Feticci parigini: la levetta della metro che fa Sdonghete

 

 

Se sei già stato a Parigi ti sarai accorto che per uscire dai vagoni delle metro a volte hai dovuto usare una levetta. Non sempre. Alcune linee sono ormai automatizzate e le portiere si aprono da sole. Ma le altre, quelle un po’ rustiche di una volta, te le devi autogestire. Nel senso che non azioni la levetta, non esci. La levetta ha un suono tutto suo: Sdonghete.

 

Quindi sei già stato a Parigi. E hai già preso la metro una-di-quelle-con-levetta. Bene. Avrai notato che la levetta funziona solo in certi momenti. Quando il vagone è fermo, per esempio. Oppure, quando sta rallentando ed è quasi fermo. Sì, lo so, ti sarai a un certo punto chiesto: ma come si fa a capire quando è possibile ruotare la levetta evitando di fare stock-stock-stock come un furetto impazzito? Semplice: nell’aria a un certo punto si libra uno sbuffo, uno sfiato. Concentrati, puoi farlo pure con gli occhi chiusi. Appena senti lo sfiato, ecco, quello è il momento un po’ tipo liberi tutti in cui puoi usare la levetta. Ma non attendere troppo. Anche un paio di decimi di ritardo saranno fatali, e un parigino o una parigina a caso muoveranno la levetta al posto tuo, non prima di averti spostato di peso con la sola forza del pensiero, al contempo sussurrandoti nel timpano un Pardon così sgraziato di farti pentire di non aver letto in tempo questo post.

 

Dunque la levetta. Dopo un po’ è facile, lo fai in automatico, fidati. Alla fine del videogioco, quando avrai completato tutti i livelli, sarai persino in grado di scendere dal vagone in movimento senza colpo ferire: sfiato-levetta-zompo. Ma attenzione, è solo per parigini abili et esperti. Rischi di farti male.

 

L’aneddoto più drôle relativo alla levetta è questo. Ci sono io che entro a Vavin e scendo le scale, passo il navigò, supero il tornello e sento con l’orecchio bionico la metro che arriva. Siccome ho fretta che devo fare una cosa importante, inizio a correre come se non avessi due ginocchia, mi scapicollo per una lunga rampa di scale a 7 a 7, giro l’angolo e vedo che il vagone più vicino a me è chiuso. Dietro c’è un signore con talmente tanti baffi che sembra una parrucca. Gli faccio cenno con un braccio di aprire le porte, lui aziona la levetta, le porte si aprono e, proprio mentre suona l’allarme di chiusura, a un passo da un sogno-che-muore, ecco che mi produco nel classico Volo A Planare Per Esser Ricordati Qui. Allegato: placcaggio di allegra comitiva germanofona. Risate.

 

Speriamo che le metro automatizzate non soppiantino mai le metro antiche e scarcagnate. Non tanto per gli omini che perderebbero il lavoro, whatever, quanto per la levetta. Vive la levettà, Vive la republique.

 


12 Replies to “Feticci parigini: la levetta della metro che fa Sdonghete”

  1. Ehi TFM, capisco che non sia proprio tres chic come la metro di Parì, ma la levetta c'è pure sui regionali Milano – Luino!

    P.

  2. *P: eh sì, ma ce l'hanno lo sfiato? E puoi scendere dal treno in corsa? Eh? 😉

    *Zit: eh mamma mia quanta acidità, al posto tuo andrei a controllare le mail

    *Grace&Pentapata: grazie

  3. Io ho adottato la strategia di tirarla su e tenerla in posizione alzata mentre la metro si ferma. In quel modo appena si sblocca si apre e nessun parigino ha sentimenti omicidi nei tuoi confronti!

  4. Il prossimo post lo vogliamo sul coniglietto avvisatore della RER
    Opperbacco

  5. c'è anche una soluzione alternativa: appoggi la mano sulla levetta e, quando senti la vibrazione, muovi la mano, Meno sonora, più tattile.
    CaosCalmo
    P.S.: ma con i parchi che chiudono alle 5, dove si corre a Parigi?

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