Niente da nascondere (Caché) – Michael Haneke

Michael Haneke continua a far discutere. Dopo Funny Games, La Pianista, anche il suo ultimo film, Niente da nascondere, vincitore del premio come miglior regia a Cannes 2005, spiazza completamente il pubblico, indeciso tra la bocciatura spietata e l’annuncio di un capolavoro.

Una coppia benestante comincia a ricevere delle videocassette che riprendono il proprio appartamento dall’esterno. Apparentemente si tratta di uno scherzo, ma ben presto la vicenda assume toni più inquietanti, fino a svelare un segreto che affonda nel passato rimosso del protagonista (uno staordinario Daniel Auteuil) e che si interseca, con un’altra storia rimossa, la questione algerina, che l’intera Francia sembra aver dimenticato. Il personale si fonde con il politico, dunque, ma ciò che interessa al regista è soprattutto il tema della colpa, della verità, della responsabilità. Caché, ovvero ‘nascosto’ è il titolo originario, ma anche la traduzione italiana (per una volta) rende bene l’idea centrale del film. Chi è colpevole? Chi mente? Chi è davvero innnocente? È un continuo interrogativo, che tormenta lo spettatore: ci si illude di essere soltanto a un film, di non non aver nulla da nascondere. No, tutti hanno, abbiamo, qualcosa di rimosso che prima o poi tornerà a tormentarci. Realtà e finzione, colpa e rimozione si confondono dunque, c’è la vita vissuta e la vita riavvolta dal videoregistratore, c’è il punto di vista del voyeur-spettatore, indotto da Haneke a seguire un percorso che prima o poi si rivelerà cieco. Il regista dissimula così certezze, nonostante la scelta di eliminare (nascondere) ogni traccia di colonna sonora per mostrare (svelare) il rumore dei corpi, dei ricordi, degli sguardi. E così non resta che rinunciare ad ogni velleità interpretativa, lasciandosi guidare negli abissi di un’angoscia quasi al rallentatore, che ti rimane addosso, come un odore, ben oltre i titoli di coda.

Niente da nascondere (Caché), di M.Haneke, con D.Auteuil, J.Binoche  Voto: 9

P.s. dalla metà del secondo tempo una signora al mio fianco ha tirato fuori dalla borsa una busta e ha cominciato a sbucciare e mangiare un mandarino. Evidentemente aveva preso alla lettera il titolo del film. Quello italiano.

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