Aki Kaurismäki, Le Havre e Little Bob, “una delle cinque voci del rock di tutti i tempi”

L’altro giorno sono stato al mio cinema d’essai preferito. Il mio cinema d’essai preferito è proprio un cinema d’essai, ed è il mio preferito perché vi succedono cose curiose, le classiche spigolature da raccontare agli amici la sera che vai a berti una birra a Oberkampf. Una volta, per esempio, sono passato davanti al mio cinema d’essai preferito e c’era attaccato un pizzino che diceva: Vogliate scusarci, ma oggi il cinema sarà chiuso perché dobbiamo girare una scena di un film con Romain Duris ambientato negli anni ’50. Proprio così: negli anni ’50. Ecco. Comunque, il film che ho visto è questo:

 

 

A questo punto, prima ancora di cominciare, le Natàlie Aspesi o i Curzii Maltese di tutto il mondo potrebbero scrivere: un film che riconcilia con la vita e quelle robe lì. Va bene, per stavolta sono d’accordo. Se conosci Aki Kaurismäki d’altronde lo sai. Gli hanno chiesto: il personaggio di questo film si chiama Marcel Marx, Le Havre fu ai tempi una roccaforte comunista, sarà mica che Le Havre è un film comunista? E lui ha risposto: No, è un film socialista. Aki Kaurismäki è fatto così, è uno che dice e fa cose meravigliose senza voler dire e voler fare cose meravigliose. Per esempio: Marcel Marx era già il personaggio di un suo film del 1992, La Vie de Bohème. A un certo punto, in Le Havre, Marcel dice: sai, io in passato ho fatto la vie de bohème. Ecco, io per cose del genere esco fuori di testa. Oppure: scusa Aki ma come l’hai scritto questo film francese tu che sei finlandese? Niente, l’ho scritto in finlandese e poi l’ho fatto tradurre in francese. O ancora. Jean-Pierre Léaud, cioè Truffaut cioè Antoine Doinel cioè il bimbo dei Quattrocento Colpi-il-finale-più-finale-del-cinema, ecco, lui, in Le Havre interpreta un personaggio ormai vecchio, andato, il cui hobby è fare lo spione e denunciare *proprio* bambini rifugiati in pericolo di arresto. Aki, perché hai fatto ça? Niente, volevo mostrare come il mondo è capace di trasformarvi in persone crudeli. Ah bòn.

 

Ma tra le altre cose meravigliose che fa Aki Kaurismäki, e sappiate che mi sto tenendo malgrado la tentazione di continuare all’infinito parlando per esempio del mio attore francese preferito che è Jean-Pierre Darroussin, c’è anche quella di farmi conoscere Roberto Piazza aka Little Bob, icona rock-punk francese e anche inglese degli anni ’80. Dice, e chi è Little Bob, sarà mica il figlio illegittimo di Antonio Ciacci Little Tony e Roberto Satti Bobby Solo? No, è lui. Sì, lui.

 

 

 

Little Bob è originario du Havre. Tra i primi successi del suo gruppo, Little Bob Story, una certa Don’t let me be misunderstood. Poi seguirono tanti successi. Si narra che l’ingegnere del suono di gente come Bruce Springsteen e John Lennon, avrebbe così apostrofato il nostro Little Bob: una delle cinque grandi voci del rock di tutti i tempi. Roba potente, non c’è che dire. Da poco è uscita una raccolta, Wild and Deep, the best 1989-2009. Ecco, se non era per Aki Kaurismäki io tutte queste cose su Little Bob non le sapevo. Vi saluto con il mio pezzo preferito di Little Bob, Riot in Toulouse:

 

 

5 Replies to “Aki Kaurismäki, Le Havre e Little Bob, “una delle cinque voci del rock di tutti i tempi””

  1. l’ho visto e ho apprezzato a dovere il personaggio Monet e il suo interprete
    (anch’io ho pensato a Little Tony e Bobby Solo)
    frasi divertenti: “sono il fratello albino” e “è la manager della mia anima”
    “l’ottimo posto di lavoro in una lavanderia cinese” suona un filo sarcastica
    chissà se alla Idrissa Saleh ha trovato il posto giusto; a Londra di lavanderie cinesi ce n’è più d’una
    ciao

  2. Io l’ho visto oggi. Mi ricordavo che avevi scritto una cosa, non mi ricordavo cosa, comunque io sono uscita dal cinema con un sorriso da un orecchio all’altro e sì, il merito era anche di Little Bob. Credo che a Little Tony ci abbiamo pensato tutti.

    Chebbellochebbellochebbello.

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