Giornate
24 Dicembre 2006
6:29 – sveglia: unico obiettivo l’aereo delle 9:25 per Palermo
6:30 – finita valigia, spento gas, spenta luce, chiudo a chiave la mia stanza, chiudo porta di casa.
6:31 – mi accorgo che ho dimenticato il biglietto aereo sulla mia scrivania. La serratura della porta della mia stanza è bloccata. Serrata. E’ proprio una serratura serrata. Prendo cacciavite. Niente. Prendo pinza. Niente. Prendo in bagno le forcine della mia coinquilina. Niente. Realizzo che sarei un pessimo ladro. Prendo un martello. Bene.
7:14 – La metro mi passa sotto il naso. La perdo. E’ domenica mattina, vigilia di Natale. Passerà presto.
7:44 – Sono in stazione. Il trenino per l’aeroporto mi parte sotto il naso. Lo perdo. E’ domenica mattina, vigilia di Natale. Passerà presto.
8:57 – Arrivo a Fiumicino. Realizzo che ho solo 28 minuti prima che l’apparecchio parta. Corro. 3 tapis roulant su 4 sono in manutenzione. Cioè non funzionano.
9:02 – In fila al check-in un simpaticissimo ennese (Enna sta in Sicilia, ignoranti!) appena scopre che siamo conterranei mi attacca bottone e mi dice che ha passato la notte con una cameriera trapanese (proprio così, mi dice “trapanese”) e io vorrei tanto complimentarmi con lui, ma ho altro da fare. Purtroppo.
9:08 – Controllo elettronico. Un signore anziano-molto-anziano prima di me in fila, chiede insistentemente all’omino-in-divisa cosa fare. Ma l’omino-in-divisa sta scherzando con una simpaticissima omina -in divisa- alle sue spalle. Le mie mani sudano al vento quando perdo tempo. Tempo. Do una lieve gomitata al signore -perde equilibrio- sussurrando “mi parte l’aereo, mi parte l’aereo”, passo il check, niente squilla: sono innocente, oggi di sicuro non ho nessuna intenzione di costruire un esplosivo a bordo. Ho troppo sonno.
9:22 – Il pulmino che dovrebbe portarci all’aereo è fermo da ben 4 minuti. Un’hostess scapigliata&scarmigliata corre verso di noi urlando isterica “Qualcuno ha dimenticato un trolley rosso? Qualcuno ha dimenticato un trolley rosso?”. Nessuno risponde, finchè una aggraziata donna incinta palermitana, peraltro passeggino-munita (e relativo moccioso dormiente) chiede sottovoce al padre anzianerrimo “Papà, per caso è quello nostro?” e quello risponde “No, non credo, aspè che chiedo a tua madre”, e si volta verso il fondo del pulmino , dove la moglie si è evidentemente mimetizzata con la tappezzeria e urla “Fraaaaaaancaaaaaaaa, ‘u pigghiasti tu ‘u trollè?” e una voce roca ribatte: “Nooooooooo”. Ergo: altri cinque minuti con il signore che va a recuperare il trollè e quando torna si becca pure il cazziatone della figlia che dice di vergognarsi di lui e che la prossima volta non ci viaggia più con lui (oh!) e lui che risponde: “Non ti preoccupare, non ci sarà una prossima volta”. Cliff.
Questa faccia non mi è nuova/1
9:37 – Infine decolliamo. Accanto a me siede un tipo dalla faccia conosciuta -tutti quelli che abitano a Palermo hanno la faccia conosciuta. Nella nostra città i famosi sei gradi di separazione vanno a farsi benedire. Noi abbiamo un solo grado di separazione. Ci conosciamo tutti. E ci vogliamo bene tutti.
10:07 – Ho passato l’ultima mezzora a chiedermi chi cazzo sia ‘sto tipo che mi siede accanto. Vuoi vedere che è un mio compagno di elementari o medie o Liceo o compagno di tennis, o di Judo, o un vicino di casa? Decido: questo aereo non può atterrare se non scopro questa cosa.
10:09 – Mi appisolo un attimo.
10: 47 – Atterriamo. Mi sveglio. Scusate per i venti minuti di ritardo, dice il pilota. Prego. Mi volto. “Scusa, ma noi per caso ci conosciamo? Sei di Palermo? Hai fatto il liceo Meli a via LaMarmora, per caso?” “No, veramente io sono uno dei maestri di ballo di Ballando con le stelle” “…” “Quello che fa coppia con: lei“* “Ahhhhhhhhhhhh”. Dunque: ho fatto il volo con uno famoso e non me ne ero accorto. Che screanzato, che sono.
* Pamela Camassa, già Ragazza Cioè
tesoro… lo scassinamento della tua stanza non ti ricorda tipo una notte a teramo con coltelli da cucina a lavorare una certa valigia blu?? mi hai fatto schiattare dalle risate…
Carissima, lo scassinamento mattutino è la naturale prosecuzione dello scassinamento notturno di allora. Che sculo!