non è una bella fine!

  5. Smettila di spoilerare sulla terza serie o ti mando a casa RobbbbiBbbbaggio! 🙂

    UAU

  6. Uau: ahahahahahah. Mica ho spoilerato! Guarda che Sawyer fa sempre una brutta fine in ogni serie di Lost. Vedi la prima e vedi la seconda. E poi ricorda che lui fa parte degli Intoccabili (te lo dico senza aver visto tutte le puntate). Sai chi sono gli Intoccabili? 😉

  7. Immagino che siano quelli col contratto più… hunzikeriano degli altri!

    UAU

    P.S.: a me basta, comunque, che non facciano fuori Locke e Hurley…

  8. a scuola da me i professori godevano a interrogare a caso (ma a caso sul serio e potevi essere chiamato alla cattedra anche tre volte di seguito) quasi come godono gli sceneggiatori di Lost a massacrare Saywer in ogni serie

    🙂

  9. Anch’io ero la tenutaria del “controregistro”! Ricordo che era un oggetto dal potere incredibile, in grado di aiutarti nei momenti più disperati… peccato che il prof di filosofia amasse interrogarti tre giorni di fila solo per la gioia di vederti crepare di nervi. Che tempi! Sono proprio masochista se dico che vorrei tanto tornare ai tempi della scuola???

  10. Guarda un po’ come ci siamo ridotti se arriviamo a rimpiangere lo studio matto e disperatissimo e i litigi adolescenziali…

  11. tu sei il genio del male.

    detto questo, quello che hai scritto mi ha fatto commuovere un pochino (che poi sembro la solita lacrimevole fuorisede, ho detto un pochino) perche’ anch’io al liceo mi scagliavo contro i miei prof per “ragioni di principio” tipo quella volta in cui passai tutta l’ora di storia dell’arte con il banco e sedia invertite per guardare il muro e dare le spalle alla prof come segno di protesta perche’ pur considerandomi benissimo e facendomi sempre infiniti complimenti alle interrogazioni non voleva darmi dieci, ed ogni volta il massimo che mi dava era otto. Perche’, caro il mio tfm, l’ho imparato anch’io tardi, ma essere dei bravi capomafia e bravi a scuola puo’ anche essere compatibile…

  12. Virgh: se io sono il genio del male tu sei eroica. L’immagine di virgh a sedia girata è da leggenda. Mi sarebbe piaciuto avere una compagna di lotta e di battaglia come te!

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